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Diritto Civile

Responsabilità solidale: prescrizione e titoli diversi

In un caso di responsabilità solidale per la sottrazione di beni in deposito, la Corte di Cassazione ha stabilito che a ciascun coobbligato si applica il proprio termine di prescrizione, a seconda che la sua responsabilità sia di natura contrattuale (decennale) o extracontrattuale (quinquennale). La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente applicato a entrambi i responsabili l’unico termine previsto per l’illecito penale. Resta fermo che gli atti interruttivi della prescrizione verso uno dei debitori hanno effetto su tutti.

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Compenso professionale avvocato: i limiti del patto

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta una complessa disputa sul compenso professionale di un avvocato nei confronti di un istituto di credito. La Corte ha rigettato sia il ricorso principale del legale sia quello incidentale della banca, confermando la decisione di merito. I giudici hanno stabilito la prevalenza di un accordo liquidatorio specifico sulle tariffe forensi, hanno chiarito i limiti dell’interpretazione contrattuale in sede di legittimità e hanno confermato la non retroattività della legge sull’equo compenso. È stato inoltre ritenuto legittimo il frazionamento del credito da parte dell’avvocato, data la pluralità di incarichi professionali distinti.

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Specificità dei motivi di appello: la Cassazione decide

Una società edile si opponeva a un decreto ingiuntivo per lavori edili. Dopo la reiezione in primo grado, il suo appello veniva dichiarato inammissibile per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che i motivi erano sufficientemente specifici in quanto criticavano puntualmente le argomentazioni del primo giudice. La Corte ha chiarito che, per la specificità dei motivi di appello, è sufficiente confutare le ragioni della sentenza impugnata, senza dover necessariamente introdurre nuovi elementi.

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Danno da perdita parentale: il concorso di colpa

La Corte d’Appello si pronuncia su un caso di risarcimento per la morte di un passeggero in un incidente stradale. La sentenza riforma parzialmente la decisione di primo grado, riconoscendo il diritto dei familiari al risarcimento del danno da perdita parentale. Tuttavia, l’importo viene ridotto del 50% a causa del concorso di colpa della vittima, che presumibilmente non indossava la cintura di sicurezza. La Corte ha inoltre rigettato la richiesta di risarcimento per lucro cessante per mancanza di prove adeguate.

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Responsabilità appaltatore: danni e lite temeraria

Una società appaltatrice, incaricata di lavori di demolizione, ha causato gravi danni strutturali all’immobile della committente. La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, rigettando le difese dell’appaltatore basate sul presunto degrado preesistente della struttura e su uno squilibrio contrattuale. La sentenza ribadisce la piena responsabilità dell’appaltatore per l’esecuzione negligente dei lavori e conferma la condanna per lite temeraria a causa del comportamento processuale ostruzionistico, inclusa la mancata adesione a una proposta conciliativa.

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Sanzione lite temeraria: quando va motivata?

Alcuni cittadini, dopo aver perso una causa, chiedono un indennizzo per la sua eccessiva durata. La loro richiesta viene respinta e vengono condannati a una sanzione per lite temeraria. La Cassazione conferma la legittimità della sanzione ma annulla la decisione per mancanza di motivazione sull’importo, stabilendo che il giudice deve sempre spiegare perché ha scelto una determinata cifra.

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Taratura autovelox: prova obbligatoria per la multa

Un automobilista ha impugnato una multa per eccesso di velocità rilevata con telelaser, eccependo lo stato di necessità e la mancata taratura autovelox. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la decisione del Tribunale. Ha stabilito che la prova della calibrazione periodica dell’apparecchio è un elemento costitutivo dell’infrazione e deve essere fornita dall’Amministrazione. Le sole dichiarazioni degli agenti accertatori sul corretto funzionamento non sono sufficienti a sostituire tale prova scientifica.

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Risoluzione contratto preliminare per inadempimento

La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di un contratto preliminare immobiliare a causa del grave inadempimento del promissario acquirente, che non aveva saldato il prezzo pattuito. La sentenza chiarisce che il certificato di agibilità è necessario solo al momento del rogito definitivo e non per la consegna anticipata del bene.

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Consorzio di urbanizzazione: obbligo di adesione

La Corte di Cassazione ha confermato che la clausola inserita in un contratto di compravendita immobiliare, che prevede l’adesione obbligatoria dell’acquirente a un consorzio di urbanizzazione per la gestione delle parti comuni, è pienamente legittima. Secondo la Corte, l’adesione si perfeziona automaticamente con l’acquisto dell’immobile, in base al consenso preventivo espresso dal consorzio nel proprio statuto. Di conseguenza, è stato negato il diritto dei proprietari di recedere dal consorzio per sottrarsi agli obblighi contributivi, equiparando la situazione a quella del condominio, dove non è permesso l’abbandono delle parti comuni.

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Inerzia processuale: niente risarcimento per ritardo

La Corte di Cassazione ha negato il risarcimento per l’eccessiva durata di un processo a un cittadino che, dopo aver ottenuto un provvedimento cautelare favorevole, ha mostrato totale inerzia processuale per oltre vent’anni. La sua passività è stata considerata una concausa del ritardo e dimostrazione di assenza di interesse, escludendo il diritto all’equa riparazione.

