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Diritto Civile

Diffamazione e diritto di critica: limiti e giudicato

La Corte di Cassazione conferma la condanna al risarcimento per un giornalista che aveva accusato una collega di diffondere dati falsi per favorire una parte politica. La sentenza stabilisce chiari confini tra diffamazione e diritto di critica, sottolineando come l’attribuzione di una condotta deontologicamente scorretta e faziosa superi la critica legittima. Viene inoltre chiarito che, a seguito di annullamento di una sentenza penale per i soli effetti civili, il giudice civile gode di piena autonomia e non è vincolato da un eventuale giudicato penale parziale.

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Incandidabilità amministratori: quando è legittima?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero dell’Interno che chiedeva la dichiarazione di incandidabilità per due amministratori locali. La sentenza stabilisce un principio fondamentale per l’incandidabilità amministratori: è necessaria la prova certa dell’esistenza di un’associazione di stampo mafioso nel territorio. I semplici contatti con soggetti pregiudicati non sono sufficienti, specialmente se una sentenza penale ha già escluso la natura mafiosa dei gruppi criminali coinvolti, rendendo di fatto inapplicabile la misura.

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Nesso di Causalità: quando la banca non risponde

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità della banca in caso di ritardata esecuzione di un bonifico. Anche se l’inadempimento è provato, il risarcimento non è dovuto se il cliente non dimostra il nesso di causalità tra il ritardo e il danno subito. Nel caso specifico, la mancata prova di aver seguito la procedura per l’esercizio di stock options e la propria condotta negligente hanno interrotto tale legame, escludendo il diritto al risarcimento.

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Difetto di rappresentanza: sanatoria non automatica

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 18525/2025, ha chiarito le regole sulla sanatoria del difetto di rappresentanza processuale. Se l’eccezione è sollevata da una parte, la sanatoria deve essere immediata e non è previsto un termine concesso dal giudice, a meno di una richiesta motivata. Il caso nasceva da un’azione revocatoria contro una donazione. La Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello per non aver applicato correttamente questo principio e per aver ritenuto sufficiente una prova generica dello ‘ius postulandi’.

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Prova del credito: fattura non basta nel giudizio

Un fornitore ottiene un decreto ingiuntivo per il saldo di lavori su un impianto. Il committente si oppone, sostenendo di aver già pagato più di quanto pattuito in un preventivo. La Cassazione conferma le decisioni di merito, rigettando il ricorso del fornitore e chiarendo che la sola fattura non costituisce adeguata prova del credito nel giudizio di opposizione. Spetta al creditore dimostrare con ogni mezzo l’esistenza e l’ammontare della sua pretesa, senza poter fare affidamento sulla CTU per colmare le proprie lacune probatorie.

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Liquidazione spese processuali: i parametri corretti

Una causa di risarcimento danni viene interrotta da una questione di incompetenza territoriale. La Corte di Cassazione interviene sulla corretta liquidazione spese processuali, chiarendo due punti fondamentali: il valore della controversia per il calcolo delle spese si basa sulla domanda principale, non sulla singola questione procedurale; inoltre, per determinare i compensi si applicano i parametri in vigore al momento in cui si conclude la prestazione professionale per quella fase di giudizio, non quelli sopravvenuti successivamente.

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Presunzione di colpa: onere della prova del rivenditore

La Corte di Cassazione ha confermato una sanzione a un commerciante di prodotti ittici per la vendita di molluschi sottomisura. La Corte ha stabilito che vige una presunzione di colpa a carico del rivenditore, il quale, per essere esente da responsabilità, deve dimostrare attivamente di aver adottato tutte le misure di controllo possibili per evitare l’illecito, non essendo sufficiente invocare l’impossibilità di ispezionare la merce sigillata.

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Intervento adesivo: la Cassazione chiarisce i limiti

Un debitore dona un immobile. Un creditore avvia un’azione revocatoria e un terzo interviene a sostegno. Il debitore eccepisce la prescrizione dell’intervento, ma la Cassazione chiarisce che l’intervento adesivo non è un’azione autonoma e quindi non soggetto a prescrizione. Il ricorso del debitore è stato dichiarato inammissibile, confermando che l’intervento del terzo era meramente di supporto alla domanda principale.

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Errore di fatto in Cassazione e danno ambientale

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un complesso caso di responsabilità ambientale. La decisione è stata presa per esaminare un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di fatto in Cassazione. Una grande società automobilistica sostiene che la Corte abbia erroneamente interpretato una precedente decisione della Corte d’Appello riguardo alla prescrizione di un’azione di regresso contro diversi Comuni e altri soggetti, ritenuti corresponsabili dell’inquinamento di un’area industriale. L’ordinanza non decide nel merito, ma riconosce l’importanza nomofilattica della questione, che necessita di una discussione approfondita.

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Buoni Postali Fruttiferi: Tassi e Ius Variandi

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della modifica peggiorativa dei tassi di rendimento dei Buoni Postali Fruttiferi, anche per quelli emessi prima del decreto ministeriale del 1986. Secondo la Corte, la normativa speciale prevale e si integra automaticamente nel contratto, rendendo la variazione efficace con la sola pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, a prescindere dall’esposizione delle nuove tabelle negli uffici postali.

