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Diritto Civile

Responsabilità medica: polizza copre anche il compenso?
Un caso di malasanità dentale approda in Corte d'Appello. La sentenza chiarisce i confini della copertura assicurativa in tema di responsabilità medica, stabilendo che il compenso inutilmente pagato al professionista costituisce un danno risarcibile coperto dalla polizza. La Corte conferma inoltre che la richiesta di graduazione della colpa tra medico e struttura sanitaria deve essere formulata espressamente in giudizio. Infine, viene legittimata la riduzione delle spese legali in caso di atti processuali eccessivamente prolissi.
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Diritto di difesa in procedimenti disciplinari
La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per diffamazione a carico di due professionisti, i quali avevano utilizzato espressioni forti nelle loro memorie difensive nell'ambito di un procedimento disciplinare. La Corte ha stabilito che, affinché si configuri la diffamazione, è necessaria la prova della diffusione di tali scritti all'esterno del procedimento. Inoltre, ha ribadito la centralità della valutazione del legittimo esercizio del diritto di difesa come causa di giustificazione, che il giudice di merito aveva omesso di considerare.
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Giudizio di rinvio: i limiti del giudice dopo la Cassazione
Un caso di risarcimento danni per un incidente stradale, rinviato dalla Cassazione al Tribunale, viene nuovamente cassato. Il motivo? Il giudice del giudizio di rinvio ha disatteso i principi di diritto vincolanti stabiliti dalla Corte Suprema, ritenendo di poter riesaminare questioni già decise. La Corte ribadisce che il giudice del rinvio non può sindacare la correttezza della decisione della Cassazione, ma solo applicarla al caso concreto.
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Risarcimento danni antitrust: la Cassazione decide
Una società acquirente di un autocarro ha citato in giudizio il produttore per ottenere il risarcimento danni antitrust derivante da un cartello sui prezzi. La società produttrice ha eccepito la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che il termine di prescrizione per i danni da illecito concorrenziale segreto (c.d. danno lungolatente) decorre non dal momento della cessazione della condotta illecita, ma da quando il danneggiato ha avuto, o avrebbe potuto avere con l'ordinaria diligenza, conoscenza dell'illecito, del danno e dell'identità del responsabile. Tale momento è stato individuato nella data della decisione della Commissione Europea che ha accertato il cartello. La Corte ha inoltre chiarito il valore probatorio degli atti del procedimento europeo nel giudizio civile.
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Appalto a forfait: la Cassazione sui lavori extra
Una società ha citato in giudizio un'amministrazione regionale per ottenere il pagamento di servizi extra forniti nell'ambito di un appalto pubblico per la pulizia delle coste. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto centrale della controversia era la natura del contratto, qualificato come **appalto a forfait** (a corpo), che non riconosce alla società il diritto a un compenso per i lavori aggiuntivi non esplicitamente autorizzati. La Corte ha inoltre confermato la legittimità della risoluzione anticipata del contratto da parte dell'ente.
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Erogazione somma mutuata: il mutuo non è valido
Un'impresa otteneva un mutuo per il risanamento del proprio gruppo, ma la banca, anziché erogare la somma, la utilizzava per estinguere debiti di altre società collegate senza autorizzazione. La Corte di Cassazione ha confermato che la mancata erogazione della somma mutuata direttamente al mutuatario rende il contratto inefficace per la parte non consegnata. La quietanza firmata non è sufficiente a provare l'avvenuta erogazione se i fatti dimostrano che il mutuatario non ha mai avuto la reale disponibilità giuridica dei fondi.
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Liberazione del fideiussore: quando è esclusa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5224/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un fideiussore che chiedeva di essere liberato dalla propria obbligazione. Il caso riguardava una garanzia prestata a favore di una cooperativa per un'anticipazione su fatture. La Corte ha ribadito che per ottenere la liberazione del fideiussore ai sensi dell'art. 1956 c.c., è il garante stesso a dover provare che il creditore ha concesso nuovo credito pur essendo a conoscenza del peggioramento delle condizioni economiche del debitore, senza l'autorizzazione del fideiussore. Nel caso di specie, tale prova non è stata fornita, e le censure del ricorrente sono state ritenute un tentativo di riesaminare il merito della causa, non consentito in sede di legittimità.
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Opposizione cartella pagamento: come agire?
Un automobilista ha contestato una cartella di pagamento per una multa stradale, sostenendo di non aver mai ricevuto il verbale originale. Utilizzando l'opposizione all'esecuzione, il suo ricorso è stato respinto. La Corte di Cassazione ha confermato che l'unica via corretta per l'opposizione a una cartella di pagamento in questi casi è il rito specifico previsto dall'art. 7 del D.Lgs. 150/2011, da attivare entro il termine perentorio di 30 giorni dalla notifica della cartella stessa.
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Inammissibilità ricorso: no al ‘copia-incolla’ degli atti
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato da un ex direttore di banca contro una compagnia assicurativa. La causa riguarda una richiesta di risarcimento avanzata dalla compagnia in surroga, per somme pagate a una banca a causa delle irregolarità del direttore. Il motivo principale dell'inammissibilità del ricorso è la violazione del principio di sinteticità: il ricorrente si è limitato a un mero 'assemblaggio' degli atti processuali precedenti, invece di fornire un'esposizione chiara e concisa dei motivi di doglianza. La Corte ha inoltre confermato che la responsabilità del dipendente è di natura contrattuale.
