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Diritto Civile

Produttori assicurativi diretti: no Gestione Commercianti

La Corte di Cassazione ha stabilito che i produttori assicurativi diretti, ovvero coloro che hanno un rapporto diretto con una compagnia di assicurazioni, non sono soggetti all’obbligo di iscrizione alla Gestione Commercianti. Questa obbligazione, secondo la Corte, riguarda esclusivamente i produttori che operano tramite agenzie o sub-agenzie, in base a un’interpretazione restrittiva della normativa di riferimento. La corretta cassa previdenziale per i produttori diretti va individuata analizzando le concrete modalità di svolgimento dell’attività.

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Impossibilità sopravvenuta: matrimonio e Covid-19

La Corte d’Appello ha stabilito che l’annullamento di un ricevimento di nozze a causa delle restrizioni per il Covid-19 costituisce un caso di impossibilità sopravvenuta della prestazione, non di eccessiva onerosità. Di conseguenza, i futuri sposi hanno diritto alla restituzione integrale dell’acconto versato, poiché la data del ricevimento era un termine essenziale e l’offerta di un voucher o di un rinvio non soddisfa l’interesse originario delle parti. La sentenza ha riformato la decisione di primo grado, condannando la società organizzatrice al rimborso totale.

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Responsabilità animali: esclusa se la vittima scavalca

La Corte d’Appello ha riformato una sentenza di primo grado, escludendo la responsabilità dei proprietari di un cane per i danni causati dall’animale. La decisione si fonda sul fatto che la persona danneggiata si era introdotta illecitamente nella proprietà privata scavalcando la recinzione, tenendo un comportamento imprevedibile e aggressivo. Questa condotta, qualificata come “caso fortuito”, ha interrotto il nesso causale, esonerando i proprietari da ogni obbligo di risarcimento per la responsabilità animali.

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Denuncia dei vizi: come e quando contestare i difetti

Una società committente si opponeva al pagamento del saldo di una fattura per la riparazione di un macchinario, lamentando vizi nell’opera. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello. La ragione principale è che la denuncia dei vizi è stata ritenuta tardiva e inefficace, in quanto comunicata verbalmente a un dipendente non autorizzato a riceverla e formalizzata via email oltre i termini di legge. La Corte ha inoltre stabilito che i pagamenti parziali effettuati senza riserve e la mancata contestazione immediata della fattura costituiscono un’accettazione dell’opera.

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Correzione errore materiale: spese legali dimenticate

Un avvocato, dopo aver vinto una causa in Cassazione, non si vedeva liquidate le spese legali a causa di una svista nell’ordinanza. La Corte Suprema, tramite il procedimento di correzione errore materiale, ha emendato la propria precedente decisione. Ha riconosciuto l’omissione come un errore e ha disposto la liquidazione delle spese in favore del professionista, condannando la parte soccombente al pagamento. La decisione sottolinea che la correzione errore materiale è lo strumento corretto per sanare questo tipo di dimenticanze.

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Competenza giudice risarcimento detenuti: la Cassazione

Un detenuto condannato all’ergastolo chiede un risarcimento per condizioni di detenzione inumane. Nasce un conflitto tra giudice civile e magistrato di sorveglianza. La Cassazione chiarisce la questione sulla competenza del giudice per il risarcimento detenuti: il ricorso per regolamento di competenza è inammissibile e la competenza spetta al magistrato di sorveglianza, anche per il solo ristoro economico.

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Litisconsorzio necessario: appello e rimessione al giudice

A seguito di una caduta su un’area condominiale, una persona cita in giudizio il titolare di un’attività commerciale. Quest’ultimo chiama in causa l’assicurazione del condominio. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, dichiara la nullità del procedimento per la mancata partecipazione al giudizio del Condominio, considerato litisconsorte necessario. La causa viene quindi rimessa al Tribunale per un nuovo processo con la corretta composizione delle parti.

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Ricorso inammissibile se critica i fatti

Un’agenzia di viaggi, dopo aver perso in appello una causa per il mancato pagamento di una gita scolastica interrotta per un’intossicazione alimentare, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione risiede nel fatto che l’agenzia non ha contestato un errore di diritto, ma ha tentato di ottenere un riesame dei fatti e delle prove, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale si occupa solo della corretta applicazione delle norme (giudizio di legittimità).

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Produttori assicurativi diretti: no Gestione Commercianti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14075/2019, ha stabilito che i produttori assicurativi diretti, ovvero coloro che operano per conto di una compagnia senza l’intermediazione di un’agenzia, non sono automaticamente obbligati a iscriversi alla Gestione Commercianti. La Corte ha rigettato il ricorso di un ente previdenziale, chiarendo che tale obbligo vige solo per i produttori legati ad agenzie o subagenzie. Per i produttori diretti, l’inquadramento previdenziale dipende dalla natura dell’attività: Gestione Commercianti se svolta in forma d’impresa, altrimenti Gestione Separata se di natura autonoma coordinata o occasionale sopra soglia.

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Servitù di pubblico transito: limiti e occupazione

Un condominio si oppone alla decisione del Comune di autorizzare mercatini nel proprio porticato, gravato da una servitù di pubblico transito. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, accoglie la domanda del condominio. Viene stabilito che la servitù di pubblico transito consente solo il passaggio e non un’occupazione stanziale con bancarelle, poiché ciò eccede i limiti del diritto e lede la proprietà privata.

