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Diritto Commerciale

Riconoscimento di debito: la garanzia è valida
La sentenza del Tribunale di Bergamo, Sez. III, del 09/07/2025 (R.G. 1497/2025), rigetta l'opposizione a un decreto ingiuntivo, confermando l'efficacia di una garanzia personale. La decisione si fonda sulla qualificazione della garanzia come negozio unilaterale vincolante e sul valore di un autonomo riconoscimento di debito, anche in presenza di trattative fallite per la rateizzazione del debito principale. Il caso evidenzia come un impegno a pagare, anche se contenuto in una proposta non accettata, possa costituire una prova del credito.
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Revoca sequestro giudiziario: l’accordo tra le parti
Con l'ordinanza N.R.G. 4812/2024 del 01/07/2025, il Tribunale di Ancona, Sezione Specializzata in Materia di Impresa, ha disposto la revoca del sequestro giudiziario su una quota del 40% del capitale di una società. La decisione scaturisce da un accordo transattivo raggiunto tra le parti e dalla conseguente richiesta congiunta di revoca della misura cautelare, ritenendo superflua la fissazione di un'udienza.
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Liquidazione giudiziale: quando si apre la procedura
Il Tribunale di Ancona, con sentenza del 01/07/2025 nel caso R.G. 52-1/2025, ha dichiarato aperta la procedura di liquidazione giudiziale nei confronti di una ditta individuale. La decisione si fonda sullo stato di insolvenza dell'impresa, evidenziato da ingenti debiti verso ex dipendenti, fisco e enti previdenziali, e sulla mancata costituzione in giudizio della debitrice, che non ha così assolto all'onere di provare la sussistenza dei requisiti dimensionali per evitare la procedura.
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Elusione fiscale leveraged buyout: la Cassazione
La Cass. Civ., Sez. 5, n. 34595 del 30/12/2019, ha stabilito che un'operazione di elusione fiscale leveraged buyout si configura quando manca una valida ragione economica. La Corte ha rigettato il ricorso di una società, confermando che l'onere di provare la sostanza economica dell'operazione, volta a dedurre oneri finanziari (push down del debito), spetta al contribuente e non basta un generico riferimento a modelli finanziari leciti.
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Cessazione materia del contendere e definizione agevolata
La Cass. Civ., Sez. V, n. 34588 del 30/12/2019, chiarisce che l'adesione a una definizione agevolata da parte del contribuente, con relativo pagamento, determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio pendente. Nel caso di specie, una società importatrice aveva impugnato un avviso di sanzione dell'Agenzia delle Dogane. Durante il giudizio di Cassazione, avendo aderito alla 'rottamazione', la Corte ha dichiarato estinto il processo, compensando le spese.
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Onere probatorio rimborso: la collaborazione conta
Con la sentenza n. 34589/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha stabilito che la produzione di documenti in giudizio sana la precedente omissione nella fase amministrativa. L'onere probatorio del rimborso IVA si considera assolto se le prove vengono fornite durante il processo, in virtù del principio di collaborazione tra contribuente e Fisco.
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Opposizione decreto ingiuntivo: onere della prova
La sentenza del Tribunale di Ancona, n. 603/2023, chiarisce un punto fondamentale nell'ambito dell'opposizione a decreto ingiuntivo: l'onere della prova. Un'azienda si è opposta a un'ingiunzione di pagamento per quasi 30.000 euro, contestando specificamente numerose fatture. Il Tribunale ha accolto parzialmente l'opposizione, revocando il decreto e riducendo il debito a circa 9.700 euro. La decisione si fonda sul principio che, a fronte di contestazioni specifiche, la fattura da sola non basta; spetta al creditore (in questo caso una società di factoring) dimostrare con ulteriori prove la fondatezza del proprio credito.
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Liquidazione giudiziale: quando si presume l’insolvenza
Il Tribunale di Ancona (Sentenza N.R.G. PU 60-1/2025 del 01/07/2025) ha aperto la liquidazione giudiziale di una S.R.L.S. su ricorso di due creditori. La decisione si fonda sulla presunzione di superamento dei limiti dimensionali (art. 2 CCII), dato il mancato deposito dei bilanci dal 2014, e sullo stato di insolvenza conclamato, con debiti per oltre 400.000 euro verso dipendenti, fisco e enti previdenziali, superando la soglia di cui all'art. 49 CCII.
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Insinuazione al passivo: basta l’estratto di ruolo
Con la sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 34751 del 10/11/2021, la Corte ha risolto un contrasto sull'insinuazione al passivo dei crediti tributari e previdenziali. Si è stabilito che per ammettere il credito non è necessaria la notifica dell'avviso di accertamento esecutivo o dell'avviso di addebito, essendo sufficiente la produzione dell'estratto di ruolo. La Corte ha inoltre confermato che la prescrizione dei crediti previdenziali resta quinquennale anche se la cartella non è stata opposta.
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Elusione fiscale e operazioni societarie: la Cassazione
Con la sentenza n. 34750 del 31/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, ha chiarito importanti principi in materia di elusione fiscale. Il caso riguardava una complessa operazione societaria (fusione e conferimento d'azienda) che, secondo l'Agenzia delle Entrate, era priva di valide ragioni economiche e finalizzata a ottenere vantaggi fiscali indebiti. La Corte ha confermato la natura elusiva dell'operazione, negando la deducibilità di ammortamenti derivanti dalla rivalutazione di un marchio e chiarendo che, in caso di conferimento, solo la società ricevente può dedurre gli ammortamenti per l'intero anno.
