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Diritto Civile

Prelazione agraria: no al riscatto su quote sociali
Un coltivatore diretto ha agito in giudizio per esercitare il diritto di prelazione agraria su un fondo confinante, sostenendo che la cessione di quote della società proprietaria del terreno fosse un'operazione simulata per eludere i suoi diritti. Il Tribunale ha respinto la domanda per difetto di legittimazione passiva dei convenuti, in quanto l'azione doveva essere intentata contro la società proprietaria. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, rigettando il ricorso perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, e ha ribadito che la cessione di quote sociali non equivale a una vendita del fondo.
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Decadenza domanda concorso: non è automatica
La Corte di Cassazione, con la sentenza 26122/2024, ha stabilito l'illegittimità della decadenza automatica dalla domanda di partecipazione a un concorso per magistrati in caso di successiva presentazione e accettazione di un'altra posizione. Il caso riguardava una magistrata la cui istanza per un posto in Cassazione era stata dichiarata decaduta dal CSM dopo la sua nomina a giudice di appello. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso del Ministero, confermando che la presunzione di rinuncia è illogica senza una espressa manifestazione di volontà. La decadenza da una domanda di concorso non può essere un meccanismo automatico.
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Giurisdizione giudice ordinario e contratti PA: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26109/2024, ha stabilito che la giurisdizione del giudice ordinario sussiste nelle controversie relative all'adempimento di un contratto stipulato tra una Pubblica Amministrazione e un privato. Anche se l'ente pubblico emette un successivo atto amministrativo per sottrarsi al vincolo, la natura della controversia rimane privatistica, basata su una posizione paritetica tra le parti. La decisione si fonda sul principio del 'petitum sostanziale', che guarda alla reale natura del diritto fatto valere.
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Rischio d’impresa concessione: lo Stato non garantisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26107/2024, ha chiarito i limiti della responsabilità dello Stato nelle concessioni di servizi pubblici. In un caso riguardante le scommesse ippiche, una società concessionaria aveva citato in giudizio le Amministrazioni concedenti per i danni derivanti dalla diffusione di un mercato illegale. La Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, affermando che il rischio d'impresa, inclusa la concorrenza illecita, grava sul concessionario. Secondo la Corte, il monopolio statale non implica un obbligo contrattuale di proteggere il concessionario dalle turbative di mercato, che rientrano nella normale alea imprenditoriale.
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Accettazione tacita opere: la Cassazione chiarisce
Una società appaltatrice ha citato in giudizio la committente per il mancato pagamento di somme residue, sostenendo vi fosse stata un'accettazione tacita opere. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. È stato stabilito che la mera presa in consegna dell'immobile non implica automaticamente l'accettazione, specialmente se mancano la verifica formale e il collaudo, e se la committente ha manifestato la volontà di contestare i lavori. La richiesta di pagamento legata a una transazione è stata respinta per documentazione amministrativa incompleta.
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Ineleggibilità commissario straordinario: la Cassazione
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema della ineleggibilità del commissario straordinario. Dei cittadini avevano contestato la rielezione di un sindaco, nominato anche Commissario Straordinario per la ricostruzione di un viadotto. La Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che le norme sull'ineleggibilità sono eccezionali e vanno interpretate restrittivamente. Ha chiarito che la figura del Commissario Straordinario, creata per un'emergenza specifica e temporanea, non rientra nella categoria dei "Commissari di Governo" prevista dalla legge come causa di ineleggibilità, salvaguardando così la legittimità dell'elezione.
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Conguagli regolatori: quando sono legittimi?
La Corte di Cassazione interviene sulla questione dei conguagli regolatori richiesti da una società di gestione del servizio idrico per consumi risalenti a diversi anni prima. La Corte ha stabilito che tali addebiti sono ammissibili in linea di principio, ma solo per recuperare costi imprevisti e imprevedibili al momento della fornitura. L'onere di dimostrare tale imprevedibilità grava interamente sul gestore. Inoltre, è stato chiarito che il termine di prescrizione per richiedere tali somme non decorre dal periodo di consumo, ma dal momento in cui l'autorità di regolazione autorizza formalmente la fatturazione di tali conguagli.
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Tariffa depurazione: estinzione del giudizio in Cass.
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio riguardante la legittimità della richiesta di pagamento della tariffa depurazione in assenza del servizio. A seguito della rinuncia al ricorso da parte della società creditrice, quest'ultima è stata condannata a rimborsare le spese legali al condominio resistente, in linea con la giurisprudenza consolidata che nega il diritto al corrispettivo se la prestazione non è effettivamente fornita.
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Termine breve impugnazione e procura falsa: la Cassazione
Una proprietaria di casa ha impugnato una sentenza sfavorevole, sostenendo di non aver mai conferito la procura per il primo giudizio. La Corte di Cassazione ha stabilito che, anche in questo caso, il termine breve impugnazione di 30 giorni decorre dalla notifica personale della sentenza alla parte. L'appello, presentato oltre tale scadenza, è stato dichiarato inammissibile, rafforzando il principio della certezza del diritto e l'onere di agire tempestivamente.
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Provvigione mediatore: quando è nulla la clausola?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26061/2024, ha stabilito che la clausola che lega il diritto alla provvigione del mediatore alla semplice comunicazione di accettazione della proposta, anziché alla conclusione dell'affare, è da considerarsi vessatoria e quindi nulla. Nel caso esaminato, un'agenzia immobiliare pretendeva il pagamento della provvigione nonostante la compravendita non si fosse perfezionata. La Suprema Corte ha chiarito che tale pattuizione crea un significativo squilibrio a danno del consumatore, sganciando la causa del contratto di mediazione (il risultato) dalla controprestazione, in violazione del Codice del Consumo e del principio di buona fede.
