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Diritto Civile

Contestazione bollette acqua: onere della prova

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la sentenza di primo grado in un caso di contestazione bollette acqua, rigettando le richieste di un utente contro le società fornitrici. La decisione ribadisce un principio fondamentale: in caso di consumi ritenuti anomali, spetta all’utente dimostrare che l’eccesso non è a lui imputabile, una volta che la società ha provato il corretto funzionamento del contatore. L’utente non è riuscito a provare né un presunto accordo transattivo né che l’anomalia dei consumi fosse dovuta a fattori esterni al suo controllo.

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Testimonianza de relato: quando non costituisce prova

Una sentenza della Corte d’Appello di Roma chiarisce l’inefficacia probatoria della testimonianza de relato, specialmente se proveniente dalla parte stessa (actoris). Il caso riguardava una richiesta di restituzione di un prestito e una domanda riconvenzionale per danni da aggressione. La Corte ha respinto la domanda di risarcimento basata su testimonianze indirette e contraddittorie, confermando invece l’obbligo di restituzione del prestito per mancanza di prove certe del pagamento.

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Interessi commerciali e PA: quando si applicano?

Una società creditrice agisce per ottenere il pagamento di compensi per la custodia di veicoli sequestrati da un’Amministrazione Pubblica. Il cuore della disputa riguarda la natura degli interessi dovuti: legali o i più onerosi interessi commerciali previsti dal D.Lgs. 231/2002. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione stabilisce che gli interessi commerciali si applicano anche alle Pubbliche Amministrazioni quando agiscono privatamente. La Corte d’Appello, in sede di rinvio, conferma questa linea, condannando l’ente pubblico al pagamento degli interessi commerciali, ribadendo che la PA, in tali rapporti, è equiparata a un qualsiasi operatore privato.

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Assegno Circolare Prescritto: Chi Perde i Soldi?

La Corte di Appello di Roma chiarisce le sorti di un assegno circolare prescritto. La sentenza stabilisce che il beneficiario, non avendo incassato il titolo entro il termine di tre anni, perde ogni diritto di pagamento nei confronti della banca emittente. Il diritto a richiedere il rimborso della provvista, versata al Fondo Unico di Giustizia, spetta unicamente a chi aveva richiesto l’emissione dell’assegno (in questo caso, la stessa banca in qualità di terzo pignorato), a condizione che il beneficiario restituisca l’originale del titolo scaduto. La Corte ha rigettato l’appello confermando la decisione di primo grado.

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Restituzione prestito: la prova del contratto di mutuo

La Corte d’Appello conferma la condanna alla restituzione di un prestito di 12.000 euro, erogato tramite bonifici con causale esplicita. La sentenza chiarisce che l’azione va qualificata come adempimento contrattuale di mutuo e non come arricchimento senza causa. La prova del trasferimento del denaro con una causale chiara sposta l’onere della prova sul debitore, che deve dimostrare l’esistenza di un titolo diverso che giustifichi il trattenimento della somma. La richiesta di restituzione prestito è stata quindi accolta.

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Contratto di appalto: vizi e penali per ritardo

In una controversia relativa a un contratto di appalto, la Corte d’Appello ha parzialmente riformato una sentenza di primo grado. La Corte ha respinto l’appello dell’impresa costruttrice e accolto in parte quello del condominio, ricalcolando la penale per il ritardo nella consegna dei lavori e addebitando all’impresa le spese di occupazione del suolo pubblico. La decisione sottolinea l’importanza della consulenza tecnica (CTU) nel definire le responsabilità e la corretta quantificazione dei danni e delle penali, confermando un debito dell’impresa verso il committente.

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Remunerazione medici specializzandi: la decisione

La Corte d’Appello di Roma si è pronunciata sul diritto alla remunerazione dei medici specializzandi per la tardiva attuazione delle direttive europee. La sentenza ha parzialmente accolto le richieste dei medici, riconoscendo il risarcimento per chi frequentava corsi di specializzazione comuni a più Stati UE dopo il 1° gennaio 1983, anche se iscritti prima di tale data. Ha però escluso dal risarcimento le specializzazioni non previste dalle direttive, come l’oncologia, specificando che l’obbligazione dello Stato è un debito di valuta, non soggetto a rivalutazione.

