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Diritto Civile

Copertura finanziaria: contratto nullo con la P.A.
Un ingegnere ha richiesto il pagamento per un incarico professionale svolto per un Comune. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3198/2024, ha confermato la nullità del contratto a causa della mancanza di una certificata copertura finanziaria nella delibera di incarico. La Corte ha stabilito che le norme sulla spesa pubblica sono imperative e prevalgono, rendendo l'obbligazione non riferibile all'ente ma al funzionario che l'ha assunta senza le dovute garanzie contabili.
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Responsabilità direttore lavori: Cassazione chiarisce
Una società di costruzioni ha citato in giudizio un direttore dei lavori per il pagamento di opere extra non autorizzate. La Corte di Cassazione ha confermato che la responsabilità del direttore dei lavori è di natura extracontrattuale (o aquiliana), non assimilabile a quella di un funzionario pubblico. Questo caso chiarisce la natura della responsabilità direttore lavori e conferma l'applicazione del termine di prescrizione di cinque anni per tali azioni, con conseguente rigetto della domanda dell'impresa.
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Cartella esattoriale spese di giustizia: i limiti
Un ex ufficiale di Polizia, condannato per falso ideologico in un noto caso di cronaca, ha impugnato una cartella esattoriale per il recupero delle spese di giustizia, lamentandone la scarsa motivazione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la cartella era sufficientemente chiara e che le contestazioni sull'importo del debito sono inammissibili in sede di opposizione agli atti esecutivi, ribadendo la distinzione con l'opposizione all'esecuzione. La decisione conferma la validità della procedura di riscossione per la cartella esattoriale spese di giustizia.
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Obbligazione restitutoria: quando è solidale?
Un ente pubblico paga una somma a più persone in base a una sentenza, che viene poi annullata. L'ente chiede la restituzione con vincolo di solidarietà. La Cassazione chiarisce che se il pagamento è stato eseguito in modo unitario e indifferenziato, la conseguente obbligazione restitutoria è solidale, a prescindere dalla natura individuale dei crediti originari. La modalità del pagamento prevale sul titolo annullato.
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Ius variandi: limiti e responsabilità in appalti
Una società consortile ha citato in giudizio un consorzio industriale per inadempimento contrattuale, chiedendo un ingente risarcimento a causa di numerose modifiche al progetto originale. I tribunali di merito e la Corte di Cassazione hanno respinto le pretese principali, stabilendo che l'esercizio dello 'ius variandi' (diritto di modifica) da parte del committente era previsto dal contratto e non costituiva un abuso. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il tentativo della ricorrente di ottenere una nuova valutazione dei fatti, confermando le sentenze precedenti.
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Provvedimento di espulsione nullo senza diniego
La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di espulsione emesso nei confronti di un cittadino straniero. La decisione si basa sul principio che un semplice atto interno di archiviazione della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno non costituisce un formale diniego. Di conseguenza, manca l'atto presupposto necessario per legittimare l'espulsione, rendendo quest'ultima nulla.
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Buona fede contrattuale: rifiutare la riparazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3184 del 2024, ha stabilito che l'acquirente di un macchinario difettoso viola il principio di buona fede contrattuale se rifiuta l'offerta del venditore di sostituire la componente difettosa, qualora tale soluzione sia idonea a risolvere il problema senza un apprezzabile sacrificio. Tale rifiuto ingiustificato impedisce di considerare inadempiente il venditore. La Corte ha inoltre chiarito che i vizi procedurali relativi a consulenze tecniche svolte all'estero senza rogatoria internazionale costituiscono una nullità relativa, sanabile se non eccepita tempestivamente.
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Tariffa servizio idrico: come si calcola il compenso?
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiave sul calcolo della tariffa servizio idrico in casi di gestione di fatto. Un consorzio locale, pur fornendo i servizi di fognatura e depurazione, non può chiedere un rimborso basato sui propri costi di esercizio. La Corte ha sentenziato che il compenso deve essere determinato esclusivamente secondo la quota prevista dalla tariffa ufficiale, calcolata sui metri cubi di acqua erogata agli utenti dal Gestore Unico. Questa decisione rafforza la necessità di un'applicazione uniforme e rigorosa della normativa nazionale sulla tariffa servizio idrico, per garantire efficienza e trasparenza nel settore.
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Cancellazione albo professionale: effetti sul contratto
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della risoluzione di una convenzione tra un medico e il SSN a seguito della sua cancellazione dall'albo professionale. La successiva reiscrizione, anche se con effetto retroattivo, non può sanare il venir meno del requisito essenziale per il rapporto, rendendo irrilevante la retroattività nei confronti del terzo contraente (il Ministero). La cancellazione dall'albo professionale è un fatto storico che giustifica la cessazione del rapporto.
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Effetto interruttivo prescrizione: la Cassazione decide
Una società informatica ha citato in giudizio un ente previdenziale per un risarcimento danni derivante da un presunto inadempimento contrattuale. Le corti di merito hanno respinto la domanda a causa dell'intervenuta prescrizione decennale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione, chiarendo che né un invito a una transazione né una delibera interna dell'ente per istituire una commissione d'indagine possono avere un effetto interruttivo della prescrizione, in quanto non costituiscono un chiaro riconoscimento del diritto altrui.
