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Diritto Civile

Cessione del credito: diritti e tutele del debitore

Un tribunale si è pronunciato su un caso complesso di appalto e cessione del credito. Una società appaltatrice, dopo aver eseguito lavori di urbanizzazione, ha ceduto il proprio credito a un’altra società. Il committente si è rifiutato di pagare, contestando la validità della cessione e avanzando una domanda riconvenzionale per ritardi. La corte ha confermato la piena validità ed efficacia della cessione del credito, specificando che la notifica al debitore la rende opponibile. Ha inoltre rigettato la richiesta di una penale per ritardo, poiché il contratto non prevedeva un termine di ultimazione dei lavori chiaro e definito. Di conseguenza, il committente è stato condannato a pagare il credito ceduto, inclusi i lavori extra, alla società cessionaria.

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Contributo di solidarietà illegittimo per le Casse

Il Tribunale del Lavoro di Ancona ha stabilito che un contributo di solidarietà imposto autonomamente da una cassa di previdenza privata è illegittimo. Tale prelievo, essendo una prestazione patrimoniale, può essere introdotto solo da una legge statale e non da un atto della cassa. La Cassa è stata condannata a interrompere la trattenuta e a restituire le somme versate dal pensionato negli ultimi cinque anni, limite fissato dalla prescrizione.

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Responsabilità Ente: caduta per gasolio e risarcimento

Un motociclista cita in giudizio un Comune per i danni subiti a causa di una caduta provocata da una macchia di gasolio sulla strada. Il Tribunale riconosce la responsabilità dell’Ente come custode della strada ai sensi dell’art. 2051 c.c., ma la limita al 50% a causa del concorso di colpa del motociclista, che avrebbe dovuto notare la macchia. La richiesta di manleva del Comune verso la propria assicurazione viene respinta poiché il danno liquidato è inferiore alla franchigia di polizza.

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Prova del credito: senza erogazione il mutuo non esiste

Il Tribunale di Ancona ha accolto l’opposizione a un decreto ingiuntivo, revocandolo. La decisione si fonda sulla mancata prova del credito da parte della società creditrice, la quale non è riuscita a dimostrare l’effettiva erogazione della somma oggetto del contratto di mutuo. Secondo il giudice, il mutuo, essendo un contratto reale, si perfeziona solo con la consegna materiale del denaro (traditio). In assenza di tale prova, il credito non può considerarsi sorto e, di conseguenza, la richiesta di pagamento è infondata.

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Risarcimento danni locazione: cosa succede se non paghi?

Un tribunale ha condannato un inquilino al risarcimento danni locazione per aver lasciato un appartamento con gravi danneggiamenti, eccedenti la normale usura. Il giudice ha confermato il diritto del proprietario a trattenere il deposito cauzionale e ha ordinato al conduttore, rimasto assente in giudizio, di pagare la somma residua per le riparazioni. La decisione si fonda sulla presunzione di responsabilità del conduttore, il quale non ha fornito alcuna prova a sua discolpa.

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Abuso dipendenza economica: recesso contrattuale lecito

Una società di servizi ha citato in giudizio un importante cliente per l’interruzione di tre contratti di fornitura, sostenendo un abuso di dipendenza economica. Il Tribunale ha respinto le domande, stabilendo che la società attrice non ha fornito prove sufficienti della sua dipendenza, essendo un’impresa in espansione con una clientela diversificata. Il recesso è stato considerato un legittimo esercizio di un diritto previsto contrattualmente e non un abuso.

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Accettazione tacita eredità: la voltura è prova

Il Tribunale di Brescia ha stabilito che la richiesta di voltura catastale di beni immobili ereditari costituisce un’ipotesi di accettazione tacita dell’eredità. Un erede ha agito in giudizio contro altri coeredi, che non si sono costituiti, per far accertare la loro accettazione. Il giudice ha ritenuto che la voltura catastale, essendo un atto che presuppone la qualità di proprietario, integra un comportamento concludente ai sensi dell’art. 476 c.c., e ha quindi dichiarato l’avvenuta accettazione, ordinandone la trascrizione.

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Prescrizione bollette: come annullare un debito idrico

Un utente ha opposto un decreto ingiuntivo per una fornitura idrica, sostenendo che il credito fosse estinto per prescrizione. Il Tribunale di Brescia ha accolto l’opposizione, revocando il decreto. La decisione si fonda sull’applicazione della prescrizione quinquennale, il cui termine era già decorso al momento della richiesta di pagamento. La corte ha ritenuto irrilevanti le comunicazioni intercorse con l’ex convivente dell’utente, in quanto non idonee a interrompere la prescrizione nei confronti dell’intestatario del contratto.

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Data contratto cessione credito: quando è valido?

Una società cede un credito, ma le parti non concordano sulla data del contratto. Il Tribunale chiarisce che la data del contratto di cessione del credito è quella dell’accordo formale scritto, non quella delle comunicazioni precedenti. Di conseguenza, i pagamenti ricevuti dal cedente prima di tale data sono legittimi.

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Responsabilità datore di lavoro: risarcimento per lite

Un cliente di un ristorante, dopo una discussione sul cibo, è stato aggredito fisicamente dal titolare e da alcuni dipendenti. Il Tribunale ha riconosciuto la responsabilità del datore di lavoro per il fatto illecito dei suoi preposti, condannando la società e i suoi legali rappresentanti al risarcimento del danno biologico e patrimoniale subito dalla vittima. La decisione si fonda sull’articolo 2049 del Codice Civile, che stabilisce la responsabilità dei padroni e committenti per i danni arrecati dai loro dipendenti nell’esercizio delle loro incombenze.

