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Diritto Civile

Usucapione immobiliare: possesso pubblico e pacifico
Il Tribunale di Trieste ha riconosciuto l'usucapione immobiliare di un terreno a favore di due coniugi. Hanno dimostrato di aver posseduto il fondo, parte integrante del loro giardino, per oltre vent'anni in modo esclusivo, pubblico e pacifico, senza alcuna contestazione da parte degli eredi dei proprietari formali, rimasti contumaci.
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Revoca decreto ingiuntivo: la transazione estingue il
Una società creditrice ottiene un decreto ingiuntivo per circa 140.000 euro, ma la società debitrice si oppone. Durante il processo, le parti raggiungono un accordo transattivo, rinunciando reciprocamente alle proprie pretese. Di conseguenza, il Tribunale dichiara la cessazione della materia del contendere e procede con la revoca del decreto ingiuntivo. Questa decisione è fondamentale per impedire che l'ingiunzione diventi esecutiva, come previsto dalla legge in caso di semplice estinzione del giudizio di opposizione.
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Difformità urbanistiche: quando si applica l’art. 1489 c.c.?
Un acquirente scopre significative difformità urbanistiche in un immobile dopo l'acquisto. La Corte d'Appello condanna la venditrice a un cospicuo risarcimento, qualificando il problema come onere non apparente ex art. 1489 c.c. (prescrizione decennale) e non come vizio (prescrizione annuale). La Corte di Cassazione annulla la decisione, stabilendo che per applicare l'art. 1489 c.c. è fondamentale accertare la reale conoscenza delle irregolarità da parte dell'acquirente, non essendo sufficiente la sola conoscenza della venditrice. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Apparecchi da intrattenimento: i controlli nazionali
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un gestore di un bar sanzionato per l'utilizzo di apparecchi da intrattenimento non conformi. L'ordinanza chiarisce che le normative tecniche nazionali, come l'obbligo di un codice identificativo, sono legittime e non contrastano con la Direttiva Servizi europea, in quanto giustificate da motivi di interesse generale quali la tutela dei consumatori e l'ordine pubblico. La Corte ha inoltre qualificato la violazione come illecito permanente, la cui prescrizione decorre solo dalla cessazione della condotta. Di conseguenza, sia il ricorso principale del gestore che quello incidentale dell'Agenzia competente sono stati respinti.
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Azione negatoria: la prova della proprietà è decisiva
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore che, tramite un'azione negatoria, contestava la demanialità di un suolo. La Corte ribadisce che chi agisce deve prima dimostrare il proprio titolo di proprietà, altrimenti manca la legittimazione attiva, a prescindere dalle prove della controparte.
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Errore Targa ZTL: la negligenza non scusa la multa
Un automobilista riceve 61 multe per aver circolato in ZTL con un veicolo la cui targa differiva per un solo numero da quella autorizzata. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'errore sulla targa ZTL è da attribuire alla negligenza del conducente, che aveva l'obbligo di verificare la corrispondenza tra i documenti forniti e il veicolo. Di conseguenza, la sua buona fede non è stata riconosciuta come scusante e tutte le sanzioni sono state confermate.
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Equa riparazione: riduzione per numero di parti
Un cittadino ha agito per ottenere un'equa riparazione a causa della durata irragionevole di un processo. La Corte d'Appello ha ridotto l'indennizzo del 40% a causa dell'elevato numero di parti nel giudizio originario (oltre 120). Il cittadino ha impugnato la decisione, sostenendo che tale numero fosse stato raggiunto solo a seguito di una tardiva riunione di cause. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la riduzione per equa riparazione si applica anche in caso di riunione, poiché l'azione unitaria dimostra un interesse comune tra le parti. La Corte ha anche chiarito che la compensazione delle spese in caso di riduzione dell'importo è legittima non per 'soccombenza reciproca', ma per accoglimento parziale della domanda.
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Mancata comparizione parti: non è inammissibilità
Un cittadino ha richiesto un'equa riparazione per l'eccessiva durata di un processo. La Corte d'Appello ha dichiarato l'opposizione inammissibile a causa della mancata comparizione delle parti all'udienza. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la mancata comparizione non comporta automaticamente l'inammissibilità del ricorso, ma il giudice avrebbe dovuto fissare una nuova udienza.
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Appello tardivo: conta il deposito o la notifica?
Un Comune proponeva appello contro una sentenza che annullava una sanzione amministrativa. Il Tribunale dichiarava l'appello tardivo, calcolando il termine dalla notifica dell'atto. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, nei procedimenti regolati dal rito del lavoro, la tempestività dell'impugnazione si valuta con riferimento alla data di deposito del ricorso in cancelleria, non alla sua successiva notificazione.
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Contratto preliminare bene in comunione: cosa succede
Un acquirente ha cercato di far valere un contratto preliminare per un bene in comunione, firmato da un solo comproprietario per conto di tutti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la mancanza della procura scritta di un comproprietario rende l'intero contratto preliminare bene in comunione inefficace. La Corte ha ribadito che tale accordo è un'operazione giuridica indivisibile e non è possibile il trasferimento forzoso delle sole quote dei comproprietari consenzienti.
