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Diritto Civile

Onere della prova: rigetto indennizzo stragi naziste

Un ricorrente ha richiesto un indennizzo per la morte del nonno, asserendo fosse una vittima di una strage nazista del 1944. Il Tribunale ha respinto la domanda per mancato assolvimento dell’onere della prova. Le prove presentate, tra cui un manoscritto e una foto, sono state giudicate insufficienti a dimostrare il coinvolgimento della vittima nell’eccidio e il nesso causale con la sua morte avvenuta tre anni dopo.

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Rinnovo permesso di soggiorno: ordine del giudice

Un cittadino titolare di protezione sussidiaria, a fronte di un ritardo di quasi due anni nel rinnovo del permesso di soggiorno da parte della Pubblica Amministrazione, ha adito il Tribunale con un ricorso d’urgenza. Il Giudice, pur dichiarando inammissibile la richiesta di un ordine diretto di rinnovo, ha accolto la domanda riqualificandola. Ha ordinato alla Questura di concludere il procedimento amministrativo entro 40 giorni, riconoscendo l’illegittimità dell’inerzia e il grave pregiudizio arrecato ai diritti del ricorrente, in particolare all’unità familiare e al lavoro.

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Multa semaforo rosso: onere della prova e video

Un automobilista riceve una multa per semaforo rosso basata su rilievi fotografici. Il Giudice di Pace annulla la sanzione, ritenendo che il veicolo sia passato con il giallo. Il Tribunale, in appello, conferma la decisione, sottolineando che l’onere della prova per la multa per semaforo rosso spetta all’Amministrazione e che il video prodotto non dimostra in modo inequivocabile la violazione, rendendo la sanzione illegittima.

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Danno endofamiliare: risarcimento per abbandono

Un genitore assente viene condannato per danno endofamiliare dal Tribunale di Firenze. La sentenza riconosce un cospicuo risarcimento alla figlia per il grave danno psicologico (disturbo borderline) causato dall’abbandono materno e un risarcimento al padre per la violazione del dovere di cooperazione genitoriale. Viene invece respinta la richiesta del padre per perdita di chance professionale per mancanza di prove concrete.

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Difetto di titolarità: prova nella cessione in blocco

Un debitore si oppone a un decreto ingiuntivo eccependo il difetto di titolarità del credito in capo alla società cessionaria. Il Tribunale di Firenze accoglie l’opposizione, revocando il decreto. La sentenza stabilisce che, nelle cessioni di crediti in blocco, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a provare la titolarità del singolo credito. Il creditore ha l’onere di fornire la prova documentale specifica che quel credito sia stato effettivamente ceduto.

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Sconto in fattura: contratto verbale e onere della prova

Il Tribunale di Firenze ha revocato due decreti ingiuntivi emessi a favore di un’impresa edile. La controversia riguardava dei lavori di ristrutturazione per i quali i committenti sostenevano di aver pattuito verbalmente uno “sconto in fattura” del 50%, mai applicato dall’impresa. Basandosi su prove testimoniali, in particolare quella di un direttore di banca, il giudice ha ritenuto provato l’accordo verbale. Ha inoltre constatato l’inadempimento dell’impresa, che aveva abbandonato il cantiere, e l’ha condannata a risarcire parte dei danni subiti dai committenti. La sentenza chiarisce la validità dei patti verbali nel contratto di appalto e l’onere della prova in caso di opposizione a decreto ingiuntivo.

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Oneri riflessi: non dovuti alla PA per avvocati interni

Una società si è opposta a diverse cartelle di pagamento con cui un ente pubblico richiedeva il versamento di costi legali aggiuntivi, definiti “oneri riflessi”, per l’attività dei propri avvocati dipendenti. Il Tribunale di Firenze ha accolto l’opposizione, stabilendo che gli oneri riflessi costituiscono un costo interno per la Pubblica Amministrazione e non possono essere addebitati alla parte soccombente in un giudizio. Di conseguenza, le richieste di pagamento sono state annullate.

