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Diritto Civile

Domanda di falsità: limiti nel giudizio civile

La Cassazione ha chiarito che, in un giudizio di rinvio dal penale al civile, non è possibile abbandonare la richiesta di risarcimento per presentare una autonoma domanda di falsità di un documento. Tale domanda è inammissibile perché il giudizio di rinvio è limitato alle sole pretese risarcitorie originarie. Il caso riguardava la falsificazione di una cambiale.

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Prescrizione antitrust: decorrenza e conoscibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19729/2025, ha stabilito che il termine di prescrizione antitrust per le azioni di risarcimento del danno non decorre dalla mera notizia dell’avvio di un’indagine, ma dal momento in cui il danneggiato ha acquisito, o avrebbe potuto acquisire con l’ordinaria diligenza, una ragionevole conoscenza dell’illecito e del danno subito. Nel caso di specie, relativo al cartello dei costruttori di autocarri, la Corte ha respinto il ricorso di un produttore, confermando che generici comunicati stampa non sono sufficienti a far decorrere la prescrizione, poiché non permettono di percepire l’ingiustizia del danno.

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Compensazione crediti: quando la contestazione è valida

Una società costruttrice ha agito in giudizio per recuperare un pagamento non dovuto. La controparte ha eccepito una compensazione crediti basata su un’altra fattura. La Cassazione ha confermato la decisione d’appello che respingeva l’eccezione, poiché il controcredito era già stato estinto da un accordo transattivo con una società terza collegata. La sentenza chiarisce i requisiti per una valida contestazione processuale e i limiti del sindacato della Suprema Corte sulla valutazione dei fatti.

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Nullità convenzione urbanistica: la Cassazione decide

Un Comune ha richiesto la nullità di una vendita immobiliare per violazione di una convenzione urbanistica. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l’abrogazione della legge che sanciva la nullità rende inefficace la clausola contrattuale che la richiamava. Le altre sanzioni per inadempimento non invalidano l’atto di vendita a terzi. Questo caso definisce i limiti della nullità convenzione urbanistica a seguito di modifiche legislative.

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Arricchimento senza causa: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti dell’azione di arricchimento senza causa. In un caso riguardante un patto fiduciario su immobili, dichiarato nullo per difetto di forma, l’azione è stata ritenuta inammissibile. La Corte ha spiegato che la nullità riguardava solo l’effetto traslativo, non quello obbligatorio. Pertanto, esisteva un altro rimedio (l’azione risarcitoria per inadempimento del patto) che precludeva il ricorso all’azione sussidiaria di arricchimento senza causa.

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Morosità locazione Covid: quando è inadempimento grave?

Un inquilino non paga l’affitto per mesi invocando la pandemia. La Corte di Cassazione ha stabilito che la morosità locazione Covid non è sempre giustificata. La crisi economica generale post-lockdown non basta a escludere la gravità dell’inadempimento senza una prova specifica del nesso causale tra pandemia e difficoltà economiche dell’inquilino. La valutazione deve considerare primariamente l’interesse del proprietario.

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Proroga trattenimento straniero: i termini non perentori

Un cittadino straniero impugna la proroga del suo trattenimento, lamentando il superamento dei termini della procedura accelerata di asilo. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che tali termini non sono perentori e il loro superamento non invalida la proroga trattenimento straniero, ma attiva l’effetto sospensivo automatico dell’impugnazione.

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Esenzione ticket per disoccupati: sì anche a chi cerca

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per disoccupazione spetta a chiunque sia privo di impiego e dichiari la propria disponibilità a lavorare. La sentenza chiarisce che la nozione di “disoccupato” include anche chi non ha mai avuto un precedente rapporto di lavoro (inoccupato). Questo principio si applica anche ai cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, come i richiedenti asilo, in virtù del principio di parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. La Corte ha respinto il ricorso di un’azienda sanitaria che sosteneva una visione più restrittiva, confermando che l’esenzione ticket per disoccupati è una prestazione di carattere sociale.

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Compensazione ex lege: crediti incerti la escludono

Una creditrice agiva per ottenere il pagamento di una somma, ma la società debitrice si opponeva. La controversia verteva sull’esistenza di un accordo di compensazione e sulla possibilità di una compensazione ex lege. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la compensazione ex lege è esclusa se i crediti reciproci sono incerti, come nel caso di crediti ancora oggetto di giudizio (sub judice). Ha inoltre precisato che la prova di un accordo di compensazione volontaria è un accertamento di fatto riservato ai giudici di merito.

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Sentenze Giudice di Pace: i limiti all'appello

Una cittadina contesta una bolletta dell’acqua di basso importo. Il Giudice di Pace decide la causa secondo equità, accogliendo in parte la domanda. Un Comune appella la decisione, ma il Tribunale dichiara l’appello inammissibile. La Corte di Cassazione conferma l’inammissibilità anche del ricorso successivo, chiarendo i rigidi limiti di impugnazione per le sentenze del giudice di pace di valore modesto e sottolineando l’importanza del principio di autosufficienza del ricorso.

