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Diritto Civile

Scrittura privata compravendita: vale come vendita?

Una sentenza della Corte d’Appello analizza il valore di una scrittura privata di compravendita immobiliare in una disputa familiare. La Corte ha stabilito che, se il testo manifesta la volontà di trasferire immediatamente il bene, il contratto è definitivo e non preliminare. Di conseguenza, l’azione per l’accertamento dell’autenticità delle firme è imprescrittibile. La Corte ha rigettato l’appello della venditrice, che sosteneva la natura preliminare dell’atto e la simulazione, confermando il trasferimento di proprietà al compratore.

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Maggior danno: quando spetta e come provarlo in appello

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma chiarisce i presupposti per il riconoscimento del maggior danno da svalutazione monetaria. In un caso riguardante il mancato compenso a un medico specializzando, la Corte ha riformato la decisione di primo grado, negando il risarcimento per il maggior danno perché il creditore non aveva fornito la prova specifica del pregiudizio subito, oltre gli interessi legali. La decisione sottolinea che l’onere della prova spetta interamente al creditore.

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Mala gestio assicurativa: risarcimento e limiti

Una sentenza della Corte d’Appello affronta il tema della mala gestio assicurativa. A seguito di un infortunio mortale sul lavoro, l’assicurazione tardava a liquidare il danno. L’azienda assicurata, per evitare conseguenze penali, ha pagato di tasca propria un anticipo ai familiari della vittima. La Corte ha confermato la responsabilità dell’assicuratore per il ritardo ingiustificato (mala gestio) e per il conseguente danno all’immagine subito dall’assicurata, ma ha annullato la condanna generica a risarcire danni futuri ritenuti non più probabili.

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Vittima del dovere: status imprescrittibile, ma...

La Corte d’Appello di Trieste affronta il caso di un Carabiniere che ha richiesto il riconoscimento dello status di vittima del dovere anni dopo l’evento lesivo. La sentenza stabilisce un principio fondamentale: lo status giuridico di vittima del dovere è imprescrittibile e non può essere negato per il solo passare del tempo. Tuttavia, i singoli benefici economici, come assegni e indennizzi, sono soggetti alla prescrizione decennale. Inoltre, l’accesso a determinate prestazioni, come gli assegni vitalizi, è subordinato al superamento di una soglia minima di invalidità (25%), che nel caso specifico non è stata raggiunta (17%). La Corte ha quindi riconosciuto lo status, ma ha negato la maggior parte dei benefici economici, ad eccezione dell’esenzione dalle spese sanitarie.

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Cumulo giuridico rifiuti: sanzione ridotta da 200mila euro

Una società di trasporti, sanzionata con oltre 200.000 euro per 805 violazioni relative a formulari inesatti nel trasporto rifiuti, ha ottenuto una drastica riduzione della pena a circa 11.000 euro. La Corte di Cassazione ha stabilito l’applicazione del principio del cumulo giuridico rifiuti, confermato in sede di rinvio dalla Corte d’Appello, che ha ricalcolato la sanzione applicando la pena per la violazione più grave aumentata fino al doppio, anziché la somma matematica di tutte le sanzioni.

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Danno rapporto parentale: prova e liquidazione

La Corte d’Appello di Trieste ha confermato la condanna di un’azienda sanitaria al risarcimento per il danno da perdita del rapporto parentale subito dai familiari di una paziente deceduta a seguito di complicazioni mediche. La sentenza chiarisce che, sebbene per i familiari stretti il legame affettivo sia presunto, l’intensità di tale legame, necessaria per quantificare il danno, deve essere provata concretamente. La Corte ha ritenuto insufficiente la mera non contestazione da parte dell’azienda, basando la sua decisione sulle prove testimoniali che hanno dimostrato la profondità e la costanza dei rapporti tra la defunta e i suoi cari.

