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Diritto Civile

Remissione di debito: la Cassazione annulla sentenza
Una società committente cita in giudizio l'impresa appaltatrice e i professionisti per gravi vizi in un'opera di consolidamento. La Corte d'Appello rigetta la domanda, ravvisando una tacita remissione di debito nel fatto che le parti avessero stipulato un secondo contratto per rimediare ai vizi. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che la remissione di debito è un'eccezione che deve essere sollevata dalla parte interessata e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice, soprattutto senza aver prima stimolato il dibattito tra le parti (il contraddittorio). La sentenza viene cassata con rinvio.
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Vicinitas ambientale: la Cassazione sull’interesse ad agire
Cittadini e associazioni impugnano l'autorizzazione per un impianto idroelettrico. La Cassazione chiarisce che la vicinitas ambientale, ovvero la semplice vicinanza all'opera, è sufficiente a fondare l'interesse ad agire per tutelare ambiente e paesaggio, annullando la decisione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che richiedeva la prova di un danno specifico. La Corte ha anche escluso l'applicazione del giudicato esterno su un progetto modificato.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
Un gruppo di medici ha citato in giudizio lo Stato per la mancata retribuzione durante la specializzazione tra il 1980 e il 1992. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile a causa della prescrizione. La Corte ha ribadito che il termine decennale per richiedere il risarcimento per la mancata attuazione delle direttive UE sulla remunerazione decorre dal 27 ottobre 1999. L'azione legale, avviata nel 2016, è stata quindi presentata tardivamente, confermando la giurisprudenza consolidata sulla prescrizione per i medici specializzandi.
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Transazione coobbligato: quando si estende al terzo
La Corte di Cassazione chiarisce che la transazione stipulata da un coobbligato in solido può estendersi agli altri debitori, anche se la loro responsabilità deriva da titoli giuridici diversi (nel caso, civile ed erariale). Se il debitore dichiara di volerne approfittare, il debito si estingue, rendendo inefficace la clausola di riserva del creditore e facendo venire meno il presupposto per l'azione revocatoria avviata contro un precedente atto di donazione.
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Onere della prova: Danno non risarcito senza prove
Un'azienda agricola ha citato in giudizio un'impresa di impianti e una società di distribuzione elettrica per i danni subiti a una serra, causati dalla caduta di un cavo elettrico. Nonostante l'evento fosse accaduto, la richiesta di risarcimento è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che la parte danneggiata non ha adempiuto al proprio onere della prova, non riuscendo a dimostrare né l'esistenza certa né l'esatta entità dei danni lamentati.
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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un avvocato che lamentava un errore di fatto revocatorio in una precedente sentenza. Il professionista sosteneva che la Corte avesse errato nel calcolare i tempi di prescrizione del suo illecito disciplinare. Le Sezioni Unite hanno chiarito che un'errata valutazione di questioni giuridiche o di elementi già discussi tra le parti, come la decorrenza della prescrizione, costituisce un errore di giudizio e non un errore di fatto revocatorio. Quest'ultimo, infatti, si configura solo in caso di una svista su un fatto non controverso e decisivo.
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Azione di simulazione: la prova indiziaria è valida
Una società immobiliare ha impugnato in Cassazione una sentenza che dichiarava simulato un contratto di compravendita immobiliare. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, stabilendo che per esperire un'azione di simulazione è sufficiente un credito anche solo potenziale (litigioso) e che la prova della simulazione può essere fornita tramite presunzioni gravi, precise e concordanti, senza che sia necessario un riesame dei fatti in sede di legittimità.
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Proroga trattenimento straniero: obbligo di motivazione
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di un Giudice di Pace che aveva convalidato la proroga del trattenimento di un cittadino straniero in un CPR utilizzando un modulo standard. Secondo la Corte, la proroga trattenimento straniero, incidendo sulla libertà personale, esige una motivazione specifica e dettagliata, non essendo sufficiente il mero rinvio alla legge o barrare una casella su un prestampato.
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Compenso CTU collegiale: la Cassazione chiarisce
Un cittadino contesta l'eccessivo compenso liquidato a un collegio di due consulenti tecnici d'ufficio (CTU) in una causa di responsabilità medica. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, annullando la decisione precedente e stabilendo principi chiari sul calcolo del compenso CTU collegiale. Viene specificato che si calcola un onorario unico, aumentato per ogni membro aggiuntivo, e che il numero di ore liquidate (vacazioni) deve essere rigorosamente giustificato. Inoltre, la sanzione per il ritardo nel deposito si applica sempre.
