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Diritto Civile

Responsabilità civile magistrati: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcune società che chiedevano un risarcimento per la presunta responsabilità civile dei magistrati nella gestione di un sequestro. La Corte ha confermato la decadenza dell’azione, non entrando nel merito ma sanzionando i gravi vizi formali e procedurali del ricorso presentato.

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Responsabilità ente: quando è corresponsabile per frana

A seguito di una frana che ha danneggiato una proprietà privata, i tribunali hanno riconosciuto la responsabilità concorrente di Comune, Regione e Città Metropolitana. Questi enti sono stati condannati per non aver adottato le misure necessarie a prevenire l’evento in un’area nota per l’alto rischio idrogeologico. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso di uno degli enti. La Corte ha sottolineato che le intense precipitazioni non costituivano un caso fortuito, data la prevedibilità del rischio, e ha ribadito l’impossibilità di riesaminare i fatti in sede di legittimità. La sentenza chiarisce i criteri della responsabilità dell’ente e i limiti dell’appello in Cassazione.

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Impugnazione sentenza onorari: l'appello è inammissibile

Un avvocato ha citato in giudizio una società per il pagamento dei suoi onorari. Il Tribunale, pur rilevando l’erronea introduzione della causa, l’ha qualificata come controversia speciale su onorari legali, decidendo nel merito. L’avvocato ha proposto appello, ma la Corte d’Appello lo ha dichiarato inammissibile, sostenendo che l’unico rimedio fosse il ricorso per cassazione. La Cassazione ha confermato questa decisione, rigettando il ricorso del professionista e chiarendo che la qualificazione giuridica della domanda data dal primo giudice determina il mezzo di impugnazione sentenza onorari, a prescindere dal rito concretamente seguito.

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Principio di proporzionalità: la salute vince sul commercio

Una società di importazione carni ha citato in giudizio il Ministero della Salute per danni, sostenendo che le misure di emergenza adottate durante un’epidemia animale fossero sproporzionate e contrarie al diritto dell’UE. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che le misure restrittive erano legittime e giustificate dal principio di precauzione e dal principio di proporzionalità, data la gravità del rischio per la salute pubblica e animale.

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Sanzione disciplinare notaio: la Cassazione decide

Un notaio ha ricevuto una sanzione disciplinare di €40.000 per aver emesso fatture irregolari e praticato concorrenza sleale tra il 2014 e il 2017. La Corte di Cassazione ha confermato l’illecito, ma ha dichiarato prescritta la violazione del 2014, riducendo la sanzione finale a €30.000. La sentenza chiarisce importanti principi sulla tempestività del procedimento disciplinare, sul calcolo delle sanzioni per violazioni ripetute e sull’irrilevanza di errori formali nell’inquadramento giuridico della condotta.

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Disapplicazione atto amministrativo: i limiti del GO

Un comune si oppone a un decreto ingiuntivo emesso a favore di un altro comune per la ripartizione di spese elettorali, sostenendo l’illegittimità degli atti amministrativi sottostanti. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la disapplicazione di un atto amministrativo da parte del giudice ordinario non è ammessa quando l’atto costituisce il fondamento diretto del diritto vantato, e non un mero antecedente logico. In tali casi, l’atto deve essere impugnato dinanzi al giudice amministrativo.

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Donazione indiretta: il versamento su conto cointestato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22613/2025, ha stabilito che il versamento di una somma di denaro su un conto cointestato tra coniugi non costituisce automaticamente una donazione indiretta. Per qualificarla come tale, è necessario dimostrare l’intenzione specifica del disponente di arricchire l’altro (animus donandi). Nel caso esaminato, il versamento è stato considerato un contributo alle spese familiari, respingendo la richiesta di collazione ereditaria avanzata dal figlio della defunta contro il secondo marito.

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Dichiarazione inesatta: quando l'assicuratore paga?

La Corte di Cassazione affronta un caso di vizi costruttivi e responsabilità professionale, focalizzandosi sulla validità di una polizza assicurativa in presenza di una presunta dichiarazione inesatta da parte dell’assicurato. La sentenza distingue due posizioni: accoglie il ricorso del professionista, censurando la Corte d’Appello per aver erroneamente dichiarato inammissibile una questione relativa alla polizza già discussa in primo grado. Parallelamente, rigetta il ricorso della società costruttrice, confermando la sua responsabilità per i difetti dell’immobile e dichiarando inammissibili i motivi di ricorso per ragioni procedurali, tra cui la regola della ‘doppia conforme’.

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Assenza di colpa: come ottenere i contributi agricoli

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un’azienda agricola a ricevere contributi comunitari, nonostante le irregolarità nei contratti di comodato dei terreni. La decisione si fonda sul principio dell’assenza di colpa e della buona fede dell’imprenditore, ritenuti elementi decisivi per superare le contestazioni formali sollevate dall’ente pagatore. Il ricorso di quest’ultimo è stato dichiarato inammissibile.

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Compenso professionale: tariffe e responsabilità

Un architetto ricorre in Cassazione per il mancato pagamento del suo compenso professionale per la progettazione e direzione lavori di due garage. I clienti lamentavano vizi nell’opera. La Suprema Corte accoglie il ricorso, stabilendo che in assenza di accordo, il compenso professionale deve essere liquidato secondo le tariffe inderogabili e non su un prospetto riepilogativo. Inoltre, chiarisce che il danno da mancato utilizzo di un bene non è automatico ma va specificamente allegato e provato.