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Crediti formativi architetto: sanzione automatica
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione di 36 giorni di sospensione per un architetto che non aveva acquisito i crediti formativi obbligatori. La sentenza stabilisce che la sanzione per i mancati crediti formativi architetto è automatica e non discrezionale, respingendo tutti i motivi di ricorso del professionista, inclusi quelli relativi a presunti vizi procedurali e al mancato riconoscimento di attività formative alternative non adeguatamente documentate.
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Prova testimoniale: quando è inattendibile?
In un caso di restituzione di un mutuo, la Cassazione ha confermato la decisione di merito che riduceva il credito vantato dal creditore da 23.000 a 8.000 euro. La sentenza sottolinea come la prova testimoniale, se caratterizzata da contraddizioni e imprecisioni, possa essere ritenuta inattendibile dal giudice, il quale ha ampia discrezionalità nella sua valutazione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che le incongruenze nelle deposizioni dei testimoni del creditore minavano la credibilità della sua pretesa per l'intero importo.
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Impossibilità sopravvenuta: annulla il preliminare?
La Corte di Cassazione chiarisce che l'impossibilità sopravvenuta della prestazione, come un vincolo di inedificabilità su un terreno, costituisce una ragione assorbente che esclude l'inadempimento del promittente venditore, anche se il bene era parzialmente di proprietà di terzi. In questo caso, il contratto non si può risolvere per colpa del venditore, poiché l'evento imprevisto rende comunque irrealizzabile l'oggetto dell'accordo.
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Contestazione disciplinare: annullata sanzione
La Corte di Cassazione ha annullato una sanzione disciplinare di 60 giorni di sospensione inflitta a un architetto. La decisione si fonda sulla genericità della contestazione disciplinare iniziale e sulla motivazione solo apparente della delibera del Consiglio Nazionale, che si limitava a un rinvio generico agli atti precedenti. La Corte ha ribadito che il diritto di difesa esige la chiara enunciazione dei fatti addebitati e una motivazione autonoma e critica, non un semplice richiamo a documenti esterni (cd. 'doppia relatio').
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Onere della prova appalto: no a contestazioni tardive
Una società costruttrice otteneva un decreto ingiuntivo per lavori extra. La cliente si opponeva, lamentando inizialmente solo vizi di esecuzione. La Corte d'Appello accoglieva l'opposizione, ma la Cassazione ha ribaltato la decisione. Ha stabilito che non contestare l'esecuzione dei lavori in primo grado equivale a un'ammissione implicita. Negare i lavori solo in appello è una nuova eccezione inammissibile, sottolineando l'importanza dell'onere della prova appalto sin dall'inizio.
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Giudicato interno e Legge Pinto: limiti al giudice
Un cittadino ha richiesto un'equa riparazione per l'eccessiva durata di un procedimento penale. Dopo due annullamenti con rinvio da parte della Cassazione, la Corte d'Appello ha respinto la domanda sollevando d'ufficio la tardività dell'istanza. La Suprema Corte ha nuovamente cassato la decisione, stabilendo che la questione della tardività era coperta da giudicato interno implicito e non poteva essere sollevata in una fase così avanzata, riaffermando i limiti del potere del giudice del rinvio.
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Compenso professionale avvocato: la Cassazione decide
Un professionista legale ha citato in giudizio un ente comunale per ottenere il pagamento del suo compenso professionale per un'attività difensiva svolta. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la validità della convenzione che stabiliva un compenso forfettario e condannando il legale per lite temeraria. La Corte ha chiarito che la forma scritta del contratto di patrocinio con la Pubblica Amministrazione è soddisfatta dal rilascio della procura e dal richiamo alla delibera di incarico.
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Usucapione bene condominiale: chiavi e possesso
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti per l'usucapione di un bene condominiale. La Corte ha stabilito che il possesso esclusivo e prolungato delle chiavi di un locale comune, unito all'impedimento dell'accesso agli altri condomini, costituisce un atto idoneo a dimostrare un possesso esclusivo finalizzato all'usucapione. La sentenza ha annullato la decisione di merito che aveva negato l'usucapione, ritenendo che la presenza di impianti condominiali nel locale non fosse un ostacolo all'acquisto della proprietà, che avverrebbe gravata dalle relative servitù.
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Protezione speciale: obbligo di fissare l’appuntamento
Un cittadino straniero, a seguito della revoca del suo permesso di soggiorno, ha richiesto alla Questura un appuntamento per presentare domanda di protezione speciale, senza però ricevere alcuna risposta. Il Tribunale, adito con ricorso d'urgenza, ha accolto la richiesta, ordinando all'amministrazione di fissare l'appuntamento. La decisione si fonda sul riconoscimento del diritto soggettivo del richiedente a formalizzare l'istanza e sul rischio di un grave pregiudizio derivante dallo stato di irregolarità.
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Notifica verbale violazione: quando è valida?
Un cittadino contesta una multa sostenendo la falsità della notifica verbale violazione. Il motivo? La relata indicava la spedizione da un ufficio postale di Roma, mentre l'operazione era stata gestita da un centro servizi in Calabria. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l'affidamento a un servizio integrato di Poste Italiane è una procedura legittima. La notifica si perfeziona per l'ente nel momento in cui l'atto viene consegnato a tale servizio, rendendo irrilevante il luogo fisico da cui parte la spedizione finale.
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