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Diritto Civile

Espulsione straniero: quando il ricorso è respinto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24105/2024, ha rigettato il ricorso contro un provvedimento di espulsione straniero. La Corte ha chiarito che una domanda di protezione speciale successiva al decreto non lo invalida, ma ne sospende solo l'esecuzione. Inoltre, ha ribadito che il solo certificato di matrimonio non basta a provare una vita familiare effettiva, necessaria per invocare la tutela contro l'espulsione. La decisione si fonda sull'assenza di prova della convivenza e sul mancato rispetto dei termini per la dichiarazione di presenza sul territorio nazionale.
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Giurisdizione giudice ordinario: il caso P.A. e danni
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo. La Corte ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in un caso in cui alcuni cittadini chiedevano a un'amministrazione pubblica di eseguire lavori di consolidamento su un loro terreno, lasciato in stato di dissesto dopo l'esecuzione di opere pubbliche. La decisione si fonda sul principio che l'omissione della P.A. nel ripristinare il fondo costituisce un comportamento materiale che lede un diritto soggettivo, rientrando nella tutela generale contro i danni ingiusti (neminem laedere) e non nell'esercizio di poteri autoritativi.
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Prosecuzione del contratto: obblighi dopo la risoluzione
La Corte di Cassazione ha stabilito che se una specifica clausola prevede la prosecuzione del contratto anche dopo la sua risoluzione, gli obblighi che ne derivano, come il pagamento dei canoni, restano validi. L'ordinanza analizzata riguarda il caso di una società fallita che gestiva un servizio pubblico. Il suo ricorso è stato respinto perché non ha contestato la 'ratio decidendi' (la ragione fondamentale) della decisione del tribunale, basata proprio su tale clausola contrattuale.
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Subentro società di progetto: la Cassazione decide
Una società, cessionaria di un ramo d'azienda di un membro di un'A.T.I. aggiudicataria di una concessione in project financing, si è vista negare il subentro nel contratto. La Corte di Cassazione ha chiarito che la normativa successiva, che prevede una sostituzione totale dell'A.T.I. con la società di progetto, ha natura innovativa e non retroattiva. Pertanto, per le gare bandite prima della sua entrata in vigore, il subentro società di progetto non comporta una novazione, ma un acquisto a titolo derivato, mantenendo l'A.T.I. come titolare originario del rapporto.
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Azione revocatoria: donazione al figlio annullata
Un creditore ha ottenuto la revoca di una donazione con cui un padre aveva trasferito al figlio il proprio patrimonio immobiliare e l'azienda. La Corte d'Appello ha confermato la decisione, ritenendo sufficienti per l'azione revocatoria la semplice consapevolezza del debitore di arrecare un pregiudizio (scientia damni) e il danno oggettivo alle ragioni del creditore (eventus damni), nonostante il debito fosse di importo relativamente contenuto rispetto al valore dei beni donati.
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Responsabilità precontrattuale: quando è lecita?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24081/2024, ha chiarito i limiti della responsabilità precontrattuale. Nel caso di una trattativa per la locazione di un immobile, la Corte ha stabilito che non sussiste alcun obbligo di risarcimento se una delle parti recede legittimamente perché non sono state fornite le garanzie economiche richieste. La semplice discussione degli elementi essenziali del contratto non genera un affidamento tutelabile se la conclusione è stata chiaramente subordinata a condizioni specifiche, come la valutazione positiva della solidità finanziaria della controparte. La Corte ha quindi respinto le pretese risarcitorie del potenziale conduttore, confermando le decisioni dei giudici di merito.
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Responsabilità professionale avvocato: onere prova
In un caso di responsabilità professionale avvocato, la Corte di Cassazione chiarisce che il cliente che chiede il risarcimento deve provare non solo l'errore del legale, ma anche che la causa originaria aveva concrete possibilità di successo. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dato per scontato il nesso causale senza un'adeguata motivazione sul probabile esito favorevole dell'azione non coltivata.
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Responsabilità CTU: limiti e onere della prova
Una parte in causa ha citato in giudizio un consulente tecnico d'ufficio (CTU) per danni, sostenendo che una sua perizia errata avesse causato la perdita in un precedente processo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo i confini della responsabilità del CTU. La Corte ha chiarito che, per affermare la responsabilità del consulente, non è sufficiente un esito a sé sfavorevole, ma è necessario dimostrare il suo dolo o la colpa grave. Nel caso specifico, non è stata fornita alcuna prova in tal senso, in quanto il CTU aveva correttamente evidenziato difetti oggettivi in un progetto edilizio che ne impedivano l'approvazione.
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Responsabilità professionale avvocato: dovere d’info
La Corte di Cassazione interviene sul tema della responsabilità professionale avvocato, stabilendo che il legale ha sempre il dovere di informare il cliente su tutte le possibili azioni a sua tutela, anche se esulano dal mandato specifico. Nel caso di specie, un avvocato penalista è stato ritenuto responsabile per non aver consigliato al proprio assistito le opportune iniziative civili per ottenere una rapida cancellazione di un protesto illegittimo, causandogli un danno da ritardo.
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Danno non patrimoniale persona giuridica: la prova
La Corte di Cassazione affronta il caso di un istituto di credito contro un suo ex agente. Viene negata l'applicabilità di una clausola penale poiché contenuta in un allegato contrattuale già risolto consensualmente dalle parti prima del recesso. Tuttavia, la Corte accoglie il ricorso sul risarcimento del danno all'immagine, stabilendo un principio chiave: la prova del danno non patrimoniale persona giuridica non richiede la dimostrazione di costi specifici per il ripristino della reputazione, potendo essere fornita anche tramite presunzioni.