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Deducibilità costi transazione: analisi della Cassazione
Con la sentenza n. 34618 del 30/12/2019, la Cass. Civ., Sez. 5, ha stabilito un principio cruciale sulla deducibilità dei costi da transazione. Il caso riguardava una società che, a seguito di un accordo transattivo con un ex socio, aveva dedotto diverse componenti negative, tra cui la perdita di un credito e il pagamento di una somma. L'Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto parte di queste deduzioni. La Cassazione ha accolto il ricorso della società, affermando che il giudice di merito ha l'obbligo di esaminare analiticamente ogni singola componente di costo derivante dalla transazione, senza raggrupparle in un'unica categoria. La Corte ha rinviato il caso per una nuova valutazione sulla specifica rilevanza fiscale di ciascun elemento, in particolare della perdita su crediti.
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Motivazione per relationem: quando la sentenza è nulla
Con la sentenza n. 34615/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha annullato una decisione di merito perché basata su una motivazione per relationem illegittima. Il caso riguardava l'impugnazione di un avviso di accertamento da parte di una socia di una S.r.l. La Corte ha stabilito che una sentenza non può limitarsi a richiamare un altro provvedimento, ma deve riprodurne il contenuto e sottoporlo a una valutazione critica autonoma, pena la nullità per vizio di motivazione.
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Imposta sostitutiva rivalutazione: no interessi rateali
Con la sentenza n. 34616 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha stabilito un principio fondamentale in materia di imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni. Il caso riguardava una società che, avvalendosi della L. 350/2003, aveva pagato l'imposta in tre rate annuali senza interessi. L'Agenzia delle Entrate pretendeva gli interessi sulle rate successive alla prima. La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, chiarendo che se la legge fissa un preciso piano di rateizzazione senza menzionare gli interessi, questi non sono dovuti. Il pagamento entro le scadenze legali è considerato tempestivo e non può generare oneri accessori.
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Opposizione sanzioni Banca d’Italia: il rito speciale
La Cass. Civ., Sez. II, n. 7663 del 19/03/2019 chiarisce la procedura per l'opposizione sanzioni Banca d'Italia. Un amministratore sanzionato ha impugnato il provvedimento depositando il ricorso prima di notificarlo, seguendo il rito generale. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando la specialità del rito previsto dall'art. 195 T.U.F., che impone la notifica all'Autorità prima del deposito in cancelleria, pena l'inammissibilità.
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Rappresentante fiscale: giurisdizione e contratto
Con la sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 7620 del 18/03/2019, la Corte di Cassazione ha stabilito che la controversia tra una società estera e il suo rappresentante fiscale italiano, relativa a un rimborso per sanzioni fiscali pagate, rientra nella giurisdizione italiana. La Corte ha chiarito che, sebbene l'obbligazione tributaria verso lo Stato sia di natura legale, il rapporto tra la società e il suo rappresentante fiscale è di natura contrattuale (mandato). Pertanto, si applica il foro speciale previsto dall'art. 5 della Convenzione di Lugano per le obbligazioni contrattuali, radicando la competenza nel luogo di esecuzione della prestazione, cioè l'Italia.
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Clausola di contingentamento: onere della prova del datore
Con la sentenza Cass. Civ., Sez. L, n. 7589 del 18/03/2019, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una compagnia aerea in amministrazione straordinaria, confermando la nullità di un contratto a termine. La Corte ha ribadito due principi chiave: la competenza del giudice del lavoro per le cause sullo 'status' del lavoratore anche in caso di insolvenza aziendale, e l'onere del datore di lavoro di provare il rispetto della clausola di contingentamento. La mancata allegazione specifica dei dati numerici non può essere sanata da una richiesta di prova testimoniale.
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Responsabilità ente pubblico: quando paga per il legale
Con la sentenza n. 7673/2019, la Cassazione Civile, Sez. II, ha stabilito la responsabilità ente pubblico per i compensi di un legale incaricato da una società appaltatrice. Decisiva l'interpretazione del mandato e del comportamento successivo dell'ente, che non aveva mai contestato l'operato della società, configurando così una spendita del nome del Comune.
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Recesso contrattuale: quando è legittimo? La Cass.
La sentenza Cass. Civ., Sez. II, n. 7672 del 19/03/2019 analizza la legittimità di un recesso contrattuale da un contratto di fornitura editoriale. Un fornitore ha impugnato la risoluzione del rapporto voluta dal committente, ma la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La decisione sottolinea come i motivi di ricorso debbano essere specifici e non generici. In mancanza di precise censure, il recesso contrattuale esercitato secondo le previsioni dell'accordo quadro è stato ritenuto valido, respingendo le accuse di abuso del diritto e di violazione di altre norme.
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Contestazione consumi energia: l’onere della prova
Con sentenza del 04/07/2025 (R.G. 195/2024), il Tribunale di Ancona ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova nella contestazione dei consumi di energia. Nel caso di opposizione a un decreto ingiuntivo per bollette non pagate, il fornitore deve provare solo l'esistenza del contratto. Spetta invece al cliente dimostrare con prove concrete l'eventuale malfunzionamento del contatore o l'erroneità delle letture. La semplice contestazione generica non è sufficiente a superare la validità dei dati di consumo registrati.
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Supersocietà di fatto: fallimento e requisiti
La Corte d'Appello di Venezia, con la sentenza del 13.02.2025 relativa ai procedimenti n. 2083/2024 e 2094/24, conferma il fallimento di una 'supersocietà di fatto' e dei suoi soci per ripercussione. Il caso riguarda un complesso schema di evasione IVA nel settore petrolifero, dove più società e persone fisiche hanno agito con un unico scopo illecito, mettendo in comune beni e attività. La Corte ha stabilito che l'esistenza di un'impresa collettiva con un distinto scopo illecito, la commistione patrimoniale e la sistematica distribuzione di profitti sono elementi sufficienti per identificare una supersocietà di fatto, giustificandone il fallimento esteso ai soci illimitatamente responsabili.
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