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Diritto Civile

Danno da perdita parentale: guida alle tabelle 2022

La Corte d’Appello di Firenze, riformando una sentenza di primo grado, ha riconosciuto un risarcimento maggiore per il danno da perdita parentale a un fratello e ha concesso per la prima volta un risarcimento al nipote della vittima. La Corte ha applicato le più recenti tabelle milanesi ‘a punti’ del 2022, invece di quelle precedenti ‘a forcella’, sottolineando che la liquidazione deve basarsi sui criteri più attuali quando la decisione impugnata viene riformata.

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Principio di non contestazione e caduta in casa

La Corte d’Appello di Firenze ha riformato una sentenza di primo grado, affermando la responsabilità del proprietario di un immobile per la caduta di un’anziana parente. La decisione si fonda sul principio di non contestazione, poiché il proprietario, pur costituendosi in giudizio, non aveva specificamente contestato la dinamica dell’incidente (caduta su scala bagnata) descritta dalla danneggiata, limitandosi a contestare l’ammontare del danno richiesto. Di conseguenza, i fatti si sono ritenuti provati. La Corte ha invece dichiarato inammissibile la domanda degli eredi contro la compagnia assicurativa del proprietario, non essendo prevista un’azione diretta.

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Compenso avvocato forma scritta: la mail non basta

Una cliente ha impugnato una sentenza che la condannava a pagare le parcelle del proprio legale, sostenendo l’esistenza di un accordo verbale per un importo inferiore, provato da scambi di email. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, riaffermando il principio secondo cui per il compenso dell’avvocato la forma scritta è un requisito essenziale per la validità dell’accordo (ad substantiam), come previsto dall’art. 2233 c.c. Di conseguenza, le comunicazioni informali come le email non possono sostituire un contratto formale, e in sua assenza si applicano le tariffe professionali standard.

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Compenso avvocato PSS: Sì al protocollo, no a errori

Un avvocato ricorre contro una liquidazione di compensi ritenuta troppo bassa per un’assistenza in regime di patrocinio a spese dello Stato (PSS). La Corte d’Appello, pur confermando la legittimità dell’uso di un protocollo d’intesa locale, accoglie parzialmente il ricorso. Rileva che il giudice precedente aveva erroneamente applicato solo le tariffe base del protocollo, omettendo le maggiorazioni previste per la complessità del caso. Di conseguenza, ricalcola il compenso avvocato PSS da 1.130 euro a 2.147 euro, stabilendo un importante principio sulla corretta e integrale applicazione degli accordi locali.

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Iscrizione ipotecaria illegittima: il danno risarcibile

Una società ha citato in giudizio l’Amministrazione finanziaria per i danni subiti a causa di una iscrizione ipotecaria illegittima su un proprio immobile, mantenuta per decenni. La Corte d’Appello di Firenze, riformando la sentenza di primo grado, ha dichiarato l’illegittimità dell’iscrizione e del suo rinnovo per mancanza della necessaria autorizzazione giudiziaria. Di conseguenza, ha affermato la responsabilità della Pubblica Amministrazione per i danni derivanti dalla compromissione della commerciabilità del bene e dalla lesione del rapporto di fiducia con il ceto creditorio, disponendo un’ulteriore istruttoria per la quantificazione precisa del risarcimento.

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Vizi occulti immobile: risoluzione contratto e danni

Un acquirente scopre gravi vizi occulti, tra cui umidità e assenza di abitabilità, in un immobile appena comprato. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, accoglie la sua domanda di risoluzione del contratto. La sentenza stabilisce che la gravità dei difetti, unita alla condotta ingannevole dei venditori che li avevano mascherati, giustifica la restituzione del prezzo d’acquisto e il risarcimento dei danni. La Corte chiarisce che la mera possibilità futura di sanare i vizi non è sufficiente a escludere il diritto alla risoluzione quando il bene è funzionalmente diverso da quello promesso.

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Responsabilità attività pericolosa: il caso giostra

La Corte d’Appello ha confermato la condanna del gestore di una giostra per le lesioni subite da un ragazzo, qualificando l’uso della giostra sotto la pioggia come responsabilità per attività pericolosa ai sensi dell’art. 2050 c.c. È stato riconosciuto un concorso di colpa del 40% a carico del danneggiato per la sua condotta imprudente. La Corte ha stabilito che la condotta del ragazzo non era sufficiente a interrompere il nesso causale, ma ha contribuito alla causazione del danno. La domanda di manleva nei confronti dell’assicurazione è stata rigettata.

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Nullità mutuo: l'analisi della Corte d'Appello

La Corte d’Appello di Firenze ha respinto l’appello di alcuni debitori che chiedevano la nullità mutuo per vari motivi, tra cui usura, anatocismo, manipolazione dell’Euribor e vizi formali come la mancata indicazione dell’ISC. La Corte ha stabilito che la mancata indicazione dell’ISC è una violazione informativa ma non causa di nullità, che il piano alla francese non è anatocistico e che il calcolo dell’usura era corretto, confermando la validità dei contratti e dell’azione esecutiva.

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Sospensione esecuzione sentenza: danno e rendita

La Corte d’Appello di Firenze, decidendo su un’istanza di sospensione esecuzione sentenza, ha parzialmente accolto il ricorso dell’appellante. Ha sospeso l’esecutività della sentenza di primo grado per gli importi eccedenti determinate soglie, ravvisando una possibile erronea quantificazione sia della personalizzazione del danno non patrimoniale sia della rendita vitalizia per le spese di assistenza, ritenuta eccessiva.

