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Diritto Civile

Protezione speciale: legami familiari non bastano
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9604/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro il diniego del permesso di soggiorno per protezione speciale. La Corte ha stabilito che la mera presenza di un familiare in Italia non è sufficiente a dimostrare un'integrazione tale da giustificare la protezione, se mancano una reale consuetudine di vita e una progettualità comune. La decisione sottolinea l'importanza di una valutazione complessiva dell'effettivo radicamento sociale e familiare del richiedente.
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Domanda protezione internazionale: obbligo di sospensione
La Corte di Cassazione ha stabilito che, qualora venga presentata una domanda di protezione internazionale dopo l'emissione di un decreto di espulsione, il giudice che valuta l'opposizione a tale decreto ha l'obbligo di sospenderne l'efficacia. Sebbene la domanda non annulli l'espulsione, ne congela gli effetti fino alla decisione sulla richiesta di protezione. Il caso riguardava un cittadino straniero il cui ricorso contro l'espulsione era stato respinto dal Giudice di Pace senza la dovuta sospensione.
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Motivazione proroga trattenimento: Cassazione annulla
La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di proroga del trattenimento di un cittadino straniero a causa di una motivazione apparente. La decisione del Giudice di Pace, basata su un modulo prestampato con una semplice crocetta, è stata ritenuta generica e priva di una reale motivazione sulla proroga trattenimento, violando così i principi costituzionali e di legge.
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Protezione internazionale: quando conta la domanda?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro un decreto di espulsione. Il ricorrente sosteneva di aver manifestato la volontà di chiedere protezione internazionale prima dell'emissione del decreto, ma la Corte ha ritenuto che il documento prodotto non fosse una prova adeguata di tale intenzione, confermando la legittimità del provvedimento espulsivo.
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Protezione internazionale: basta la PEC per fermare l’espulsione
Un cittadino straniero, dopo aver ricevuto un decreto di espulsione, ha manifestato la volontà di chiedere protezione internazionale tramite PEC. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa semplice manifestazione di volontà, anche se non immediatamente formalizzata, è sufficiente a sospendere l'efficacia del provvedimento di espulsione. La decisione del Giudice di Pace, che aveva rigettato l'opposizione, è stata annullata perché errata, in quanto non ha distinto tra la presentazione della domanda e la sua successiva registrazione formale.
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Trattazione unitaria ricorsi: la Cassazione rinvia
In una controversia su un contratto di affitto agrario, la Corte di Cassazione ha disposto il rinvio della decisione. La ragione risiede nella pendenza di un altro ricorso, relativo a una sentenza non definitiva dello stesso procedimento. Per garantire una valutazione coerente e unitaria, la Corte ha optato per la trattazione unitaria ricorsi, posticipando la causa per consentire una decisione congiunta ed evitare possibili contrasti tra giudicati.
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Domanda riconvenzionale avvocato: la Cassazione decide
Un cliente si oppone al pagamento degli onorari e presenta una domanda riconvenzionale avvocato per malpractice. La Cassazione, di fronte alla complessa questione sull'ammissibilità di tale domanda nel rito speciale ex d.lgs. 150/2011, non decide ma rimette gli atti al Primo Presidente per una possibile assegnazione alla Sezione specializzata, vista la pendenza di un caso analogo.
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Datio in solutum: quando è valida l’estinzione del debito
Un ex partner ha ottenuto un'ingiunzione di pagamento per un debito derivante da un accordo privato. La debitrice si è opposta, sostenendo che l'obbligazione fosse stata estinta tramite una datio in solutum, ovvero la rinuncia al suo status di beneficiaria di una polizza assicurativa. La Corte d'Appello ha accolto questa tesi. Il creditore ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando errori procedurali e un'errata applicazione della legge. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendo le doglianze procedurali infondate e le altre inammissibili, in quanto miravano a un riesame dei fatti. Di conseguenza, è stata confermata l'estinzione del debito tramite datio in solutum.
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Responsabilità avvocato: cosa succede nel passaggio di consegne?
Un comune ha citato in giudizio il suo ex legale per negligenza professionale, avendo quest'ultimo omesso di comunicare la notifica di una sentenza che ha portato alla tardiva proposizione del ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso del comune inammissibile, confermando che la responsabilità dell'avvocato non sussiste. La motivazione risiede nel fatto che il nuovo legale incaricato aveva ricevuto la documentazione con tempo sufficiente per agire, interrompendo di fatto il nesso di causalità con la presunta negligenza del primo professionista.
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Querela di falso: termini e differenze col disconoscimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9575/2024, ha annullato una decisione di merito che aveva erroneamente dichiarato inammissibile una querela di falso perché proposta tardivamente. I giudici supremi hanno ribadito la netta distinzione tra il disconoscimento della scrittura privata, soggetto a stretti termini di decadenza, e la querela di falso, proponibile in ogni stato e grado del giudizio per contestare l'autenticità di un documento. Il caso riguardava un'opposizione a un decreto ingiuntivo in cui un professionista aveva contestato un contratto prodotto in copia dalla controparte.
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Riscatto agrario: criteri di scelta tra più confinanti
In caso di conflitto tra più proprietari confinanti per il riscatto agrario, la Corte di Cassazione ha stabilito che la scelta non può basarsi sulla mera libertà contrattuale del venditore. Il giudice deve valutare quale acquirente garantisca meglio la ricomposizione fondiaria e l'efficienza aziendale, secondo la finalità della legge. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per non aver applicato questi principi.
