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Diritto Civile

Detrazione acconto: la Cassazione chiarisce il caso
Una società appaltatrice ricorre in Cassazione contestando la mancata detrazione di un acconto in una controversia con una subappaltatrice. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, chiarendo che la questione della detrazione acconto era già stata risolta nei gradi di merito. La sentenza sottolinea che la Corte di Appello aveva correttamente ritenuto l'importo dovuto già al netto dell'acconto versato, basando la sua decisione su una motivazione logica e non sindacabile in sede di legittimità.
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Caparra confirmatoria: se è l’intero prezzo non vale
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28700/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di contratti preliminari di compravendita immobiliare. Se l'acquirente versa l'intero prezzo pattuito, tale somma non può essere qualificata come caparra confirmatoria, anche se il contratto la definisce tale. Di conseguenza, il venditore non può esercitare il diritto di recesso per un inadempimento di lieve importanza (come il mancato pagamento di spese per migliorie), ma deve agire con gli strumenti ordinari. La Corte ha cassato la decisione precedente, affermando che l'adempimento totale dell'obbligazione principale esclude la funzione tipica della caparra.
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Assegno nullo e presunzione di pagamento: la Cassazione
La Corte di Cassazione stabilisce che la restituzione volontaria di un assegno nullo al debitore non costituisce prova definitiva del pagamento. La nullità del titolo, dovuta alla mancanza di requisiti essenziali come data e firma, rappresenta un'eccezione "in senso lato" che il giudice d'appello può rilevare d'ufficio. Di conseguenza, la presunzione di liberazione del debitore può essere vinta se il creditore dimostra che la restituzione è avvenuta per altri motivi. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Responsabilità del vettore: il caso dei disservizi
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di due viaggiatori che hanno subito gravi disservizi durante un viaggio in traghetto. La Corte ha stabilito che la società che vende il biglietto ha la piena responsabilità del vettore, anche se si avvale di terzi per l'esecuzione del trasporto. Ha inoltre affermato che, una volta provato il disservizio, il giudice ha il dovere di liquidare il danno non patrimoniale in via equitativa, anche in assenza di una prova specifica del suo ammontare monetario, cassando la decisione dei giudici di merito che avevano negato il risarcimento.
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Contratto per fatti concludenti in un appalto
La Corte di Cassazione ha stabilito che un contratto per fatti concludenti, come un appalto di servizi, può ritenersi validamente stipulato anche in assenza di un accordo scritto. Nel caso esaminato, una società di raccolta rifiuti che ha continuato a usufruire di un servizio di smaltimento domenicale a prezzo maggiorato, ricevendo e registrando le relative fatture senza contestarle formalmente, ha tenuto un comportamento che manifesta in modo inequivocabile la sua volontà di accettare le condizioni. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva negato l'esistenza del rapporto contrattuale, ritenendo la sua motivazione contraddittoria e apparente.
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Compensazione spese legali: il potere del giudice
Una compagnia aerea, pur vincendo un appello contro una passeggera per un ritardo del bagaglio, ricorre in Cassazione contestando la compensazione spese legali disposta dal Tribunale. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la valutazione sulla compensazione è un potere discrezionale del giudice di merito, in questo caso motivato dalla difficoltà di quantificare il danno non patrimoniale.
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Indennizzo risoluzione anticipata: guida al caso
La Corte di Cassazione ha stabilito che spetta l'indennizzo per risoluzione anticipata di un incarico dirigenziale anche se la cessazione è causata da una legge che impone il rinnovo degli organi. La Corte ha chiarito che l'atto dell'assemblea che delibera la nomina di un commissario straordinario, in esecuzione della legge, integra una volontà negoziale sufficiente a far scattare la clausola contrattuale. Inoltre, ha escluso la possibilità di ridurre l'indennizzo applicando per analogia le norme sulla spending review (L. 296/2006), poiché queste costituiscono una disciplina eccezionale, non estensibile a soggetti giuridici diversi da quelli espressamente previsti, come le associazioni di diritto privato.
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Risarcimento bagaglio smarrito: la prova del valore
La Corte di Cassazione chiarisce che per il risarcimento bagaglio smarrito non è necessaria la prova dettagliata del valore di ogni singolo bene. Una volta accertato lo smarrimento, il giudice non può negare il risarcimento per difficoltà nella quantificazione del danno, ma deve procedere a una liquidazione equitativa, basata su criteri di comune esperienza, come la durata del viaggio. La decisione riforma una sentenza di merito che aveva negato il risarcimento al passeggero per mancata produzione di scontrini.
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Responsabilità agenzia pratiche auto: la Cassazione
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce la responsabilità agenzia pratiche auto nel contesto di una compravendita problematica. La Corte ha rigettato il ricorso di un'agenzia, confermando la sua condanna in solido con il venditore a risarcire l'acquirente per l'intero prezzo del veicolo. La decisione sottolinea che una valutazione di pari responsabilità da parte del giudice di merito costituisce una motivazione sufficiente per la quantificazione del danno, e che i motivi di ricorso basati su valutazioni di fatto sono inammissibili in sede di legittimità.
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Appello ordinanza competenza: sì, anche dal GdP
Un passeggero cita una compagnia aerea per un ritardo. Il Giudice di Pace emette un'ordinanza di incompetenza territoriale. Il Tribunale dichiara l'appello inammissibile. La Cassazione ribalta la decisione, affermando che l'appello ordinanza competenza è sempre possibile, poiché la forma del provvedimento (ordinanza) non prevale sulla sua sostanza decisoria (sentenza).
