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Diritto Civile

Onere della prova bollette: la Cassazione chiarisce
Una cliente contesta una bolletta energetica ritenuta eccessiva dopo la sostituzione del contatore in un immobile disabitato. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che l'onere della prova è a carico del fornitore, ma una volta che questo fornisce documentazione (come il verbale di sostituzione), spetta al cliente contestare specificamente i dati e fornire prova contraria. Una contestazione generica non è sufficiente. La Corte ha confermato la condanna della cliente al pagamento della fattura.
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Travisamento della prova: limiti del ricorso
Una società agricola ha perso un contratto di affitto di un vigneto a seguito di una perizia tecnica (CTU) e ha citato in giudizio il consulente. La Corte di Cassazione ha analizzato il caso, dichiarando inammissibile il motivo di ricorso basato sul travisamento della prova, poiché non può essere utilizzato per ottenere una nuova valutazione del merito. La Corte ha inoltre stabilito che, ai fini della liquidazione delle spese legali, anche le domande subordinate e condizionali concorrono a determinare il valore della causa (disputatum).
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Ripartizione spese consorzio: l’uso differenziato
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una delibera che applicava una ripartizione spese consorzio basata sull'uso differenziato di una strada comune. Un consorziato, unico ad avere un accesso carrabile, era stato chiamato a coprire il 50% dei costi. I giudici hanno respinto il ricorso, stabilendo che le norme statutarie e regolamentari del consorzio, che prevedono una suddivisione proporzionale al godimento, possono derogare validamente al criterio generale dei millesimi di proprietà, come previsto dall'art. 1123 c.c.
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Cessazione materia contendere: accordo annulla sentenza
Un Comune, ritenuto responsabile per i debiti di un Consorzio di cui era membro, ha presentato ricorso in Cassazione. Prima della decisione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. La Corte ha quindi dichiarato la cessazione materia del contendere, specificando che l'accordo tra le parti priva automaticamente di efficacia la sentenza impugnata, risolvendo la lite.
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Azione revocatoria: quando inizia la prescrizione?
Una società finanziaria contesta un'azione revocatoria su una compravendita immobiliare, sostenendo la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: il termine di prescrizione quinquennale per l'azione revocatoria decorre dalla data di trascrizione dell'atto nei registri immobiliari, e non dalla data della sua stipula, poiché è solo con la trascrizione che l'atto diventa conoscibile e opponibile ai terzi creditori.
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Responsabilità avvocato: prova del danno da errore
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce i confini della responsabilità avvocato in caso di errore professionale. La Corte ha rigettato la richiesta di maxi-risarcimento di due clienti contro il loro ex legale, sottolineando che non basta dimostrare l'errore del professionista. È onere del cliente provare, tramite un giudizio prognostico, che un'azione legale correttamente impostata avrebbe avuto un'alta probabilità di successo e che l'errore ha causato un danno concreto, il quale non è mai automatico (in re ipsa).
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Servitù uso pubblico: i requisiti per l’usucapione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30289/2024, ha chiarito i requisiti per l'usucapione di una servitù uso pubblico. Un Comune aveva ottenuto in appello il riconoscimento di un diritto di passaggio su fondi privati, ma la Suprema Corte ha cassato la sentenza. È stato stabilito che la mera esistenza di un sentiero, anche per oltre vent'anni, non è sufficiente. L'ente pubblico deve dimostrare un uso generalizzato da parte di una collettività indeterminata (uti cives) per il soddisfacimento di un interesse pubblico, e non un mero uso da parte di singoli per loro comodità (uti singuli).
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Contratto nullo: obbligo di restituzione del capitale
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di contratto nullo per firma falsa, chi ha ricevuto un finanziamento è comunque tenuto a restituire il capitale. Questa obbligazione sorge automaticamente dalla nullità del titolo e non richiede una specifica domanda di ingiustificato arricchimento da parte della finanziaria. Il ricorso dei clienti, che chiedevano la restituzione delle rate già pagate, è stato respinto proprio perché avevano ricevuto la somma capitale senza un valido titolo contrattuale.
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Pagamento indebito: la Cassazione sul credito non ceduto
La Corte di Cassazione ha stabilito che una banca deve restituire alla curatela fallimentare la parte di un versamento ricevuta per una fattura che non le era mai stata ceduta. Anche se il debitore ha commesso un errore, si configura un pagamento indebito (oggettivo dal lato di chi riceve) che impone la restituzione. La Corte ha ritenuto irrilevante sia una successiva comunicazione del debitore per correggere l'imputazione, sia la tesi della banca di un mero "errore materiale", accogliendo il ricorso del Fallimento.
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Servitù convenzionale: il titolo detta le regole
Due fratelli ricorrono in Cassazione per vedersi riconosciuta una servitù convenzionale di passaggio su un'area più estesa di quella ammessa dai proprietari del fondo vicino. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per una servitù convenzionale, l'estensione e le modalità di esercizio sono determinate primariamente dal titolo costitutivo (l'atto notarile) e non dall'uso di fatto successivo. Poiché il titolo faceva riferimento a una specifica stradina esistente all'epoca e i fondi non erano interclusi, la pretesa di un passaggio più ampio è stata respinta.
