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Diritto Civile

Improcedibilità ricorso Cassazione: onere del deposito
Un Comune ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza di secondo grado. Tuttavia, ha depositato solo la sentenza di primo grado, omettendo quella impugnata. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso per Cassazione, sottolineando l'importanza di adempiere all'onere di deposito previsto dal codice di procedura civile, a pena di inammissibilità.
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Responsabilità locatore per infiltrazioni: la Cassazione
Un'azienda subisce danni a merce e attrezzature a causa di infiltrazioni d'acqua nel locale commerciale affittato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4578/2024, ha rigettato il ricorso del proprietario, chiarendo la natura della responsabilità del locatore. La Corte ha precisato che tale responsabilità non deriva dalla custodia della cosa (art. 2051 c.c.), bensì da un inadempimento contrattuale per vizi della cosa locata (art. 1578 c.c.). Inoltre, ha confermato la possibilità di un concorso di colpa del conduttore se non avvisa tempestivamente il locatore del problema.
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Cessione del credito: quando è valida senza finanziamento
Un passeggero assegna il credito per un risarcimento da ritardo aereo a una società specializzata. La compagnia aerea contesta la validità di questa cessione del credito, sostenendo che si tratti di un'operazione di finanziamento mascherata che richiede autorizzazioni specifiche. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, chiarendo che se il corrispettivo è un servizio e non l'erogazione di fondi, non si tratta di un'attività di finanziamento. Il contratto è un accordo atipico valido, e la società può legittimamente richiedere il risarcimento a proprio nome.
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Usucapione bene pubblico: quando inizia il termine?
Un cittadino ha richiesto l'usucapione di un terreno comunale, precedentemente gravato da uso civico. Il Comune sosteneva che il termine ventennale decorresse solo da una sentenza del 2003 che ne accertava la natura di patrimonio disponibile. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per l'usucapione di un bene pubblico il termine decorre dal momento in cui una legge (in questo caso un R.D.L. del 1933) estingue l'uso civico, rendendo il bene usucapibile, e non dalla successiva sentenza di accertamento.
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Onere della prova: contributo negato se manca priorità
La richiesta di un cittadino per un contributo di ricostruzione post-terremoto è stata respinta in via definitiva. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il suo ricorso, confermando la decisione d'appello. Il punto cruciale è stato il mancato adempimento dell'onere della prova riguardo ai criteri di priorità stabiliti dalla legge per l'erogazione dei fondi, nonostante il contributo fosse stato inizialmente quantificato.
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Occupazione illegittima: no a risarcimento esteso
Una cittadina ha citato in giudizio un comune per i danni derivanti da un'occupazione d'urgenza di un terreno. La Corte d'Appello ha ridotto drasticamente il risarcimento, limitandolo al breve periodo di occupazione illegittima successivo alla scadenza del termine legittimo. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che una richiesta di risarcimento danni non include l'indennità per il periodo di occupazione legittima, a meno che non sia stata espressamente richiesta. Di conseguenza, il ricorso della cittadina è stato respinto.
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Onere della prova indennizzo: la Cassazione decide
Un cittadino ha richiesto un indennizzo per beni di antiquariato persi in un sisma, ma la sua domanda è stata respinta per mancanza di prove adeguate sul valore. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile e ribadendo che l'onere della prova indennizzo spetta a chi lo richiede. La Corte ha sottolineato che la valutazione delle prove è competenza esclusiva dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità.
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Legge Pinto e rinuncia: niente indennizzo presunto
Un'azienda agricola ha chiesto un indennizzo per l'eccessiva durata di una causa, conclusasi dopo molti anni con un accordo transattivo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che in caso di Legge Pinto e rinuncia agli atti, si presume che l'accordo tra le parti copra anche il danno da ritardo. La parte che chiede l'indennizzo deve fornire una prova contraria specifica per superare tale presunzione.
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Pecuniary compensation: no two-year lapse period
Una società di recupero crediti ha agito contro una compagnia aerea per ottenere la compensazione pecuniaria per un ritardo aereo, come cessionaria del credito dei passeggeri. La compagnia aerea ha eccepito la decadenza biennale prevista dalla Convenzione di Montreal. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento CE 261/2004 è un istituto giuridico autonomo e distinto dal risarcimento del danno della Convenzione di Montreal. Di conseguenza, non si applica il termine di decadenza biennale previsto da quest'ultima, ma le norme sulla prescrizione dello Stato membro. La Corte ha inoltre confermato la validità della cessione del credito, non qualificandola come attività finanziaria soggetta a specifici obblighi di iscrizione.
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Onere della prova per contributi pubblici: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due cittadini contro un Comune per ottenere fondi di ricostruzione post-sismica. La decisione chiarisce l'onere della prova: spetta all'ente pubblico dimostrare la carenza di fondi, ma se fornisce prove adeguate, il cittadino deve presentare contro-prove efficaci. Poiché il diritto al contributo è stato negato, è stata respinta anche la conseguente domanda di risarcimento danni.
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Formazione professionale: obblighi e sanzioni
Un professionista è stato sanzionato con la sospensione per non aver completato la formazione professionale obbligatoria. In seguito al suo ricorso, la Corte di Cassazione ha confermato la sanzione, rigettando le eccezioni su presunte discriminazioni, violazioni della concorrenza e vizi procedurali. La sentenza ribadisce la centralità dell'aggiornamento continuo e la legittimità dei sistemi di controllo degli ordini professionali.