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Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di Cassazione
Un cittadino straniero ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro il rigetto della sua opposizione a un decreto di espulsione. L'appello si basava su presunti errori procedurali e sulla richiesta di una nuova valutazione del suo bisogno di protezione internazionale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che non è possibile sollevare nuove questioni per la prima volta in sede di legittimità e che la Corte non può riesaminare nel merito una richiesta di protezione che non era stata precedentemente contestata nelle sedi appropriate.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione decide
Un medico specializzatosi nel 1986 si è visto negare in appello il diritto alla remunerazione perché il suo corso era iniziato prima del 1982. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 7313/2024, ha ribaltato la decisione. Citando il diritto europeo, ha stabilito che la remunerazione per i medici specializzandi è dovuta per il periodo di formazione successivo al 1° gennaio 1983, anche se il corso è iniziato in anni precedenti. La sentenza è stata cassata con rinvio per la rideterminazione del compenso.
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Vittima di tratta: la Cassazione tutela le donne
Una cittadina nigeriana, riconosciuta come vittima di tratta, si è vista negare lo status di rifugiato da un tribunale territoriale. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la valutazione del rischio non può limitarsi al solo pericolo di re-trafficking. I giudici devono considerare anche i rischi più ampi di persecuzione, discriminazione e violenza di genere che una vittima di tratta affronterebbe nel suo Paese d'origine, sulla base di un'analisi completa e aggiornata del contesto sociale e culturale.
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Decreto di espulsione: la prova dell’integrazione
Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione sostenendo un lungo soggiorno in Europa e legami familiari. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, evidenziando che le affermazioni erano generiche e prive di prove concrete sull'effettivo inserimento sociale e lavorativo in Italia. La sentenza sottolinea che la semplice permanenza nel territorio non è sufficiente per opporsi a un provvedimento di espulsione.
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Responsabilità della banca: l’invito a disinvestire
La Corte di Cassazione analizza un caso di investimenti non autorizzati e con firme false effettuati da un direttore di filiale. La Corte ha stabilito che la responsabilità della banca per i danni non può essere ridotta attribuendo un concorso di colpa ai clienti solo perché non hanno seguito un generico invito a disinvestire, soprattutto se tale invito è pervenuto durante la causa. Il provvedimento chiarisce i limiti del dovere del danneggiato di mitigare il danno.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione decide
Un medico che ha iniziato la specializzazione nel 1981 ha citato in giudizio lo Stato per il mancato pagamento della retribuzione. La Corte di Cassazione, seguendo la giurisprudenza europea, ha confermato il suo diritto a ricevere un compenso per il periodo di formazione successivo al 1° gennaio 1983. La sentenza chiarisce un punto fondamentale sulla remunerazione medici specializzandi, stabilendo che la data di inizio del corso non è preclusiva se la formazione è proseguita dopo la scadenza del termine di recepimento delle direttive UE.
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Interventore ad adiuvandum: quando può impugnare?
Una società immobiliare, intervenuta in un giudizio d'appello a sostegno di un'altra società proprietaria di un'area inquinata, ha proposto ricorso in Cassazione. Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile per carenza di legittimazione attiva. La decisione si fonda sul principio che l'interventore ad adiuvandum, avendo una posizione processuale dipendente e non autonoma, non può impugnare la sentenza se la parte principale che sosteneva ha scelto di non farlo. Questo caso ribadisce i limiti stringenti del diritto di impugnazione per chi interviene in un processo a supporto di altri.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
Un cittadino straniero impugna un decreto di espulsione. Il Giudice di Pace dichiara il ricorso inammissibile con una spiegazione incomprensibile. La Corte di Cassazione ha annullato tale provvedimento per "motivazione apparente", stabilendo che il ragionamento del giudice deve essere sempre chiaro e percepibile. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Protezione sussidiaria: obbligo di fonti aggiornate
Un cittadino pakistano si è visto negare la protezione da un tribunale sulla base di informazioni datate. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che per la concessione della protezione sussidiaria il giudice ha il dovere di utilizzare fonti aggiornate sulla situazione di violenza indiscriminata nel paese d'origine e di valutare in modo complessivo, e non frammentario, i fattori di integrazione del richiedente.
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Assicurazione dipendenti statali: la Cassazione chiarisce
A seguito di un infortunio sul lavoro, un'amministrazione scolastica è stata condannata al risarcimento. La sua richiesta di manleva verso la compagnia assicuratrice privata è stata respinta. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo che il regime speciale di assicurazione dipendenti statali costituisce una forma di assicurazione obbligatoria. Di conseguenza, la polizza, che copriva solo il personale non soggetto a tale obbligo, non era applicabile.
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Appello incidentale tardivo: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un appello incidentale tardivo deve essere dichiarato inammissibile se proposto a seguito di un ordine di rinnovazione della notifica illegittimo. Il caso riguardava una controversia tra un proprietario di un camion e un'officina. La Corte ha chiarito che un ordine di rinnovazione basato sull'erroneo presupposto della nullità della prima notifica è a sua volta nullo e non può riaprire i termini per l'impugnazione incidentale.
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