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Valore della controversia: come si appella la sentenza
Due turisti citano in giudizio un tour operator per un pacchetto vacanza di qualità inferiore, chiedendo un risarcimento di oltre 2.500 euro. Il Giudice di Pace accorda loro solo 420 euro. Il tour operator appella la sentenza e il Tribunale la riforma, dichiarando la domanda improcedibile per il mancato corretto svolgimento della negoziazione assistita. I turisti ricorrono in Cassazione, sostenendo che, dato il basso importo liquidato, la sentenza fosse appellabile solo per vizi procedurali. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, chiarendo che il **valore della controversia** si determina sulla base della domanda originaria e non della somma liquidata. Di conseguenza, la sentenza era appellabile nel merito e il Tribunale ha agito correttamente esaminando l'eccezione procedurale.
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Onere della prova vendita: chi dimostra il difetto?
Una società venditrice di macchinari industriali si è vista contestare la risoluzione unilaterale di un contratto di acquisto da parte di una società di leasing. Il motivo era la presunta non conformità del bene, in particolare una data di fabbricazione sulla marcatura CE ritenuta non veritiera. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in un caso del genere, l'onere della prova vendita spetta al venditore. Se il venditore contesta la risoluzione stragiudiziale dell'acquirente, è il venditore stesso a dover dimostrare di aver adempiuto correttamente alla propria obbligazione, fornendo un bene conforme a quanto pattuito.
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Responsabilità del custode: la prova del nesso causale
Una cittadina, infortunatasi mentre utilizzava un cassonetto dei rifiuti, ha citato in giudizio l'azienda municipalizzata. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d'appello, rigettando la richiesta di risarcimento. La sentenza sottolinea che, in tema di responsabilità del custode, non è sufficiente dimostrare l'utilizzo della cosa e il danno subito, ma è essenziale provare il nesso causale, ovvero che il danno sia stato provocato direttamente dalla cosa stessa.
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Concessione alloggio di servizio: serve forma scritta?
Una società di servizi ha agito contro un ex dipendente per la restituzione di un immobile concesso in uso come alloggio di servizio. La Cassazione ha stabilito che la concessione alloggio di servizio, scaduta quando l'ente era ancora pubblico, non poteva trasformarsi tacitamente in locazione, essendo necessaria la forma scritta ad substantiam per i contratti della P.A. La precedente decisione di merito è stata cassata.
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Sequestro conservativo penale: quando perde efficacia
La Cassazione chiarisce che il sequestro conservativo penale, disposto in un processo concluso con condanna generica, perde efficacia se la causa civile per la liquidazione del danno non viene iniziata entro i termini previsti dal codice di procedura civile (art. 669-octies e novies). Il ritardo nell'azione civile, nel caso di specie quasi cinque anni, smentisce il requisito del periculum in mora, rendendo la misura cautelare inefficace.
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Denuncia dei vizi: termini validi solo tra le parti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4300/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di denuncia dei vizi. Un'utilizzatrice di un immobile in leasing aveva citato in giudizio la società venditrice per gravi difetti strutturali. La questione centrale riguardava la validità di una clausola contrattuale, pattuita tra venditore e società di leasing, che estendeva i termini per la denuncia dei vizi. La Suprema Corte ha chiarito che tale clausola non può essere opposta ai danti causa del venditore (i venditori originari), poiché essi sono terzi rispetto a quel contratto. Di conseguenza, la denuncia effettuata nei loro confronti è stata considerata tardiva, annullando la decisione della Corte d'Appello e rinviando il caso per un nuovo esame.
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Assicurazione plurima: come si calcola il regresso?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4273/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di assicurazione plurima. In caso di sinistro coperto da più polizze, l'assicuratore che ha risarcito l'intero danno ha diritto di regresso verso gli altri co-assicuratori. La Corte ha chiarito che tale regresso non va calcolato in proporzione ai massimali di polizza, bensì in proporzione all'"indennizzo dovuto" da ciascun assicuratore in base al proprio contratto. Questa decisione risolve un dibattito dottrinale e giurisprudenziale, fornendo un criterio più equo e aderente al dettato normativo dell'art. 1910 c.c.
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Risarcimento per diffamazione: quando la critica è abuso
Il caso analizza la richiesta di risarcimento per diffamazione avanzata da un funzionario di polizia nei confronti di un collega. Quest'ultimo, in seguito a presunti ritardi in una pratica amministrativa, aveva inviato una lettera di lamentele non solo al diretto superiore, ma anche ad altri dirigenti, accusando il collega di inerzia e ritorsioni. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna al risarcimento, stabilendo che la diffusione delle accuse a destinatari non strettamente necessari trasforma l'esercizio del diritto di critica in un atto diffamatorio. L'appello è stato dichiarato inammissibile e sanzionato come abuso del processo.
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Nesso di causalità: errata valutazione e cassazione
Una società ha citato in giudizio una banca per i danni derivanti da un'errata segnalazione alla Centrale Rischi. Dopo una prima cassazione, la Corte d'Appello ha nuovamente negato il risarcimento, non ravvisando un nesso causale. La Corte di Cassazione, con questa seconda ordinanza, annulla ancora la decisione, evidenziando l'errore del giudice di merito nell'individuare il "danno-evento". Ha chiarito che l'analisi doveva concentrarsi sul blocco del credito e sul diniego di nuovi finanziamenti (eventi diretti), e non sulla successiva revoca formale degli affidamenti, imponendo così una nuova valutazione del nesso di causalità.
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Riduzione clausola penale: il potere del giudice
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che disponeva la riduzione della clausola penale in un contratto preliminare di compravendita immobiliare. La sentenza chiarisce i criteri che il giudice può utilizzare per valutare l'eccessività della penale, includendo l'adempimento parziale e l'interesse del creditore. Anche se il contratto è stato risolto, la disponibilità delle somme versate a titolo di acconto per un lungo periodo a favore del venditore costituisce un elemento valido per giustificare la riduzione della penale stessa.
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