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Diritto Civile

Obblighi informativi intermediario: la Cassazione
Un'ordinanza della Corte di Cassazione analizza gli obblighi informativi dell'intermediario nella vendita di prodotti finanziari rischiosi, come le obbligazioni argentine. La Corte conferma la risoluzione del contratto per inadempimento della banca, ma corregge la decisione d'appello su un punto cruciale: la decorrenza degli interessi sulla somma da restituire all'investitore. Viene stabilito che gli interessi decorrono dalla data della domanda giudiziale e non dall'investimento, salvo prova della mala fede dell'intermediario. Questo principio chiarisce la gestione delle conseguenze restitutorie derivanti dalla violazione degli obblighi informativi.
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Noleggio a caldo: responsabilità per danni alla gru
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema della responsabilità del conduttore in un contratto di "noleggio a caldo" di una gru. A seguito del danneggiamento del macchinario, causato da un errore dell'operatore fornito dalla stessa ditta locatrice, la Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, escludendo la responsabilità del conduttore. L'ordinanza stabilisce che la colpa dell'operatore del locatore costituisce prova sufficiente per liberare il conduttore dall'obbligo risarcitorio, ai sensi dell'art. 1588 c.c. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per l'applicazione del principio della "doppia conforme", che impedisce un riesame dei fatti in sede di legittimità.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato che il diritto al risarcimento del danno per i medici specializzandi, a causa della mancata attuazione di direttive europee, si estingue per prescrizione. Il termine decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Questa legge, pur riconoscendo il diritto a una borsa di studio solo ad alcuni, ha reso definitivo l'inadempimento dello Stato per tutti gli altri, facendo partire da quel momento la prescrizione medici specializzandi. I ricorsi dei medici sono stati dichiarati inammissibili.
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Rendiconto del custode: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli eredi del proprietario di alcuni beni contro il precedente custode giudiziario. Gli eredi contestavano la gestione e la mancata restituzione di somme, ma il loro ricorso è stato respinto perché i motivi presentati miravano a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità, e mancavano della necessaria specificità. La decisione ribadisce che l'obbligo di rendiconto del custode sussiste anche dopo la fine dell'incarico e che le censure in Cassazione devono essere precise e focalizzate su questioni di diritto.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
Un automobilista chiede il risarcimento danni a un Comune per un allagamento. Il Giudice di Pace si dichiara incompetente a favore del Tribunale delle Acque Pubbliche. Quest'ultimo solleva un conflitto, ma la Cassazione dichiara inammissibile il regolamento di competenza d'ufficio, poiché la questione non riguarda una competenza per materia inderogabile ma ordinari criteri di valore e territorio.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento avanzata da numerosi medici per la mancata retribuzione durante la specializzazione. Il diritto è stato dichiarato estinto per prescrizione decennale, con decorrenza fissata al 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. 370/1999, che ha cristallizzato l'inadempimento dello Stato. La Corte ha ribadito il proprio orientamento consolidato, ritenendo inammissibile il ricorso.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27934/2025, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni medici specializzandi che chiedevano il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione in anni antecedenti al 1991/92. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, secondo cui la prescrizione decennale del diritto al risarcimento decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Poiché i ricorsi non presentavano argomenti idonei a superare tale giurisprudenza, sono stati rigettati.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni medici che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la scuola di specializzazione antecedente al 1991. La Corte ha confermato la consolidata giurisprudenza sulla prescrizione medici specializzandi, stabilendo che il termine decennale per agire è scaduto, essendo iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge 370/1999. Questa legge ha reso definitivo l'inadempimento dello Stato, cristallizzando il momento da cui i medici avrebbero potuto e dovuto agire.
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Risarcimento medici specializzandi: Cassazione e termini
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito il suo orientamento consolidato sul risarcimento medici specializzandi per la mancata corresponsione della borsa di studio prima del 1991. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando che il termine di prescrizione decennale per l'azione di risarcimento del danno decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Secondo i giudici, tale legge ha reso definitiva l'inadempienza dello Stato, cristallizzando il diritto al risarcimento e facendo partire il conto alla rovescia per la prescrizione, rendendo tardive le azioni legali successive.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due medici che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione. L'ordinanza conferma che il diritto al risarcimento è soggetto alla prescrizione decennale, decorrente dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Di conseguenza, l'azione dei medici è stata giudicata tardiva, consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai granitico sulla prescrizione per i medici specializzandi.
