Un politico, citato per diffamazione da tre soggetti (due persone fisiche e una società), veniva condannato a risarcire solo una di esse. La Corte d’Appello, tuttavia, lo obbligava a pagare una parte delle spese legali a tutti e tre, inclusi i due che avevano perso la causa. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo un principio fondamentale sulla ripartizione delle spese legali: in caso di pluralità di domande, la soccombenza va valutata per ogni singolo rapporto processuale. Pertanto, il convenuto deve rimborsare le spese solo all’attore vittorioso, mentre le parti soccombenti non hanno diritto ad alcun rimborso e possono, anzi, essere condannate a pagare le spese alla controparte.
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