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Diritto Civile

Costo polizza assicurativa: quando si calcola nel TEG
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3545/2024, ha stabilito che il costo della polizza assicurativa collegata a un finanziamento deve essere incluso nel calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG) ai fini della verifica dell'usura. La Corte ha rigettato il ricorso di una società finanziaria, confermando che il collegamento negoziale tra il contratto di finanziamento e quello assicurativo rende la spesa rilevante, anche per i contratti antecedenti alle istruzioni della Banca d'Italia del 2009, le quali hanno solo chiarito un principio preesistente.
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Sanzione disciplinare geometra: rinvio in Cassazione
Un geometra, radiato dall'albo per il mancato pagamento dei contributi previdenziali, ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione. Con un'ordinanza interlocutoria, la Corte non ha deciso nel merito della sanzione disciplinare geometra, ma ha rinviato la causa a una pubblica udienza per esaminare una questione preliminare fondamentale: la tempestività del ricorso in assenza di notifica della decisione impugnata, valutando l'applicabilità del cosiddetto 'termine lungo' previsto dal codice di procedura civile.
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Compenso medici specializzandi: la Cassazione nega
Un gruppo di medici, specializzatisi tra il 1991 e il 1999, ha richiesto un adeguamento economico e la copertura previdenziale, equiparando la loro posizione a quella dei colleghi post-2006. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3555/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Ha stabilito che per quel periodo era correttamente prevista una borsa di studio e non un contratto di lavoro, e che i ripetuti blocchi legislativi all'adeguamento del compenso medici specializzandi erano legittimi per ragioni di finanza pubblica.
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Responsabilità amministratori senza impegno di spesa
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità personale di sindaco e vicesindaco per aver approvato un incarico professionale senza un formale e capiente impegno di spesa. La Corte ha chiarito che la partecipazione alla delibera autorizzativa, senza garantire la copertura finanziaria, configura il 'consenso' che fa sorgere l'obbligazione direttamente in capo agli amministratori. Viene inoltre negata la copertura assicurativa in quanto il rischio si era già manifestato prima della stipula della polizza.
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Responsabilità notaio: visure ventennali sufficienti?
In un caso di compravendita immobiliare viziata da un pignoramento non rilevato, la Corte di Cassazione esamina la responsabilità del notaio. Pur essendo prassi comune limitare le visure ipotecarie a 20 anni, la Corte ha ritenuto che la presenza di indizi su titoli di provenienza più antichi possa imporre al professionista un obbligo di maggiore diligenza. Riconoscendo la questione come di "particolare rilevanza", ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza ancora definire il merito della controversia.
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Danno manutentivo: onere della prova del locatore
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società proprietaria contro una società conduttrice per un risarcimento danno manutentivo. La Corte ha ribadito che l'onere di provare il deterioramento dell'immobile spetta al locatore, il quale deve dimostrare lo stato del bene all'inizio della locazione e il peggioramento al momento della riconsegna. In caso di vendita dell'immobile, si presume che il prezzo di acquisto abbia già tenuto conto dello stato manutentivo, escludendo il diritto al risarcimento per il nuovo proprietario se non prova il contrario.
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Obbligo formativo architetti: no alla retroattività
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare della sospensione a un architetto per il mancato assolvimento dell'obbligo formativo. Secondo la Corte, la sanzione è legittima anche se la norma che ne determina la misura esatta è entrata in vigore durante il triennio di riferimento, poiché l'obbligo di formazione e la sua rilevanza disciplinare erano già preesistenti. Rigettata anche la censura sulla tardività della contestazione, in assenza di termini perentori di legge.
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Usucapione comproprietà: quando il possesso è valido?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3493/2024, ha stabilito i principi per l'usucapione di un bene in comproprietà, specialmente tra parenti. Il caso riguardava una richiesta di usucapione basata sul godimento esclusivo decennale di un immobile. La Corte ha chiarito che il solo utilizzo esclusivo e la prolungata inerzia degli altri comproprietari non sono sufficienti a trasformare il compossesso in possesso utile all'usucapione. È necessario un atto inequivocabile che manifesti l'intenzione di possedere il bene come proprietario esclusivo, escludendo gli altri. Il rapporto di parentela, inoltre, rafforza la presunzione di tolleranza, rendendo più difficile provare l'usucapione in comproprietà.
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Esercizio abusivo professione: nullo il contratto
Una società di parrucchieri ha citato in giudizio una società di servizi, sostenendo la nullità del contratto per la gestione contabile e del lavoro a causa dell'esercizio abusivo di professione. La Corte di Cassazione, annullando la decisione della Corte d'Appello, ha stabilito che un contratto per attività riservate a professionisti iscritti all'albo è nullo se tali attività vengono svolte in modo sistematico e organizzato da un soggetto non autorizzato. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione alla luce di questo principio.
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Prescrizione azione disciplinare: Cassazione decide
A un direttore di un noto settimanale veniva contestata la violazione dei doveri professionali per aver rivelato a un imprenditore l'identità del collega che gli aveva proposto un dossier sul suo conto. Sanzionato dall'Ordine, il giornalista ha percorso tutti i gradi di giudizio fino alla Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del procedimento per intervenuta prescrizione dell'azione disciplinare, cassando la sentenza senza rinvio e senza esaminare il merito della vicenda.
