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Diritto Commerciale

Competenza liquidazione giudiziale: sede legale e COMI
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22302/2025, ha stabilito che per la competenza liquidazione giudiziale è irrilevante il trasferimento della sede legale di una società se avvenuto nell'anno antecedente al deposito dell'istanza. La competenza rimane radicata presso il tribunale della sede precedente, in applicazione del principio di cristallizzazione del foro competente previsto dal Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza.
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Passing-on defense: Cassazione sul danno antitrust
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una compagnia aerea che chiedeva la restituzione di "airport fees" e il risarcimento del danno a delle società petrolifere. La Corte ha stabilito che la clausola contrattuale di rimborso dei costi è valida anche se i costi sottostanti sono illegittimi. Inoltre, ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento applicando la passing-on defense, poiché la compagnia aerea aveva trasferito tali costi sui biglietti dei passeggeri, non subendo quindi un danno effettivo.
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Motivo illecito comune: nullità del contratto
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto di cessione di ramo d'azienda a causa di un motivo illecito comune alle parti. L'operazione mirava a svuotare il patrimonio di una società a danno dei creditori. L'ordinanza chiarisce i poteri del giudice di rinvio e i criteri per accertare la comunanza del fine illecito, rigettando il ricorso e sottolineando che la valutazione dei fatti è preclusa in sede di legittimità.
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Trasferimento d’azienda: la responsabilità solidale
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società che contestava la propria responsabilità solidale per i debiti verso i dipendenti a seguito di un complesso trasferimento d'azienda. L'ordinanza conferma che una serie articolata di cessioni, affitti e retrocessioni di rami d'azienda costituisce un fenomeno unitario ai sensi dell'art. 2112 c.c., garantendo la continuità dei diritti dei lavoratori. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso, pur presentati come violazioni di legge, miravano in realtà a una nuova valutazione dei fatti, compito precluso al giudice di legittimità.
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Giurisdizione Ex Works: la Cassazione decide
In una controversia tra un'azienda rumena e una italiana, la Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice italiano. Nonostante le parti avessero proposto clausole di giurisdizione contrastanti (Romania vs Italia), la Corte ha ritenuto che non si fosse formato un accordo su tale punto. Di conseguenza, ha applicato il criterio della clausola Incoterm menzionata nel contratto, stabilendo che la giurisdizione Ex Works individua il luogo di consegna presso la sede del venditore italiano, fondando così la competenza del tribunale nazionale.
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Responsabilità della banca: onere della prova negato
La Corte di Appello ha rigettato la richiesta di risarcimento di una società contro un istituto di credito, confermando che non sussiste la responsabilità della banca se il cliente non prova che la falsità della firma sull'assegno era riconoscibile a prima vista. La sentenza ha anche chiarito che, in caso di cancellazione della società attrice, l'ex socio che interviene nel processo deve dimostrare di essere succeduto nel diritto di credito, cosa non avvenuta nel caso di specie.
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Liquidazione Giudiziale: è legittima l’apertura?
La Corte d'Appello conferma l'apertura della Liquidazione Giudiziale nei confronti di una società cooperativa. L'appello presentato dagli eredi del liquidatore è stato respinto poiché, nonostante alcuni pagamenti parziali a un creditore, lo stato di insolvenza della società era palese a causa di un debito fiscale superiore a 1,5 milioni di euro. La Corte ha stabilito che un debito così ingente è un indicatore inequivocabile di insolvenza che giustifica la procedura.
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Competenza Sezioni Specializzate per Appalti Pubblici
Una società di consulenza ha citato in giudizio un comune per ottenere il pagamento di onorari relativi a un appalto pubblico di restauro. La Corte di Cassazione ha stabilito che la controversia rientra nella competenza delle sezioni specializzate in materia di impresa, e non del tribunale ordinario, poiché l'appalto superava la soglia di rilevanza comunitaria. La decisione chiarisce l'ambito di applicazione della giurisdizione speciale per i grandi appalti pubblici.
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Successione nel contratto di locazione: l’appello è nullo
Una società subentra in un contratto di locazione commerciale tramite cessione di ramo d'azienda, ma dopo l'inizio di una causa di sfratto. La Corte di Cassazione chiarisce che la successione nel contratto di locazione avvenuta a processo già pendente non salva il subentrante dagli effetti della sentenza. Il ricorso viene dichiarato inammissibile perché non contesta la reale motivazione della Corte d'Appello, basata sull'applicazione delle norme sulla successione nel processo (art. 111 c.p.c.), rendendo la sentenza contro il cedente efficace anche nei confronti del cessionario.
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Procura speciale cassazione: quando è inammissibile?
Una società impugna in Cassazione una sentenza d'appello che aveva dichiarato la simulazione di una vendita di opere d'arte. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile perché la procura speciale cassazione era stata rilasciata cinque anni prima della sentenza impugnata, violando il requisito di posteriorità stabilito dalla legge e dalla giurisprudenza costante.
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Competenza sezioni specializzate imprese e appalti
Una società in fallimento ha contestato la giurisdizione del tribunale ordinario in una disputa su un contratto di lavori pubblici. La Corte di Cassazione ha confermato l'esclusiva competenza delle sezioni specializzate imprese. La decisione si fonda sul valore del contratto che, calcolato sulla base d'asta e superando la soglia UE, qualifica l'appalto come di "rilevanza comunitaria", ricadendo così nella giurisdizione del tribunale specializzato, a prescindere da normative regionali.
