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Diritto Civile

Indennità di espropriazione: vince il valore legale
Un proprietario contesta la bassa indennità di espropriazione per un terreno usato come piazzale aziendale ma legalmente non edificabile. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che il calcolo dell'indennità deve basarsi esclusivamente sulla destinazione urbanistica (edificabilità legale) e non sull'utilizzo effettivo. Vengono respinte anche le richieste di risarcimento aggiuntivo per migliorie e svalutazione monetaria per insufficienza di prove.
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Ripetizione di indebito: annullamento e restituzione
Un'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione esamina un caso di ripetizione di indebito tra un ente creditizio e un istituto bancario. La controversia nasce dalla richiesta di restituzione di utili distribuiti sulla base di uno statuto societario successivamente annullato con effetto retroattivo. La Corte ha rinviato la decisione per unire il ricorso ad un altro procedimento connesso, al fine di garantire una trattazione contestuale e coordinata delle questioni giuridiche sollevate, tra cui la decorrenza degli interessi e la prova della malafede.
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Notifica cessione credito: vale anche a civico diverso?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di cessione del credito è valida anche se inviata a un numero civico diverso da quello della sede legale, purché si dimostri che l'indirizzo rientri nella sfera di controllo del destinatario. Nel caso di specie, la notifica era stata recapitata presso un civico differente ma facente parte dello stesso stabile della sede legale del debitore, che aveva apposto il proprio timbro sulla ricevuta. La Corte ha cassato la sentenza d'appello, che aveva erroneamente privilegiato un approccio formalistico, riaffermando il principio della presunzione di conoscenza.
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Concorrenza sleale scommesse: licenza UE non basta
Una società di scommesse con licenza ha citato in giudizio un operatore straniero e il suo intermediario italiano per concorrenza sleale scommesse, poiché operavano senza le autorizzazioni nazionali. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, ritenendo la condotta giustificata dal fatto che la legge italiana, escludendo l'operatore straniero da una gara, violava il diritto UE. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la disapplicazione delle sanzioni penali non rende automaticamente lecita la condotta sul piano civile. Il caso è stato rinviato a un nuovo giudice per verificare se la mancanza di licenza fosse una conseguenza diretta del diniego illegittimo dello Stato.
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Spese processuali: chi paga se la domanda è accolta?
Una farmacia ha richiesto il pagamento di forniture a un'azienda sanitaria. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4982/2024, ha chiarito un importante principio sulla ripartizione delle spese processuali. Anche se il credito viene riconosciuto in misura inferiore a quanto richiesto inizialmente, il creditore non può essere considerato la parte soccombente e non deve essere condannato al pagamento delle spese legali. La decisione si concentra sul corretto criterio di valutazione della soccombenza nei giudizi di opposizione a decreto ingiuntivo.
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Altro vantaggio in locazione: quando è nullo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di pagamento di un debito altrui come condizione per stipulare un contratto di sublocazione non costituisce un "altro vantaggio" vietato dall'art. 79 della L. 392/1978. Secondo la Corte, tale pattuizione è lecita se trova una giustificazione causale autonoma, come in un'operazione di espromissione, e non altera il sinallagma del contratto di locazione. La nullità si configurerebbe solo se fosse provato che tale giustificazione è meramente simulata per mascherare una "buona entrata" senza causa.
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Eccezione di compensazione: crediti in locazione
Un locatore ha avviato una procedura di sfratto per morosità contro il conduttore. Quest'ultimo, di professione avvocato, si è difeso sollevando un'eccezione di compensazione, sostenendo che il locatore gli doveva dei compensi professionali. La Corte d'Appello ha accolto tale difesa. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione, chiarendo le regole procedurali e la natura dell'eccezione di compensazione quando utilizzata a scopo puramente difensivo per neutralizzare la pretesa avversaria, anche se il controcredito non è ancora liquido. Il ricorso del locatore è stato quindi respinto.
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Risarcimento danni terzo: Giudice Ordinario competente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4929/2024, ha stabilito che la giurisdizione per la richiesta di risarcimento danni avanzata da un terzo, danneggiato solo indirettamente da un provvedimento illegittimo della Pubblica Amministrazione, spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. Il caso riguardava due architetti che, dopo aver risarcito i propri clienti a causa di sanzioni edilizie sproporzionate e poi annullate, hanno citato in giudizio il Comune per i danni subiti. La Corte ha chiarito che, non essendo i diretti destinatari del provvedimento, la loro azione legale per il risarcimento danni terzo si fonda su un illecito civile e non su un rapporto di diritto amministrativo.
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Proprietà superficiaria su suolo demaniale: Cassazione
Una società che gestisce un chiosco su area demaniale, dopo aver ottenuto una sanatoria edilizia, si è vista negare la proprietà superficiaria dell'immobile. La Corte di Cassazione, con la sentenza 4914/2024, ha annullato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la speciale procedura di sanatoria prevista dalla L. 47/1985 può derogare al principio generale dell'accessione. Il completamento di tale iter, inclusa la stipula di un'apposita convenzione, può costituire una proprietà superficiaria in capo al privato, separata dalla proprietà pubblica del suolo. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per verificare l'esistenza di tale convenzione.
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Presunzione di demanialità: area pubblica non si usucapisce
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di due privati che rivendicavano la proprietà per usucapione di un'area adiacente a una piazza. La Corte ha confermato la presunzione di demanialità di tali aree, chiarendo che né l'uso prolungato né le autorizzazioni comunali per l'occupazione del suolo possono vincere tale presunzione o dimostrare una sdemanializzazione tacita.
