La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1450/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione avverso una propria precedente decisione. Il caso riguardava una controversia su un contratto di subappalto. La Corte ha chiarito che l'errore revocatorio, previsto dall'art. 395, n. 4, c.p.c., consiste in una falsa percezione della realtà processuale (una 'svista') e non in un errore di valutazione o interpretazione del diritto o delle prove. Poiché le censure del ricorrente miravano a ottenere una nuova valutazione di merito, il ricorso è stato respinto, ribadendo i rigidi limiti di questo strumento di impugnazione straordinario.
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