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Responsabilità Regione per debiti ASP: La Cassazione
Una casa di cura ha citato in giudizio una Regione per ottenere il pagamento di prestazioni socio-sanitarie fornite in base a un contratto con l'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP). La Corte di Cassazione ha confermato l'esclusione della responsabilità della Regione, stabilendo che l'ente non è parte del contratto e quindi non ha un'obbligazione diretta di pagamento. È stata rigettata anche la domanda per indebito arricchimento, data la presenza di un'azione contrattuale esperibile contro l'ASP. La Corte ha inoltre confermato l'ordine di restituzione delle somme versate in esecuzione della sentenza di primo grado, poi riformata.
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Danno da diffamazione: come si calcola il risarcimento?
Un ex magistrato ha citato in giudizio un quotidiano per diffamazione. Il tribunale di primo grado ha liquidato un risarcimento di 80.000 euro, ma la Corte d'Appello lo ha ridotto a 25.000 euro. La Corte di Cassazione ha confermato la riduzione, stabilendo che la quantificazione del danno da diffamazione non può essere arbitraria ma deve basarsi su criteri oggettivi e motivati, come la notorietà del diffamante e la diffusione della testata. La Suprema Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso che mirava a una rivalutazione dei fatti.
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Ritardi pagamenti PA: la Cassazione va alla CGUE
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 3181/2024, ha sospeso un giudizio riguardante i ritardi pagamenti PA per servizi di noleggio di attrezzature per intercettazioni. Dubitando della compatibilità della normativa nazionale, che qualifica tali esborsi come 'spese di giustizia' escludendo gli interessi di mora previsti per le transazioni commerciali, con il diritto dell'Unione Europea, la Corte ha rimesso la questione alla Corte di Giustizia dell'UE. La decisione è cruciale per stabilire se tali servizi debbano rientrare nelle tutele europee contro i ritardi di pagamento.
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Accollo imposte preliminare: ICI esclusa dal rimborso
In una controversia nata da un contratto preliminare di vendita immobiliare, la Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di accollo imposte preliminare, se riferita genericamente alle "imposte sul reddito", non può includere l'ICI, in quanto quest'ultima è un'imposta di natura patrimoniale e non reddituale. La Corte ha inoltre ribadito che la consegna anticipata del bene al promissario acquirente costituisce mera detenzione e non possesso utile ai fini dell'usucapione, respingendo la relativa domanda riconvenzionale.
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Accettazione tacita eredità: possesso e onere prova
In una complessa controversia successoria tra fratelli, la Corte di Cassazione ha chiarito i poteri del giudice di rinvio in tema di accettazione tacita eredità. La sentenza sottolinea che, a seguito di un annullamento per violazione di legge, il giudice di merito deve procedere a un nuovo e completo accertamento dei fatti, come la prova del possesso dei beni ereditari, senza darli per scontati. La Corte ha inoltre rigettato la domanda di rimborso per migliorie apportate all'immobile prima dell'apertura della successione, riqualificandola come potenziale credito verso il defunto. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto delle richieste di risarcimento di alcuni medici per la mancata retribuzione durante la specializzazione. La Corte ha ribadito che la prescrizione del diritto decorre dal 27 ottobre 1999. L'ordinanza ha inoltre condannato i ricorrenti per lite temeraria, sanzionando l'abuso del processo per aver insistito su tesi già ampiamente respinte dalla giurisprudenza consolidata.
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Termine di tolleranza: quando il ritardo non basta
Un acquirente ha citato in giudizio una concessionaria per la risoluzione di un contratto di vendita, a causa della consegna di un veicolo oltre il termine di tolleranza di 40 giorni. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, chiarendo che una clausola contrattuale che concedeva all'acquirente un successivo periodo di 15 giorni per esercitare il diritto di recesso o di risoluzione, impediva che il ritardo della concessionaria, comunicato entro tale finestra temporale, costituisse un inadempimento grave tale da giustificare la risoluzione automatica del contratto.
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Copia conforme decreto espulsione: quando è valida?
Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione, sostenendo che la copia conforme notificatagli fosse invalida. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile non per il merito della questione, ma per una ragione procedurale fondamentale: il ricorrente non ha depositato in giudizio il documento contestato. La decisione sottolinea che, per contestare i vizi di un documento, è indispensabile produrlo affinché il giudice possa esaminarlo, e la semplice riproduzione nell'atto di ricorso non è sufficiente.
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Datio in solutum: validità del contratto e onere prova
La Corte di Cassazione ha confermato la validità di un contratto di 'datio in solutum' con cui due genitori avevano trasferito un immobile per estinguere un debito del proprio figlio. La Corte ha chiarito che tale operazione, che combina l'adempimento del terzo con la dazione in pagamento, ha una causa lecita e valida. Inoltre, in presenza di un riconoscimento del debito nell'atto notarile, spetta a chi contesta il contratto dimostrare l'inesistenza del debito originario. Il ricorso dei genitori è stato integralmente rigettato.
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Estinzione del giudizio: l’eccezione del contumace
La Corte di Cassazione ha chiarito i limiti per sollevare un'eccezione di estinzione del giudizio in appello da parte di chi era contumace in primo grado. La Corte ha stabilito che la mancata ripresa immediata della notifica, se dovuta a cause eccezionali non imputabili alla parte, non comporta l'estinzione del processo, legittimando la richiesta al giudice di un nuovo termine per adempiere.
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