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Diritto Civile

Risoluzione contratto: Cassazione e omessa pronuncia
Una controversia sulla gestione di impianti ippici porta a una complessa vicenda giudiziaria. La Corte di Cassazione interviene sulla risoluzione del contratto, rigettando il ricorso principale basato su presunti vizi di forma e sulla mancata registrazione. Accoglie, invece, il ricorso incidentale per 'omessa pronuncia', poiché la Corte d'Appello, pur dichiarando la risoluzione, non aveva deciso su tutte le domande conseguenti di restituzione e pagamento. La sentenza viene cassata con rinvio per una nuova valutazione sulle richieste ignorate.
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Azione di arricchimento: inammissibile se c’è un’altra azione
In una controversia sulla vendita di quote latte con pagamento sospeso, la Corte di Cassazione ha chiarito i limiti dell'azione di arricchimento senza causa. La Corte ha stabilito che tale azione è inammissibile se il soggetto impoverito aveva a disposizione un'altra azione legale per ottenere un indennizzo, anche se quest'ultima doveva essere intentata contro un terzo, come la Pubblica Amministrazione responsabile di un ritardo.
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Giurisdizione ordinaria e transazioni con la P.A.
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo. Il caso riguardava una controversia economica nata da una convenzione per un parco eolico e un successivo accordo transattivo tra un Comune e una società energetica. La Corte ha stabilito la giurisdizione ordinaria, poiché la lite verteva su diritti soggettivi di natura patrimoniale, sorti 'a valle' dell'esercizio del potere pubblico, e ha dichiarato nulla la clausola di arbitrato irrituale prevista nella transazione.
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Compenso professionale e condizione sospensiva
Un professionista chiede il pagamento del suo compenso professionale per lavori eseguiti, ma il contratto lo subordina a un finanziamento mai ottenuto. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando che se la condizione sospensiva non si avvera, il compenso non è dovuto, anche se la prestazione è stata eseguita. L'interpretazione del giudice di merito è insindacabile se plausibile.
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Edifici di culto: l’onere della prova sulla destinazione
Un ente ministeriale ha rivendicato la proprietà di una chiesa, parte di un complesso ceduto storicamente a un ente pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che grava sull'ente rivendicante l'onere della prova di dimostrare che l'edificio fosse effettivamente destinato al culto al momento della cessione originaria. In assenza di tale prova, la cessione dell'intero complesso è da considerarsi legittima e comprensiva della proprietà della chiesa.
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Inadempimento contratto preliminare: quando è grave?
Un promissario acquirente chiede la risoluzione per inadempimento del contratto preliminare di un immobile in costruzione a causa del ritardo nella consegna. La Cassazione conferma la decisione d'appello, negando la risoluzione perché il termine non era essenziale e l'inadempimento della società venditrice non era di grave importanza.
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Prescrizione presuntiva: giuramento al curatore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4225/2024, ha chiarito la disciplina della prescrizione presuntiva nei contenziosi fallimentari. Un professionista, il cui credito era stato escluso dallo stato passivo per intervenuta prescrizione, ha deferito il giuramento decisorio al curatore. La Corte ha stabilito che la dichiarazione di 'non conoscenza' del curatore circa l'estinzione del debito equivale al mancato giuramento, superando così l'eccezione di prescrizione e portando all'ammissione del credito.
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Responsabilità commercialista: quando è risarcibile?
Un imprenditore cita in giudizio il proprio commercialista per non aver impugnato una sentenza tributaria. La Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità professionale del commercialista, affermando che il danno da perdita di chance non è risarcibile se mancano concrete probabilità di successo nel merito della causa originaria. Il ricorso dell'imprenditore è stato dichiarato inammissibile.
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Autorizzazione impianto vigneti: Cassazione decide
Una società agricola ha impiantato un nuovo vigneto entro la scadenza dell'autorizzazione, ma ha comunicato tardivamente la fine dei lavori. La Corte d'Appello ha annullato la sanzione, ritenendola una mera irregolarità. La Corte di Cassazione, invece, ha ribaltato la decisione, stabilendo che la comunicazione tempestiva è un elemento essenziale per il corretto utilizzo dell'autorizzazione impianto vigneti. La sua omissione rende l'impianto illecito e quindi legittima l'applicazione delle sanzioni.
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Multa parcheggio scaduto: la decisione della Cassazione
Un automobilista ha contestato diverse multe per sosta con ticket scaduto, sostenendo che si trattasse di un mero inadempimento contrattuale da saldare con la differenza tariffaria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la multa parcheggio scaduto costituisce un illecito amministrativo pienamente legittimo. La Corte ha inoltre chiarito che una vecchia ordinanza comunale istitutiva delle strisce blu resta valida anche dopo l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada e ha precisato le regole sull'onere della prova riguardo l'obbligo di parcheggi gratuiti in prossimità di una ZTL.