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Piccola colonia: prova e requisiti essenziali
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un padre volto al riconoscimento di un contratto di piccola colonia con la figlia. L'ente previdenziale aveva negato la reiscrizione della figlia negli elenchi dei lavoratori agricoli. La Corte ha confermato la decisione di merito che, sulla base delle prove, ha escluso l'esistenza del rapporto contrattuale, ritenendo irrilevante la circostanza che la figlia avesse un nucleo familiare autonomo. I motivi di ricorso basati su un presunto giudicato, travisamento delle prove e omessa valutazione di fatti sono stati giudicati inammissibili o infondati.
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Responsabilità proprietario veicolo e colpa presunta
Un proprietario di un veicolo ha ricevuto una multa come corresponsabile per un'infrazione commessa dal conducente. L'uomo ha fatto ricorso sostenendo di non sapere che la patente del conducente fosse sospesa. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità del proprietario del veicolo, chiarendo che per evitare la sanzione, il proprietario deve dimostrare che il veicolo è stato utilizzato contro la sua volontà, e non è sufficiente la semplice ignoranza. La Corte ha solo parzialmente accolto il ricorso, riducendo l'importo delle spese legali liquidate in precedenza.
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Sanzioni spese elettorali: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in materia di sanzioni spese elettorali per omessa dichiarazione, si applica la procedura speciale prevista dalla L. 515/1993. La diffida ad adempiere inviata dall'organo di garanzia è sufficiente e svolge una duplice funzione di contestazione e avvertimento, rendendo superflua una successiva e distinta contestazione formale ai sensi della legge generale sulle sanzioni amministrative (L. 689/1981). La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva ritenuto tardiva la sanzione.
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Responsabilità del notaio: la Cassazione decide
Una società immobiliare ha acquisito un bene tramite un atto di vendita basato su una procura falsa. Dopo che i tribunali di merito hanno dichiarato la vendita inefficace ma escluso la responsabilità professionale del notaio, la società ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Corte ha respinto il ricorso, confermando che la diligenza del notaio è stata correttamente valutata dai giudici di merito. La decisione sottolinea l'importanza del principio di non contestazione dei fatti addotti per dimostrare la diligenza del notaio, un elemento cruciale per evitare una condanna per responsabilità professionale.
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Equa riparazione: non basta la ricchezza per negarla
Una società facoltosa ha richiesto un'equa riparazione per un processo durato 18 anni. La Corte d'Appello aveva negato l'indennizzo, giudicando la pretesa di circa 29.000 euro irrisoria rispetto al patrimonio della società. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la valutazione dell'irrisorietà deve considerare sia il valore oggettivo della pretesa (non trascurabile in questo caso) sia la condizione soggettiva, senza che quest'ultima possa da sola escludere il diritto al risarcimento.
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Accertamento tecnico preventivo e prescrizione: la guida
La Cassazione conferma che l'avvio di un accertamento tecnico preventivo interrompe in modo permanente, e non solo istantaneo, la prescrizione per gravi difetti di costruzione. La Corte ha rigettato il ricorso di un'impresa edile, condannata per vizi strutturali, validando l'uso della perizia ATP nel processo e la legittimità del mancato pagamento del saldo da parte del committente a fronte dei gravi inadempimenti.
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Nullità contratti appalto pubblico: guida alla sentenza
La Corte di Cassazione conferma la nullità di una serie di contratti di appalto pubblico stipulati tra un'azienda di servizi e un ente a partecipazione statale. La decisione si fonda sulla violazione delle norme di evidenza pubblica, in particolare per il frazionamento artificioso degli incarichi e il divieto di rinnovo tacito. Viene chiarito che anche le società per azioni qualificate come organismi di diritto pubblico sono soggette a tali regole imperative. La Corte rigetta inoltre la richiesta di pagamento dell'azienda fornitrice, distinguendo tra l'azione di ripetizione di indebito, non applicabile a prestazioni di 'facere', e quella di arricchimento ingiustificato, per la quale non è stata fornita prova adeguata.
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Limiti dell’appello: la Cassazione e l’ultra petizione
Una controversia su un contratto di fornitura di olio porta la Cassazione a ribadire i limiti dell'appello. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva attribuito la colpa della risoluzione a una parte diversa, basandosi su motivi non specificamente sollevati dall'appellante. La decisione sottolinea che il giudice d'appello non può estendere la propria indagine oltre le questioni devolute con i motivi di gravame, altrimenti incorre nel vizio di ultra petizione.
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Revoca donazione per infedeltà: la Cassazione decide
Un marito ha richiesto la revoca della donazione indiretta di un immobile alla moglie a causa della sua infedeltà. La Corte di Cassazione ha stabilito che la semplice infedeltà coniugale non è sufficiente per giustificare la revoca donazione per infedeltà. È necessario che tale comportamento si traduca in una 'ingiuria grave', ovvero in una manifestazione di disistima e avversione verso il donante, circostanza non provata nel caso di specie. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.
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Responsabilità consulente tecnico: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 3917/2024, ha cassato la sentenza d'appello che escludeva la responsabilità consulente tecnico per una perizia negligente in un caso di omicidio. La Corte ha stabilito che il consulente del PM risponde direttamente dei danni verso le parti, anche per colpa lieve, e deve analizzare tutti i reperti inclusi nel suo mandato, indipendentemente dal loro formale sequestro. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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