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Gratuito patrocinio: ok se il reddito è basso

Un cittadino con un reddito basso e precedenti penali si vede inizialmente negare il gratuito patrocinio. Il Tribunale, in sede di opposizione, accoglie il ricorso, affermando che i precedenti penali non recenti e non legati a reati contro il patrimonio, uniti a un tenore di vita modesto e a periodi di detenzione, non sono sufficienti a presumere un reddito superiore ai limiti di legge. La decisione chiarisce che il diniego basato su presunzioni richiede prove gravi, precise e concordanti, non affermazioni generiche.

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Vizio della fornitura: risarcimento e riduzione prezzo

Una sentenza analizza un caso di vizio della fornitura di calzature, dove l’acquirente contestava difetti a un modello specifico. Il Tribunale, qualificando il rapporto come appalto e non vendita, ha riconosciuto un difetto parziale, accordando una riduzione del prezzo solo sulla parte di merce difettosa. Ha inoltre concesso un risarcimento per il danno reputazionale liquidato in via equitativa, ma ha respinto la richiesta di risarcimento per lucro cessante per mancanza di prove adeguate. La decisione finale bilancia il diritto del fornitore al pagamento con il diritto dell’acquirente a un prodotto conforme, operando una compensazione tra i rispettivi crediti.

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Personalizzazione danno biologico: la sentenza di Firenze

Una donna di 32 anni, investita su strisce pedonali, ottiene un risarcimento che va oltre le tabelle standard. Il Tribunale di Firenze ha applicato la personalizzazione del danno biologico, riconoscendo l’impatto specifico dell’incidente sulla vita relazionale, lavorativa ed estetica della vittima. La sentenza distingue tra danno biologico base, danno morale e le conseguenze ‘peculiari’ che giustificano un aumento del risarcimento, come il danno estetico e la maggiore fatica nello svolgere il lavoro (cenestesi lavorativa).

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Responsabilità datore di lavoro: analisi di un caso

Un lavoratore subisce un grave infortunio cadendo da un ponteggio non a norma. Il Tribunale di Firenze ha affermato la responsabilità solidale del datore di lavoro (committente) e del capocantiere (fornitore dell’attrezzatura), escludendo il concorso di colpa del lavoratore. La sentenza analizza in dettaglio la quantificazione del danno, i limiti della rivalsa dell’ente previdenziale e l’inoperatività della polizza assicurativa a causa di violazioni di legge da parte dell’azienda.

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Prova del danno: la caduta non basta per il risarcimento

Un inquilino ha citato in giudizio l’ente gestore di un immobile per i danni subiti a seguito di una caduta sulle scale, attribuita alla rottura di un gradino. Il Tribunale di Firenze ha respinto la domanda. La decisione si fonda sulle numerose e insanabili contraddizioni nelle versioni dei fatti fornite dall’attore nel tempo (caduta all’indietro, caduta in avanti, caduta per scale bagnate). Tale incertezza ha impedito di stabilire la prova del danno e il nesso di causalità tra la presunta rottura del gradino e l’infortunio, elemento indispensabile per la responsabilità da cose in custodia (art. 2051 c.c.).

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Opposizione a decreto ingiuntivo e onere della prova

Una sentenza del Tribunale di Firenze analizza un caso di opposizione a decreto ingiuntivo per una fornitura di capi di abbigliamento. Il Giudice ha rigettato l’opposizione, confermando il decreto. La decisione si fonda sull’inversione dell’onere della prova, per cui il creditore (opposto) ha dimostrato il proprio credito, mentre il debitore (opponente) non ha provato fatti estintivi, come la restituzione totale della merce. Viene inoltre sottolineata l’importanza della partecipazione effettiva alla mediazione obbligatoria, la cui assenza ingiustificata è stata valutata negativamente dal Tribunale.