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Protezione internazionale: sì alla richiesta al Giudice

Una cittadina straniera, durante l’udienza di convalida dell’espulsione, ha chiesto protezione internazionale. La Cassazione ha annullato il provvedimento, affermando che il Giudice non può valutare la strumentalità della richiesta e che gli atti devono essere tradotti in una lingua nota alla persona.

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Carenza di interesse: appello inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso a causa della sopravvenuta carenza di interesse delle parti, che avevano raggiunto un accordo transattivo. A seguito di un giudizio sull’inefficacia di una compravendita immobiliare, il debitore aveva impugnato le decisioni sfavorevoli. Tuttavia, prima della decisione finale, un accordo ha posto fine alla controversia. La Corte ha stabilito che in questi casi di inammissibilità sopravvenuta, non è dovuto il pagamento del doppio contributo unificato.

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Cessione del credito e revocatoria: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la cessione del credito, effettuata da un debitore per saldare un’altra obbligazione già scaduta, non è soggetta ad azione revocatoria. Questo atto rientra nell’ipotesi di ‘adempimento di un debito scaduto’ prevista dall’art. 2901, comma 3, c.c., che esclude la revocabilità. La Corte ha chiarito che la legge non richiede al debitore di dimostrare l’assenza di altri mezzi di pagamento, rendendo la cessione una modalità di adempimento pienamente legittima e non revocabile, a prescindere dalla situazione patrimoniale del debitore.

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Competenza per valore: la domanda riconvenzionale

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per determinare la competenza per valore in un giudizio di opposizione all’esecuzione, il valore della domanda riconvenzionale proposta dal creditore opposto si somma a quello del credito originario. In questo caso, una domanda di accertamento di un controcredito superiore a 5.100 euro ha spostato la competenza dal Giudice di Pace al Tribunale, poiché il valore complessivo della controversia superava il limite di legge.

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Occupazione abusiva suolo pubblico: ricorso inammissibile

Una società fa ricorso contro il pagamento di canoni per l’occupazione abusiva suolo pubblico, sostenendo di aver agito in buona fede. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La motivazione principale risiede nel fatto che gli argomenti difensivi cruciali, come la violazione della buona fede e la natura giuridica del terreno, sono stati presentati tardivamente nel processo, rendendoli inammissibili.

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Onere probatorio sanzioni: i poteri del giudice

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che nel giudizio di opposizione a sanzioni amministrative, l’onere probatorio a carico della Pubblica Amministrazione non viene meno in caso di deposito tardivo degli atti. La Corte ha chiarito che il giudice ha ampi poteri officiosi per acquisire la documentazione necessaria a decidere nel merito, anche in appello. Di conseguenza, è stato rigettato il ricorso di un cittadino sanzionato per l’uso irregolare di un dispositivo elettronico di accesso in un’area aeroportuale.

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Responsabilità custode e caduta: il caso del ciclista

Un ciclista ha citato in giudizio un Comune per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito di una caduta, attribuita a una buca sulla strada. Il Tribunale ha rigettato la domanda, escludendo la responsabilità del custode (il Comune). La decisione si fonda sulla mancanza di prova del nesso causale e, in via dirimente, sulla condotta imprudente del ciclista stesso, ritenuta l’unica causa dell’incidente. Quest’ultimo, infatti, conosceva la strada, viaggiava in condizioni di perfetta visibilità e non rispettava l’obbligo di tenere la destra. Di conseguenza, il ciclista è stato condannato a pagare le spese legali di tutte le parti coinvolte, compresi i terzi chiamati in causa dal Comune.

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Prescrizione cartella: stop del Giudice per COVID

Un cittadino ha contestato una cartella di pagamento per sanzioni amministrative, sostenendo l’avvenuta prescrizione del credito. Il Tribunale ha accolto parzialmente la sua opposizione, stabilendo un principio chiave: i debiti il cui termine di prescrizione quinquennale è scaduto prima dell’inizio della sospensione per l’emergenza COVID (8 marzo 2020) sono da considerarsi estinti. Per i debiti la cui prescrizione sarebbe maturata dopo tale data, le normative emergenziali hanno validamente prorogato i termini, rendendo legittima la riscossione. La sentenza chiarisce l’impatto della legislazione pandemica sulla prescrizione cartella.

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Errore revocatorio: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, basato su un presunto errore revocatorio. I ricorrenti lamentavano l’omesso esame di alcuni motivi del loro precedente ricorso. La Corte ha chiarito che l’errore revocatorio consiste in una errata percezione dei fatti documentali, non in un’omissione valutativa o interpretativa da parte del giudice. Pertanto, l’omesso esame di un motivo di ricorso non rientra in questa casistica e non può giustificare la revocazione della sentenza.

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Responsabilità presidente associazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 17128/2025, si è pronunciata sulla responsabilità del presidente di un’associazione sportiva per i debiti dell’ente. Il caso riguardava una fornitura di materiale sportivo non saldata. La Corte ha stabilito che la mera carica di presidente non comporta automaticamente una responsabilità personale e che un documento, per valere come ricognizione di debito, deve contenere una chiara e inequivoca assunzione dell’obbligazione, la cui interpretazione è un giudizio di fatto insindacabile in sede di legittimità se non implausibile. La sentenza ha anche ribadito il principio di non dispersione della prova documentale nel giudizio di appello.

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