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Diritto Civile

Patrocinio a spese dello Stato: compenso e azione
Un avvocato che assiste un cliente in regime di patrocinio a spese dello Stato ha diritto al compenso professionale anche se l'azione esecutiva intrapresa si rivela quasi del tutto infruttuosa. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione sulla fondatezza dell'azione deve essere effettuata 'ex ante', cioè al momento in cui viene avviata, e non 'ex post' in base al risultato ottenuto. Nel caso specifico, la scoperta di conti correnti intestati al debitore giustificava l'azione, anche se poi uno di essi conteneva solo 1,44 euro.
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Scrittura privata: vale più dello statuto associativo?
Due ex membri di un'associazione sportiva hanno citato in giudizio due membri attuali per ottenere un pagamento basato su una scrittura privata. Gli attuali membri sostenevano che l'accordo fosse nullo perché legato ai loro ruoli nell'associazione non profit. La Corte d'Appello, riformando la decisione di primo grado, ha stabilito che la scrittura privata costituiva un'obbligazione separata e valida. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso successivo, confermando che non è sua competenza riesaminare i fatti e che i ricorrenti non avevano contestato tutte le ragioni indipendenti della decisione del tribunale inferiore.
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Sanzione amministrativa: autonomia dal giudizio penale
La Corte di Cassazione ha stabilito che un procedimento per una sanzione amministrativa per concorso in indebita percezione di contributi comunitari non deve essere sospeso in attesa dell'esito di un processo penale per corruzione. Il caso riguardava un dipendente pubblico sanzionato per aver agevolato un'azienda agricola. La Corte ha confermato l'autonomia dei due giudizi e la correttezza della sanzione amministrativa, rigettando il ricorso.
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Garanzia vizi appalto: clausole e interpretazione
Una società committente ha citato in giudizio l'impresa costruttrice per gravi vizi in un capannone prefabbricato. I tribunali di merito hanno respinto la domanda, interpretando una clausola contrattuale come un'esclusione totale della garanzia per vizi non strutturali. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3659/2024, ha accolto il ricorso, stabilendo che la corte d'appello ha errato nell'interpretare la clausola, non considerandola nel suo contesto. La Corte ha chiarito che la limitazione della garanzia vizi appalto era riferita solo ai componenti prefabbricati e non ai difetti derivanti dall'attività di costruzione, come le infiltrazioni. La sentenza è stata cassata con rinvio.
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Contratto d’opera: differenze e responsabilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3682/2024, chiarisce la distinzione fondamentale tra contratto d'appalto e contratto d'opera. La qualificazione dipende dalla struttura dell'impresa esecutrice. Nel caso di specie, i lavori eseguiti da un piccolo artigiano sono stati qualificati come contratto d'opera, comportando l'applicazione di un termine di prescrizione più breve (un anno) per la denuncia dei vizi, con conseguente rigetto della domanda di risarcimento danni per infiltrazioni.
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Proroga trattenimento CPR: quando è legittima? Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un cittadino straniero contro la proroga del suo trattenimento in un CPR. L'ordinanza chiarisce che la proroga trattenimento CPR è legittima se richiesta durante la pendenza del procedimento giurisdizionale avviato contro il rigetto della domanda di protezione internazionale. Il ricorso è stato respinto perché un motivo era inammissibile (non avendo impugnato tutte le 'rationes decidendi' della decisione precedente) e l'altro infondato nel merito.
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Inadempimento contrattuale: l’obbligo della banca
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3671/2024, ha stabilito che il ritardo di una banca nel modificare la segnalazione negativa di un cliente in Centrale Rischi, dopo un accordo transattivo, costituisce un grave inadempimento contrattuale. La Corte ha chiarito che l'interpretazione di un contratto non deve limitarsi al senso letterale, ma considerare l'interesse concreto delle parti, che in questo caso era, per l'impresa, quello di riacquistare l'affidabilità creditizia. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva minimizzato la gravità della condotta della banca.
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Controllo giudiziale trattenimento: poteri del giudice
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 3654/2024, ha affrontato il tema del controllo giudiziale sul trattenimento di un cittadino straniero in un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR). Pur non decidendo nel merito, la Corte ha stabilito un principio fondamentale: il giudice, nel convalidare il trattenimento, ha il potere e il dovere di verificare d'ufficio la legittimità degli atti presupposti, come il decreto di espulsione. Citando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ha sottolineato che la tutela della libertà personale impone un controllo giurisdizionale approfondito, che non può essere limitato alle sole eccezioni sollevate dalla difesa. Per la rilevanza della questione, il caso è stato rinviato a una pubblica udienza per una trattazione più approfondita.
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Trattenimento richiedente asilo: termini perentori?
Un richiedente asilo si oppone alla proroga del suo trattenimento, sostenendo la violazione dei termini della procedura accelerata. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma rinvia la causa a pubblica udienza per risolvere l'importante questione giuridica sulla natura, perentoria o meno, di tali termini. La decisione futura influenzerà la durata massima del trattenimento richiedente asilo in casi simili.
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Risarcimento IVA sinistro: spetta al cessionario?