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Responsabilità del custode per danni da frana

Una sentenza del Tribunale di Firenze affronta un caso di danni a un’abitazione causati da una frana proveniente da un terreno vicino. Il tribunale ha affermato la responsabilità del custode (i proprietari del terreno) ai sensi dell’art. 2051 c.c., condannandoli al risarcimento. Tuttavia, è emerso che l’intervento di contenimento, progettato da un ingegnere, era difettoso e ha aggravato la situazione. Di conseguenza, il tribunale ha stabilito che l’ingegnere, a causa della sua negligenza professionale, deve tenere indenni (manlevare) i proprietari da tutte le somme dovute alla parte danneggiata, addossando a lui il costo finale del risarcimento e delle spese legali.

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Riparazione moto difettosa: la responsabilità del meccanico

Il proprietario di una motocicletta d’epoca ha citato in giudizio un’officina per una riparazione moto difettosa. Nonostante il pagamento, il veicolo ha subito gravi guasti subito dopo la consegna, tra cui la rottura del motore. Il Tribunale di Milano ha ritenuto il meccanico responsabile per inadempimento contrattuale, stabilendo che il suo incarico non era un semplice riassemblaggio ma una vera e propria riparazione eseguita non a regola d’arte. Di conseguenza, ha ridotto il corrispettivo pagato dal cliente e ha condannato il meccanico al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese legali.

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Giudicato implicito: revoca del decreto ingiuntivo

Una società appaltatrice ha ottenuto un decreto ingiuntivo per servizi non pagati. La committente si è opposta sostenendo di aver esercitato il diritto di recesso. Il Tribunale ha rilevato che un precedente decreto ingiuntivo non opposto, relativo a mensilità anteriori, aveva creato un giudicato implicito sull’esistenza e validità del contratto, rendendo inefficace il recesso. Tuttavia, ha revocato il nuovo decreto ingiuntivo perché l’appaltatrice non ha fornito la prova di aver effettivamente eseguito le prestazioni richieste per il periodo contestato, onere che le incombeva.

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Opposizione a decreto ingiuntivo: onere della prova

Un’impresa edile si opponeva a un decreto ingiuntivo per il saldo di arredi su misura, lamentando vizi e forniture non richieste. Il Tribunale ha rigettato l’opposizione a decreto ingiuntivo, sottolineando la mancata prova dei difetti e degli ordini contestati. La decisione evidenzia l’importanza dell’onere della prova nel subappalto.

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Concorso di colpa e stato di ebbrezza: la decisione

Analisi di una sentenza del Tribunale di Milano su un incidente tra auto e bici. A causa di testimonianze incerte, il giudice applica il concorso di colpa al 50%, nonostante lo stato di ebbrezza del conducente. La decisione stabilisce che lo stato di ebbrezza non implica automaticamente piena responsabilità se non è provato il nesso causale diretto con l’incidente, portando a un risarcimento dimezzato per il ciclista.

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Garanzia cessione credito: cosa fare se inesistente

Una società che aveva acquistato un portafoglio di crediti ha citato in giudizio il venditore dopo aver scoperto che i crediti erano inesistenti. Il Tribunale, applicando il principio della garanzia cessione credito (art. 1266 c.c.), ha dato ragione all’acquirente. Il venditore è stato condannato a pagare l’intero valore nominale dei crediti inesistenti, stabilendo che la garanzia dell’esistenza del credito (nomen verum) è un effetto automatico del contratto di cessione.

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Spese di giustizia: liquidazione con regole pubbliche

Una società che fornisce servizi tecnologici per intercettazioni e monitoraggio alle Procure della Repubblica otteneva un decreto ingiuntivo per il mancato pagamento delle sue prestazioni. La Corte d’Appello confermava il decreto, qualificando il rapporto come un contratto di diritto privato. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del Ministero, ha ribaltato la decisione, stabilendo che tali prestazioni costituiscono ‘spese di giustizia’. Di conseguenza, la loro liquidazione non può avvenire tramite un’azione privatistica come il decreto ingiuntivo, ma deve seguire l’apposita procedura amministrativa prevista dal Testo Unico sulle spese di giustizia (D.P.R. 115/2002). La Suprema Corte ha quindi cassato la sentenza senza rinvio, dichiarando l’azione originaria improponibile.

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