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Pagamento assegno non trasferibile: diligenza banca

Una società inviava per posta ordinaria degli assegni non trasferibili, che venivano rubati e incassati da impostori. La banca negoziatrice li identificava con documenti d’identità che apparivano validi. La Corte d’Appello, ribaltando la sentenza di primo grado, ha escluso la responsabilità della banca. Ha stabilito che il pagamento di un assegno non trasferibile, effettuato dopo aver verificato un singolo documento d’identità valido e senza palesi segni di falsificazione, soddisfa l’obbligo di diligenza professionale, liberando la banca da colpa.

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Mancato pagamento a subappaltatore, responsabilità della P.A.

Il principio cardine riguarda l’autonomia contrattuale del contratto di subappalto rispetto a quello di appalto. La stazione appaltante non è tenuta, in caso di inadempimento dell’appaltatore, a corrispondere direttamente al subappaltatore i pagamenti dovuti per i lavori eseguiti.

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Perizia grafologica su fotocopia: è valida?

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la validità di una perizia grafologica condotta su una fotocopia nell’ambito di una querela di falso. La sentenza stabilisce che tale analisi è ammissibile a condizione che la qualità della copia consenta all’esperto un’analisi completa e attendibile dei segni grafici. L’appello, che contestava l’affidabilità di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) basata su un documento non originale, è stato respinto, ribadendo che la mancanza dell’originale non invalida automaticamente la perizia se la copia è idonea allo scopo.

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Revoca finanziamento pubblico: quando è legittima?

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la legittimità della revoca di un finanziamento pubblico concesso a un’impresa per la realizzazione di un progetto industriale. La decisione si fonda sulla mancata dimostrazione da parte della società beneficiaria di aver sostenuto le spese richieste nei tempi e modi previsti. La sentenza chiarisce che l’onere di provare il corretto utilizzo dei fondi grava sull’impresa e che il progresso del progetto va misurato sulla base della documentazione contabile (‘stato di avanzamento contabile’) e non sulla mera realizzazione fisica delle opere. Di conseguenza, la revoca del finanziamento pubblico e la richiesta di restituzione delle somme già erogate sono state ritenute corrette.

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Giudizio di rinvio: onere della prova e diffamazione

La sentenza analizza un caso di diffamazione in cui, dopo la condanna penale, la Cassazione ha annullato la decisione per un vizio di motivazione, disponendo un giudizio di rinvio in sede civile. La Corte d’Appello civile, riesaminando gli atti, ha respinto la domanda di risarcimento perché i danneggiati non hanno fornito prova sufficiente che l’imputata fosse l’autrice dell’articolo diffamatorio. Il caso sottolinea come nel giudizio di rinvio non siano ammesse nuove prove e come l’onere della prova gravi sempre sulla parte che agisce per il risarcimento, anche se la causa proviene dal processo penale.

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Cancellazione frasi testamento: quando è possibile?

Un erede ha richiesto la rimozione di una frase diffamatoria contenuta nel testamento della madre. Il Tribunale ha accolto la richiesta, ordinando la cancellazione della frase dal testamento in quanto non supportata da prove e, soprattutto, irrilevante per l’interpretazione della volontà della defunta, che era quella di lasciare al figlio la quota di legittima. La decisione sottolinea il principio per cui un testamento non può essere usato come strumento per ledere gratuitamente l’onore altrui.

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Compenso professionale avvocato: quando è dovuto?

Un cliente si opponeva al pagamento del compenso professionale di un avvocato, lamentando la mancanza di un preventivo scritto. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, chiarendo che il diritto al compenso professionale dell’avvocato sorge dal mandato e dall’effettiva prestazione svolta. In assenza di un accordo, il compenso viene determinato secondo i parametri ministeriali. La mancata presentazione del preventivo non esclude il diritto al pagamento, ma può comportare altre conseguenze per il professionista.