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Conclusione del contratto: l'ordine non firmato

Un negozio di abbigliamento ha citato in giudizio un fornitore per mancata consegna della merce. La Corte d’Appello ha stabilito che la conclusione del contratto non è mai avvenuta, poiché il modulo d’ordine inviato dal negozio, non essendo stato firmato per accettazione dal fornitore, costituiva una semplice proposta. Clausole come “salvo approvazione della casa” confermano la necessità di un’accettazione formale, escludendo che il silenzio potesse perfezionare l’accordo.

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Termine essenziale nel preliminare: le conseguenze

La Corte d’Appello riforma una sentenza di primo grado, stabilendo che il mancato rispetto del termine essenziale in un contratto preliminare di vendita immobiliare costituisce un inadempimento grave. La promissaria acquirente, costretta a trovare un’altra sistemazione, non ha rinunciato a far valere i suoi diritti. La Corte ha dichiarato la risoluzione del contratto per colpa della promittente venditrice, che non aveva ottenuto in tempo l’autorizzazione alla vendita per le quote dei figli minori, e dell’agenzia immobiliare, per non aver informato correttamente l’acquirente. Entrambe sono state condannate in solido a restituire caparra e provvigioni e a risarcire i danni.

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Azione revocatoria spese legali: quando sorge il credito

Un’analisi della sentenza della Corte d’Appello di Trieste sull’inammissibilità dell’azione revocatoria per spese legali prima della sentenza di condanna. Il caso chiarisce che il credito per le spese di lite sorge solo con la pronuncia del giudice, rendendo inefficace un’azione revocatoria su atti di disposizione anteriori a tale momento.

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Patrocinio vittime terrorismo: quando è inammissibile

La Corte d’Appello ha dichiarato inammissibile l’opposizione presentata contro il diniego del patrocinio per vittime di terrorismo. La decisione si fonda sulla distinzione tra il rigetto del beneficio all’interno della motivazione di una sentenza, impugnabile solo con i mezzi ordinari come il ricorso per cassazione, e il rigetto tramite un decreto di liquidazione, unico caso in cui è ammessa la procedura speciale di opposizione. Il ricorso è stato respinto per un errore procedurale, non essendo stato utilizzato il corretto strumento di impugnazione.

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Fideiussione omnibus nulla: l'onere della prova

Un fideiussore ha impugnato una sentenza sostenendo la nullità della propria garanzia, in quanto ricalcava uno schema ABI dichiarato anticoncorrenziale dalla Banca d’Italia nel 2005. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, stabilendo che per una fideiussione stipulata nel 2011, la sola esistenza del provvedimento del 2005 non è sufficiente a provare la nullità. Incombe sul garante l’onere di dimostrare la persistenza di un’intesa illecita al momento della firma. La Corte ha quindi confermato la piena validità della fideiussione omnibus e la condanna al pagamento.

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Donazione indiretta: quando il prestito è un regalo

Un padre ha citato in giudizio la figlia e l’ex genero per la restituzione di ingenti somme di denaro, sostenendo si trattasse di prestiti. L’ex genero si è difeso affermando che i versamenti costituissero una donazione indiretta, spinta da spirito di liberalità. La Corte d’Appello di Trieste ha confermato la decisione di primo grado, rigettando la richiesta del padre nei confronti dell’ex genero. La sentenza ha stabilito che, in assenza di prove concrete di un contratto di mutuo, le somme versate per sostenere la famiglia della figlia vanno considerate donazioni, soprattutto alla luce del lungo tempo trascorso senza richieste di restituzione e della coincidenza della richiesta con la separazione della coppia.

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Contributo di solidarietà: illegittimo per i fondi

La Corte d’Appello ha confermato l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto da un ente previdenziale privatizzato sulla pensione di un suo iscritto. Ribadendo un principio consolidato della Corte di Cassazione, i giudici hanno stabilito che tali enti non hanno il potere di introdurre prelievi forzosi su trattamenti pensionistici già liquidati. La decisione ha comportato la condanna dell’ente alla restituzione delle somme trattenute, con interessi decorrenti da ogni singolo prelievo, e ha confermato la prescrizione ordinaria decennale per il diritto al rimborso.

