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Diritto Civile

Azione pauliana: quando è valida la notifica all'erede

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di azione pauliana intentata da una compagnia assicuratrice per revocare una compravendita immobiliare. Il provvedimento analizza la validità della notifica agli eredi di una parte deceduta durante il processo, stabilendo che l’integrazione spontanea del contraddittorio sana il vizio. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi di ricorso che miravano a una rivalutazione nel merito dei presupposti dell’azione pauliana, confermando la decisione dei giudici di secondo grado.

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Divieto di espulsione padre convivente: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16079/2025, ha stabilito un principio fondamentale a tutela del nucleo familiare. La Corte ha chiarito che il divieto temporaneo di espulsione, previsto per la madre nei sei mesi successivi al parto, si estende anche al padre convivente, pur se non sposato. Il caso riguardava un cittadino straniero, padre di un neonato, il cui ricorso era stato inizialmente respinto a causa di un errore sulla data di nascita del figlio. La Cassazione ha cassato la decisione, affermando che il giudice deve valutare l’effettività e la stabilità del legame familiare, superando il formalismo del vincolo matrimoniale per proteggere l’interesse superiore del minore. La sentenza ribadisce l’importanza del divieto di espulsione del padre convivente per garantire l’unità familiare nella sua fase formativa.

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Gestione Separata: Cassazione sulla Cassa Forense

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’iscrizione retroattiva di un avvocato alla propria Cassa di previdenza professionale esclude l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata dell’ente previdenziale nazionale. Tale principio vale anche se il professionista non ha materialmente versato i contributi soggettivi minimi dovuti alla cassa di categoria. La Corte ha chiarito che la Gestione Separata ha una funzione sussidiaria e interviene solo in assenza di una copertura previdenziale obbligatoria. La sentenza di merito è stata cassata con rinvio per riesaminare la legittimità dell’iscrizione d’ufficio alla luce di questo principio.

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Risarcimento dirigenti medici: nesso di causalità

Un gruppo di dirigenti medici ha citato in giudizio lo Stato per ottenere un risarcimento danni, sostenendo che l’Italia non avesse recepito correttamente le direttive europee sull’orario di lavoro tra il 2008 e il 2015. La Corte di Cassazione, pur riconoscendo una violazione “grave e manifesta” della normativa UE da parte dello Stato, ha rigettato la domanda. La decisione si fonda sulla mancata prova del nesso di causalità: i medici non hanno dimostrato che il loro orario di lavoro eccessivo fosse una diretta conseguenza delle leggi nazionali illegittime, piuttosto che una scelta volontaria legata al loro ruolo manageriale e al raggiungimento di obiettivi specifici. Mancando la prova di questo collegamento diretto, la richiesta di risarcimento è stata respinta.

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Rinuncia risoluzione contratto: è possibile?

In un caso di locazione commerciale, la Corte di Cassazione ha esaminato la questione della rinuncia risoluzione contratto da parte del locatore dopo l’invio di una diffida ad adempiere rimasta inadempiuta. La Corte ha annullato la decisione di merito che aveva ritenuto valida tale rinuncia, evidenziando un contrasto giurisprudenziale e la necessità di una motivazione più approfondita sul tema, rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Azione Pauliana: quando la vendita è inefficace

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due debitori, confermando l’inefficacia della vendita di un loro immobile tramite azione pauliana. Anche se il bene era ipotecato e il ricavato è servito a pagare un creditore garantito, l’operazione è stata ritenuta pregiudizievole per gli altri creditori. La Corte ha stabilito che le censure dei ricorrenti erano di natura fattuale e quindi non esaminabili in sede di legittimità.

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Tasso soglia: la Cassazione sui costi del mutuo

Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per un contratto di mutuo, sostenendo il superamento del tasso soglia a causa della sommatoria tra interessi corrispettivi e moratori e dell’inclusione di costi accessori. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che i due tipi di interesse non sono cumulabili ai fini della verifica dell’usura, data la loro diversa funzione. Ha inoltre confermato che costi come spese notarili e polizze assicurative non vanno computati nel calcolo del tasso soglia e che il piano di ammortamento alla francese non genera di per sé anatocismo.

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Concessioni demaniali e Diritto UE: stop alle proroghe

Una società che gestisce un resort balneare ha chiesto il rimborso di canoni ritenuti eccessivi. L’amministrazione statale ha risposto mettendo in dubbio la validità della concessione stessa. La Corte di Cassazione, analizzando la normativa sulle concessioni demaniali, ha confermato che le proroghe automatiche sono incompatibili con le direttive dell’Unione Europea. Ha stabilito che le leggi nazionali che le prevedono devono essere ignorate (disapplicate) a favore di gare pubbliche, senza più la necessità di dimostrare un “interesse transfrontaliero”. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi.

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Responsabilità scolastica per gita: la condanna

Una donna, infortunatasi a seguito di una collisione con uno studente durante una gita scolastica sulla neve, ha citato in giudizio l’istituto. Il Tribunale ha riconosciuto la responsabilità scolastica per ‘culpa in vigilando’, condannando il Ministero al risarcimento dei danni. La decisione si fonda sulla mancata adozione di adeguate misure di sicurezza, come un numero sufficiente di accompagnatori e una preparazione pratica per gli alunni inesperti, per un’attività potenzialmente pericolosa.

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Canone COSAP: obbligo anche senza concessione formale

Una società ha impugnato avvisi di pagamento per il canone COSAP relativo a impianti pubblicitari. La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo di pagamento, stabilendo che il canone è dovuto per la semplice occupazione di fatto del suolo pubblico, indipendentemente da un atto formale di concessione. L’inerzia della Pubblica Amministrazione nella richiesta non costituisce rinuncia al credito, il quale si prescrive nel termine ordinario di dieci anni.

