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Diritto Civile

Contributo prima casa: no B&B, revoca legittima
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della revoca di un contributo prima casa a un cittadino che aveva destinato parte dell'immobile ad attività di Bed & Breakfast. Secondo la Corte, tale uso commerciale è incompatibile con la finalità del contributo, che mira a promuovere la residenzialità stabile in aree soggette a spopolamento e non a incentivare attività turistiche. La decisione sottolinea che le condizioni specifiche del bando prevalgono sulla normativa generale.
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Produzione documenti tardiva: i limiti del CTU
Una società industriale, condannata in appello per il pagamento di forniture energetiche, ha presentato ricorso in Cassazione. Il motivo principale riguardava la mancata ammissione di documenti probatori (fattura e bonifico) presentati in ritardo, durante la Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU). La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la produzione documenti tardiva non può essere sanata tramite il CTU. I documenti che provano i fatti principali della causa, come l'avvenuto pagamento, devono essere depositati entro i termini perentori stabiliti dal codice di procedura, e il consulente tecnico non ha il potere di superare tali preclusioni.
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Giurisdizione domanda di garanzia: la Cassazione decide
Un utente ha citato in giudizio una società di fornitura idrica per danni derivanti da acqua non potabile. La società ha a sua volta chiamato in causa l'Ente Regionale per essere tenuta indenne. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione sulla domanda di garanzia contro l'ente pubblico spetta al giudice ordinario, in quanto causa accessoria a quella principale (utente contro società), anch'essa di competenza del giudice ordinario.
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Compenso avvocato: onere della prova e liquidazione
Due legali hanno citato in giudizio un ex cliente per il mancato pagamento del compenso professionale. Le corti di merito hanno rigettato la richiesta, ritenendola sproporzionata e tardiva nella sua specificazione. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che la prova dell'attività svolta può essere fornita con la produzione dei fascicoli di causa e che i criteri per la liquidazione del compenso avvocato nel rapporto con il cliente sono autonomi e diversi da quelli della liquidazione giudiziale delle spese tra le parti.
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Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile?
Una società ha presentato ricorso per Cassazione dopo aver perso in due gradi di giudizio una causa per abusivo frazionamento del credito. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché non rispettava il principio di specificità, non esponendo in modo chiaro e completo lo svolgimento del processo. L'ordinanza chiarisce i requisiti formali essenziali per l'accesso al giudizio di legittimità.
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Giurisdizione giudice ordinario: acqua non potabile
Un utente ha citato in giudizio una società di fornitura idrica per danni derivanti da acqua non potabile a causa di elevati livelli di arsenico. La società ha chiamato in causa l'ente regionale per essere manlevata. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione del giudice ordinario si estende sia alla richiesta di risarcimento principale, in quanto di natura contrattuale, sia alla domanda di manleva accessoria contro la pubblica amministrazione, poiché strettamente connessa alla controversia principale.
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Sfruttamento unilaterale brevetto: la Cassazione decide
Una società di design slovena e un'azienda italiana di attrezzature subacquee sono contitolari di un brevetto. Dopo la fine del loro accordo, l'azienda italiana continua lo sfruttamento commerciale dell'invenzione. La Corte d'Appello lo ritiene legittimo, applicando le norme sulla comunione. La Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema dello sfruttamento unilaterale brevetto, non decide nel merito ma rinvia la causa alla pubblica udienza della Prima Sezione Civile per risolvere la questione di diritto.
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Diritto al nome: uso commerciale lecito se informativo
Gli eredi di una celebre attrice hanno citato in giudizio una nota casa di moda per l'uso non autorizzato del suo nome su alcuni modelli di calzature. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che il diritto al nome non viene violato se l'uso, pur avendo una connotazione commerciale, ha una funzione prevalentemente informativa e descrittiva. Per un modello di scarpa, l'uso era legittimato da un accordo contrattuale. Per altri, il riferimento al nome della celebrità serviva a descrivere la storia del prodotto, un'eccezione lecita che non richiede consenso. La domanda per contraffazione di marchio è stata respinta perché tardiva.
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Revoca contributo pubblico: B&B viola vincolo abitativo
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della revoca di un contributo pubblico concesso per la ristrutturazione di un immobile. La decisione si fonda sulla violazione, da parte del beneficiario, del vincolo di destinazione ad uso esclusivamente abitativo, avendo consentito l'apertura di un'attività di Bed & Breakfast. Secondo la Corte, le condizioni del bando di concorso prevalgono sull'atto unilaterale d'obbligo sottoscritto successivamente, costituendo la 'lex specialis' che regola il rapporto tra l'ente pubblico e il beneficiario del finanziamento.
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Riconoscimento del debito: Cassazione e rateizzazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9242/2024, ha stabilito che la richiesta di rateizzazione di un debito, seguita da pagamenti parziali, costituisce un valido atto di riconoscimento del debito. Tale atto è sufficiente a interrompere il termine di prescrizione, anche in assenza di un'espressa manifestazione di volontà. La Corte ha cassato la decisione del tribunale che aveva ritenuto prescritti i crediti di un agente della riscossione nei confronti di una società poi fallita, non riconoscendo valore interruttivo alla domanda di rateizzazione presentata dalla società debitrice.