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Inadempimento contrattuale: la Cassazione decide
Con l'ordinanza n. 27926/2025, la Corte di Cassazione si pronuncia sulla gravità dell'inadempimento contrattuale come presupposto per la risoluzione. La Corte ribadisce che la valutazione non deve essere astratta, ma considerare l'interesse concreto della parte non inadempiente.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: la guida pratica
Una società fornitrice di servizi idrici si opponeva a un decreto ingiuntivo di un Comune, avanzando una domanda riconvenzionale per compensare un controcredito. La Corte d'Appello ha riqualificato la domanda come azione di indebito arricchimento, dichiarandola tardiva. La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità del ricorso della società, evidenziando come i motivi presentati fossero formalmente errati. In particolare, le censure relative all'interpretazione degli atti e alla violazione dell'onere della prova non rispettavano i rigorosi requisiti richiesti per il giudizio di legittimità, portando a una declaratoria di inammissibilità del ricorso cassazione.
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Prove nuove in appello per multe: la Cassazione decide
Un Comune si è visto annullare una multa per un vizio formale. In appello, ha presentato un documento cruciale per la prima volta, ma il Tribunale lo ha ritenuto inammissibile. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, specificando che nei ricorsi per sanzioni stradali si applica una procedura speciale che consente la presentazione di prove nuove in appello, se ritenute indispensabili dal giudice, a differenza del rito ordinario.
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Prescrizione risarcimento: quando inizia a decorrere?
Una società chiede il risarcimento danni alla Pubblica Amministrazione per aver fatto affidamento su titoli edilizi poi annullati. La Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, rigettando la richiesta in quanto tardiva. La Corte stabilisce un principio chiave sulla prescrizione risarcimento: il termine quinquennale inizia a decorrere non dalla fine di tutte le vicende giudiziarie, ma dal momento in cui il danno si manifesta ed è oggettivamente percepibile dal danneggiato, ovvero dalla data di annullamento dei titoli edilizi.
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Prova del danno: quando il giudice non può liquidare
Un proprietario terriero subisce danni da un incendio partito da un fondo vicino. Nonostante la responsabilità dei vicini sia stata accertata, la Corte di Cassazione ha negato il risarcimento perché la vittima non ha fornito una adeguata prova del danno subito. L'ordinanza chiarisce che la liquidazione equitativa è possibile solo se l'esistenza del danno è provata.
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Atto dispositivo al figlio: quando è revocabile?
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a un atto dispositivo compiuto da un padre a favore del figlio. L'atto è avvenuto nel contesto di una richiesta di modifica delle condizioni di divorzio, motivata da un presunto peggioramento economico del padre. La Corte ha valorizzato una serie di indizi gravi, precisi e concordanti per sospettare la natura fraudolenta dell'operazione, tra cui lo stretto legame di parentela, la pregressa difficoltà del padre a far fronte agli obblighi di mantenimento e la stretta vicinanza temporale tra l'accordo, la stipula dell'atto e il deposito di un'istanza di fallimento a carico di una società garantita dal padre stesso.
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Impugnazione incidentale tardiva: Cassazione rinvia
Una società agricola chiede i danni allo Stato e a un'Azienda Sanitaria per contaminazione da diossina. In appello, l'impugnazione incidentale tardiva dell'Azienda Sanitaria viene dichiarata inammissibile perché la sua responsabilità e quella dello Stato derivano da "titoli diversi". La Cassazione, ritenendo la questione di particolare importanza, ha emesso un'ordinanza interlocutoria rinviando la causa a pubblica udienza per un esame approfondito.
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Diritto alla provvigione: quando scatta l’obbligo?
La Corte di Cassazione conferma che il diritto alla provvigione del mediatore immobiliare non sorge automaticamente con la firma di una proposta d'acquisto. Se il comportamento successivo delle parti dimostra che non si è raggiunto un vincolo giuridico effettivo, come nel caso di specie dove la proposta era stata revocata e la caparra restituita, nessuna provvigione è dovuta. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso dell'agenzia, in quanto volto a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
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Fideiussione omnibus: onere prova del garante
Un'impresa e i suoi garanti contestavano una fideiussione omnibus. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che spetta al garante l'onere della prova per ottenere la liberazione ai sensi dell'art. 1956 c.c. e sottolineando l'importanza di sollevare correttamente le eccezioni di nullità nei gradi di merito.
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Mutuo solutorio: la Cassazione ne conferma la validità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27818/2025, ha rigettato il ricorso di una società e del suo fideiussore che contestavano la validità di un mutuo solutorio. La Corte ha stabilito, in linea con una recente pronuncia delle Sezioni Unite, che il contratto di mutuo finalizzato a estinguere un debito preesistente con la stessa banca è pienamente valido. La semplice messa a disposizione della somma sul conto corrente del mutuatario perfeziona il contratto, rendendo irrilevante la successiva destinazione dei fondi. Le ulteriori doglianze relative alla nullità della fideiussione e all'applicazione di tassi usurari sono state dichiarate inammissibili per vizi procedurali.
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