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Diritto Civile

Azione revocatoria preliminare: quando si valuta?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17480/2025, si è pronunciata su un caso di azione revocatoria preliminare. Ha ribadito il principio secondo cui, in caso di vendita immobiliare preceduta da un contratto preliminare, il danno per il creditore (eventus damni) va valutato al momento del contratto definitivo. Invece, lo stato soggettivo del terzo acquirente (scientia damni) va accertato con riferimento alla data di stipula del preliminare. La Corte ha inoltre precisato che, nel caso di contratto per persona da nominare, il “terzo” rilevante ai fini della valutazione è la persona nominata, e la sua consapevolezza va verificata al momento dell’accettazione della nomina, applicando le regole sulla rappresentanza.

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Onere della prova furto: quando basta la denuncia?

Un’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiave sull’onere della prova furto in ambito assicurativo. Se la compagnia non contesta esplicitamente e tempestivamente il sinistro, l’assicurato non è tenuto a fornire prove aggiuntive oltre alla denuncia. Il caso riguardava un utilizzatore di beni in leasing che, a seguito di un furto, si è visto negare l’indennizzo dalla Corte d’Appello per mancata prova. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’inerzia o la contestazione tardiva dell’assicuratore non possono aggravare la posizione dell’assicurato.

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Danno da ritardo: colpa del locatore e riduzione

La Corte di Cassazione ha confermato la riduzione del risarcimento dovuto a un locatore per la tardiva riconsegna di un immobile commerciale. La decisione si fonda sul principio del concorso di colpa del locatore, il quale non ha agito con la dovuta diligenza per recuperare la disponibilità del bene, limitando così il danno risarcibile a una sola mensilità nonostante un’occupazione di tre anni. La Corte ha inoltre rigettato le censure sulla ripartizione delle spese di ripristino e sulla compensazione delle spese legali.

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Compensazione crediti: l'errore sulla differenza

Una società di costruzioni ottiene un decreto ingiuntivo per un credito. La società debitrice si oppone, vantando un controcredito per danni superiore. La Corte d’Appello riduce il controcredito a un importo inferiore a quello ingiunto, ma omette di condannare la debitrice al pagamento della differenza residua. La Cassazione interviene, cassa la sentenza e chiarisce i meccanismi della compensazione crediti, stabilendo che il giudice deve sempre liquidare l’eccedenza a favore di chi vanta il credito maggiore dopo la compensazione.

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Azione revocatoria: inammissibile il ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un debitore contro una sentenza che aveva accolto un’azione revocatoria. La vendita di immobili a familiari è stata ritenuta inefficace nei confronti della società creditrice. La Corte ha respinto i motivi del ricorso basati su vizi procedurali, quali la tardività delle eccezioni sulla cessione del credito e la mancanza di autosufficienza dei motivi di impugnazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti.

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Azione revocatoria: ipoteca non esclude pregiudizio

Un creditore ha esercitato un’azione revocatoria contro la vendita di immobili effettuata dal suo debitore. Il debitore sosteneva che la vendita non causasse pregiudizio, poiché gli immobili erano già ipotecati. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che l’esistenza di un’ipoteca non annulla l'”eventus damni” (il pregiudizio). La valutazione deve considerare la possibilità futura che l’ipoteca venga estinta, rendendo l’azione revocatoria uno strumento valido per tutelare i diritti del creditore. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto.

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Responsabilità processuale: quando chiedere i danni?

La Cassazione chiarisce che i danni da lite temeraria rientrano nella responsabilità processuale aggravata (art. 96 c.p.c.) e vanno chiesti nello stesso giudizio. L’azione separata è inammissibile. La Corte si pronuncia anche sulla responsabilità del custode e sulla condanna alle spese per gli eredi con beneficio d’inventario.

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Valore probatorio preventivo: la Cassazione decide

Un’impresa edile danneggia una pavimentazione durante dei lavori. La parte lesa chiede il risarcimento basandosi su un preventivo di spesa. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’impresa, confermando che il valore probatorio preventivo non si basa solo sulla mancata contestazione, ma sulla sua intrinseca idoneità a dimostrare l’entità del danno. La Corte ha stabilito che un preventivo può essere considerato prova sufficiente per la liquidazione del danno, anche a fronte di una generica contestazione.

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Cessione crediti in blocco: la prova in giudizio

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla prova necessaria in un caso di cessione crediti in blocco e sull’azione revocatoria contro un fondo patrimoniale. Due coniugi avevano contestato la legittimazione di una società di gestione crediti, subentrata a una banca, a proseguire un’azione legale. La Corte ha stabilito che la produzione in giudizio del contratto di cessione, unita ad altri elementi indiziari come la dichiarazione del cedente, è sufficiente a provare l’avvenuto trasferimento del credito. Inoltre, ha confermato che l’azione revocatoria è esperibile anche a tutela di un credito non ancora liquido, se l’atto dispositivo riduce la garanzia patrimoniale del debitore. Il ricorso dei debitori è stato respinto.

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Ineleggibilità Amministratori: la Cassazione decide

Un deputato regionale è stato dichiarato decaduto a causa della sua carica di amministratore in un ente beneficiario di contributi regionali. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo la distinzione fondamentale tra ineleggibilità e incompatibilità. Secondo i giudici, se la carica è preesistente alla competizione elettorale, si configura una causa di ineleggibilità, volta a proteggere la libertà di voto, e non una mera incompatibilità, che sorge dopo l’elezione per evitare conflitti di interesse. L’ordinanza sottolinea come questa distinzione temporale sia decisiva per determinare la sanzione, confermando la validità della più severa normativa regionale siciliana in materia.

