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Diritto Civile

Contratto per facta concludentia con azienda speciale
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di un contratto per facta concludentia tra una società privata e un'azienda speciale comunale. Nonostante l'assenza di un accordo scritto, l'effettiva esecuzione della prestazione di servizi (trasporto rifiuti) è stata ritenuta prova sufficiente della conclusione del contratto. La Corte ha chiarito che le aziende speciali non sono equiparabili alla Pubblica Amministrazione in senso stretto, pertanto non sono soggette all'obbligo della forma scritta ad substantiam per i loro contratti.
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Giudicato contabile: blocca il risarcimento civile?
La Corte di Cassazione chiarisce che un giudicato contabile, con cui si esclude la responsabilità per danno erariale nei confronti di un ente, non ha efficacia riflessa nel giudizio civile intentato da un altro ente per il risarcimento del danno derivante da reato. La Corte ha rigettato il ricorso di un imprenditore che, condannato in sede penale e civile per truffa ai danni di una Regione, cercava di opporre una precedente sentenza favorevole della Corte dei Conti relativa a un'altra vicenda. È stata sottolineata la totale indipendenza tra l'azione contabile, volta a tutelare l'interesse pubblico generale, e quella civile, finalizzata al ristoro del danno specifico subito dalla vittima.
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Clausole vessatorie: firma non basta per la validità
Una consumatrice ha citato in giudizio un servizio di spedizioni per il ritardo nella consegna di alcuni pacchi. L'azienda si è difesa invocando una clausola limitativa della responsabilità presente nelle condizioni generali di contratto. La Corte di Cassazione ha dichiarato inefficaci tali clausole vessatorie, poiché la loro approvazione scritta era avvenuta tramite un richiamo generico a quindici clausole, senza una specifica indicazione del loro contenuto. Questa modalità non è stata ritenuta idonea a richiamare l'attenzione della contraente sul contenuto sfavorevole. La Corte ha invece respinto la richiesta di risarcimento per danno non patrimoniale avanzata dal coniuge della donna, non ritenendo provata una lesione grave di diritti costituzionalmente protetti.
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Interessi moratori usurari: quando manca l’azione?
Una società cliente ha contestato un contratto di leasing per la presenza di interessi moratori usurari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che non sussiste l'interesse ad agire per far dichiarare la nullità della clausola se il contratto è già terminato e non si sono mai verificati ritardi nei pagamenti, rendendo di fatto inapplicabile la clausola stessa.
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Sanzione disciplinare definitiva: no alla lex mitior
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4416/2024, ha stabilito l'inammissibilità del ricorso di un avvocato che chiedeva la rideterminazione di una sanzione disciplinare definitiva di cancellazione dall'albo. Secondo la Corte, il principio della lex mitior (legge più favorevole) non si applica retroattivamente a una sanzione passata in giudicato. La fase esecutiva è puramente amministrativa e non consente di riaprire un procedimento giurisdizionale ormai concluso.
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Responsabilità avvocato: dovere di informare il cliente
Un cliente ha citato in giudizio il proprio avvocato per inadempimento professionale, lamentando che la mancata estinzione di una procedura esecutiva, dopo il saldo del credito, avesse permesso l'intervento di altri creditori, causandogli un danno economico. La Corte d'Appello ha riconosciuto la responsabilità professionale dell'avvocato per non aver informato il cliente della necessità di chiudere la procedura. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione sul ricorso dell'avvocato a causa di un vizio di notifica, non entrando nel merito della questione.
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Leasing traslativo: applicazione dell’art. 1526 c.c.
Una società finanziaria ricorre in Cassazione dopo che la sua richiesta di pagamento per un contratto di leasing traslativo di un'imbarcazione è stata drasticamente ridotta in Appello. La Corte Suprema rigetta il ricorso, confermando che per i contratti risolti prima della L. 124/2017 si applica per analogia l'art. 1526 c.c. e ribadendo l'insindacabilità delle valutazioni di fatto e del potere discrezionale del giudice di merito riguardo alla riduzione della penale e alla valutazione delle prove.
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Domanda riconvenzionale: quando è ammissibile?
La Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio procedurale in materia di domanda riconvenzionale. In un caso di danni da allagamento, la domanda riconvenzionale di un ente pubblico era stata dichiarata inammissibile per tardività. La Suprema Corte ha annullato la decisione, chiarendo che se il giudice ordina l'integrazione di una domanda e fissa una nuova udienza, i termini per la costituzione e la proposizione della domanda riconvenzionale decorrono da questa nuova data. Viene così garantito il pieno diritto di difesa del convenuto.
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Canone aggiuntivo: legittima la richiesta regionale
Una società energetica ha contestato la legittimità e il metodo di calcolo di un canone aggiuntivo richiesto da un ente regionale per la prosecuzione temporanea di una concessione idroelettrica scaduta. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha respinto il ricorso, confermando che l'imposizione del canone aggiuntivo rientra nei poteri della Regione. La Corte ha inoltre stabilito che il giudice amministrativo non può sostituire la propria valutazione a quella della Pubblica Amministrazione, ma deve limitarsi a un controllo di legittimità, verificando che la scelta non sia palesemente irragionevole o arbitraria, anche se fossero possibili soluzioni alternative.