In un caso di sinistro stradale, una danneggiata cede il suo credito risarcitorio a un'impresa. Il Giudice di primo grado nega il rimborso dell'IVA sulle riparazioni, sostenendo che l'impresa cessionaria possa detrarsela. Il Tribunale in appello riforma la decisione, affermando che il diritto al risarcimento IVA sinistro spetta alla danneggiata originaria, la quale non ha diritto alla detrazione. La natura del credito non cambia con la cessione. Viene invece confermato il rigetto della richiesta di rimborso per le spese legali stragiudiziali sostenute dall'impresa cessionaria.
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Incarico professionale nullo: senza albo niente compenso
Un committente aveva affidato a un ingegnere uno studio di fattibilità per un complesso immobiliare. Sorta una controversia sul pagamento, il caso è giunto in Cassazione. La Corte ha stabilito che l'incarico professionale è nullo se il tecnico non è iscritto al relativo albo professionale. Tale nullità, essendo assoluta e rilevabile d'ufficio in ogni fase del giudizio, impedisce al professionista di pretendere qualsiasi compenso per l'attività svolta, anche se ha collaborato con altri tecnici iscritti.
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Danno da ritardo aereo: la Cassazione fa chiarezza
Due passeggeri, rimasti bloccati in aeroporto per 58 ore, si sono visti negare il risarcimento per danno non patrimoniale in appello perché non avevano fornito una prova specifica del pregiudizio subito. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto il tema del danno da ritardo aereo e della sua prova di tale importanza da rinviare la causa a un'udienza tematica per definire principi guida, senza decidere nel merito il caso specifico.
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Rinunzia al ricorso: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio a seguito della rinunzia al ricorso presentata da tutte le parti. Il caso, originato da un'azione revocatoria per la vendita di una nuda proprietà, si è concluso prima della decisione di merito grazie all'accordo raggiunto tra i contendenti. La decisione sottolinea come la rinunzia al ricorso sia uno strumento processuale definitivo per porre fine a una lite.
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Responsabilità extracontrattuale professionista: il caso
Un cliente ha incaricato un professionista per un progetto di costruzione. Il contratto è stato successivamente dichiarato nullo perché il professionista non era qualificato per le mansioni specifiche. La Corte di Cassazione ha chiarito che, nonostante la nullità del contratto, il professionista può comunque essere ritenuto responsabile per i danni secondo i principi della responsabilità extracontrattuale professionista (responsabilità da fatto illecito). Di conseguenza, il tribunale di grado inferiore deve riesaminare il caso applicando questo principio.
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Prova del danno: la Cassazione sul nesso causale
Una proprietaria terriera ha citato in giudizio una società energetica per un presunto danno permanente di perdita di edificabilità, a seguito di un'occupazione temporanea del suo terreno per l'estrazione di gas. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che la prova del danno spetta a chi lo lamenta. In questo caso, la perdita di edificabilità e il fenomeno di subsidenza erano rimasti a livello di mera ipotesi, non supportati da prove concrete e accertate, rendendo infondata la richiesta di risarcimento.
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Azione revocatoria: vendita al figlio è inefficace
Un fornitore agisce con azione revocatoria contro un proprio debitore che aveva venduto diversi immobili a una società agricola amministrata dal figlio. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso del figlio e della società. La Suprema Corte ha ribadito che per l'azione revocatoria è sufficiente un credito anche se contestato e che la consapevolezza del danno arrecato al creditore può essere presunta dal legame familiare tra venditore e acquirente.
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Sanzione disciplinare odontoiatra: il caso Cassazione
Un dentista riceve una sospensione di un anno come sanzione disciplinare odontoiatra per aver permesso a uno studente di praticare illegalmente nel suo studio. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando che l'estinzione del reato per prescrizione non impedisce l'azione disciplinare e che un singolo fatto può legittimamente portare a sanzioni multiple se lede gli interessi di diversi albi professionali (medici e odontoiatri).
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Compenso difensore d’ufficio: no a riduzioni
La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso del difensore d'ufficio non può essere ridotto per le spese sostenute nel tentativo di recuperare il credito dal proprio assistito, divenuto irreperibile. Con l'ordinanza n. 3606/2024, i giudici hanno chiarito che la decurtazione di un terzo, prevista dall'art. 106-bis del D.P.R. 115/2002, si applica solo alle prestazioni difensive e non alle procedure di recupero. Allo stesso modo, la riduzione della metà per le spese di lite nel giudizio di opposizione (art. 130) è stata ritenuta inapplicabile, poiché tale giudizio segue le normali regole della soccombenza.
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Frazionamento del credito: le Sezioni Unite decideranno
Un'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta il tema del frazionamento del credito. Un fornitore di servizi sanitari ha intentato due cause separate per due mensilità consecutive contro una ASL. Le corti di merito hanno dichiarato la domanda inammissibile per abuso del processo. Data l'esistenza di un contrasto giurisprudenziale sulle conseguenze di tale condotta (inammissibilità della domanda contro sanzione solo sulle spese processuali), la Prima Sezione Civile ha rimesso la questione alle Sezioni Unite per una decisione definitiva.
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Appropriazione indebita: ricorso inammissibile
Un collaboratore di uno studio professionale, accusato di appropriazione indebita di fondi, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo di aver agito su ordine del titolare. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non può riesaminare nel merito le prove e i fatti, compito che spetta ai giudici dei gradi precedenti. La decisione dei giudici di merito, che avevano ritenuto non provata la difesa del collaboratore, anche alla luce di una condanna penale per gli stessi fatti, è stata così confermata.
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