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Ricognizione di debito e revocatoria: la data certa

In una causa di separazione, una moglie intenta un’azione revocatoria per un pagamento fatto dal marito al fratello, sostenendo che fosse fittizio. La Cassazione ha respinto il ricorso, validando il pagamento sulla base di una ricognizione di debito. La Corte ha stabilito che la copia conforme autenticata da un notaio è sufficiente a provare la data certa dell’atto, anche senza l’iscrizione a repertorio, e che un debito pecuniario senza scadenza è immediatamente esigibile.

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Azione revocatoria: quando la vendita è revocabile

Un creditore ha ottenuto la revoca di una vendita immobiliare effettuata dal suo debitore. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che per un’azione revocatoria su un debito preesistente, non è necessaria la prova dell’intento fraudolento, ma è sufficiente la consapevolezza del pregiudizio da parte dell’acquirente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per motivi procedurali e di merito, poiché tendeva a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

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Eventus Damni: Inammissibile il Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due coniugi contro la sentenza che rendeva inefficace il loro fondo patrimoniale. I ricorrenti sostenevano la mancanza di ‘eventus damni’, ovvero di un reale pregiudizio per i creditori, introducendo però nuovi elementi di fatto solo in fase di appello e cassazione. La Corte ha ribadito che non è possibile presentare nuove questioni di fatto in sede di legittimità, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Risarcimento danni medici: Cassazione chiarisce onere

Un gruppo di dirigenti medici ha citato in giudizio lo Stato per danni derivanti dal mancato rispetto delle direttive UE sull’orario di lavoro. La Corte di Cassazione ha respinto la loro richiesta di risarcimento danni medici. Pur riconoscendo la violazione da parte dello Stato, la Corte ha stabilito che i medici non hanno provato il nesso di causalità diretto tra la normativa illegittima e le loro ore di lavoro extra, poiché queste potevano derivare dal loro dovere manageriale di raggiungere specifici obiettivi.

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Assicurazione per conto altrui: la clausola è nulla

Un conduttore stipula una polizza per danni all’immobile locato. A seguito di un incendio, il proprietario agisce per l’indennizzo, ma l’assicurazione eccepisce una clausola che riserva l’azione legale al solo conduttore (contraente). La Cassazione interviene, dichiarando nulla tale clausola. La Corte stabilisce che nell’assicurazione per conto altrui, il diritto di agire per l’indennizzo spetta all’assicurato (titolare dell’interesse protetto) e non può essere escluso contrattualmente, poiché ciò snaturerebbe la funzione stessa del contratto assicurativo.

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Azione revocatoria: onere della prova e mala gestio

La Corte di Cassazione si pronuncia su un’azione revocatoria promossa da un fallimento contro l’acquirente di un immobile venduto dall’ex amministratore. Quest’ultimo, responsabile di mala gestio, aveva ceduto un bene personale. La Corte ha confermato la revoca della vendita, stabilendo un principio chiave sull’onere della prova: spetta al debitore-amministratore, e non al creditore, dimostrare di possedere altri beni sufficienti a soddisfare i creditori. La trasformazione di un bene immobile in denaro è di per sé considerata un pregiudizio.

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Buoni postali fruttiferi: tassi e timbri sul titolo

La Corte di Cassazione ha stabilito che per i buoni postali fruttiferi della serie ‘Q/P’ emessi su moduli della precedente serie ‘P’, si applicano i tassi di interesse stabiliti dal decreto ministeriale e non quelli, più favorevoli, riportati sul titolo. La presenza del timbro ‘Q/P’ è sufficiente a indicare la nuova serie, e la normativa prevale sul legittimo affidamento del risparmiatore, che non può invocare un errore dell’emittente. La sentenza ribalta le decisioni dei giudici di merito.

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Quietanza a saldo: non è una rinuncia automatica

Un professionista ha richiesto compensi aggiuntivi ai suoi ex clienti, nonostante avesse emesso una fattura con ‘quietanza a saldo’. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale quietanza, di per sé, non costituisce una rinuncia a ulteriori diritti. La Corte ha annullato la decisione precedente che aveva respinto la richiesta del legale, rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame che tenga conto di tutti gli accordi intercorsi tra le parti.

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Rappresentanza legale ente: chi firma la procura?

Un Comune ha proposto ricorso in Cassazione per l’annullamento di donazioni fatte da un suo ex amministratore. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la procura alle liti era stata firmata da un dirigente comunale anziché dal legale rappresentante pro tempore (un Commissario prefettizio). La sentenza chiarisce che la rappresentanza legale ente spetta al Sindaco, e la delega ai dirigenti è valida solo se espressamente prevista dallo statuto comunale.

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Difetto di giurisdizione: risarcimento e P.A.

Una struttura sanitaria ha citato in giudizio una Regione per ottenere il risarcimento dei danni dovuti al grave ritardo nel rilascio di un accreditamento. I giudici di merito hanno dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, ritenendo la controversia di competenza del giudice amministrativo. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto che il caso sollevi una questione di giurisdizione di fondamentale importanza e non ancora risolta, decidendo di rimettere gli atti alle Sezioni Unite per una pronuncia definitiva.

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