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Diritto Civile

Termine lungo per impugnare: la data del giudizio conta
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce l'applicazione del termine lungo per impugnare. Per i giudizi iniziati prima del 4 luglio 2009, si applica il vecchio termine annuale e non quello semestrale introdotto dalla riforma. La Corte ha accolto il ricorso di un automobilista, il cui appello era stato erroneamente dichiarato inammissibile per tardività, cassando la sentenza e rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame nel merito.
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Prova atipica: Sentenza penale vale in causa civile?
A seguito di un grave infortunio causato da fuochi d'artificio illegali, la Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio. Anche se il venditore dei fuochi è deceduto prima della condanna penale, la sentenza emessa contro i suoi complici può essere utilizzata come prova atipica nel processo civile contro i suoi eredi per il risarcimento del danno. La Corte ha chiarito che il giudice civile può formare il proprio convincimento basandosi sugli atti del processo penale, in virtù del principio di autonomia tra i due giudizi.
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Prescrizione decennale medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2913/2024, ha stabilito che si applica la prescrizione decennale medici specializzandi per i crediti relativi alla rivalutazione e rideterminazione delle borse di studio. La Corte ha chiarito che, non essendo tali crediti liquidi ed esigibili senza un atto specifico della P.A., non può applicarsi la prescrizione breve di cinque anni. La decisione si fonda anche sul fatto che la mancata corresponsione deriva dall'inadempimento di obblighi comunitari, configurando una responsabilità contrattuale dello Stato.
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Conguaglio retroattivo: legittimo o no? La Cassazione
Una società utente ha contestato la richiesta di un gestore idrico per un conguaglio retroattivo su consumi risalenti a diversi anni prima. I tribunali di merito hanno dato ragione all'utente. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rilevato un contrasto giurisprudenziale sulla legittimità del conguaglio retroattivo servizio idrico e ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione di principio, analizzando il bilanciamento tra la certezza dei rapporti contrattuali e il principio europeo del recupero integrale dei costi del servizio.
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Conguaglio tariffa idrica: legittimo il recupero?
Una società di gestione del servizio idrico ha richiesto a un utente il pagamento di un conguaglio tariffa idrica per costi relativi ad anni precedenti. L'utente si è opposto e il caso è giunto in Cassazione. La Corte, data la complessità della questione e la presenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti, non ha emesso una decisione definitiva. Ha invece disposto, con un'ordinanza interlocutoria, il rinvio della causa a una pubblica udienza per definire in modo univoco i limiti e le condizioni di ammissibilità del recupero retroattivo dei costi del servizio idrico.
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Rinvio al giudice civile: le spese del processo penale
Una donna, assolta in sede penale per diffamazione contro un professionista grazie alla provocazione, viene condannata in sede civile al risarcimento. La Cassazione, decidendo sul rinvio al giudice civile, conferma la condanna ma cassa la sentenza perché il giudice non aveva liquidato le spese legali sostenute dal professionista nel processo penale, chiarendo che la valutazione civile è autonoma da quella penale.
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Remunerazione specializzandi: Cassazione nega risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2883/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni medici che chiedevano un risarcimento per l'inadeguata remunerazione specializzandi percepita prima del 2007. La Corte ha ribadito che la normativa UE non imponeva un importo specifico per la borsa di studio, lasciando la decisione alla discrezionalità dello Stato italiano. Di conseguenza, non sussiste alcun illecito comunitario né un diritto al risarcimento o all'adeguamento della borsa di studio.
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Canone affitto agrario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società agricola in una disputa sul canone affitto agrario. La controversia verteva sull'importo del canone, se 80.000 euro fossero annuali o per l'intera durata quarantennale. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può riesaminare l'interpretazione del contratto effettuata dai giudici di merito, se questa è logica e giuridicamente corretta, confermando così la risoluzione del contratto per inadempimento.
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Conguaglio retroattivo servizio idrico: è legittimo?
Una società di gestione del servizio idrico ha impugnato in Cassazione la decisione della Corte d'Appello che aveva annullato le sue richieste di conguaglio retroattivo per consumi passati. I giudici di merito avevano ritenuto tali pretese illegittime e prescritte. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la complessità della questione e la presenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti. Anziché decidere il caso, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per definire un principio di diritto unitario sulla legittimità del conguaglio retroattivo, il suo fondamento normativo e i suoi limiti.
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Responsabilità da cose in custodia: quando è inammissibile
Una donna cade a causa di un gradino scheggiato e cita in giudizio l'ente proprietario dell'immobile. Dopo due sentenze sfavorevoli, ricorre in Cassazione. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che non è sua competenza riesaminare le prove o i fatti già accertati dai giudici di merito. L'analisi si concentra sui limiti del ricorso per cassazione in materia di responsabilità da cose in custodia e sulla condotta del danneggiato.
