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Diritto Civile

Opera d'arte non autentica: il risarcimento del danno

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una vendita di un’opera d’arte non autentica. La sentenza conferma che l’acquirente ha diritto non solo alla restituzione del prezzo, ma anche al risarcimento del danno per il mancato apprezzamento di valore dell’opera (lucro cessante). Tale danno è stato ritenuto prevedibile per un venditore professionista del settore, che ha l’onere di garantire l’autenticità promessa.

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Responsabilità appaltatore: quando è un nudus minister?

Una società committente lamentava il malfunzionamento di un impianto realizzato da un’altra impresa, difetto riconducibile a un componente progettato dalla committente stessa. La Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità dell’appaltatore non è automaticamente esclusa in questi casi. L’appaltatore, infatti, ha il dovere professionale di verificare il progetto e segnalare eventuali errori evidenti. Può essere considerato un mero esecutore (‘nudus minister’), e quindi esente da colpa, solo se dimostra di aver avvisato il committente delle criticità e di aver proceduto solo a seguito della sua insistenza. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.

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Eccessiva durata processo: l'inerzia esclude il danno

Un accademico cita in giudizio lo Stato per l’eccessiva durata di un processo amministrativo durato oltre 20 anni. La Corte di Cassazione rigetta la sua richiesta di risarcimento. La ragione? Dopo aver ottenuto un provvedimento cautelare che lo soddisfaceva pienamente, il ricorrente è rimasto completamente inattivo per due decenni, dimostrando un’assenza di interesse e di sofferenza che, secondo la Corte, esclude il diritto all’indennizzo.

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Prescrizione Presuntiva Avvocato: La Cassazione chiarisce

Un avvocato ha agito per il recupero dei suoi crediti professionali, ma il cliente ha eccepito la prescrizione presuntiva. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29875/2019, ha stabilito che la semplice ‘non contestazione’ del mancato pagamento da parte del cliente non equivale a un”ammissione’ di debito che possa vincere la presunzione di avvenuto pagamento. Tuttavia, la Corte ha corretto la decisione sulle spese legali, affermando che il creditore, anche se gli viene riconosciuta solo una minima parte del credito, non può essere considerato soccombente e quindi condannato a pagare le spese della controparte.

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Sanzione danno ambientale: comunicazione e termini

Una società operante nel settore dello smaltimento rifiuti è stata multata per un ritardo di 34 giorni nella notifica di una potenziale contaminazione al Prefetto, in violazione degli obblighi di comunicazione previsti per prevenire un danno ambientale. La Corte di Cassazione ha confermato la validità della sanzione, chiarendo che il termine di 24 ore per la comunicazione si applica a tutti gli enti destinatari, senza eccezioni. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il tentativo della società di modificare in appello la base giuridica della propria difesa, ribadendo un importante principio processuale. La decisione sottolinea la rigidità degli obblighi informativi in materia di sanzione danno ambientale.

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Borse di studio medici: no all'aumento triennale

Un gruppo di medici specializzandi ha richiesto un adeguamento triennale della propria borsa di studio, ottenendo ragione in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato la decisione, stabilendo che una serie di leggi ha di fatto congelato l’importo delle borse di studio medici specializzandi a partire dal 1992. Di conseguenza, la Corte ha respinto la richiesta di aumento, chiarendo la natura del rapporto di specializzazione e la portata della normativa finanziaria succedutasi nel tempo.

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Errore di fatto revocazione: i limiti del ricorso

Una società ha tentato la revocazione di un’ordinanza della Cassazione sostenendo un errore di fatto revocazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la critica alla valutazione giuridica dei motivi non costituisce errore di fatto, ma un errore di giudizio non sindacabile con questo strumento.

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Responsabilità banca: diligenza e assegno contraffatto

Una società assicurativa ha citato in giudizio due istituti bancari per i danni subiti a seguito della negoziazione di un assegno contraffatto nell’importo e nel beneficiario. La Corte di Cassazione, confermando le sentenze di merito, ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità della banca negoziatrice non è oggettiva, ma si fonda sulla colpa. La banca può essere esonerata se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, specialmente quando la falsificazione, come nel caso di specie, era estremamente difficile da rilevare.

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Ricorso inammissibile: Cassazione e merito del caso

Un professionista ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione dopo che la sua richiesta di pagamento di onorari è stata respinta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che l’appello mirava impropriamente a una nuova valutazione dei fatti (come l’esistenza di un incarico professionale) anziché contestare veri e propri errori di diritto. Il tentativo del ricorrente di mascherare questioni di merito come vizi di legittimità è stato ritenuto inidoneo.

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Prescrizione vizi immobile: quando l'azione scade

Una sentenza della Corte d’Appello di Bari analizza un caso di compravendita immobiliare con gravi difetti costruttivi. La Corte riforma parzialmente la decisione di primo grado, dichiarando la prescrizione dei vizi dell’immobile per gran parte delle richieste, in quanto l’azione legale è stata intrapresa tardivamente rispetto alla scoperta dei problemi. Viene confermata la responsabilità solo per i vizi acustici, con una significativa riduzione del risarcimento e l’esclusione di responsabilità per uno dei professionisti coinvolti.

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Incarico professionale: chi paga il tecnico?

La Corte d’Appello di Bari riforma una sentenza di primo grado, stabilendo che se un’impresa appaltatrice conferisce un incarico professionale a un tecnico per realizzare un’opera per un committente, è l’impresa stessa a dover pagare il compenso del professionista, e non il committente finale, specialmente se il contratto di appalto prevedeva un prezzo forfettario onnicomprensivo.