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Responsabilità proprietario immobile: quando risponde?
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della responsabilità del proprietario di un immobile per le immissioni moleste (fumi e odori) prodotte dall'attività del suo inquilino. La Corte ha ribadito che la mera proprietà non è sufficiente a fondare una responsabilità per danni, essendo necessario dimostrare un concorso attivo e consapevole del locatore nella produzione del fatto illecito. In questo caso specifico, il ricorso del danneggiato è stato dichiarato inammissibile per motivi procedurali, poiché mirava a una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità, confermando così la sentenza che escludeva la responsabilità proprietario immobile.
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Tutela possessoria: Giudice e P.A., la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4409/2024, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia di tutela possessoria contro un Consorzio di Bonifica. Il caso riguardava l'interramento di un canale, azione ritenuta dalla Corte un'attività materiale non direttamente discendente da un provvedimento amministrativo autoritativo. Di conseguenza, la pretesa del possessore spogliato va fatta valere dinanzi al tribunale civile e non a quello amministrativo.
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Contratto per facta concludentia con azienda speciale
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di un contratto per facta concludentia tra una società privata e un'azienda speciale comunale. Nonostante l'assenza di un accordo scritto, l'effettiva esecuzione della prestazione di servizi (trasporto rifiuti) è stata ritenuta prova sufficiente della conclusione del contratto. La Corte ha chiarito che le aziende speciali non sono equiparabili alla Pubblica Amministrazione in senso stretto, pertanto non sono soggette all'obbligo della forma scritta ad substantiam per i loro contratti.
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Giudicato contabile: blocca il risarcimento civile?
La Corte di Cassazione chiarisce che un giudicato contabile, con cui si esclude la responsabilità per danno erariale nei confronti di un ente, non ha efficacia riflessa nel giudizio civile intentato da un altro ente per il risarcimento del danno derivante da reato. La Corte ha rigettato il ricorso di un imprenditore che, condannato in sede penale e civile per truffa ai danni di una Regione, cercava di opporre una precedente sentenza favorevole della Corte dei Conti relativa a un'altra vicenda. È stata sottolineata la totale indipendenza tra l'azione contabile, volta a tutelare l'interesse pubblico generale, e quella civile, finalizzata al ristoro del danno specifico subito dalla vittima.
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Clausole vessatorie: firma non basta per la validità
Una consumatrice ha citato in giudizio un servizio di spedizioni per il ritardo nella consegna di alcuni pacchi. L'azienda si è difesa invocando una clausola limitativa della responsabilità presente nelle condizioni generali di contratto. La Corte di Cassazione ha dichiarato inefficaci tali clausole vessatorie, poiché la loro approvazione scritta era avvenuta tramite un richiamo generico a quindici clausole, senza una specifica indicazione del loro contenuto. Questa modalità non è stata ritenuta idonea a richiamare l'attenzione della contraente sul contenuto sfavorevole. La Corte ha invece respinto la richiesta di risarcimento per danno non patrimoniale avanzata dal coniuge della donna, non ritenendo provata una lesione grave di diritti costituzionalmente protetti.
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Interessi moratori usurari: quando manca l’azione?
Una società cliente ha contestato un contratto di leasing per la presenza di interessi moratori usurari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che non sussiste l'interesse ad agire per far dichiarare la nullità della clausola se il contratto è già terminato e non si sono mai verificati ritardi nei pagamenti, rendendo di fatto inapplicabile la clausola stessa.
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Sanzione disciplinare definitiva: no alla lex mitior
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4416/2024, ha stabilito l'inammissibilità del ricorso di un avvocato che chiedeva la rideterminazione di una sanzione disciplinare definitiva di cancellazione dall'albo. Secondo la Corte, il principio della lex mitior (legge più favorevole) non si applica retroattivamente a una sanzione passata in giudicato. La fase esecutiva è puramente amministrativa e non consente di riaprire un procedimento giurisdizionale ormai concluso.
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Responsabilità avvocato: dovere di informare il cliente
Un cliente ha citato in giudizio il proprio avvocato per inadempimento professionale, lamentando che la mancata estinzione di una procedura esecutiva, dopo il saldo del credito, avesse permesso l'intervento di altri creditori, causandogli un danno economico. La Corte d'Appello ha riconosciuto la responsabilità professionale dell'avvocato per non aver informato il cliente della necessità di chiudere la procedura. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione sul ricorso dell'avvocato a causa di un vizio di notifica, non entrando nel merito della questione.
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Leasing traslativo: applicazione dell’art. 1526 c.c.
Una società finanziaria ricorre in Cassazione dopo che la sua richiesta di pagamento per un contratto di leasing traslativo di un'imbarcazione è stata drasticamente ridotta in Appello. La Corte Suprema rigetta il ricorso, confermando che per i contratti risolti prima della L. 124/2017 si applica per analogia l'art. 1526 c.c. e ribadendo l'insindacabilità delle valutazioni di fatto e del potere discrezionale del giudice di merito riguardo alla riduzione della penale e alla valutazione delle prove.
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