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Clausola risolutiva espressa: Guida alla sentenza

Una sentenza del Tribunale di Pescara ha dichiarato la risoluzione di un contratto di locazione a causa dell’attivazione di una clausola risolutiva espressa. Il conduttore, che si era impegnato a partecipare all’asta per l’acquisto dell’immobile locato, non ha presentato l’offerta. Il giudice ha accolto la domanda della parte locatrice (una curatela fallimentare), condannando il conduttore al pagamento di una penale di 260.000 euro, pari alla differenza tra il prezzo d’asta minimo pattuito e quello di successiva aggiudicazione, oltre a un ulteriore risarcimento per la ritardata riconsegna dell’immobile.

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Assegno senza data: la sua validità come promessa

Una sentenza analizza il caso di un’opposizione a un decreto ingiuntivo basato su un assegno senza data. L’assegno era stato emesso come garanzia in una compravendita immobiliare. A seguito dell’inadempimento del venditore, l’acquirente ha chiesto il doppio della caparra. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, confermando che un assegno senza data, sebbene nullo come titolo di credito, costituisce una valida promessa di pagamento, invertendo l’onere della prova a carico del debitore, che non è riuscito a dimostrare l’estinzione del debito.

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Accettazione tacita eredità: il caso del possesso

Un creditore ha agito in giudizio per far dichiarare l’accettazione tacita dell’eredità da parte del suo debitore. Quest’ultimo, vivendo nell’immobile ereditato senza redigere l’inventario, è stato considerato erede puro e semplice. Il Tribunale ha accolto la domanda, ordinando la trascrizione della sentenza per ristabilire la continuità dei registri immobiliari e consentire al creditore di procedere con il pignoramento.

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Compenso mediazione lavori: non è dovuto senza SAL

Una società di consulenza ha citato in giudizio un gruppo edile per ottenere il pagamento del proprio compenso di mediazione lavori, pattuito al 4% del valore di alcuni appalti. Il contratto legava il pagamento all’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori (SAL). Poiché i lavori non sono mai iniziati e nessun SAL è stato emesso, il Tribunale ha respinto la domanda, qualificando l’esecuzione dei lavori come una condizione sospensiva non avveratasi. La richiesta di risarcimento danni è stata parimenti rigettata per mancanza di prove.

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Buoni fruttiferi postali: tassi e decreti, vince la legge

Un risparmiatore ha citato in giudizio un intermediario finanziario per ottenere il pagamento di interessi su due buoni fruttiferi postali della serie ‘Q/P’ secondo i tassi più alti previsti dalla precedente serie ‘P’, i cui moduli erano stati usati per l’emissione. Il Tribunale ha respinto la domanda, stabilendo che i tassi applicabili sono quelli inferiori, introdotti con un Decreto Ministeriale del 1986. La decisione si fonda sull’art. 173 del D.P.R. 156/1973, che permetteva la modifica dei tassi di interesse con decreto, anche per le serie già emesse. Questa norma, considerata cogente, prevale sulle condizioni stampate sul titolo, escludendo il legittimo affidamento del risparmiatore.

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Risarcimento sinistro stradale e onere della prova

Un’automobilista, coinvolta in un sinistro stradale con un animale selvatico, ha citato in giudizio il gestore autostradale per ottenere il risarcimento dei danni. Il Tribunale ha accolto la richiesta per il danno non patrimoniale (biologico e morale), liquidandolo sulla base della perizia medico-legale e delle Tabelle di Milano. Tuttavia, ha respinto la domanda di risarcimento del danno patrimoniale per perdita di capacità di guadagno. La decisione sottolinea come, per ottenere il risarcimento sinistro stradale di natura economica, il danneggiato debba fornire la prova concreta di una effettiva diminuzione del reddito, non essendo sufficiente la sola dimostrazione di una ridotta capacità lavorativa.

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