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Compenso avvocato: cosa succede se manca la prova
Un'associazione professionale ha agito per il pagamento dei propri onorari. Nonostante un accordo sul compenso avvocato, non è riuscita a provare in giudizio il criterio di calcolo (es. monte ore). La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata prova del quantum pattuito non elimina il diritto al compenso, che deve essere liquidato dal giudice utilizzando i parametri tariffari professionali come criterio sussidiario.
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Sconto tariffario sanità: non si applica dopo il 2009
La Corte di Cassazione, con ordinanza 3507/2024, ha stabilito che lo sconto tariffario sanità, introdotto dalla L. 296/2006, era una misura temporanea limitata al triennio 2007-2009 e non può essere applicato a prestazioni sanitarie erogate nel 2011. L'appello di un'Azienda Sanitaria Locale, che richiedeva l'applicazione della riduzione tariffaria, è stato respinto confermando le decisioni dei giudici di merito.
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Sanzione disciplinare geometra: i limiti del potere
Un professionista geometra, radiato dall'albo per non aver pagato le quote annuali, ha presentato ricorso. La Corte di Cassazione ha annullato la radiazione, stabilendo che la corretta sanzione disciplinare geometra per la sola morosità contributiva è la sospensione a tempo indeterminato, non la cancellazione definitiva. Quest'ultima è riservata a mancanze più gravi. La sentenza chiarisce i limiti del potere sanzionatorio degli ordini professionali in questi casi.
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Impugnazione sanzione disciplinare: il ricorso errato
Un medico veterinario, radiato dall'albo per gravi violazioni, ha presentato ricorso direttamente in Cassazione. La Corte ha dichiarato l'impugnazione della sanzione disciplinare inammissibile, chiarendo che la procedura corretta prevede un preventivo ricorso alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie. Il caso sottolinea l'importanza di seguire i corretti gradi di giudizio nei procedimenti disciplinari professionali.
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Responsabilità associazione: quando risponde dei debiti
La Corte di Cassazione ha chiarito i criteri per la responsabilità associazione non riconosciuta in caso di debiti, come quelli per contributi previdenziali. Con l'ordinanza n. 3508/2024, ha stabilito che la responsabilità sorge quando una persona agisce in nome e per conto dell'ente, a prescindere da una delibera formale o da chi abbia materialmente pagato. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva escluso la responsabilità dell'associazione per un rapporto di lavoro basandosi su elementi ritenuti irrilevanti, come l'assenza di una delibera del Consiglio Direttivo.
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Giudizio di rinvio: il motivo assorbito va riesaminato
La Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio in materia di giudizio di rinvio. Se la Suprema Corte, nell'annullare una sentenza, dichiara un motivo di ricorso come "assorbito", tale questione non passa in giudicato. Di conseguenza, il giudice del rinvio ha il dovere di riesaminarla, anche se la parte non l'ha riproposta esplicitamente nel suo atto di riassunzione. Il caso nasceva da una controversia sul compenso di un avvocato, in cui la Corte d'Appello, in sede di rinvio, aveva erroneamente ritenuto preclusa la disamina di una questione assorbita, un errore ora corretto dalla Cassazione.
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Competenza arbitrale: conversione ricorso in appello
Un imprenditore individuale ha impugnato una sentenza della Corte d'Appello che dichiarava la competenza arbitrale per una sua domanda di pagamento contro una società di costruzioni. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha stabilito che il ricorso, sebbene proposto in via ordinaria, può essere convertito in regolamento necessario di competenza, essendo stato presentato nei termini di legge. La Corte ha quindi rinviato la decisione per acquisire le conclusioni scritte del Pubblico Ministero.
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Compenso difensore d’ufficio: spese recupero rimborsabili
Un avvocato, nominato difensore d'ufficio, dopo aver tentato invano di recuperare il proprio compenso dall'assistito, ha chiesto la liquidazione allo Stato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3483/2024, ha stabilito un principio fondamentale: nel calcolo del compenso difensore d'ufficio, lo Stato deve rimborsare non solo gli onorari per l'attività difensiva, ma anche tutte le spese sostenute per il preventivo e obbligatorio tentativo di recupero del credito. La Corte ha chiarito che tale tentativo è un requisito di legge e i relativi costi devono rientrare nel rimborso erariale.
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Foro del consumatore: la residenza al momento della causa
Una società edile ottiene un decreto ingiuntivo contro un cliente. Quest'ultimo si oppone eccependo l'incompetenza territoriale, avendo trasferito la residenza prima dell'azione legale. La Cassazione, applicando la disciplina del foro del consumatore, conferma la competenza del tribunale del luogo di nuova residenza del cliente, stabilendo che è irrilevante la data di stipula del contratto o il luogo di domicilio lavorativo.
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Arricchimento senza causa: la PA deve pagare?
La Corte di Cassazione ha stabilito che una Pubblica Amministrazione non può sottrarsi all'obbligo di indennizzo per arricchimento senza causa se ha oggettivamente utilizzato un bene o servizio, anche se non aveva autorizzato la spesa iniziale. Nel caso esaminato, un'azienda di trasporti aveva acquistato autobus con fondi poi rivendicati dall'Ente Regionale. Quest'ultimo, pur avendo recuperato i fondi, ha continuato a beneficiare dell'uso degli autobus senza riconoscere i costi di ammortamento, configurando un arricchimento senza causa. La Corte ha cassato la sentenza d'appello per motivazione apparente e contraddittoria, riaffermando che il riconoscimento dell'utilitas non è un requisito dell'azione.
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