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Giurisdizione ordinaria e acqua non potabile: il caso
Un utente ha citato in giudizio una società idrica per aver ricevuto acqua non potabile, ottenendo un risarcimento. La società ha a sua volta chiamato in causa l'ente regionale per essere manlevata. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione ordinaria è competente sia per la domanda di risarcimento dell'utente, in quanto riguarda un inadempimento contrattuale, sia per la conseguente domanda di manleva del gestore verso l'ente, poiché accessoria alla principale.
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Usura interessi di mora: la Cassazione fa chiarezza
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito sostenendo che gli interessi di mora previsti in un contratto di mutuo fossero usurari. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per la verifica dell'usura, gli interessi corrispettivi e gli interessi di mora non devono essere sommati. La Corte ha chiarito che, in assenza di dati ministeriali specifici per i tassi di mora (come nel caso di contratti datati), la loro liceità si valuta confrontando il tasso pattuito con il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) di riferimento, applicando un margine di tolleranza ragionevole. Nel caso specifico, il tasso non superava tale soglia, escludendo l'ipotesi di usura degli interessi di mora.
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Contributo pubblico B&B: revoca se viola l’obbligo
La Cassazione ha confermato la revoca di un contributo pubblico per restauro immobiliare a una cittadina che aveva avviato un B&B. Nonostante la residenza fosse mantenuta, l'attività ricettiva violava l'obbligo di destinare l'immobile a uso esclusivamente abitativo, come previsto dal bando di finanziamento. L'uso come B&B è stato ritenuto incompatibile con lo scopo del contributo pubblico, che era di favorire la residenzialità e non il turismo.
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Corrispondenza chiesto e pronunciato: il ricorso vago
Una società sanitaria ha citato in giudizio un'azienda sanitaria locale per ottenere il pagamento di interessi su fatture saldate in ritardo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, ritenendolo inammissibile per genericità e violazione del principio di autosufficienza. La ricorrente lamentava la violazione del principio di corrispondenza chiesto e pronunciato, ma non ha specificato in modo adeguato gli atti processuali e i documenti a sostegno della propria tesi, impedendo alla Corte di valutare nel merito l'errore procedurale denunciato.
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Decreto di espulsione: quando è legittimo? La Cassazione
Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione, sostenendo che fosse illegittimo a causa di un ricorso pendente per protezione internazionale e del rischio di violazione dei diritti fondamentali in caso di rimpatrio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che le doglianze sul rischio erano troppo generiche e che, dopo il rigetto del Tribunale, il ricorso in cassazione non sospende automaticamente l'efficacia del provvedimento di espulsione.
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Concessione pubblica: i limiti di responsabilità
Una società titolare di una concessione pubblica per la raccolta di scommesse ottiene una condanna a suo favore per i danni subiti a causa del gioco illegale e della concorrenza sleale. Le amministrazioni statali ricorrono in Cassazione, sostenendo che la clausola di esclusiva non le obbligava a risarcire i danni causati da terzi. La Suprema Corte, data la rilevanza della questione sui limiti di responsabilità dello Stato nella concessione pubblica, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una trattazione approfondita.
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Uso parziale servitù: si perde il diritto completo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'esercizio di una servitù di passaggio in misura ridotta rispetto a quanto previsto dal titolo non comporta l'estinzione parziale del diritto per non uso. Nel caso specifico, un proprietario aveva ristretto la fascia di terreno soggetta a servitù, ma i titolari del fondo dominante avevano continuato a utilizzarla per accedere alla loro proprietà. La Corte ha applicato il principio secondo cui l'uso parziale servitù ne conserva l'interezza, ordinando la rimozione degli ostacoli e ripristinando la piena ampiezza del passaggio come da atto notarile.
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Interpretazione atti amministrativi: il giudice decide
Un cittadino, dopo aver ricevuto un acconto per danni da alluvione, chiedeva il saldo del contributo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione d'appello. La Corte ha stabilito che l'interpretazione atti amministrativi da parte del giudice di merito è insindacabile se logica e plausibile, anche se ne esistono altre possibili. Il termine "acconto" non garantiva automaticamente il diritto al saldo, che richiedeva un ulteriore provvedimento discrezionale mai emanato.
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Responsabilità extracontrattuale: polizza fantasma
Una risparmiatrice ha agito contro una compagnia assicurativa per ottenere il riscatto di una polizza, rivelatasi poi inesistente e frutto della truffa di un agente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la domanda, essendo stata impostata come azione contrattuale, non poteva essere accolta. La Corte ha chiarito che per ottenere un risarcimento sarebbe stato necessario agire per responsabilità extracontrattuale della compagnia per il fatto illecito del proprio dipendente, un'azione mai correttamente proposta dalla ricorrente.
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Giurisdizione scommesse: la Cassazione chiarisce
Una società concessionaria di scommesse ha citato la Pubblica Amministrazione per danni derivanti da inadempimenti contrattuali. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione scommesse spetta al giudice ordinario, e non a quello amministrativo, poiché la controversia riguarda la fase esecutiva del rapporto di concessione, rendendo la lite devolvibile ad arbitri.
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