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Difetto di fabbricazione cucina: risarcimento del danno

La Corte d’Appello di Bari ha confermato il diritto al risarcimento per un difetto di fabbricazione di una cucina, il cui legno era ingiallito a causa di un’errata verniciatura. La sentenza ha rigettato la tesi del venditore secondo cui si trattava di naturale invecchiamento del legno, basandosi sulle conclusioni della perizia tecnica. È stato inoltre stabilito che l’IVA deve essere inclusa nell’importo del risarcimento, in quanto costo effettivo per la riparazione del bene.

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Disconoscimento Scrittura Privata: l'Errore Fatale

Un venditore ha impugnato una sentenza che respingeva la sua richiesta di risoluzione contrattuale. La Corte d’Appello ha rigettato l’appello, evidenziando come l’errato disconoscimento della scrittura privata attestante il pagamento abbia reso la prova valida. La parte aveva contestato il contenuto del documento ma non l’autenticità della firma, un errore procedurale decisivo. La Corte ha confermato che il pagamento era avvenuto e l’acquirente non era inadempiente.

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Lastrico solare: chi paga per le infiltrazioni?

Un proprietario di un appartamento ha citato in giudizio il proprietario del piano superiore e il condominio per danni da infiltrazioni provenienti dal lastrico solare a uso esclusivo. La Corte d’Appello ha confermato la responsabilità solidale di entrambi i soggetti. Il proprietario esclusivo è responsabile come custode del bene ai sensi dell’art. 2051 c.c., mentre il condominio è responsabile per la funzione di copertura dell’intero edificio svolta dal lastrico. La sentenza ha rigettato l’appello principale del proprietario del lastrico, che mirava ad attribuire la colpa esclusivamente al condominio, e ha dichiarato inammissibile l’appello della compagnia assicurativa per vizi procedurali.

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Mancata audizione: non annulla la multa del Prefetto

Un’automobilista si era visto annullare una multa per eccesso di velocità perché il Prefetto non lo aveva ascoltato prima di emettere l’ordinanza di pagamento. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la mancata audizione non è un vizio che causa la nullità del provvedimento. Secondo la Corte, il cittadino può esporre tutte le sue difese nel successivo giudizio di opposizione in tribunale. Pertanto, la sola omissione dell’audizione amministrativa non è sufficiente per annullare la sanzione.

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Responsabilità medica: diagnosi errata e colpa

Un medico ricorre in appello contro una sentenza che lo ritiene corresponsabile al 50% per responsabilità medica a causa di una diagnosi errata. Aveva scambiato una gravidanza ectopica per una intrauterina, portando a un trattamento inadeguato e a un intervento chirurgico d’urgenza per la paziente. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, confermando la responsabilità condivisa con il secondo medico che aveva eseguito l’intervento senza le dovute verifiche. La Corte ha sottolineato che una diagnosi incerta impone ulteriori accertamenti e che le omissioni di entrambi i medici hanno contribuito in egual misura al danno.

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Compenso perito traduttore: quando è congruo?

Un’interprete ha impugnato il decreto di liquidazione del suo compenso perito traduttore, ritenendolo non congruo per un lavoro di traduzione di intercettazioni. Il Tribunale ha rigettato il ricorso, stabilendo che il calcolo deve basarsi sul tempo strettamente necessario e non sulle ore totali lavorate. La corte ha inoltre ritenuto che, nonostante il volume del lavoro, la semplicità delle conversazioni non giustificasse un compenso superiore a quello già liquidato.

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Opposizione tardiva: limiti e onere della prova

Il Tribunale di Firenze ha rigettato un’opposizione tardiva a un decreto ingiuntivo, chiarendo che tale strumento è limitato alla sola verifica dell’abusività delle clausole contrattuali. L’opponente, che lamentava genericamente la vessatorietà di alcune clausole senza fornire prove specifiche sul loro carattere eccessivo e sulla mancata doppia sottoscrizione, non ha adempiuto al proprio onere probatorio. La Corte ha stabilito che l’opposizione era infondata, confermando il decreto ingiuntivo e condannando l’opponente al pagamento delle spese legali.

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Inadempimento noleggio: cosa fare se il bene è rotto

Una società noleggia un veicolo industriale che si rivela difettoso fin dalla consegna. A fronte dell’inerzia della società fornitrice, il cliente agisce in giudizio. Il Tribunale dichiara la risoluzione del contratto per inadempimento contrattuale del noleggio, condannando la società convenuta, rimasta contumace, a restituire la cauzione e il canone già versato. La decisione si fonda sull’obbligo del noleggiatore di consegnare un bene idoneo all’uso e sul principio dell’onere della prova, che grava su chi deve dimostrare di aver adempiuto correttamente.

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Ascensore in condominio: nullità della delibera

La sentenza analizza il caso di un’installazione di un ascensore in condominio a spese di alcuni proprietari. Il Tribunale di Firenze ha dichiarato la nullità della delibera assembleare nella parte in cui consentiva agli altri condomini di utilizzare l’impianto pagando solo le spese di gestione, senza contribuire ai costi di installazione. La decisione si fonda sul principio che per derogare ai criteri legali di ripartizione delle spese per un’innovazione è necessaria l’unanimità di tutti i proprietari, non solo dei presenti in assemblea, come previsto dall’art. 1121 c.c.

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