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Inadempimento contrattuale fornitore: guida pratica

Un fornitore non ha consegnato la documentazione essenziale per un’attrezzatura ludica e non ha corretto i vizi presenti. L’acquirente ha quindi sospeso i pagamenti. La Corte d’Appello ha confermato l’inadempimento contrattuale del fornitore, ricalcolando il danno a favore del cliente. Ha però negato il risarcimento per la maggiore IVA versata, ritenendola un costo neutro per l’impresa. La sospensione dei pagamenti da parte del cliente è stata giudicata legittima.

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Risarcimento danni in appalto: la prova dei costi

Una sentenza della Corte d’Appello analizza il tema del risarcimento danni in appalto. Il caso riguarda una controversia tra un’impresa edile e una committente per il pagamento di opere extracontratto e per i costi di sanatoria di alcuni vizi. La Corte ha stabilito che, per ottenere il risarcimento, non è sufficiente la stima di un perito (CTU), ma è necessaria la prova concreta della spesa effettivamente sostenuta. Di conseguenza, ha ridotto l’importo detratto dal credito dell’impresa, accogliendo parzialmente l’appello e modificando la ripartizione delle spese legali.

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Risoluzione contratto appalto: l'onere della prova

La Corte d’Appello ha confermato la risoluzione di un contratto d’appalto per la ristorazione scolastica a causa di gravi inadempimenti. La sentenza ribadisce che, a fronte della contestazione dell’inadempimento da parte della stazione appaltante, spetta all’impresa appaltatrice fornire la prova piena e rigorosa di aver eseguito correttamente la prestazione. In assenza di tale prova, la risoluzione del contratto appalto è da considerarsi legittima.

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Gestione patrimonio minore: obblighi del genitore

La Corte d’Appello conferma la condanna di un padre a restituire alle figlie le somme di un risarcimento assicurativo, incassate quando erano minorenni. La sentenza sottolinea che la gestione del patrimonio del minore richiede l’autorizzazione del giudice tutelare, come previsto dall’art. 320 c.c. Il padre, non avendo fornito prove delle spese sostenute per le figlie e avendo agito senza autorizzazione, è tenuto alla restituzione integrale dei capitali.

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Contratto di accoglienza: quando è valido e va pagato

Un figlio si opponeva al pagamento delle rette per la degenza della madre in una struttura, sostenendo la nullità del contratto di accoglienza. Il Tribunale di Verona ha respinto l’opposizione, chiarendo che i contratti per prestazioni puramente assistenziali, non a carico del Servizio Sanitario Nazionale, sono pienamente validi. Di conseguenza, ha confermato l’obbligo del figlio di saldare il debito.

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Adempimento contrattuale parziale: il caso del pilota

La sentenza analizza un caso di adempimento contrattuale parziale relativo a un accordo per la partecipazione di un pilota minorenne a delle gare. A causa di eventi esterni, il numero di gare è stato ridotto. Il Tribunale ha respinto le eccezioni sulla giurisdizione e sulla validità del contratto per mancata firma di un genitore, ritenendolo un atto di ordinaria amministrazione. La corte ha ricalcolato l’importo dovuto in base alle sole gare effettivamente disputate, applicando un principio di proporzionalità e riducendo la pretesa economica iniziale.

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Azione revocatoria: inefficace il trasferimento fondi

La sentenza analizza un caso di azione revocatoria promossa da alcuni avvocati creditori nei confronti del loro ex cliente. Quest’ultimo, dopo aver incassato una cospicua somma, l’aveva trasferita su un conto intestato unicamente al figlio, rendendosi di fatto insolvente. Il Tribunale ha accolto la domanda, dichiarando inefficace l’atto di trasferimento in quanto compiuto con la consapevolezza di arrecare pregiudizio ai creditori. È stato tuttavia disposto l’integrale compensazione delle spese di lite, poiché erano stati gli stessi legali a suggerire l’operazione fraudolenta.

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