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Reciproca soccombenza e spese legali: Cassazione chiarisce
Un conduttore ha citato in giudizio un'amministrazione pubblica per il canone di locazione, chiedendone una cospicua riduzione. La Corte d'Appello ha concesso una riduzione minima, accogliendo parzialmente la domanda, ma ha compensato le spese legali per reciproca soccombenza. La Corte di Cassazione ha confermato tale decisione, specificando che il rigetto della domanda principale e l'accoglimento di quella subordinata configurano una reciproca soccombenza, legittimando la compensazione delle spese processuali.
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Ricorso inammissibile: onere della prova e specificità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5208/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa di gravi carenze strutturali e della genericità dei motivi presentati. Il caso riguardava una complessa accusa di frode, ma il ricorrente non ha rispettato i requisiti di specificità imposti dal codice di procedura civile. La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la corretta applicazione della legge, sottolineando come la mancanza di chiarezza e precisione nell'atto di impugnazione conduca inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.
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Giudice onorario: può decidere un rinvio civile?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5227/2024, ha stabilito che un giudice onorario può legittimamente decidere in un giudizio di rinvio civile disposto ai sensi dell'art. 622 c.p.p., a seguito dell'annullamento di una sentenza penale per i soli effetti civili. La Corte ha chiarito che tale giudizio non è un'impugnazione in senso stretto, ma una 'translatio iudicii' al sistema civile, sfuggendo così al divieto di trattazione delle impugnazioni previsto per i giudici onorari. Il ricorso, che lamentava la nullità della sentenza per incompetenza del giudice onorario, è stato quindi respinto.
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Errore materiale nel contratto: calcolo del danno
Una società sanitaria acquista un immobile da una società immobiliare, ma a causa di un errore materiale nel contratto, l'atto di vendita include più terreno del previsto. L'acquirente si rifiuta di correggere l'atto. La Corte di Cassazione conferma la responsabilità dell'acquirente per il rifiuto, ma annulla la decisione dei giudici di merito sulla quantificazione del danno. La Corte chiarisce che il danno da perdita di chance non può essere liquidato in via equitativa se la parte danneggiata ha la possibilità di fornire prove concrete dell'opportunità economica persa, rinviando il caso alla Corte d'Appello per un nuovo calcolo.
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Identità soggettiva associazione: la Cassazione decide
La Cassazione chiarisce l'onere della prova sull'identità soggettiva di un'associazione. Un'associazione si opponeva a una sentenza, sostenendo di essere un ente diverso da quello coinvolto in una causa sulla proprietà di immobili. Il ricorso è stato respinto perché non è stata provata l'esistenza di un'entità giuridica distinta al momento dell'acquisto dei beni.
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Responsabilità installatore AWP: la Cassazione decide
Una società installatrice di apparecchi da gioco (AWP) è stata multata per averli collocati in un bar che gestiva anche un corner per scommesse sportive non autorizzato. La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione, chiarendo la responsabilità dell'installatore AWP. Secondo i giudici, l'installatore ha un preciso dovere di controllare le licenze dell'esercizio commerciale e non può ignorare palesi irregolarità. La sentenza ribadisce il principio della presunzione di colpa nelle sanzioni amministrative, per cui spetta all'azienda dimostrare la propria buona fede, cosa che non è avvenuta. L'unico punto accolto del ricorso riguarda le spese legali del primo grado.
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Competenza polizia aeroporto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza della polizia aeroporto per le sanzioni stradali non è limitata dai confini comunali. In aree complesse come gli aeroporti, che si estendono su più territori, l'autorità di regolamentazione (ENAC) può legittimamente conferire a tutte le polizie locali coinvolte il potere di accertare infrazioni sull'intera area. Questa decisione si basa su un principio di gestione unitaria e ragionevolezza, superando una rigida interpretazione della competenza territoriale.
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Interessi di mora usurari: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5157/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di interessi di mora usurari. Tre mutuatari avevano citato in giudizio una banca per l'applicazione di tassi di mora superiori alla soglia di usura nel loro contratto di mutuo. Le corti di merito avevano respinto la domanda, ritenendo necessario che gli interessi fossero stati effettivamente pagati. La Cassazione ha ribaltato questa visione, affermando che la sola pattuizione di interessi usurari è sufficiente per agire in giudizio, anche se non è ancora avvenuto alcun pagamento in ritardo. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Clausola claims made: la Cassazione ne conferma validità
La Corte di Cassazione ha stabilito la piena validità di una clausola claims made in un contratto assicurativo, ribaltando una decisione di merito. La Corte ha chiarito che tale clausola non è una decadenza vessatoria, ma definisce l'oggetto del rischio assicurato, legando la copertura alla data della richiesta di risarcimento e non solo a quella del fatto dannoso. Di conseguenza, una richiesta pervenuta oltre il termine previsto dalla polizza non è coperta.
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Prelazione agraria: quando si è coltivatore diretto?
Una coppia di coniugi si vede negare il diritto di prelazione agraria su un fondo confinante. La Corte d'Appello di Ancona conferma la decisione, stabilendo che la loro attività agricola, finalizzata unicamente all'autoconsumo per l'allevamento di pochi animali, non soddisfa i requisiti di stabilità, continuità e finalità economica necessari per la qualifica di 'coltivatore diretto'. La sentenza sottolinea che la coltivazione deve essere l'attività principale e non meramente strumentale all'allevamento.
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Sentenza penale vincolante: danno da falsa testimonianza
Un proprietario chiede il risarcimento per i danni subiti a causa di una falsa testimonianza che ha ritardato il recupero di un immobile. La Corte di Cassazione chiarisce che la sentenza penale vincolante, che ha già accertato l'esistenza del danno, non può essere messa in discussione dal giudice civile, il cui compito si limita a quantificare il risarcimento.
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