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Canone aggiuntivo concessione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4371/2024, ha respinto il ricorso di una società energetica in merito al pagamento del canone aggiuntivo per una concessione idroelettrica scaduta. La Corte ha stabilito che le esenzioni parziali previste nella concessione originaria non si estendono al periodo di prosecuzione temporanea. Inoltre, ha confermato la legittimità del criterio di calcolo provvisorio adottato dall'ente regionale, basato su un parametro oggettivo, ritenendolo non irragionevole né sproporzionato, anche a fronte di diverse conclusioni di una perizia tecnica. La decisione riafferma i limiti del sindacato del giudice amministrativo, che deve verificare la legittimità e ragionevolezza dell'atto senza sostituirsi alle scelte discrezionali della Pubblica Amministrazione.
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Esercizio abusivo: dentista sanzionato dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare di un anno di sospensione a un odontoiatra per aver agevolato l'esercizio abusivo della professione da parte di un odontotecnico nel suo studio. L'ordinanza chiarisce che la doppia iscrizione all'Albo dei Medici e a quello degli Odontoiatri giustifica una duplice sanzione per la stessa condotta, senza violare il principio del ne bis in idem. La Corte ha inoltre respinto l'eccezione di prescrizione, specificando che il termine si interrompe durante il procedimento penale.
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Onere modale donazione: opponibilità all’acquirente
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di alloggio a vita, previsto come onere modale in un atto di donazione, ha natura di obbligazione personale e non è opponibile all'acquirente che si aggiudica l'immobile in seguito a una procedura di espropriazione forzata. Anche se trascritto, l'onere non si trasforma in un diritto reale e non può essere fatto valere nei confronti dei terzi acquirenti, i quali hanno il diritto di ottenere la liberazione dell'immobile.
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Canone aggiuntivo idroelettrico: legittimo per la Cassazione
Una società energetica ha impugnato la delibera di una Regione che imponeva un canone aggiuntivo per la prosecuzione dell'esercizio di un impianto idroelettrico dopo la scadenza della concessione. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha respinto il ricorso, stabilendo che il canone aggiuntivo è legittimo. Esso non è una tassa, ma un corrispettivo per il vantaggio economico derivante dall'uso di risorse pubbliche e di impianti già ammortizzati. La Corte ha chiarito che l'imposizione rientra nella competenza legislativa regionale in materia di energia e non viola né la normativa nazionale, né i principi europei di non discriminazione.
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Diritto potestativo: esercizio in atto processuale
Una società affittuaria di rami d'azienda si opponeva a un decreto ingiuntivo, sostenendo di aver diritto a una riduzione del canone a causa dell'inadempimento della società concedente (mancato pagamento dei canoni di leasing). La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 4347/2024, ha stabilito che l'esercizio del diritto potestativo di ridurre il canone può validamente avvenire anche tramite un atto processuale, come la memoria di costituzione in giudizio, cassando la sentenza d'appello che aveva ritenuto non esercitata tale facoltà.
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Matrimonio fittizio: visto negato, Cassazione decide
L'appello di un cittadino contro il diniego del visto per la coniuge straniera è stato respinto. La Corte di Cassazione ha confermato che un matrimonio fittizio, identificato attraverso indizi come grande divario d'età, assenza di lingua comune e documenti falsi, giustifica il rifiuto del visto senza che sia necessaria una precedente dichiarazione giudiziale di nullità del matrimonio.
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Sanzioni disciplinari e morosità: la sospensione
Un geometra è stato sospeso per sei mesi per non aver pagato i contributi professionali per nove anni. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando che le sanzioni disciplinari di sospensione sono legittime per grave morosità contributiva, basandosi su una legge specifica che regola la materia per tutti gli ordini professionali.
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Canone aggiuntivo idroelettrico: legittimo per la Cassazione
Una società energetica ha impugnato la decisione di una Regione di imporre un canone aggiuntivo per la prosecuzione dell'esercizio di impianti idroelettrici con concessione scaduta. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha rigettato il ricorso, stabilendo la piena legittimità del canone aggiuntivo concessioni idroelettriche. La Corte ha chiarito che tale canone non è una tassa, ma un corrispettivo per il vantaggio economico derivante dall'utilizzo di beni pubblici e impianti già ammortizzati, rientrando pienamente nella potestà legislativa della Regione in materia di energia.
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Procedimento disciplinare psicologi: nullo senza PM
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello relativa a una sanzione disciplinare contro una psicologa. La decisione si fonda su un vizio procedurale: la mancata partecipazione del Pubblico Ministero, figura ritenuta parte necessaria (litisconsorte necessario) nel procedimento disciplinare psicologi. Il caso è stato rinviato al Tribunale di primo grado per un nuovo giudizio nel rispetto del corretto contraddittorio.
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Spese di lite: quando il giudice può compensarle
Una società ricorre in Cassazione contestando la modalità di svolgimento di un'udienza e la compensazione delle spese di lite in un giudizio di opposizione a precetto. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la piena legittimità dell'udienza a trattazione scritta e ribadendo l'ampio potere discrezionale del giudice di merito nella regolamentazione delle spese di lite, che non è sindacabile in sede di legittimità se non per vizi macroscopici.
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Querela di falso: rinvio per mancata comunicazione
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della trattazione di un ricorso riguardante una querela di falso contro un verbale della Polizia Stradale. La decisione non entra nel merito della presunta falsità del documento, ma si ferma a un vizio procedurale: la mancata comunicazione degli atti al Procuratore Generale. L'intervento di quest'ultimo è ritenuto obbligatorio nei procedimenti di querela di falso, e la sua assenza ha imposto alla Corte di sospendere il giudizio e ordinare la correzione della procedura.
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