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Diritto Civile

Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul diritto alla remunerazione dei medici specializzandi per la mancata attuazione di direttive europee. L’ordinanza chiarisce che i medici iscritti a corsi di specializzazione a cavallo degli anni 1982-1983 hanno diritto a un indennizzo, ma solo per il periodo successivo al 1° gennaio 1983. Viene inoltre confermato che la responsabilità grava unicamente sulla Presidenza del Consiglio dei Ministri, escludendo gli altri Ministeri se la relativa statuizione di primo grado non è stata appellata. La Corte ha infine ribadito che il criterio di liquidazione del danno è quello equitativo previsto dalla Legge n. 370/1999, escludendo rivalutazione e interessi compensativi.

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Diniego di giurisdizione e limiti della Cassazione

La Corte di Cassazione, Sezioni Unite, ha stabilito che un’errata interpretazione della legge da parte del Consiglio di Stato non costituisce un diniego di giurisdizione. Il caso riguardava una casa di cura che contestava un tetto di spesa imposto da una Regione, sostenendo che l’accettazione di una “clausola di salvaguardia” nel contratto non potesse precludere il diritto di difesa. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che il suo controllo si limita ai soli “limiti esterni” della giurisdizione, senza poter entrare nel merito delle scelte ermeneutiche del giudice amministrativo, e ha sanzionato la ricorrente per abuso del processo.

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Contratto pubblico retroattivo: sì della Cassazione

Una struttura sanitaria privata eroga prestazioni per un anno intero, ma il contratto con l’ente sanitario locale viene formalizzato solo l’anno successivo. L’ente si rifiuta di pagare, eccependo la nullità del contratto perché non preventivo. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16221/2025, ribalta la decisione di merito, affermando la validità del contratto pubblico retroattivo. La Corte chiarisce che, nel settore sanitario, la stipula è l’atto finale di un complesso procedimento amministrativo e che il ritardo, dovuto alla tardiva fissazione dei tetti di spesa, è ‘fisiologico’. Pertanto, un contratto firmato post-prestazione può legittimamente avere efficacia retroattiva, sanando le prestazioni già eseguite.

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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato la prescrizione del diritto al risarcimento per un gruppo di medici specializzandi che non avevano ricevuto un’adeguata remunerazione durante la loro formazione, a causa della tardiva attuazione di direttive comunitarie. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, secondo cui il termine di prescrizione decennale per l’azione di risarcimento del danno è iniziato a decorrere il 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/99. Di conseguenza, le azioni legali intraprese nel 2014 sono state ritenute tardive. I ricorrenti sono stati anche condannati per abuso dello strumento processuale per aver insistito su una questione giuridica ormai risolta da tempo.

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Trasferimento Dublino: no stop senza carenze sistemiche

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15773/2025, ha accolto il ricorso del Ministero dell’Interno, annullando la decisione del Tribunale di Roma che aveva bloccato il trasferimento Dublino di un richiedente asilo verso la Germania. La Corte ha stabilito che un giudice non può sindacare la valutazione sul rischio di respingimento indiretto fatta da un altro Stato membro, a meno che non sussistano prove di carenze sistemiche nella procedura di asilo e accoglienza di tale Stato. La decisione si allinea ai principi della Corte di Giustizia UE e delle Sezioni Unite, riaffermando il principio di reciproca fiducia tra gli Stati membri. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame alla luce di questi principi.

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Querela di falso: Cassazione su onere della prova

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’impresa edile avverso la sentenza che accoglieva una querela di falso. La decisione della Corte d’Appello, basata su prove presuntive per accertare la falsità della data di iscrizione di riserve contabili, è stata ritenuta corretta. La Cassazione ribadisce che il suo ruolo non è riesaminare i fatti, ma controllare la corretta applicazione della legge, confermando che la valutazione delle prove spetta al giudice di merito.

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Onere della prova parcheggio: chi prova il danno?

Un automobilista chiede il risarcimento per i danni alla sua auto, sostenendo che siano avvenuti mentre era parcheggiata in un’autorimessa a pagamento. La Corte di Cassazione, confermando la decisione di merito, chiarisce che l’onere della prova parcheggio grava sul cliente, il quale deve dimostrare non solo il danno, ma anche che questo si è verificato durante il periodo di custodia del veicolo. Poiché tale prova non è stata fornita in modo adeguato, il ricorso dell’automobilista è stato respinto.

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Ricorso in Cassazione: requisiti di ammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una sentenza che accoglieva un’azione revocatoria. La decisione si fonda sulla violazione dei requisiti formali dell’atto, in particolare del principio di autosufficienza. La Corte ribadisce che il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio per riesaminare i fatti, ma deve limitarsi al controllo sulla corretta applicazione della legge.

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Contraddittorio processuale: stop a decisioni a sorpresa

Una controversia su accordi patrimoniali post-matrimoniali arriva in Cassazione. La Corte annulla la sentenza d’appello perché il giudice aveva deciso la causa basandosi su una questione (l’indeterminatezza dell’oggetto dei contratti) sollevata d’ufficio senza prima discuterla con le parti, violando così il principio del contraddittorio processuale. La decisione sottolinea che non sono ammesse sentenze ‘a sorpresa’, specialmente in un giudizio di rinvio, dove questioni pregiudiziali non contestate in precedenza si considerano coperte da giudicato implicito.

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Azione revocatoria: la prova della frode tra parenti

La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha dichiarato inefficace, tramite azione revocatoria, una compravendita immobiliare tra nonna e nipote. La Corte ha ritenuto che il forte legame familiare e la convivenza tra i due fossero sufficienti a provare, tramite presunzioni, la consapevolezza della nonna del pregiudizio arrecato ai creditori del nipote, rendendo l’atto di vendita inefficace nei loro confronti.