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Fatturazione 28 giorni: Cassazione conferma illegittimità
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità della pratica di fatturazione a 28 giorni adottata da una compagnia telefonica, rigettando il suo ricorso. La Corte ha stabilito che tale modifica unilaterale del contratto costituisce una pratica commerciale scorretta perché lede la trasparenza e la capacità del consumatore di confrontare le offerte, alterando in modo occulto il costo annuale del servizio. La decisione si fonda sul principio di buona fede contrattuale e sul consolidato uso commerciale della fatturazione su base mensile.
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Responsabilità professionale avvocato: onere della prova
Una coppia cita in giudizio il proprio avvocato per presunti inadempimenti professionali nella gestione di una causa di risarcimento danni. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, dichiara il ricorso inammissibile. La motivazione centrale risiede nella mancata dimostrazione, da parte dei clienti, della probabilità di un esito favorevole della causa originaria, un elemento essenziale per configurare la responsabilità professionale avvocato e il conseguente diritto al risarcimento per perdita di chance.
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Estensione domanda al terzo: quando non è automatica
Una committente cita in giudizio il proprio progettista per inadempimento contrattuale. Il progettista chiama in causa un terzo collaboratore, indicandolo come responsabile. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4204/2024, chiarisce che l'estensione della domanda al terzo non è automatica se il rapporto giuridico tra convenuto e terzo è diverso da quello tra attore e convenuto. In assenza di una specifica domanda dell'attrice contro il terzo, quest'ultimo non può essere condannato. Il ricorso è stato rigettato anche per l'inammissibilità di altri motivi legati alla quantificazione del danno e al principio di autosufficienza.
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Veicolo non identificato: onere della prova del danneggiato
Un ciclista viene investito da uno scooter che non viene identificato, sebbene il conducente venga riconosciuto in un secondo momento. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4213/2024, chiarisce che per ottenere il risarcimento dal Fondo di Garanzia in caso di veicolo non identificato, il danneggiato ha l'onere di provare di aver agito con diligenza per tentare l'identificazione del veicolo stesso, non solo del conducente. La domanda del ciclista è stata respinta proprio per non aver fornito questa prova.
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Onere della prova bollette: chi deve dimostrare il guasto?
Una società ha contestato l'importo di alcune bollette elettriche, sostenendo un malfunzionamento del contatore. I giudici di merito e la Corte di Cassazione hanno respinto la richiesta, chiarendo che l'onere della prova bollette grava inizialmente sull'utente. Quest'ultimo deve fornire elementi specifici e concreti per contestare i consumi (es. confronto con bollette passate), altrimenti la sua contestazione è considerata generica e inefficace. Solo a fronte di una contestazione circostanziata, l'onere si sposta sul fornitore, che dovrà dimostrare il corretto funzionamento del contatore.
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Possesso vale titolo: auto estera è bene mobile
Una società acquista un'auto di provenienza estera e ne ottiene il possesso in buona fede. Un'altra società rivendica la proprietà sulla base di un acquisto successivo. La Cassazione chiarisce che se l'auto non è ancora iscritta al P.R.A. italiano, si applica la regola del "possesso vale titolo" propria dei beni mobili semplici. Di conseguenza, chi ha ottenuto per primo il possesso in buona fede ne è il legittimo proprietario, a prescindere dalla registrazione estera del veicolo, che ha finalità di sola circolazione.
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Onere della prova compensi: come provarli nel fallimento
Un professionista ha richiesto l'ammissione al passivo fallimentare di una società per compensi non pagati. La sua domanda è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo che l'onere della prova del credito, sia nella sua esistenza (an) che nel suo ammontare (quantum), grava interamente sul professionista, senza che la procedura fallimentare attenui tale rigore. La Corte ha inoltre chiarito i limiti del principio di non contestazione, escludendone l'applicazione alla corrispondenza extraprocessuale.
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Onere della prova inadempimento: chi deve provare?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4197/2024, ha stabilito un principio fondamentale sull'onere della prova inadempimento contrattuale. In un caso riguardante la mancata migrazione di una linea telefonica aziendale, la Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente addossato al cliente la prova del disservizio. È il fornitore del servizio, in qualità di debitore della prestazione, a dover dimostrare di aver adempiuto correttamente o che l'inadempimento è dovuto a cause a lui non imputabili.
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Inadempimento preliminare: ritardi e buona fede
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di un contratto preliminare per inadempimento della società promittente acquirente. La sentenza evidenzia come il ritardo nell'avviare le operazioni di frazionamento, a carico dell'acquirente, e la mancata convocazione per il rogito costituiscano un inadempimento preliminare di importanza tale da giustificare lo scioglimento del contratto, a nulla valendo un lieve ritardo successivo delle promittenti venditrici.
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Domanda Interessi: quando il giudice non può decidere
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che aveva concesso gli interessi sul prezzo di una compravendita immobiliare in assenza di una specifica domanda interessi da parte del creditore. L'ordinanza ribadisce che, in base al principio della domanda (art. 112 c.p.c.), il giudice non può pronunciarsi su accessori del credito, come gli interessi, se non espressamente richiesti, a differenza del risarcimento del danno dove essi sono una componente intrinseca.
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