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Compenso Professionale: Cassazione e omessa pronuncia

Una committente contesta la qualità del lavoro e l’esistenza di un accordo sul compenso professionale per un impianto fotovoltaico. I giudici di merito le danno torto, ma la Corte di Cassazione annulla la sentenza d’appello. Il motivo? I giudici non hanno adeguatamente esaminato la contestazione specifica sull’accordo relativo al compenso professionale, incorrendo nel vizio di omessa pronuncia. La causa torna in Appello per una nuova valutazione.

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Contributi UE: il ruolo dell'organismo pagatore

Una società cooperativa ha impugnato la decisione di un’agenzia nazionale di recuperare fondi agricoli UE, sostenendo che le modifiche al programma operativo fossero state autorizzate dalla Regione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando gli ampi poteri dell’organismo pagatore di verificare autonomamente la legittimità dei contributi, anche in presenza di approvazioni regionali, qualora vengano riscontrate modifiche sostanziali. La decisione sottolinea la distinzione tra autorizzazione amministrativa e controllo finale sull’ammissibilità dei fondi.

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Legittimazione attiva eredi: la Cassazione decide

La Cassazione riconosce la legittimazione attiva eredi per agire contro un intermediario finanziario per violazione degli obblighi informativi. La qualità di erede, e non di semplice beneficiario di una polizza, fonda il diritto al risarcimento. La Corte di Appello aveva erroneamente negato tale diritto, ma la Suprema Corte ha cassato la sentenza, affermando che gli eredi subentrano nei diritti contrattuali del defunto verso l’intermediario, potendo quindi lamentare gli inadempimenti subiti dal loro genitore.

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Patto commissorio: quando la prova testimoniale non basta

Una coppia vende un immobile per estinguere un pignoramento, ma in seguito sostiene che la vendita simulasse un prestito con patto commissorio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. La Corte ha ritenuto che, nonostante la prova testimoniale sia teoricamente ammissibile per dimostrare l’illiceità di un contratto, in questo caso la richiesta non era supportata da un quadro probatorio sufficientemente solido, rendendo la valutazione dei giudici di merito insindacabile.

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Contratto di subappalto: quando è nullo?

La Corte d’Appello di Bari conferma la nullità di un contratto qualificato come subappalto non autorizzato, respingendo la tesi della semplice fornitura con posa in opera. Il caso riguarda la realizzazione di un impianto di depurazione, dove l’oggetto della prestazione non era la mera vendita di componenti, ma la complessa realizzazione di un’opera nuova. La decisione evidenzia che, per distinguere le due figure contrattuali, è decisiva la prevalenza del ‘fare’ (l’esecuzione dell’opera) sul ‘dare’ (la fornitura dei materiali). La sentenza di primo grado viene parzialmente riformata solo in merito alla ripartizione delle spese legali.

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Riparto di giurisdizione: PA e danni da opere pubbliche

A seguito di un’alluvione, una discarica pubblica crolla, causando ingenti danni a proprietà private. I proprietari citano in giudizio la Regione e il Comune per il risarcimento. Il caso giunge in Cassazione, che si trova a dover decidere la complessa questione del riparto di giurisdizione: la competenza è del giudice ordinario, in quanto si tratta di un comportamento illecito, o del giudice amministrativo, poiché il danno deriva da atti autoritativi della PA come la scelta del sito e l’approvazione del progetto? Data la complessità e i precedenti non univoci, la Corte ha rimesso la decisione alle Sezioni Unite.

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Borsa studio medici specializzandi: no aumenti

Un gruppo di medici, specializzatisi dopo il 1991, ha citato in giudizio lo Stato per ottenere un risarcimento, sostenendo che la borsa di studio percepita fosse inadeguata e non rivalutata secondo le direttive comunitarie. La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando la legittimità della normativa nazionale dell’epoca. Secondo la Corte, non vi era alcun obbligo derivante dal diritto comunitario di garantire una remunerazione minima superiore a quella già prevista, né di procedere a un adeguamento automatico della borsa di studio medici specializzandi per gli iscritti prima dell’anno accademico 2006/2007.

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Compenso professionale avvocato: accordi e tariffe

In una complessa disputa sul compenso professionale avvocato, la Corte di Cassazione interviene per chiarire l’interpretazione di accordi tariffari e di un patto liquidatorio tra un legale e un istituto di credito. La Corte ha stabilito che il rimborso forfettario delle spese generali è sempre dovuto, anche se non previsto nell’accordo, e che la legge sull’equo compenso non è retroattiva. Inoltre, ha precisato che se il compenso è legato all’effettivo recupero del credito da parte del cliente, spetta all’avvocato dimostrare che tale condizione si sia verificata. La precedente decisione è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione su questi punti.

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Ingiunzione fiscale: prova e giudicato penale

Un imprenditore agricolo contesta un’ingiunzione fiscale per il recupero di fondi UE percepiti indebitamente. La Cassazione, rigettando il ricorso, chiarisce che nell’opposizione a un’ingiunzione fiscale, l’onere della prova grava sull’ente pubblico, il quale può legittimamente basare la propria pretesa sulle risultanze di una sentenza penale di condanna passata in giudicato. La Corte ha inoltre respinto le eccezioni di prescrizione e l’introduzione di nuove questioni in appello.

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Qualificazione giuridica: il potere correttivo del giudice

La Corte di Cassazione ha confermato che il giudice ha il potere-dovere di effettuare la corretta qualificazione giuridica della domanda. In un caso di appalto, anche se un condominio aveva richiesto un risarcimento per vizi gravi (ex art. 1669 c.c.), il giudice ha legittimamente riqualificato la domanda applicando la norma per vizi generici (ex art. 1667 c.c.), senza incorrere nel vizio di ultrapetizione. La decisione si basa sulla prevalenza dei fatti allegati e del bene richiesto rispetto all’inquadramento normativo proposto dalla parte.

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