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Vizi auto nuova: contratto risolto per difetti gravi

La Corte d’Appello conferma la risoluzione di un contratto di vendita per un’auto nuova a causa di gravi difetti. Gli acquirenti avevano lamentato il malfunzionamento irreparabile del sistema multimediale e della retrocamera. La sentenza stabilisce che la gravità dei vizi auto nuova, che rendono il veicolo inidoneo all’uso e ne diminuiscono il valore, giustifica la risoluzione, indipendentemente dal costo dell’accessorio difettoso.

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Distanza pannelli fotovoltaici: la guida della Corte

Un proprietario ha citato in giudizio i vicini per l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto, sostenendo la violazione delle distanze legali, del decoro architettonico e la creazione di problemi igienici. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, confermando la decisione di primo grado. La motivazione principale è che i pannelli, data la loro minima sporgenza e il posizionamento, non costituiscono una “costruzione” ai sensi dell’art. 907 c.c. e, soprattutto, non ostacolano in modo concreto e apprezzabile il diritto di veduta, aria e luce del vicino. Pertanto, la regola sulla distanza dei pannelli fotovoltaici non è stata violata.

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Clausola risolutiva espressa: quando è grave inadempimento

Una società fornitrice di caffè ha ottenuto la risoluzione di un contratto a causa del mancato acquisto della quantità minima pattuita da parte di un cliente. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, stabilendo che l’inadempimento era già conclamato prima dell’emergenza Covid-19. La presenza di una clausola risolutiva espressa nel contratto, che qualificava specificamente tale mancanza come ‘grave inadempimento’, ha reso irrilevante ogni successiva valutazione sulla sua importanza, legittimando il recesso del fornitore.

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Appalto lavori stradali e danni a terzi: la guida

Un Comune, dopo aver risarcito un ciclista per un incidente causato da una buca, agisce in rivalsa contro la società concessionaria dei lavori stradali. La Corte d’Appello chiarisce che la responsabilità in un appalto di lavori stradali segue la catena dei contratti. La concessionaria è responsabile verso il Comune, ma può rivalersi integralmente sull’appaltatrice, che a sua volta può rivalersi sulla subappaltatrice esecutrice dei lavori. L’onere finale ricade su chi ha materialmente eseguito l’opera.

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Opposizione tardiva: quando la conoscenza vale notifica

Una sentenza della Corte d’Appello di Bologna chiarisce i presupposti per l’opposizione tardiva a decreto ingiuntivo. Il caso riguardava degli eredi che si opponevano a un decreto notificato irregolarmente al loro dante causa anni prima. La Corte ha respinto l’appello, stabilendo che la conoscenza dell’esistenza del decreto, acquisita anche tramite una semplice diffida, fa decorrere il termine perentorio per l’impugnazione. L’irregolarità della notifica originaria diventa quindi irrilevante se la parte ha comunque saputo del provvedimento e non ha agito tempestivamente.

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Competenza territoriale debito liquido: la decisione

La Corte d’Appello di Bologna ha rigettato l’appello di un ente pubblico contro un fornitore di energia, confermando la decisione di primo grado. Il caso verteva sulla contestazione di un decreto ingiuntivo per bollette non pagate. La Corte ha stabilito che la competenza territoriale spetta al tribunale del luogo dove ha sede il creditore, poiché il debito, basato su fatture con dati precisi, è da considerarsi liquido. Viene quindi applicato il principio del ‘forum destinatae solutionis’ per la competenza territoriale debito liquido, escludendo la necessità di una perizia tecnica (CTU) richiesta dal debitore, ritenuta meramente esplorativa.

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Omessa collaborazione: quando il cliente deve pagare

Una società committente si opponeva al pagamento del saldo di un contratto di consulenza, lamentando l’inadempimento della società fornitrice. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, stabilendo che la mancata esecuzione dell’ultima fase del progetto era imputabile all’omessa collaborazione della stessa committente, che aveva interrotto le comunicazioni. Di conseguenza, pur risolvendo il contratto per la parte non eseguita, ha condannato la cliente al pagamento delle fasi di lavoro già completate.

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Restituzione prestito: prova valida con WhatsApp

In una causa per la restituzione di un prestito, il Tribunale ha condannato due debitori al pagamento di 15.000 euro ciascuno. La decisione si è basata su prove documentali come bonifici, messaggi WhatsApp e una testimonianza chiave, nonostante i debitori fossero assenti al processo (contumaci). La sentenza sottolinea come la combinazione di queste prove sia sufficiente a dimostrare l’esistenza del credito, ponendo a carico dei debitori l’onere, non assolto, di provare l’avvenuto pagamento.

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Produttori assicurativi gestione commercianti: No obbligo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che i produttori assicurativi che lavorano direttamente per le compagnie di assicurazione non sono obbligati a iscriversi alla Gestione Commercianti dell’INPS. La Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo, previsto da una specifica norma, riguarda esclusivamente i produttori collegati ad agenzie e sub-agenzie, come definito dal contratto collettivo del 1939. Di conseguenza, è stata annullata la richiesta di contributi previdenziali nei confronti di un produttore ‘libero’, poiché la sua posizione non rientrava nell’ambito di applicazione della legge.

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Compenso curatore eredità giacente: la decisione

Il curatore di un’eredità giacente ha contestato il compenso liquidatogli, ritenendolo inadeguato rispetto alla complessa attività svolta, comprensiva di uno ‘stralcio divisionale’. Il Tribunale ha parzialmente accolto l’opposizione, aumentando il compenso curatore eredità giacente in virtù della particolare attività di gestione patrimoniale, pur rigettando la richiesta per l’intero importo poiché ritenuta eccessiva e non sufficientemente motivata.

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