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Novazione contratto di locazione: la decisione

Una società immobiliare ha citato in giudizio un’amministrazione pubblica per il pagamento di canoni e spese relative a un immobile locato. Il cuore della disputa era stabilire se un accordo del 2009 costituisse una novazione del contratto di locazione precedente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando che l’accordo del 2009 era un contratto nuovo e distinto, e ha chiarito i limiti del sindacato di legittimità sull’interpretazione contrattuale del giudice di merito.

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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha negato la remunerazione a un medico specializzando il cui corso non era esplicitamente previsto dalle direttive europee vigenti all’epoca. La Corte ha stabilito che l’inclusione del corso nelle liste UE è un fatto costitutivo del diritto, che il giudice deve sempre verificare. Un successivo riconoscimento nazionale di conformità del corso non è sufficiente a fondare la richiesta di risarcimento del danno per la mancata attuazione delle direttive.

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Efficacia retroattiva contratto PA: Cassazione chiarisce

Una struttura sanitaria privata aveva eseguito prestazioni per un’ASL prima della firma formale del contratto. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16687/2025, ha stabilito che l’efficacia retroattiva del contratto con la Pubblica Amministrazione è pienamente legittima. La Corte ha chiarito che la necessità della forma scritta non impedisce alle parti di stabilire una data di decorrenza degli effetti antecedente alla stipula, annullando la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato nullo l’accordo.

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Riduzione penale: l'interesse del creditore va valutato

Una società di costruzioni ha contestato una penale per ritardo nei lavori di restauro di una chiesa. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione sull’eccessività della penale, e quindi sulla sua eventuale riduzione, non deve basarsi solo sull’interesse del creditore al momento della firma del contratto. È necessaria una valutazione ‘dinamica’, che consideri l’equilibrio delle prestazioni e l’interesse del creditore anche al momento dell’inadempimento. La Corte ha quindi annullato la precedente sentenza, richiedendo una nuova valutazione del caso secondo questo principio di equità.

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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione

Un gruppo di medici ha citato in giudizio lo Stato per ottenere una remunerazione adeguata durante la specializzazione pre-2007. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che una serie di blocchi legislativi ha impedito l’adeguamento triennale e per l’inflazione della borsa di studio per il periodo 1992-2006. La Corte ha inoltre ribadito che le direttive comunitarie all’epoca vigenti non imponevano un importo minimo per la remunerazione dei medici specializzandi, cristallizzando così la disciplina applicabile a quel periodo.

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Vizio redibitorio: qualità promesse e onere prova

Un’azienda agricola ha citato in giudizio i suoi fornitori per averle venduto piantine di pomodoro risultate non resistenti a un virus, contrariamente a quanto promesso. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la responsabilità dei venditori e del produttore delle sementi. La decisione chiarisce aspetti fondamentali sul vizio redibitorio, sulla distinzione tra qualità promesse e tolleranza a difetti, e sulle modalità di riproposizione delle domande in appello. La Corte ha rigettato sia il ricorso principale del produttore che quello incidentale dell’azienda agricola, confermando la condanna al risarcimento dei danni per lucro cessante.

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Compenso prestazione intellettuale: la decisione

Un’associazione professionale ha citato in giudizio un proprio cliente, titolare di un’impresa individuale, per il mancato pagamento di compensi relativi a servizi contabili e fiscali. Il cliente si è opposto, sostenendo di aver subito danni a causa di errori professionali e ha presentato una domanda riconvenzionale di risarcimento. Il Tribunale, basandosi sulle conclusioni di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), ha stabilito la correttezza dell’operato del professionista e la congruità del compenso richiesto. Di conseguenza, ha condannato il cliente al pagamento della somma dovuta, ha respinto la sua domanda di risarcimento e lo ha condannato a rifondere le spese legali a tutte le parti, inclusa la compagnia assicurativa chiamata in causa dal professionista.

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Azione di arricchimento: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18496/2025, chiarisce i limiti dell’azione di arricchimento senza giusta causa. Nel caso di una vendita di quote latte non perfezionata, la Suprema Corte ha stabilito che l’azione di arricchimento è inammissibile se il soggetto danneggiato ha a disposizione altre azioni legali per ottenere un indennizzo, anche se queste azioni devono essere intentate contro soggetti terzi, come la Pubblica Amministrazione o chi ha causato il danno con una lite infondata.

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Onerosità sopravvenuta: quando il contratto resiste

La Corte di Cassazione ha stabilito che una significativa diminuzione del valore di un immobile, promesso in vendita tramite un contratto preliminare, non giustifica la risoluzione per onerosità sopravvenuta se le parti erano consapevoli di un lungo contenzioso che avrebbe ritardato la stipula del contratto definitivo. In questo caso, la svalutazione rientra nell’alea contrattuale normale, ovvero il rischio che le parti hanno implicitamente accettato. La lunga attesa rendeva prevedibile una possibile oscillazione del mercato, escludendo il carattere di evento straordinario e imprevedibile richiesto dalla legge per la risoluzione del contratto.

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Valutazione delle prove: limiti del ricorso in Cassazione

Un ente di formazione ha contestato un’ingiunzione di pagamento per un servizio di stage, sostenendo la mancata presentazione di documenti necessari per l’accesso a fondi pubblici. Dopo la conferma della condanna in Appello, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito che la valutazione delle prove spetta esclusivamente ai giudici di merito e non può essere oggetto di un nuovo esame in sede di legittimità, a meno che non si configuri un vizio di motivazione nei ristretti limiti previsti dalla legge.

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