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Diritto Civile

Responsabilità da custodia: onere della prova stradale

Un automobilista subisce un incidente a causa di aquaplaning e cita in giudizio il Comune per responsabilità da custodia. La Corte d’Appello rigetta la domanda, sostenendo che l’attore non avesse mai allegato la presenza di accumuli d’acqua. La Cassazione annulla la decisione, riscontrando un errore procedurale e un travisamento delle prove. Viene chiarito che il giudice non può ignorare le allegazioni iniziali della parte e deve valutare correttamente le perizie tecniche, distinguendo tra le diverse fonti probatorie.

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Compensazione spese legali: il potere del giudice

Un cittadino, dopo aver ottenuto in appello una parziale vittoria con il ricalcolo degli interessi su un risarcimento danni, ha impugnato la decisione sulla compensazione spese legali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l’ampio potere discrezionale del giudice di merito nel compensare le spese processuali. La Corte ha ritenuto logiche le motivazioni della corte d’appello, basate sulla natura tecnica e di minima incidenza della questione e sulla condotta non oppositiva delle controparti.

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Litisconsorzio necessario: appello inammissibile

La Corte di Cassazione conferma l’inammissibilità di un appello proposto da un istituto di credito per un errore procedurale cruciale. La banca aveva notificato l’atto a persone che avevano rinunciato all’eredità di un promotore finanziario, parte necessaria del giudizio. La sentenza ribadisce i principi del litisconsorzio necessario processuale in caso di obbligazioni solidali e sottolinea che la notifica a un non-erede è giuridicamente nulla, portando all’inammissibilità dell’impugnazione come previsto dall’art. 331 c.p.c.

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Pericolo di evizione nel preliminare: guida completa

Un promissario acquirente recedeva da un contratto preliminare a causa di una disputa sui confini che creava un rischio di evizione parziale. La Corte d’Appello aveva convalidato il recesso. La Corte di Cassazione, invece, ha annullato la decisione, specificando che il pericolo di evizione consente principalmente la sospensione del pagamento (art. 1481 c.c.), ma non il recesso automatico. Per recedere, è necessario dimostrare un inadempimento grave e colpevole del venditore (art. 1455 c.c.), valutazione che la corte territoriale non aveva effettuato. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Foglio Informativo Analitico: l'obbligo di consegna

Una risparmiatrice ha ottenuto in appello un risarcimento per la mancata consegna del Foglio Informativo Analitico relativo a buoni postali, il cui diritto al rimborso era ormai prescritto. La società emittente ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando questioni sulla prescrizione del diritto al risarcimento e sull’applicabilità delle normative di settore. La Suprema Corte, rilevando la sovrapposizione delle questioni con un altro caso di particolare importanza, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la causa in attesa di una decisione nomofilattica.

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Denuncia vizi immobile: quando scatta il termine?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20678/2025, chiarisce un punto cruciale sulla denuncia vizi immobile. Il termine di un anno per la denuncia dei gravi difetti di costruzione, previsto dall’art. 1669 c.c., decorre dal momento in cui il committente acquisisce una consapevolezza sufficientemente seria della gravità dei vizi e della loro possibile causa, anche senza una perizia tecnica formale. Nel caso di specie, i committenti avevano perso il diritto ad agire perché avevano atteso troppo tempo da quando un geometra di loro fiducia aveva constatato i difetti, rendendo tardiva la successiva azione legale.

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Pubblicità legale: Cassazione annulla sentenza TSAP

Un’associazione religiosa ha impugnato un bando di gara per una concessione idroelettrica. Successivamente, ha presentato motivi aggiunti contro il provvedimento di concessione, ma il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP) li ha dichiarati tardivi, considerando la pubblicazione online sul sito della Provincia come valida pubblicità legale. La Corte di Cassazione ha cassato questa decisione, stabilendo che la pubblicità legale online ha effetto solo se una norma di legge lo prevede espressamente. In assenza di tale norma, la semplice pubblicazione sul sito web dell’ente non fa decorrere i termini per l’impugnazione.

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Responsabilità professionale avvocato: onere della prova

Una cliente ha citato in giudizio il proprio avvocato per negligenza professionale, sostenendo che la mancata costituzione in giudizio le avesse causato la perdita di una causa contro il suo ex datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei tribunali di merito, rigettando la richiesta della cliente. È stato stabilito che spetta al cliente l’onere di dimostrare di aver conferito l’incarico professionale in tempo utile. In assenza di tale prova, viene meno la responsabilità professionale dell’avvocato.

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Successione nei contratti: l'accordo collettivo vale

Una società che acquista un ramo d’azienda nel settore carburanti è tenuta a rispettare gli accordi collettivi stipulati dalla precedente proprietà. La Corte di Cassazione ha confermato il principio della successione nei contratti, stabilendo che, in assenza di un nuovo accordo, quello esistente si trasferisce automaticamente al cessionario, obbligandolo a corrispondere i benefici economici previsti per i gestori.

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Revocatoria ordinaria: vincolo di destinazione e onere

Un fallimento agisce in revocatoria ordinaria contro un vincolo di destinazione e una donazione posti in essere da un ex sindaco della società fallita a favore delle figlie. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei familiari, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva qualificato gli atti come gratuiti. La Suprema Corte ha sanzionato la proposizione di questioni nuove in sede di legittimità e la mancata impugnazione di tutte le ragioni fondanti la decisione di merito sulla consapevolezza del pregiudizio (scientia damni) in capo al disponente.