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Responsabilità del notaio: nesso causale e onere prova
La Corte di Cassazione interviene sulla responsabilità del notaio per omessa informazione al cliente in un contratto preliminare di compravendita immobiliare. La Corte ha stabilito che la successiva decisione del cliente di proseguire il rapporto, nonostante l'inadempimento del venditore, non interrompe il nesso causale con la negligenza originaria del notaio. Quest'ultimo, infatti, aveva privato il cliente delle informazioni necessarie per valutare la rischiosità dell'operazione. Spetta al professionista, e non al cliente, provare che quest'ultimo avesse acquisito piena consapevolezza dei rischi da altre fonti prima di prendere decisioni successive. La sentenza d'appello, che aveva ridotto il risarcimento, è stata cassata con rinvio.
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Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
Un privato cittadino aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d'Appello. Tuttavia, prima dell'udienza, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, risolvendo la loro controversia. Di conseguenza, hanno presentato un'istanza congiunta alla Corte Suprema, chiedendo di dichiarare la cessazione della materia del contendere. La Corte ha accolto la richiesta, ha dichiarato estinto il giudizio e ha compensato integralmente le spese legali tra le parti, come da loro accordo.
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Contratti agrari: la Cassazione rinvia il caso
Due fratelli hanno citato in giudizio un ente pubblico per vedersi riconosciuto lo status di affittuari di alcuni lotti di terreno in virtù di specifici contratti agrari. Dopo la sconfitta sia in primo grado che in appello, hanno presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, ravvisando la complessità e la novità delle questioni legali sollevate, ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la trattazione del caso a una pubblica udienza, senza decidere nel merito.
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Responsabilità Direttore Lavori: La Cassazione decide
Una società costruttrice cita in giudizio il direttore dei lavori per gravi vizi di umidità in un immobile. La Corte d'Appello esclude la colpa del professionista a causa della forte ingerenza del committente. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione, afferma che la responsabilità del direttore dei lavori non viene meno. È suo dovere impartire le corrette direttive tecniche, vigilare sulla loro esecuzione e, in caso di disaccordo, persino sospendere i lavori. La scelta di un'adeguata impermeabilizzazione rientra pienamente nei suoi compiti professionali, e spetta a lui dimostrare di aver adempiuto diligentemente al proprio incarico. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Cancellazione avvocato: diritto di difesa in Cassazione
In una causa per la restituzione di somme relative a contributi condominiali, la Corte di Cassazione affronta una questione procedurale cruciale: la cancellazione avvocato del difensore di una delle parti. L'ordinanza stabilisce che, sebbene la cancellazione non interrompa automaticamente il processo, la Corte deve rinviare l'udienza per garantire il diritto di difesa. Questa decisione permette alla parte di nominare un nuovo legale, riaffermando la preminenza del giusto processo.
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Responsabilità del notaio per mancata verifica
Un notaio è stato ritenuto responsabile per negligenza professionale per non aver adeguatamente indagato sull'atto di provenienza di un immobile, che si è rivelato trasferire quote consortili anziché la proprietà diretta. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del notaio, confermando che la responsabilità del notaio include una verifica approfondita dei titoli, specialmente se ambigui, e l'obbligo di informare le parti dei rischi. La Corte ha ribadito che l'interpretazione contrattuale dei giudici di merito è un accertamento di fatto, raramente sindacabile in sede di legittimità.
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Donazione informale e usucapione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9566/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usucapione. Il caso riguarda un coltivatore che sosteneva di aver acquisito per usucapione un terreno agricolo a seguito di una donazione informale (orale) da parte della proprietaria. I giudici di merito avevano respinto la domanda, ritenendo nulla la donazione e insufficiente a fondare il possesso. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che, sebbene una donazione informale di un immobile sia nulla e non trasferisca la proprietà, la consegna del bene (traditio) che ne consegue può costituire un atto idoneo a trasformare la detenzione in possesso. Questo atto, proveniente da un terzo, legittima l'inizio del decorso del tempo necessario per l'usucapione, a prescindere dalla validità del titolo. La Corte ha quindi rinviato il caso per una nuova valutazione delle prove testimoniali relative alla donazione.
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Carenze sistemiche e asilo: la Cassazione decide
Un cittadino straniero ha impugnato il suo trasferimento in Slovenia, previsto dal Regolamento Dublino, denunciando carenze sistemiche nel sistema di accoglienza di quel paese. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 9535/2024, ha stabilito che il giudice di merito non può limitarsi a definire un paese 'sicuro' ma ha l'obbligo di esaminare concretamente le prove fornite dal ricorrente riguardo tali deficienze. La Corte ha quindi cassato la decisione precedente, che aveva ignorato la documentazione presentata, e ha rinviato il caso per un nuovo esame.
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Leasing e inadempimento: responsabilità del concedente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9577/2024, ha stabilito che la società di leasing non può pretendere i canoni dall'utilizzatore se ha pagato il fornitore pur sapendo che il bene (un'auto estera) era inutilizzabile per la mancanza dei documenti di immatricolazione. Questo caso di leasing e inadempimento del fornitore evidenzia la responsabilità condivisa e l'obbligo di buona fede che lega concedente e utilizzatore.
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