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Contratto di appalto: quando il lavoro prevale
Una società installatrice ricorre in Cassazione dopo essere stata condannata per l'installazione difettosa di un portone industriale. La Corte rigetta il ricorso, confermando che si trattava di un contratto di appalto e non di vendita, poiché il lavoro di installazione era prevalente rispetto alla fornitura del bene. La decisione si basa sulla volontà delle parti e sulla valutazione dei difetti emersi dalla consulenza tecnica, ritenendo irrilevante l'intervento di terzi.
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Revoca patrocinio a spese dello Stato per colpa grave
La Corte di Cassazione ha confermato la revoca del patrocinio a spese dello Stato a un cittadino, dichiarando inammissibile il suo ricorso. La decisione si fonda sulla 'colpa grave' del ricorrente, che ha insistentemente proseguito un'azione legale con mezzi di impugnazione errati e su questioni già consolidate in giurisprudenza, dimostrando un abuso del processo. La Corte ha chiarito che ogni fase del giudizio richiede una nuova valutazione dei presupposti per il beneficio, escludendo l'esistenza di un giudicato interno.
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Usura sopravvenuta: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30253/2024, ha affrontato il tema dell'usura sopravvenuta in un contratto di apertura di credito. Ha stabilito che se un tasso d'interesse, legittimo al momento della stipula, supera la soglia di usura in un momento successivo, la clausola contrattuale non diventa né nulla né inefficace. La Corte ha respinto il ricorso dei debitori, confermando che la pretesa della banca di riscuotere gli interessi al tasso originariamente pattuito non viola il principio di buona fede.
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Legittimazione passiva e avvisi di pagamento nulli
La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di pagamento emesso da una società concessionaria per l'occupazione di suolo pubblico. La decisione si fonda sulla mancata prova della legittimazione passiva della società. Quest'ultima non ha dimostrato di aver ricevuto dal Comune l'incarico di accertare anche le entrate patrimoniali, oltre a quelle tributarie. Di conseguenza, l'atto emesso è stato dichiarato nullo per difetto di potere.
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Azione revocatoria credito litigioso: la guida
La Corte di Cassazione ha confermato che un creditore può esercitare l'azione revocatoria anche se il suo credito è ancora oggetto di una causa in corso (credito litigioso). Il caso riguardava un fallimento che ha agito contro la vendita di un immobile effettuata da un suo debitore (a sua volta debitore per oltre 1,6 milioni di euro in un altro giudizio) a una società da lui stesso rappresentata. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della società acquirente, ribadendo che la funzione cautelare dell'azione revocatoria giustifica il suo utilizzo anche per crediti non definitivi, e ha confermato la responsabilità della società acquirente per aver successivamente rivenduto l'immobile a terzi, rendendone impossibile il recupero.
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Contratto scritto sanità: obbligatorio per il rimborso
Una struttura sanitaria privata ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria Locale per il pagamento di alcune prestazioni. L'ASL si è opposta sostenendo la mancanza di un accordo formale. La Corte di Cassazione, pur dichiarando estinto il processo per rinuncia, ha condannato la struttura alle spese, ribadendo che un contratto scritto in sanità è un requisito indispensabile (ad substantiam) per la nascita dell'obbligo di pagamento da parte dell'ente pubblico, non essendo sufficiente il solo accreditamento.
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Ineleggibilità deputato regionale: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di ineleggibilità di un deputato regionale a causa della sua precedente carica di presidente in una società di gestione rifiuti, ritenuta soggetta a vigilanza regionale. Il ricorso del politico è stato respinto, stabilendo che la semplice astensione dalle funzioni non è sufficiente a rimuovere la causa di ineleggibilità, essendo necessario un atto formale di dimissioni. La Corte ha chiarito che il potere sostitutivo della Regione sulla società integra il concetto di vigilanza, rendendo irrilevante la sua assenza in elenchi formali. La sentenza ribadisce la distinzione tra ineleggibilità, che impedisce l'elezione, e incompatibilità, che sorge dopo l'elezione.
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Accordi SSN: la forma scritta è un requisito essenziale
Una struttura sanitaria privata ha richiesto il pagamento di prestazioni fornite a un'Azienda Sanitaria Locale. Le corti di merito hanno respinto la richiesta per l'assenza di un contratto scritto. Giunta in Cassazione, la struttura ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il processo, condannando la rinunciante alle spese e confermando, implicitamente, la necessità della forma scritta per gli accordi SSN.
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Clausola di sopravvivenza: Garanzia valida e mutuo nullo
Un garante ha contestato la sua obbligazione dopo l'annullamento del contratto di mutuo principale. I tribunali hanno confermato il suo dovere di garantire la restituzione delle somme erogate, grazie a una specifica clausola di sopravvivenza. Questa clausola ha creato un'obbligazione distinta e autonoma rispetto a quella del mutuo. La Corte di Cassazione ha infine dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione del garante, confermando le decisioni precedenti.
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Riunione dei ricorsi: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha disposto la riunione dei ricorsi in un caso complesso. Un professionista, dopo aver perso una causa per risarcimento danni da presunta calunnia, ha presentato due distinti ricorsi: uno contro la sentenza di merito e l'altro contro la decisione di inammissibilità della sua istanza di revocazione. La Corte, accogliendo la richiesta di una delle parti, ha ordinato la trattazione congiunta dei due procedimenti, sottolineando la stretta connessione tra loro e l'opportunità di evitare decisioni contrastanti.
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