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Ricorso per cassazione: requisiti di ammissibilità
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i rigidi requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione. Analizzando un caso di risarcimento per diffamazione ai danni di un magistrato, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per violazione del principio di autosufficienza, ribadendo che l'appellante deve fornire tutti gli elementi necessari a valutare le censure senza che la Corte debba ricercare atti nel fascicolo. La decisione sottolinea anche come il danno reputazionale possa essere provato tramite presunzioni.
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Azione civile nel processo penale: oneri e spese
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24047/2024, ha chiarito importanti principi sull'azione civile nel processo penale. Il caso riguardava una richiesta di risarcimento danni avanzata da alcuni vicini contro un costruttore per presunti illeciti edilizi. Dopo un lungo iter giudiziario, la domanda risarcitoria è stata rigettata perché i danneggiati non avevano fornito prova del danno subito. La Cassazione ha specificato che la parte civile, anche se agisce in sede penale, ha il pieno onere di allegare e dimostrare i fatti a fondamento della sua pretesa. Inoltre, ha accolto il ricorso del costruttore sulla regolamentazione delle spese legali, affermando che la loro compensazione deve essere specificamente motivata e non può basarsi su formule generiche, specialmente a fronte di una soccombenza prevalente di una delle parti.
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Competenza arbitrale: il potere dell’Avvocatura
La Corte di Cassazione ha stabilito che la dichiarazione con cui l'Amministrazione dello Stato, tramite l'Avvocatura, rifiuta la competenza arbitrale in una controversia, è un atto di natura processuale e non sostanziale. Di conseguenza, rientra nei poteri dell'Avvocato dello Stato, in quanto difensore tecnico, senza la necessità di una specifica e separata manifestazione di volontà da parte dell'ente. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva invece ritenuto inefficace tale dichiarazione, affermando il difetto di potestas iudicandi del collegio arbitrale. La parola chiave è competenza arbitrale.
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Contributo solidarietà illegittimo: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza professionale sulle pensioni dei suoi iscritti. La Corte ha stabilito che tale prelievo, avendo natura di prestazione patrimoniale, può essere introdotto solo da una legge dello Stato e non da un atto dell'ente. Di conseguenza, i pensionati hanno diritto al rimborso delle somme trattenute, con un termine di prescrizione ordinario di dieci anni, e non quello ridotto di cinque anni previsto per i ratei pensionistici.
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Danno da occupazione illegittima: la prova è a carico del proprietario
Una società di distribuzione elettrica occupa illegittimamente una porzione di un parcheggio privato con delle cabine. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24009/2024, ha stabilito che, sebbene l'occupazione sia illegittima e le strutture vadano rimosse, il risarcimento del danno non è automatico. Il proprietario ha l'onere di provare specificamente il pregiudizio economico subito. La sentenza chiarisce che il cosiddetto 'danno da occupazione illegittima' non può essere presunto ('in re ipsa'), ma deve essere dimostrato con prove concrete, come la perdita di specifiche opportunità di guadagno.
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Responsabilità avvocato: onere della prova e danno
La Corte di Cassazione chiarisce la ripartizione dell'onere della prova nei casi di responsabilità avvocato. A seguito di un ricorso per ingiusta detenzione dichiarato inammissibile per negligenza del legale, la Corte stabilisce che, una volta provata l'assoluzione del cliente, spetta al professionista dimostrare che la domanda di indennizzo non avrebbe avuto successo. La sentenza conferma la condanna al risarcimento, ritenendo corretti anche i criteri di liquidazione del danno basati sui parametri dell'indennizzo per ingiusta detenzione.
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Prestazioni extra budget: no al pagamento per la clinica
Una struttura sanitaria privata ha richiesto il pagamento di prestazioni sanitarie fornite oltre il tetto di spesa concordato con l'Azienda Sanitaria Locale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che le prestazioni extra budget non sono rimborsabili. La Corte ha stabilito che la fissazione di un budget equivale a una preventiva manifestazione di volontà contraria a spese superiori, escludendo così la possibilità di un'azione per ingiustificato arricchimento, poiché l'arricchimento della P.A. è considerato "imposto" dalla struttura stessa.
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Giudicato interno: appello inammissibile se non si contesta
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'azienda sanitaria contro una casa di cura. La decisione si fonda sulla formazione di un giudicato interno riguardo la validità dei contratti, punto non specificamente impugnato in appello, e sulla genericità dei motivi di ricorso, che si limitavano a reiterare difese già respinte senza un'adeguata critica alla sentenza impugnata.
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Compenso difensore d’ufficio: sì anche per appello inammissibile
La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso del difensore d'ufficio deve essere liquidato anche se l'impugnazione presentata è dichiarata inammissibile. La Corte ha chiarito che la norma che nega il compenso in caso di inammissibilità (art. 106 d.P.R. 115/2002) si applica esclusivamente ai difensori di parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato e non può essere estesa per analogia alla difesa d'ufficio. Il Ministero della Giustizia, che aveva proposto ricorso, è stato condannato anche per abuso del processo.
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Modifica domanda: i limiti tra emendatio e mutatio
Un avvocato chiede il pagamento del compenso, ma il cliente eccepisce la prescrizione. In corso di causa, il cliente precisa la data di revoca del mandato, da cui decorre la prescrizione. La Corte d'Appello ritiene tale precisazione una modifica domanda inammissibile. La Cassazione ribalta la decisione, affermando che non si tratta di una domanda nuova (mutatio libelli), ma di una legittima precisazione (emendatio libelli) della difesa originaria, e quindi ammissibile.
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