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Responsabilità amministratori: obblighi e doveri
La Corte di Cassazione interviene sulla responsabilità amministratori per la mancata dichiarazione di una causa di scioglimento della società. In un caso riguardante un'impresa edile creditrice verso una società cliente con capitale azzerato, la Corte ha stabilito un principio fondamentale: la responsabilità non è automatica per chi subentra nella carica. È necessario accertare il nesso causale tra la condotta omissiva di ciascun singolo amministratore e il danno subito dal terzo. La semplice pubblicazione di un bilancio in perdita non esonera gli amministratori dai loro specifici obblighi di accertamento e pubblicità della causa di scioglimento.
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Cessione ramo d’azienda: subentro automatico nel leasing
Una società che acquisisce un ramo d'azienda viene condannata a pagare i canoni di locazione dell'immobile in cui l'attività era esercitata. La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile, chiarendo che il pagamento dei canoni per un certo periodo da parte del cessionario costituisce una prova del subentro nel contratto, rendendo la cessione efficace nei confronti del locatore, anche in assenza di una comunicazione formale.
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Responsabilità del committente: analisi Cassazione
La Corte di Cassazione analizza un complesso caso di responsabilità del committente a seguito di un devastante incendio in un magazzino. L'incendio, causato durante lavori di manutenzione del tetto commissionati da una società di gestione immobiliare, ha sollevato questioni sulla ripartizione della colpa tra l'impresa esecutrice, il committente e la cooperativa che gestiva il deposito. La Suprema Corte chiarisce che la responsabilità del committente non deriva dalla custodia dell'immobile (art. 2051 c.c.), ma da una colpa specifica (art. 2043 c.c.) per aver commissionato un'attività intrinsecamente pericolosa senza verificare le adeguate misure di sicurezza, pur essendo a conoscenza delle criticità dell'edificio (impianto antincendio inadeguato e sovraccarico di merci).
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Clausola contrattuale sanitaria: valida anche post-legge?
Una struttura sanitaria contesta uno sconto tariffario basato su una clausola contrattuale sanitaria che richiama una legge non più in vigore. La Cassazione respinge il ricorso, affermando che il richiamo non è un'applicazione della legge, ma una libera scelta contrattuale delle parti di adottare quel criterio di calcolo, nel pieno rispetto dell'autonomia negoziale.
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Recesso per giusta causa: la specificità è decisiva
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società mandante contro un agente finanziario. La Corte ha confermato che il recesso per giusta causa è illegittimo se la lettera di contestazione è generica e non specifica in dettaglio le condotte addebitate, impedendo così all'agente di difendersi adeguatamente. La decisione ribadisce che il giudice di legittimità non può rivalutare i fatti di causa.
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Riserva di ricorso per cassazione: quando è inammissibile
Una compagnia petrolifera ha impugnato una decisione della Corte d'Appello che confermava l'inefficacia della risoluzione di un contratto con un gestore. Invece di un appello diretto, ha presentato una riserva di ricorso per cassazione, attendendo la sentenza definitiva del tribunale di primo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la riserva è inapplicabile quando la decisione d'appello risolve completamente il giudizio di impugnazione, rendendola immediatamente ricorribile.
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Riconoscimento sentenza straniera: limiti e ordine pubblico
Una società ha impugnato il riconoscimento in Italia di una sentenza canadese che rendeva esecutivo un Memorandum of Understanding per l'acquisto di quote societarie, lamentando la violazione dell'ordine pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, specificando che il controllo per il riconoscimento di una sentenza straniera non riesamina il merito della causa né l'applicazione del diritto estero, ma si limita a verificare che gli effetti della pronuncia non contrastino con i principi fondamentali dell'ordinamento italiano. La Corte ha ritenuto che la procedura canadese garantisse un risultato equivalente alle tutele previste dalla legge italiana.
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Corrispettivo aeroportuale: quando è legittimo?
Una compagnia aerea ha citato in giudizio una società petrolifera per la restituzione di un corrispettivo aeroportuale pagato per la fornitura di carburante, sostenendone l'illegittimità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il pagamento trova la sua legittima causa nel contratto di fornitura. La Corte ha inoltre chiarito che, nell'ambito di un'azione risarcitoria, spetta all'acquirente dimostrare di non aver trasferito il maggior costo (il c.d. "passing-on") sui propri clienti.
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Abuso del diritto: no a interessi chiesti dopo anni
Una società fornitrice, dopo aver tollerato per circa vent'anni i pagamenti in ritardo da parte di un cliente, ha richiesto il pagamento degli interessi commerciali accumulati. La Corte d'Appello di Bari ha qualificato tale comportamento come un abuso del diritto. Secondo i giudici, il prolungato silenzio del creditore ha generato nel debitore un'aspettativa legittima che gli interessi non sarebbero stati richiesti. La richiesta tardiva, che ha fatto lievitare l'importo, è stata considerata contraria al principio di buona fede, portando alla revoca del decreto ingiuntivo e all'annullamento della pretesa creditoria.
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