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Diritto Commerciale

Responsabilità collegio sindacale: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione irrogata dalla Consob al presidente del collegio sindacale di un intermediario finanziario. L'ordinanza sottolinea la piena responsabilità del collegio sindacale per omessa vigilanza sulla gestione degli ordini di vendita di azioni illiquide e sulla relazione con la clientela, respingendo i motivi di ricorso basati su presunti vizi procedurali e su una diversa ricostruzione dei fatti. La Corte ha ribadito che il sindacato giurisdizionale pieno sana eventuali irregolarità della fase amministrativa e che la valutazione del merito non è riesaminabile in sede di legittimità.
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Termine decadenziale Consob: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un esponente di una SGR sanzionato dall'Autorità di vigilanza finanziaria. Il caso verteva sul momento di decorrenza del termine decadenziale Consob per la contestazione degli illeciti. La Corte ha stabilito che, in presenza di indagini complesse e del coinvolgimento di altre autorità, il termine non decorre dalla prima acquisizione di informazioni, ma dal momento in cui l'Autorità acquisisce un quadro fattuale e giuridico completo, sufficiente a formulare una contestazione. È stata quindi ritenuta legittima l'attesa degli esiti degli accertamenti condotti da un'altra autorità prima di procedere.
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Ne bis in idem: assoluzione penale annulla sanzione
Un manager, sanzionato dall'Autorità di Vigilanza Finanziaria per presunta comunicazione di informazioni privilegiate, ha ottenuto l'annullamento della sanzione in Cassazione. La decisione si fonda sul principio del ne bis in idem, a seguito di una sentenza penale definitiva di assoluzione per gli stessi fatti con la formula 'perché il fatto non sussiste', che ha prevalso sul procedimento amministrativo.
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Famiglia di marchi: la guida della Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'azienda di moda maschile contro una di calzature femminili. Il caso verteva sul concetto di "famiglia di marchi". La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano escluso l'esistenza di una famiglia di marchi per l'azienda ricorrente, poiché i suoi vari loghi, pur condividendo le stesse iniziali, non presentavano un nucleo fondamentale comune e costante. È stata inoltre ribadita la natura "debole" dei marchi, per cui lievi variazioni sono sufficienti a escludere la contraffazione.
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Cessione del credito e accessori: la decisione della Corte
Una società di servizi, dopo aver ceduto i propri crediti a una banca, ha visto i suoi ex soci agire per ottenere gli interessi di mora maturati su quei crediti. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di cessione del credito, anche i diritti accessori come gli interessi passano al cessionario. La successiva cessazione del rapporto di cessione non comporta la restituzione automatica di tali diritti per le prestazioni già eseguite, se non tramite un apposito atto di retrocessione. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.
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Marchio di fatto: la notorietà locale non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 33614/2024, ha stabilito che un marchio di fatto, per poter invalidare la registrazione di un marchio successivo, deve possedere una notorietà che superi l'ambito puramente locale. Nel caso di specie, una società storica nel settore alimentare lamentava la registrazione di un marchio confondibile da parte di un'altra impresa. Tuttavia, la Corte ha rigettato il ricorso, poiché la notorietà del marchio di fatto della ricorrente era limitata a poche province, risultando insufficiente a dimostrare quella diffusione ultra-locale (almeno regionale) richiesta per privare di novità il marchio successivamente registrato.
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Opera fotografica: quando lo scatto è un’opera d’arte?
Un fotografo ha citato in giudizio un'emittente televisiva nazionale per l'utilizzo non autorizzato di una sua fotografia ritraente due noti magistrati, sostenendo che si trattasse di un'opera fotografica protetta dal diritto d'autore. Sia il tribunale di primo grado che la Corte d'Appello hanno respinto la richiesta, classificando l'immagine come 'semplice fotografia' priva del necessario apporto creativo. La Corte di Cassazione ha confermato questa linea, stabilendo che l'eccezionalità del soggetto ritratto non è sufficiente a garantire la tutela autorale. Il fattore decisivo è l'impronta creativa e personale del fotografo, ritenuta assente nel caso specifico.
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Clausola penale leasing: come si calcola il dovuto?
Una società e il suo fideiussore hanno contestato la risoluzione di un contratto di leasing traslativo per un'imbarcazione. La Corte d'Appello aveva respinto le loro richieste, citando un precedente giudicato. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che la clausola penale leasing richiede un completo ricalcolo del dare e avere, inclusa la detrazione del valore del bene. La Corte ha stabilito che la precedente sentenza sui canoni non pagati non impedisce una nuova azione per determinare il saldo finale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Clausola foro convenzionale: Cassazione sulla validità
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'impresa immobiliare contro una società di leasing, confermando la validità di una clausola sul foro convenzionale che stabiliva fori diversi per le parti. L'ordinanza chiarisce che tali clausole asimmetriche sono lecite nei rapporti tra imprese se specificamente approvate. Inoltre, la Corte ha stabilito che la valutazione sull'equità di una clausola penale in un contratto di leasing risolto può avvenire solo dopo la restituzione del bene da parte dell'utilizzatore.
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Autosufficienza del ricorso: appello inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso a causa della violazione del principio di autosufficienza. La parte ricorrente non ha adeguatamente riprodotto né indicato la collocazione degli atti processuali essenziali, impedendo alla Corte di valutare le censure. La decisione riafferma l'importanza di questo requisito procedurale, confermandone la compatibilità con i principi europei sul giusto processo e sottolineando che non si tratta di 'eccessivo formalismo' ma di una regola fondamentale per il corretto funzionamento della giustizia di legittimità.