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Inadempimento mandato: quando è infondato?

La sentenza analizza un caso di presunto inadempimento mandato per la vendita di un immobile. L’attore (mandante) ha citato in giudizio il convenuto (mandatario) chiedendo un risarcimento pari all’importo della plusvalenza fiscale scaturita dalla vendita. Il Tribunale ha rigettato la domanda, stabilendo che il mandatario non ha commesso alcun inadempimento, in quanto il mandante era pienamente a conoscenza delle operazioni e la plusvalenza fiscale costituisce un obbligo personale del venditore, non un danno risarcibile. Inoltre, il Tribunale ha condannato l’attore per lite temeraria, avendo agito in giudizio con mala fede.

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Esdebitazione debitore: come ottenere la liberazione

Con decreto, il Tribunale di Brescia ha concesso l’esdebitazione a un debitore, dichiarando inesigibili i debiti non pagati dopo la liquidazione del patrimonio. La decisione si basa sulla cooperazione del debitore, l’assenza di frode e il rispetto dei requisiti previsti dalla legge sul sovraindebitamento, portando alla completa liberazione dai debiti residui.

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Restituzione somma denaro: la prova del prestito

Una sorella cita in giudizio il fratello per la restituzione di una somma di denaro di €20.000, sostenendo si trattasse di un prestito. Il fratello, invece, afferma fosse una donazione. Il Tribunale accoglie la domanda della sorella, stabilendo che l’onere di provare la donazione gravava sul fratello, prova che non è stata fornita. Accoglie anche la domanda riconvenzionale del fratello relativa alla sua quota di buoni postali cointestati e riscossi dalla sorella, disponendo una compensazione parziale e condannando il fratello al pagamento della differenza di €14.000.

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Sanzione alimentare: cosa fare se il prodotto è non conforme

Un’azienda produttrice di latte è stata multata per aver venduto un prodotto con aflatossine oltre i limiti senza attivare le procedure di ritiro. Nonostante un’assoluzione in sede penale, il Tribunale ha confermato in parte la sanzione amministrativa, riducendola da 18.000 a 12.000 euro. La decisione sottolinea che la sanzione alimentare per omesso ritiro è un illecito distinto dal reato di adulterazione, ribadendo gli stringenti obblighi di autocontrollo e comunicazione per gli operatori del settore.

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Domanda di risoluzione del contratto di mediazione

Il mediatore non ha l’obbligo di svolgere indagini tecnico-giuridiche approfondite, salvo specifico incarico, ma deve comunicare le circostanze a lui note o conoscibili con la comune diligenza. La mancata conoscenza di iscrizioni ipotecarie non impedisce la conclusione dell’affare se non incide sulla volontà della parte.

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Responsabilità sanitaria: caduta e onere della prova

Il Tribunale di Brescia ha rigettato la richiesta di risarcimento avanzata dagli eredi di un’anziana deceduta dopo una caduta in una struttura socio-sanitaria. La decisione si fonda sulla mancata dimostrazione, da parte degli attori, sia di una specifica condotta colposa del personale, sia del nesso di causalità diretto tra la caduta e il successivo decesso. La sentenza sottolinea l’importanza dell’onere probatorio in materia di responsabilità sanitaria.

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Institutio ex re certa: quando si è erede universale?

Un fratello riceve in eredità le aziende agricole del defunto. Un altro fratello agisce in giudizio per ottenere la sua quota sui beni non menzionati nel testamento. Il Tribunale ha stabilito che l’assegnazione delle aziende costituisce un legato e non una ‘institutio ex re certa’, cioè un’istituzione di erede universale. Di conseguenza, per i beni non inclusi nel testamento, come un terreno acquistato successivamente, si applicano le regole della successione legittima, dividendo la proprietà tra tutti i fratelli.

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Restituzione garanzia: quando va ridotta la somma?

Una controversia legale riguardante la restituzione di una garanzia di 30.000 euro, versata per assicurare l’adempimento di diversi obblighi, tra cui la gestione di acque piovane. Con la maggior parte degli obblighi adempiuti, la parte che aveva versato la somma ne ha richiesto la restituzione. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, ha stabilito che la garanzia dovesse essere ridotta. Ha quindi ordinato la restituzione di una parte significativa della somma, calcolando l’importo da trattenere sulla base del costo effettivo dell’unico obbligo rimasto inadempiuto, come quantificato dal Consulente Tecnico d’Ufficio. L’analisi della Corte si è focalizzata sulla proporzionalità della garanzia rispetto all’obbligazione residua.

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Spese legali stragiudiziali: quando l'assicurazione paga

Una passeggera, vittima di un sinistro stradale, ha impugnato la sentenza di primo grado chiedendo un risarcimento maggiore. La Corte d’Appello ha respinto le richieste relative alla personalizzazione del danno biologico ma ha accolto la domanda di rimborso delle spese legali stragiudiziali, stabilendo che l’assicurazione deve pagarle quando l’assistenza di un avvocato si dimostra necessaria e il pagamento è documentato.

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Concorso di colpa: la svolta non segnalata

La Corte d’Appello di Genova ha riformato una sentenza di primo grado, stabilendo un concorso di colpa in un sinistro stradale mortale. Inizialmente, la responsabilità era stata attribuita al 100% al conducente di una moto che aveva tamponato uno scooter. La Corte ha invece riconosciuto una corresponsabilità del 30% al conducente dello scooter, poiché aveva effettuato un cambio di corsia lento ma senza segnalazione luminosa. La decisione sottolinea che, nonostante la presunzione di colpa a carico di chi tampona, la condotta imprudente del veicolo che precede può determinare un concorso di colpa, riducendo il risarcimento dovuto.

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