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Danno a immobile abusivo: risarcimento negato

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di richiesta di risarcimento per danni a un edificio, causati da scavi su un terreno confinante. Il proprietario del terreno su cui sono stati eseguiti gli scavi si era difeso sostenendo che l’immobile danneggiato fosse abusivo. La Suprema Corte ha annullato la decisione di merito che aveva concesso il risarcimento, stabilendo due principi chiave: in primo luogo, la motivazione di una sentenza d’appello che si limita a confermare la precedente senza un’analisi critica è solo “apparente” e quindi nulla; in secondo luogo, ha ribadito che il danno a immobile abusivo non è risarcibile, poiché un bene illegale non possiede un valore di mercato tutelabile dall’ordinamento giuridico e il danno non può essere considerato “ingiusto”.

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Proroga termine processuale: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla tempestività di un ricorso la cui scadenza cadeva in un giorno festivo (venerdì), seguito da un sabato. La Corte ha stabilito che la proroga del termine processuale si estende fino al primo giorno non festivo successivo, quindi al lunedì. Nel merito, ha rigettato il ricorso di un cliente contro i suoi ex avvocati per presunta negligenza professionale, confermando la decisione della Corte d’Appello che non aveva riscontrato un nesso causale tra la condotta dei legali e il danno lamentato.

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Canone aggiuntivo idroelettrico: limiti del sindacato

Una società energetica ha impugnato la misura di un canone aggiuntivo imposto da una Regione per la prosecuzione di concessioni idroelettriche scadute. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la competenza regionale nella determinazione del canone e specificando che il sindacato giurisdizionale è limitato alla verifica di ragionevolezza e proporzionalità, senza poter entrare nel merito delle scelte discrezionali dell’amministrazione.

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Legittimazione passiva: Regione esclusa dal debito TPL

Una società di trasporto pubblico ha citato in giudizio una Regione per ottenere il pagamento di contributi. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che, a seguito di una legge regionale del 2011, la competenza e la titolarità passiva del debito sono state trasferite ai Comuni capoluogo. Pertanto, la Regione non ha più legittimazione passiva in queste cause, anche se continua a calcolare i fabbisogni e a trasferire i fondi.

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Querela di falso fotocopia: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato un ricorso relativo a una querela di falso su fotocopia di un contratto, chiarendo il riparto dell’onere della prova. La Corte ha stabilito che, a seguito del tempestivo disconoscimento della conformità all’originale e della sottoscrizione, la fotocopia perde ogni efficacia probatoria. Di conseguenza, la querela di falso è stata correttamente respinta in appello per l’impossibilità di procedere all’accertamento, data la mancata produzione del documento originale. La sentenza sottolinea che l’onere di provare la falsità, in questo specifico contesto, ricadeva sulla parte che aveva intentato la querela.

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Quietanza di pagamento: la prova in Cassazione

Un appaltatore ha citato in giudizio i committenti per il saldo di lavori edili. I committenti sostenevano di aver pagato più del dovuto, esibendo delle ricevute. La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, ha ritenuto che le ricevute fossero parzialmente duplicate, condannando i committenti al pagamento. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che la valutazione sulla duplicazione di una quietanza di pagamento spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità.

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Onere della prova: chi paga il debito sociale?

La Corte di Cassazione si pronuncia sull’onere della prova in un caso di azione revocatoria. Gli eredi di un socio-liquidatore, che aveva saldato un debito della società, agivano contro l’altro socio per recuperare la somma e revocare una donazione di beni fatta da quest’ultimo al figlio. La questione centrale era stabilire se il pagamento fosse avvenuto con fondi personali del liquidatore o con fondi sociali. La Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi, confermando la decisione della Corte d’Appello. È stato stabilito che l’onere della prova sulla provenienza personale dei fondi gravava su chi lo affermava, ovvero sugli eredi, i quali non sono riusciti a fornirla. I motivi del ricorso sono stati inoltre giudicati in parte inammissibili per aver sollevato questioni nuove in sede di legittimità.

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Ammortamento alla francese: no all'anatocismo

Una garante ha impugnato un contratto di mutuo ipotecario, sostenendo fosse nullo per frode alla legge, indeterminatezza e perché l’ammortamento alla francese nascondeva un’applicazione di interessi su interessi (anatocismo). La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che garantire un credito non è di per sé illecito e che il piano di ammortamento alla francese è una legittima modalità di calcolo che non produce anatocismo, in quanto gli interessi vengono calcolati unicamente sul capitale residuo.

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Termine essenziale: quando non causa la risoluzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la dicitura ‘termine essenziale’ in un contratto preliminare di vendita immobiliare non comporta automaticamente la risoluzione del contratto in caso di scadenza. Se le parti, con il loro comportamento successivo, dimostrano di avere ancora interesse all’affare, il termine perde la sua essenzialità. Nel caso specifico, la colpa dell’inadempimento è stata attribuita ai promissari acquirenti, legittimando il recesso dei venditori e la ritenzione della caparra.

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Caparra confirmatoria: reale, non consensuale

La Corte di Cassazione ha stabilito che la caparra confirmatoria è un contratto di natura reale, che si perfeziona solo con la consegna effettiva della somma di denaro. Una semplice promessa di pagamento, non seguita dalla dazione, non consente al creditore di avvalersi dei rimedi tipici previsti dall’art. 1385 c.c., come la ritenzione della somma o la richiesta del doppio. Il caso riguardava una promittente venditrice che aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per il pagamento di una caparra mai versata dalla promissaria acquirente. La Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso e ribadendo che senza la ‘traditio’ (consegna), il patto sulla caparra non produce i suoi effetti specifici.

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