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Remunerazione specializzandi: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni medici che chiedevano un risarcimento, sostenendo che la loro borsa di studio, percepita tra il 1998 e il 2006, fosse inadeguata rispetto alle normative europee. La Corte ha ribadito che l'obbligo di adeguata remunerazione specializzandi è stato adempiuto con il D.Lgs. 257/1991 e che il trattamento più favorevole del D.Lgs. 368/1999 non è retroattivo. Ha inoltre confermato il blocco degli adeguamenti inflazionistici della borsa di studio a causa di successive leggi finanziarie.
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Soccombenza virtuale: chi paga le spese legali?
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della soccombenza virtuale e della ripartizione delle spese legali. Il caso riguarda una farmacia che aveva ottenuto un decreto ingiuntivo contro un'Azienda Sanitaria Locale per il pagamento di forniture. L'ASL si era opposta solo alla misura degli interessi moratori richiesti. La Corte d'Appello, pur riconoscendo il credito principale, aveva revocato il decreto e condannato la farmacia al pagamento delle spese. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che il creditore la cui pretesa viene parzialmente accolta è comunque la parte vittoriosa e non può essere condannato al pagamento delle spese, applicando il principio di soccombenza virtuale.
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Responsabilità professionale notaio: l’obbligo di verifica
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un notaio per non aver individuato una trascrizione pregiudizievole su un immobile, oggetto di compravendita. La sentenza chiarisce che la responsabilità professionale del notaio sussiste anche se l'immobile proviene da una procedura fallimentare e la pretesa trascritta si rivela infondata. Il danno per l'acquirente è stato riconosciuto come concreto, derivante dall'incertezza e dalla ridotta commerciabilità del bene.
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Onere della prova: chi prova il diritto al pagamento?
Una struttura sanitaria ha richiesto il pagamento per prestazioni erogate in regime di accreditamento provvisorio. L'azienda sanitaria locale ha contestato il diritto a eseguire quelle specifiche prestazioni. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'onere della prova ricade sulla struttura sanitaria, che deve dimostrare non solo di aver erogato la prestazione, ma anche di avere il titolo per farlo, basato sui precedenti accordi convenzionali. Non avendolo fatto, la sua richiesta è stata respinta.
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Distanze legali costruzioni: legge vs regolamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4841/2024, ha stabilito l'inderogabilità delle distanze legali costruzioni previste dal Codice Civile. Un regolamento edilizio comunale non può ridurre la distanza minima di tre metri, neppure escludendo dal calcolo le costruzioni al di sotto di una certa altezza. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva applicato la norma locale in contrasto con la legge nazionale, riaffermando il principio gerarchico delle fonti del diritto.
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Diritto di veduta e distanze: la Cassazione decide
In un caso riguardante la costruzione di una scala metallica a meno di tre metri dalle finestre di una proprietà vicina, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sul diritto di veduta. La Corte ha stabilito che, prima di poter ordinare la rimozione di una costruzione per violazione delle distanze, è necessario accertare che il proprietario della finestra abbia un legittimo diritto di veduta, costituito come servitù per contratto, usucapione o altra modalità prevista dalla legge. La semplice esistenza di una finestra, anche da lungo tempo, non è di per sé sufficiente. La sentenza di appello, che aveva ordinato la rimozione della scala basandosi solo sulla violazione della distanza, è stata quindi annullata con rinvio per un nuovo esame.
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Targa non propria: quando la multa è illegittima
Una società di trasporti è stata multata per circolazione con targa non propria perché un suo veicolo, ancora iscritto al PRA italiano, circolava con targa polacca. La Corte di Cassazione ha annullato la multa, chiarendo che la violazione di 'targa non propria' si configura solo se la targa è contraffatta o appartiene a un altro veicolo. La targa polacca, essendo stata regolarmente rilasciata per quel mezzo dalle autorità competenti, era legittima. L'omessa cancellazione dal PRA per esportazione costituisce un'infrazione diversa e separata.
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Sconto tariffario sanità: legittimo il taglio imposto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4832/2024, ha stabilito la legittimità dello sconto tariffario sanità applicato da un'Azienda Sanitaria Provinciale a un laboratorio di analisi convenzionato. La Corte ha rigettato il ricorso del laboratorio, confermando che le norme nazionali che impongono riduzioni tariffarie per esigenze di finanza pubblica prevalgono e si integrano automaticamente nei contratti, e che il giudice ordinario non può disapplicare i relativi atti amministrativi regionali.
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Giurisdizione aiuti agricoli: chi decide?
Una società cooperativa agricola ha citato in giudizio un ente governativo per il mancato pagamento di aiuti comunitari legati a contratti di ammasso di vino. Il cuore della controversia riguarda la giurisdizione: spetta al giudice ordinario o a quello amministrativo decidere? La Corte di Cassazione, vista l'assenza di precedenti specifici, ha emesso un'ordinanza interlocutoria per rimettere la questione sulla giurisdizione aiuti agricoli alle Sezioni Unite, che dovranno stabilire la natura dell'attività di controllo dell'ente erogatore.
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Equa riparazione: no indennizzo per cause di valore esiguo
Un cittadino ha richiesto un'equa riparazione al Ministero della Giustizia per la durata irragionevole (4 anni e 2 mesi) di un processo relativo a una sanzione amministrativa di 360 euro. La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d'Appello, ha respinto la domanda. Il principio affermato è che, in caso di esiguità della posta in gioco, si presume l'insussistenza di un danno non patrimoniale significativo, escludendo così il diritto all'indennizzo per equa riparazione, nonostante il superamento dei termini di durata ragionevole del processo.
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