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Beneficio di inventario: come limita i debiti ereditari

La Corte d’Appello sospende una sentenza di primo grado, riconoscendo il ‘fumus boni iuris’ dell’appello degli eredi. Questi avevano accettato l’eredità con beneficio di inventario, limitando la loro responsabilità per i debiti del defunto al valore dei beni ereditati, come previsto dall’art. 490 c.c.

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Lesione di legittima e calcolo della quota di riserva

In una causa di successione, gli eredi contestavano una presunta lesione di legittima dovuta a donazioni effettuate in vita dal defunto. La Corte d’Appello ha rigettato l’impugnazione, confermando che il calcolo della massa ereditaria e della quota di riserva era corretto e che non vi era stata alcuna lesione dei diritti dei legittimari. La sentenza chiarisce inoltre che i premi delle polizze vita costituiscono donazioni indirette da considerare nel calcolo.

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Fondo patrimoniale: quando è revocabile dal creditore?

Una società creditrice ha ottenuto la revoca di un fondo patrimoniale costituito dai debitori. Il Tribunale ha confermato che la delega del recupero crediti a un sub-servicer non iscritto all’albo ex art. 106 TUB non inficia l’azione. Ha inoltre stabilito che la costituzione del fondo, avvenuta dopo la nascita del debito e in prossimità delle azioni di recupero, integra i requisiti del pregiudizio (eventus damni) e della consapevolezza del debitore (consilium fraudis), rendendo l’atto inefficace nei confronti del creditore.

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Foro del consumatore: incompetenza e revoca decreto

Un consumatore si oppone a un decreto ingiuntivo per un contratto d’opera, eccependo l’incompetenza territoriale del Tribunale adito in favore del foro del consumatore. La società creditrice aderisce all’eccezione. Il Tribunale di Sondrio accoglie l’eccezione, dichiara la propria incompetenza territoriale in favore del Tribunale di Lecco, revoca il decreto ingiuntivo e condanna la società a rimborsare le spese legali al consumatore, applicando il principio del foro del consumatore come inderogabile.

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Promessa di pagamento: onere della prova e assegno

Una società si oppone a un decreto ingiuntivo basato su un assegno, negando l’esistenza del prestito sottostante e sostenendo anzi un proprio credito verso l’ex amministratore. Il Tribunale ha accolto l’opposizione, chiarendo che quando il debitore contesta specificamente il titolo del debito (il “perché” della dazione di denaro), l’onere di provare il contratto di mutuo torna in capo al creditore. La sola promessa di pagamento derivante dall’assegno non è sufficiente se il creditore non dimostra il fondamento della sua pretesa.

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Inadempimento transattivo: condanna ad adempiere

La sentenza analizza un caso di inadempimento transattivo. Una parte non aveva rispettato un accordo che prevedeva la copertura di un vano accessorio per impedirne l’uso come terrazzo. Il Tribunale, accertato l’inadempimento sulla base di prove testimoniali e della mancata contestazione dell’accordo, ha condannato la parte inadempiente a eseguire le opere pattuite e a rifondere le spese legali, respingendo però la richiesta di condanna per responsabilità aggravata.

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Incapacità testatore: onere della prova e validità

Il Tribunale di Sondrio ha respinto il reclamo dei parenti di un defunto che contestavano la validità di un testamento olografo a favore di un vicino. La decisione ribadisce che l’onere di provare l’incapacità testatore al momento della stesura del testamento spetta a chi impugna l’atto. Nel caso di specie, le prove mediche e le circostanze di fatto, come la gestione autonoma delle proprie finanze da parte del defunto e i rapporti tesi con i parenti, hanno dimostrato la sua piena capacità di intendere e di volere, confermando la validità del testamento.

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Inadempimento professionale: come si calcola il danno?

Una società committente si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di competenze professionali, lamentando un inadempimento professionale da parte dei progettisti. Il Tribunale, avvalendosi di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), ha riscontrato un inadempimento parziale relativo al progetto strutturale e al piano di manutenzione. Di conseguenza, ha quantificato il danno subito dalla committente e lo ha posto in compensazione con il credito dei professionisti, revocando il decreto ingiuntivo e condannando la società al pagamento della sola somma residua.

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Disconoscimento fideiussione: firma generica non basta

Il Tribunale di Sondrio ha rigettato l’opposizione a un decreto ingiuntivo basato su una fideiussione. La corte ha stabilito che il disconoscimento della firma da parte del garante era inammissibile perché formulato in modo generico. Inoltre, ha respinto le accuse di dolo e errore, attribuendo la mancata comprensione del contratto alla negligenza del firmatario. La sentenza ha confermato la validità della garanzia personale anche in presenza di un’altra garanzia pubblica.

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Incarico professionale: la responsabilità del committente

Il caso analizza la responsabilità di un committente nel pagamento delle parcelle di un professionista (coordinatore della sicurezza) incaricato dal responsabile dei lavori. Nonostante il committente avesse un contratto generale con un altro tecnico, il Tribunale ha confermato l’obbligo di pagamento diretto, ritenendo l’incarico professionale un contratto autonomo e distinto. La sentenza chiarisce che la nomina diretta da parte del responsabile dei lavori crea un rapporto obbligatorio tra committente e professionista, a prescindere da altri accordi.

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Donazione indiretta e polizza vita: lesione legittima

Un figlio cita in giudizio la sorella sostenendo che i premi di una polizza vita, pagati dalla madre defunta a beneficio della sorella, costituissero una donazione indiretta lesiva della sua quota di legittima. Il Tribunale di Sondrio accoglie la domanda, affermando che i premi versati devono essere inclusi nel calcolo del patrimonio ereditario (riunione fittizia). Di conseguenza, ha ordinato alla sorella di reintegrare la quota del fratello con un pagamento corrispondente alla lesione subita.

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