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Canone di depurazione: chi rimborsa se non funziona?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il canone di depurazione non è dovuto se il servizio è inefficiente, anche solo parzialmente. La sentenza chiarisce che la società di gestione del servizio idrico, in quanto controparte contrattuale, è tenuta al rimborso diretto verso gli utenti. Questa potrà poi agire in regresso contro l’ente proprietario dell’impianto. La Corte ha inoltre confermato che l’onere di provare il corretto funzionamento del servizio spetta al gestore e che il termine di prescrizione per la richiesta di rimborso è di dieci anni.

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Nullità della sentenza: quando l'appello decide nel merito

Una società di autoriparazioni agiva in giudizio per ottenere il saldo del costo di una riparazione a seguito di un sinistro stradale. La sentenza di primo grado, sfavorevole, risultava viziata da nullità per un difetto di costituzione del giudice. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha chiarito che in caso di nullità della sentenza, il giudice d’appello non deve rimettere la causa al primo giudice ma è tenuto a deciderla nel merito, confermando il rigetto del ricorso.

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Vittime del dovere: la Cassazione sui criteri di calcolo

La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per il calcolo dei benefici per le vittime del dovere. Con una recente ordinanza, ha chiarito che per determinare la percentuale di invalidità è obbligatorio confrontare due diverse tabelle di valutazione e applicare quella che risulta più favorevole al danneggiato. La sentenza di merito che aveva applicato un solo criterio, sfavorendo la vittima, è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione.

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Rinnovo notifica: Cassazione ordina nuova notifica

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria che dispone il rinnovo notifica di un ricorso al proprietario di un veicolo, considerato litisconsorte necessario in una causa per risarcimento danni da sinistro stradale. La decisione è stata presa a causa della mancanza in atti dell’avviso di ricevimento della raccomandata, prova indispensabile del perfezionamento della notifica, imponendo un termine di 60 giorni per sanare il vizio.

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Decreto di espulsione e soggiorno irregolare: il caso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro un decreto di espulsione. La Corte ha stabilito che un errore procedurale nella convalida di misure alternative non invalida il decreto stesso, il quale era legittimamente fondato sulla condizione di soggiorno irregolare del soggetto a seguito della scadenza del visto. Il ricorso è stato respinto per difetto di specificità e autosufficienza.

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Doppio sconto acquisto casa: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che due diversi sconti sul prezzo di acquisto di un immobile da un ente previdenziale possono essere cumulati. Il caso riguardava degli inquilini che, dopo aver acquistato le loro case, si sono visti negare l’applicazione congiunta di una riduzione dell’8% (concordata localmente per le cattive condizioni degli immobili) e di una successiva riduzione prevista per legge (per contrastare l’aumento dei valori di mercato). L’ente sosteneva che la seconda assorbisse la prima. La Cassazione ha dato ragione agli acquirenti, affermando che il doppio sconto sull’acquisto di casa è legittimo poiché i due benefici hanno finalità diverse e operano su piani distinti.

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Responsabilità del committente: colpa e nesso causale

A seguito di un incendio in un magazzino, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna della società di gestione immobiliare. La sentenza chiarisce che la responsabilità del committente non deriva dalla custodia dell’immobile (art. 2051 c.c.), ma da una colpa specifica (art. 2043 c.c.) per aver affidato lavori pericolosi senza verificare le condizioni di sicurezza, essendo a conoscenza di un impianto antincendio inadeguato. Anche la cooperativa che utilizzava il magazzino è stata ritenuta corresponsabile per aver stoccato merce in eccesso, ostacolando i sistemi di sicurezza.

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Azione revocatoria: senza credito cade il presupposto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un costruttore, annullando una sentenza che aveva dichiarato inefficace un suo atto dispositivo tramite azione revocatoria. La decisione si fonda su un fatto sopravvenuto: una sentenza definitiva ha accertato l’inesistenza del credito vantato dagli acquirenti di un immobile, facendo così venire meno il presupposto essenziale dell’azione revocatoria stessa. La Suprema Corte ha ribadito che il giudicato esterno che nega il credito può essere fatto valere anche in sede di legittimità, portando al rigetto della domanda revocatoria.

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Occupazione sine titulo: la sentenza del Tribunale

Un’Amministrazione demaniale ha citato in giudizio un privato per l’occupazione sine titulo di un’unità commerciale e una residenziale. L’occupante sosteneva di avere un titolo valido derivante da un subentro in un contratto di locazione a seguito di acquisto di ramo d’azienda. Il Tribunale ha accolto la domanda dell’Amministrazione, ordinando il rilascio degli immobili. La decisione si fonda su due punti chiave: l’inopponibilità della cessione del contratto commerciale a causa di un esplicito divieto nel contratto originale e la nullità del contratto abitativo per mancata registrazione.

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Buoni fruttiferi postali: tassi e timbri, cosa vale?

Un risparmiatore ha contestato l’importo di liquidazione dei suoi buoni fruttiferi postali, ritenendo applicabili i tassi più vantaggiosi stampati originariamente sul titolo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che i timbri apposti successivamente, indicanti una nuova serie e nuovi tassi, prevalgono sulla stampa originale. Inoltre, ha confermato che la legge, attraverso decreti ministeriali, può legittimamente modificare i tassi di interesse, e tali modifiche integrano il contratto, soprattutto in caso di lacune informative sul titolo stesso.

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