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Rinuncia al ricorso: quando il giudizio si estingue?

Un Comune aveva impugnato una sentenza d’appello relativa alla necessità di un contratto scritto con una società per la riscossione di canoni. Durante il giudizio in Cassazione, tutte le parti hanno concordato per una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, prendendo atto dell’accordo, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese legali e chiarendo che in caso di rinuncia non si applica il raddoppio del contributo unificato.

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Servitù coattiva: quando si presume e si estingue

La Corte di Cassazione chiarisce che una servitù di passaggio, anche se costituita con un contratto, si presume abbia natura di servitù coattiva se creata per ovviare all’interclusione di un fondo. Di conseguenza, tale servitù può essere estinta se l’interclusione cessa. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che si era limitata a constatare l’origine volontaria del diritto senza indagare sulla reale intenzione delle parti, stabilendo che spetta al giudice di merito verificare se l’accordo dimostri inequivocabilmente la volontà di sottoporsi al regime delle servitù volontarie, vincendo così la presunzione legale.

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Sanzioni pecuniarie: la giurisdizione del giudice

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite stabilisce che la giurisdizione per le controversie riguardanti sanzioni pecuniarie amministrative spetta al giudice ordinario. La decisione nasce da un caso in cui un Ente Locale aveva multato una società concessionaria per occupazione abusiva di suolo pubblico. Poiché la sanzione era puramente monetaria e non comportava un’azione ripristinatoria discrezionale, la Corte ha affermato che la posizione del multato è di diritto soggettivo, la cui tutela è demandata alla magistratura ordinaria e non a quella amministrativa.

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Danni fauna selvatica: la responsabilità della Regione

Un automobilista ha subito danni materiali a seguito di una collisione con un cinghiale. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha chiarito che la responsabilità per i danni da fauna selvatica ricade sulla Pubblica Amministrazione (nella specie, la Regione) secondo il criterio della responsabilità oggettiva previsto dall’art. 2052 c.c. e non per la responsabilità da fatto illecito generico (art. 2043 c.c.). La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente applicato l’art. 2043 c.c., specificando che l’ente pubblico può liberarsi solo provando il caso fortuito, mentre il conducente deve dimostrare di aver adottato ogni cautela per evitare l’incidente.

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Vittime di mafia: estraneità ai clan requisito fisso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19585/2025, ha stabilito un principio fondamentale riguardo ai benefici per le vittime di mafia. A seguito dell’omicidio di un uomo, i figli avevano richiesto i benefici previsti dalla legge. Mentre la Corte d’Appello li aveva concessi ritenendo sufficiente l’estraneità ai clan al momento del fatto, la Cassazione ha ribaltato la decisione. Ha chiarito che l’estraneità agli ambienti criminali non è una condizione momentanea, ma un requisito costitutivo e permanente che deve sussistere al momento della concessione del beneficio e perdurare nel tempo, in linea con lo scopo della legge di sostenere le vere vittime e contrastare la criminalità organizzata.

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Cessione del credito: il diritto all'azione revocatoria

Un istituto di credito avvia un’azione revocatoria contro dei debitori. Durante il processo, cede il suo credito a una società di cartolarizzazione. La Corte d’Appello nega a quest’ultima il diritto di proseguire l’azione. La Cassazione ribalta la decisione, stabilendo che la cessione del credito trasferisce anche le azioni a sua tutela, come la revocatoria, in quanto facoltà intrinseca al diritto di credito stesso.

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Restituzione deposito cauzionale: quando maturano gli interessi?

Una società versa un acconto per un immobile da un consorzio in liquidazione. La vendita salta per mancata autorizzazione ministeriale. La Cassazione chiarisce che per la restituzione deposito cauzionale con interessi è necessaria una richiesta formale (messa in mora) dopo che il diritto alla restituzione è sorto. In assenza, non sono dovuti interessi. Accolto, invece, il motivo sulla non debenza delle spese legali alla parte contumace.

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Personalizzazione del danno: quando è lecita?

Un cittadino ha citato in giudizio un comune a seguito di una caduta su una scala bagnata nel cimitero locale. I tribunali di merito hanno riconosciuto il risarcimento, includendo una maggiorazione per la cosiddetta ‘personalizzazione del danno’. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha annullato questa parte della decisione, chiarendo che un tale aumento richiede prove specifiche di conseguenze pregiudizievoli uniche e ulteriori rispetto a quelle ordinarie, prove che nel caso di specie mancavano. Di conseguenza, l’importo del risarcimento finale è stato ridotto.

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Rinvio pregiudiziale: inammissibile senza difficoltà

La Corte di Cassazione, con il decreto n. 19883/2025, ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma. La questione riguardava la competenza a decidere sul ricorso di un migrante, trasferito in Albania dopo una detenzione in Italia, avverso il diniego di protezione internazionale. La Corte ha ritenuto che non sussistessero le gravi difficoltà interpretative richieste dalla legge per ammettere il rinvio pregiudiziale, affermando il dovere del giudice di merito di interpretare la legge anche di fronte a più soluzioni possibili.

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Azione revocatoria: la prova presuntiva è sufficiente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza che accoglieva un’azione revocatoria. La Corte ha stabilito che una serie di indizi gravi, precisi e concordanti, come il legame di parentela stretto tra venditore e acquirente, la loro convivenza e l’opacità sui fondi, sono sufficienti a costituire una prova presuntiva della consapevolezza del terzo acquirente del pregiudizio arrecato al creditore.

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