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Clausola di garanzia: come interpretarla nel contratto
La Corte di Cassazione ha stabilito che una clausola di garanzia che copre le 'sopravvenienze passive' in un contratto di cessione di quote societarie si riferisce solo a passività impreviste e imprevedibili, non a quelle derivanti da rapporti commerciali preesistenti e noti, anche se non ancora pienamente quantificati. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della società acquirente, confermando che l'interpretazione del contratto spetta ai giudici di merito e che la loro decisione, se logicamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: errore fatale
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata entro i termini di legge. La decisione ribadisce il rigore delle norme procedurali e il principio di autoresponsabilità della parte ricorrente, confermando che tale onere non costituisce un eccesso di formalismo ma una garanzia per la certezza del diritto. Il caso trae origine da una richiesta di risarcimento danni in seguito a un furto di merce.
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Leasing traslativo: Cassazione su clausole e ricorso
Un imprenditore ha presentato ricorso in Cassazione dopo che la Corte d'Appello aveva confermato le ingiunzioni di pagamento per canoni di leasing non saldati. L'appello, fondato sulla presunta nullità delle clausole sul foro competente e della penale in un contratto di leasing traslativo, è stato respinto. La Suprema Corte ha dichiarato i motivi principali inammissibili per vizi procedurali (mancanza di autosufficienza) e perché in contrasto con la giurisprudenza consolidata (Cass. S.U. 2061/2021), confermando così la decisione impugnata e l'ordine di pagamento.
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Assorbimento dei motivi: ricorso inammissibile
Una società di costruzioni ha citato in giudizio la società di leasing per i costi di recupero di un escavatore rubato. Le sue richieste sono state respinte sia in primo che in secondo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo il principio dell'assorbimento dei motivi e ribadendo che non può riesaminare i fatti del caso, ma solo la corretta applicazione della legge.
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Risoluzione leasing: Cassazione su contratti ante 2017
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due garanti in un caso di risoluzione leasing. La Corte conferma che per i contratti risolti prima della Legge 124/2017, le parti possono definire contrattualmente le conseguenze dello scioglimento, derogando all'art. 1526 c.c. La decisione si allinea ai principi delle Sezioni Unite, sottolineando l'importanza dell'autonomia contrattuale e dei requisiti di specificità del ricorso.
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Leasing finanziario: niente restituzione canoni
La Cassazione ha esaminato un caso di leasing finanziario risolto per inadempimento. Ha stabilito che non spetta la restituzione dei canoni all'utilizzatore se la società concedente non ha ottenuto un vantaggio superiore a quello che avrebbe conseguito con la regolare esecuzione del contratto. Rigettate anche le censure su usura e anatocismo nel piano di ammortamento alla francese.
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Prescrizione ripetizione indebito: quando inizia?
In un caso di presunti interessi usurari, un creditore si è opposto alla richiesta di restituzione eccependo la prescrizione. La Corte di Cassazione, riformando le decisioni di merito, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione ripetizione indebito: il termine decennale decorre dalla data di ogni singolo pagamento non dovuto e non dalla conclusione del rapporto commerciale tra le parti. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente fissato l'inizio della prescrizione alla data di protesto di una cambiale, momento legato alla fine del rapporto.
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Offerta al pubblico: quando vale l’esenzione?
L'Autorità di Vigilanza sanziona tre società e il loro amministratore per un'offerta al pubblico senza prospetto. La Corte d'Appello annulla le sanzioni, ritenendo che le offerte, provenienti da soggetti giuridici distinti e riguardanti prodotti finanziari diversi (specifici patrimoni destinati), rientrassero nei limiti di esenzione. La Cassazione conferma, respingendo la tesi dell'Autorità di un "disegno unitario" e sottolineando che la diversità giuridica degli emittenti e la specificità di ogni "affare" impediscono di sommare le offerte.
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Esonero prospetto informativo: quando si applica?
La Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per l'esonero dal prospetto informativo in caso di offerte pubbliche. Nel caso esaminato, un'Autorità di Vigilanza aveva sanzionato tre società, ritenendo che le loro singole offerte costituissero un'unica operazione elusiva. La Suprema Corte ha respinto tale visione, stabilendo che, se le società sono giuridicamente distinte (soggetti emittenti diversi) e i prodotti finanziari offerti, pur simili, sono legati a specifici affari con rischi distinti (non sono il "medesimo prodotto"), le offerte non possono essere sommate. La sentenza conferma che per l'applicazione dell'esonero prospetto informativo prevalgono le distinzioni formali e sostanziali, anche in presenza di un apparente disegno unitario.
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Clausola foro esclusivo: la Cassazione fa chiarezza
Una società di franchising ha citato in giudizio un affiliato per mancati pagamenti. L'affiliato ha contestato la competenza del tribunale indicato nel contratto, sostenendo l'invalidità della clausola foro esclusivo. La Corte di Cassazione ha confermato la validità della clausola, chiarendo che un riferimento specifico e una doppia sottoscrizione sono sufficienti per la sua efficacia, anche se elencata insieme ad altre clausole non vessatorie. Di conseguenza, è stata affermata la competenza del tribunale scelto dalle parti nel contratto.
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