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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma
Una società cliente ha richiesto e ottenuto il rimborso di un'addizionale provinciale sulle accise pagata al proprio fornitore di energia. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del fornitore, confermando il diritto del cliente al rimborso accise energia direttamente da quest'ultimo. La decisione si fonda sulla sopravvenuta dichiarazione di incostituzionalità della norma che istituiva la tassa, stabilendo inoltre l'applicazione di interessi moratori maggiorati sulla somma da restituire.
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Indebito oggettivo: Cassazione su accise energia
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società fornitrice di energia, confermando la sua condanna a rimborsare a un'azienda cliente le accise sull'energia elettrica. La decisione si fonda sul principio dell'indebito oggettivo, sorto a seguito di una declaratoria di illegittimità costituzionale della norma che imponeva tali accise. Il rigetto è stato totale, ma le spese del giudizio di legittimità sono state compensate tra le parti.
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Competenza per valore: la Cassazione chiarisce le regole
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28196/2025, si è pronunciata sul tema della competenza per valore in un giudizio di opposizione all'esecuzione. Il caso riguardava una creditrice che, a fronte di un'opposizione basata su un'eccezione di compensazione, aveva a sua volta introdotto una domanda riconvenzionale di valore superiore ai limiti del Giudice di Pace. La Corte ha stabilito che la presenza di tale domanda riconvenzionale determina la competenza del Tribunale, in quanto il valore della causa si calcola sommando le domande proposte contro la stessa parte.
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Opposizione cartella di pagamento: quando è inammissibile
Una società di autonoleggio ha presentato ricorso contro una cartella di pagamento relativa a sanzioni per violazioni del Codice della Strada commesse dai propri clienti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: l'opposizione cartella di pagamento è inefficace se non è stato preventivamente impugnato il verbale di accertamento. Una volta che il verbale diventa definitivo, la società di noleggio non può più contestare la propria responsabilità solidale in una fase successiva.
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Onere della prova pignoramento: chi deve provare
In un caso di pignoramento presso terzi, una società ha contestato il suo debito eccependo un controcredito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo la regola sull'onere della prova pignoramento: il creditore deve provare la fonte del credito (il contratto), mentre il terzo pignorato deve dimostrare i fatti estintivi, come pagamenti o controcrediti specifici. L'ordinanza ha anche ritenuto legittimo l'uso di un lodo arbitrale annullato come semplice elemento documentale a supporto della decisione.
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Ricorso per cassazione: inammissibile se generico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero avverso la convalida del suo trattenimento in un Centro di Permanenza. Il ricorso per cassazione è stato respinto per violazione del principio di autosufficienza, in quanto le censure sollevate non erano supportate dalla specifica indicazione e illustrazione degli atti e documenti processuali su cui si fondavano, rendendo impossibile per la Corte valutarne la fondatezza.
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Sanzioni amministrative e tempus regit actum
Una società multata per violazioni della privacy ha visto la sanzione annullata in primo grado perché la norma era stata abrogata. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che per le sanzioni amministrative si applica il principio del "tempus regit actum", ovvero la legge in vigore al momento del fatto. L'abrogazione successiva è irrilevante. Inoltre, il ricorso iniziale è stato dichiarato tardivo a causa di una normativa transitoria.
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Omessa vigilanza: responsabilità e prescrizione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28119/2025, affronta un caso di omessa vigilanza da parte di un'autorità di controllo su un intermediario finanziario fallito. La Corte stabilisce che la domanda di ammissione al passivo fallimentare dell'intermediario interrompe la prescrizione anche nei confronti dell'autorità, data la natura risarcitoria del credito e la responsabilità solidale. Tuttavia, annulla la sentenza d'appello per carenza di motivazione riguardo all'effettiva sussistenza della colpa dell'autorità, rinviando la causa per un nuovo esame.
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Deroga art. 1957 c.c.: Poteri del Giudice d’Appello
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia di fideiussione. La decisione chiarisce che il giudice d'appello ha il potere di interpretare autonomamente le clausole contrattuali, come quella sulla deroga art. 1957 c.c., se la questione è stata sollevata in appello, senza incorrere in ultrapetizione. Viene inoltre ribadito che un decreto ingiuntivo revocato in primo grado non può essere 'riattivato' dalla sentenza di appello.
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Obblighi restitutori: no all’art. 1227 c.c. post risoluzione
La Corte di Cassazione, in un caso relativo a investimenti in obbligazioni argentine, ha stabilito un principio fondamentale sugli obblighi restitutori a seguito della risoluzione di un contratto di intermediazione finanziaria. La Corte ha chiarito che il dovere del creditore di non aggravare il danno (art. 1227 c.c.) non si applica alle pretese di restituzione. Di conseguenza, il rifiuto dell'investitore di aderire a un'offerta pubblica di scambio (OPSV) non può ridurre l'importo che la banca inadempiente è tenuta a restituire. La sentenza conferma invece che l'investitore deve restituire le cedole percepite e che la mala fede della banca non è presunta ma va provata.
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