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Opera d'arte non autentica: il risarcimento del danno

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una vendita di un’opera d’arte non autentica. La sentenza conferma che l’acquirente ha diritto non solo alla restituzione del prezzo, ma anche al risarcimento del danno per il mancato apprezzamento di valore dell’opera (lucro cessante). Tale danno è stato ritenuto prevedibile per un venditore professionista del settore, che ha l’onere di garantire l’autenticità promessa.

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Responsabilità appaltatore: quando è un nudus minister?

Una società committente lamentava il malfunzionamento di un impianto realizzato da un’altra impresa, difetto riconducibile a un componente progettato dalla committente stessa. La Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità dell’appaltatore non è automaticamente esclusa in questi casi. L’appaltatore, infatti, ha il dovere professionale di verificare il progetto e segnalare eventuali errori evidenti. Può essere considerato un mero esecutore (‘nudus minister’), e quindi esente da colpa, solo se dimostra di aver avvisato il committente delle criticità e di aver proceduto solo a seguito della sua insistenza. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.

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Eccessiva durata processo: l'inerzia esclude il danno

Un accademico cita in giudizio lo Stato per l’eccessiva durata di un processo amministrativo durato oltre 20 anni. La Corte di Cassazione rigetta la sua richiesta di risarcimento. La ragione? Dopo aver ottenuto un provvedimento cautelare che lo soddisfaceva pienamente, il ricorrente è rimasto completamente inattivo per due decenni, dimostrando un’assenza di interesse e di sofferenza che, secondo la Corte, esclude il diritto all’indennizzo.

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Prescrizione Presuntiva Avvocato: La Cassazione chiarisce

Un avvocato ha agito per il recupero dei suoi crediti professionali, ma il cliente ha eccepito la prescrizione presuntiva. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29875/2019, ha stabilito che la semplice ‘non contestazione’ del mancato pagamento da parte del cliente non equivale a un”ammissione’ di debito che possa vincere la presunzione di avvenuto pagamento. Tuttavia, la Corte ha corretto la decisione sulle spese legali, affermando che il creditore, anche se gli viene riconosciuta solo una minima parte del credito, non può essere considerato soccombente e quindi condannato a pagare le spese della controparte.

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Sanzione danno ambientale: comunicazione e termini

Una società operante nel settore dello smaltimento rifiuti è stata multata per un ritardo di 34 giorni nella notifica di una potenziale contaminazione al Prefetto, in violazione degli obblighi di comunicazione previsti per prevenire un danno ambientale. La Corte di Cassazione ha confermato la validità della sanzione, chiarendo che il termine di 24 ore per la comunicazione si applica a tutti gli enti destinatari, senza eccezioni. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il tentativo della società di modificare in appello la base giuridica della propria difesa, ribadendo un importante principio processuale. La decisione sottolinea la rigidità degli obblighi informativi in materia di sanzione danno ambientale.

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Borse di studio medici: no all'aumento triennale

Un gruppo di medici specializzandi ha richiesto un adeguamento triennale della propria borsa di studio, ottenendo ragione in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato la decisione, stabilendo che una serie di leggi ha di fatto congelato l’importo delle borse di studio medici specializzandi a partire dal 1992. Di conseguenza, la Corte ha respinto la richiesta di aumento, chiarendo la natura del rapporto di specializzazione e la portata della normativa finanziaria succedutasi nel tempo.

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Errore di fatto revocazione: i limiti del ricorso

Una società ha tentato la revocazione di un’ordinanza della Cassazione sostenendo un errore di fatto revocazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la critica alla valutazione giuridica dei motivi non costituisce errore di fatto, ma un errore di giudizio non sindacabile con questo strumento.

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Responsabilità banca: diligenza e assegno contraffatto

Una società assicurativa ha citato in giudizio due istituti bancari per i danni subiti a seguito della negoziazione di un assegno contraffatto nell’importo e nel beneficiario. La Corte di Cassazione, confermando le sentenze di merito, ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità della banca negoziatrice non è oggettiva, ma si fonda sulla colpa. La banca può essere esonerata se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, specialmente quando la falsificazione, come nel caso di specie, era estremamente difficile da rilevare.

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Ricorso inammissibile: Cassazione e merito del caso

Un professionista ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione dopo che la sua richiesta di pagamento di onorari è stata respinta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che l’appello mirava impropriamente a una nuova valutazione dei fatti (come l’esistenza di un incarico professionale) anziché contestare veri e propri errori di diritto. Il tentativo del ricorrente di mascherare questioni di merito come vizi di legittimità è stato ritenuto inidoneo.

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Prescrizione vizi immobile: quando l'azione scade

Una sentenza della Corte d’Appello di Bari analizza un caso di compravendita immobiliare con gravi difetti costruttivi. La Corte riforma parzialmente la decisione di primo grado, dichiarando la prescrizione dei vizi dell’immobile per gran parte delle richieste, in quanto l’azione legale è stata intrapresa tardivamente rispetto alla scoperta dei problemi. Viene confermata la responsabilità solo per i vizi acustici, con una significativa riduzione del risarcimento e l’esclusione di responsabilità per uno dei professionisti coinvolti.

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