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Diritto Civile

Prelazione agraria: certificato essenziale per sospendere

La Corte di Cassazione ha stabilito che un coltivatore confinante decade dal diritto di prelazione agraria se non versa il prezzo entro il termine trimestrale. La sospensione di tale termine, in attesa di un mutuo, è possibile solo presentando un certificato dell’Ispettorato dell’Agricoltura che attesti l’avvio dell’istruttoria. La mancanza di questo documento costituisce un vizio procedurale che impedisce la sospensione, rendendo tardivo il pagamento e inefficace la richiesta di riscatto del fondo.

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Immissioni rumorose: quando scatta il risarcimento?

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di immissioni rumorose provenienti da un’attività di ristorazione. La sentenza chiarisce che il superamento della normale tollerabilità del rumore giustifica un risarcimento per il danno alla serenità personale, anche senza una prova diretta di un danno biologico. La Corte ha confermato il risarcimento liquidato in via equitativa, ma ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per omessa pronuncia su una distinta domanda relativa ad abusi edilizi.

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Inadempimento contratto preliminare: onere della prova

La Corte di Cassazione chiarisce l’onere della prova in caso di inadempimento contratto preliminare. La mancata consegna della documentazione che attesta la rinuncia alla prelazione da parte dei confinanti costituisce un grave inadempimento del promittente venditore, tale da giustificare il recesso del promissario acquirente. Spetta sempre al venditore dimostrare di aver adempiuto, anche se la documentazione prodotta è contestata solo in un secondo momento.

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Buoni postali fruttiferi: tassi di interesse e decreti

Un risparmiatore ha citato in giudizio l’ente emittente di buoni postali fruttiferi per ottenere il pagamento degli interessi calcolati secondo i tassi stampati sul titolo, anziché quelli inferiori stabiliti da un successivo decreto ministeriale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, stabilendo che la normativa dell’epoca (art. 173 D.P.R. 156/1973) consentiva la modifica unilaterale dei tassi di interesse. Tale norma, essendo cogente, prevale sulle condizioni contrattuali originali, integrando il contratto per legge.

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Azione revocatoria: vendita tra parenti a prezzo vile

La Corte di Cassazione ha confermato la revoca di una vendita immobiliare tra parenti stretti. L’atto di compravendita, avvenuto a un prezzo vile, era stato posto in essere dai fideiussori di una società poco dopo la sottoscrizione della garanzia. La Corte ha rigettato il ricorso, specificando che ai fini dell’azione revocatoria, il debito da fideiussione sorge al momento della firma della garanzia e non del successivo inadempimento. Inoltre, il rapporto di parentela, unito ad altre circostanze come il prezzo basso, costituisce prova sufficiente della consapevolezza del danno arrecato ai creditori (scientia damni).

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Benefici vittime mafia: estraneità è requisito chiave

La Corte di Cassazione ha stabilito che i benefici per le vittime di mafia richiedono come presupposto originario e immanente la totale estraneità del beneficiario ad ambienti delinquenziali. La sentenza chiarisce che una legge del 2016, che esplicita tale requisito, ha natura meramente interpretativa e non innovativa, potendosi quindi applicare a procedimenti non ancora definiti da un giudicato. Di conseguenza, è stata confermata la revoca di una provvisionale inizialmente concessa ai familiari di una vittima di omicidio, poiché quest’ultima non risultava estranea a contesti malavitosi.

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Qualità promesse: quando il contratto non si risolve

Un acquirente acquista una cavalla, credendo che appartenga a una specifica razza pregiata come garantito verbalmente. Nonostante la mancanza delle qualità promesse, la Cassazione nega la risoluzione del contratto. La decisione si fonda sulla mancata prova da parte dell’acquirente che quella specifica qualità fosse determinante per l’acquisto, conclusione supportata anche dal prezzo di vendita eccezionalmente basso.

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Scavo sottosuolo condominiale: quando è illegale?

La Corte di Cassazione ha stabilito che lo scavo del sottosuolo condominiale da parte di un singolo proprietario per abbassare il pavimento e aumentare l’altezza dei propri locali non costituisce un semplice ‘uso più intenso’ della cosa comune, ma una vera e propria appropriazione illegittima di uno spazio comune. Tale azione, compiuta senza il consenso degli altri condomini, configura uno spoglio e altera la destinazione del bene, giustificando la richiesta di ripristino dei luoghi. La Corte ha cassato la precedente sentenza d’appello che aveva invece ritenuto l’opera legittima.

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Danno risarcibile vendita immobile: quando spetta?

Un acquirente ha citato in giudizio il venditore per ottenere un risarcimento a causa della mancanza del certificato di agibilità e di difformità strutturali. La Corte di Cassazione ha stabilito che se il certificato viene ottenuto in un secondo momento e l’acquirente non fornisce prova di un danno economico concreto e specifico, non sussiste il diritto al risarcimento. La sentenza sottolinea che il danno risarcibile per la vendita di un immobile non è automatico ma deve essere rigorosamente dimostrato.

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Obblighi informativi: la Cassazione decide sui BFP

La Corte di Cassazione esamina il caso di un intermediario finanziario condannato per non aver consegnato il Foglio Informativo Analitico a dei risparmiatori, causando la prescrizione dei loro buoni postali. La Corte, riconoscendo l’importanza della questione sugli obblighi informativi, ha rinviato la decisione finale in attesa di un’altra pronuncia su un caso analogo, sottolineando il rilevante valore nomofilattico della questione.

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Condizione sospensiva: quando il contratto è inefficace

La Corte di Cassazione conferma l’inefficacia di un contratto preliminare di compravendita immobiliare a causa del mancato avveramento di una condizione sospensiva. Il contratto era subordinato all’acquisizione, da parte del venditore, di alcuni terreni di proprietà comunale. Poiché tale evento non si è verificato entro un lasso di tempo ritenuto congruo dai giudici, il contratto non ha mai prodotto i suoi effetti, legittimando la richiesta di restituzione della caparra da parte del promissario acquirente.

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Adeguamento canone: il Comune può richiederlo?

Un conduttore ha contestato la richiesta di adeguamento canone da parte di un Comune per un terreno che, nel tempo, aveva perso la sua destinazione agricola. Il conduttore sosteneva che il Comune non fosse il legittimo proprietario a causa del mancato adempimento di un onere testamentario. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il conduttore non può contestare il titolo di proprietà del locatore per sottrarsi al pagamento e che la modifica della natura del terreno giustifica la richiesta di adeguamento del canone.

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Indennità di sopraelevazione: quando è dovuta?

Il proprietario di un lastrico solare realizza una sopraelevazione, e la proprietaria dei piani inferiori agisce in giudizio per ottenere l’indennità di sopraelevazione e il risarcimento di vari danni. La Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso incidentale, cassa la sentenza di merito per motivazione apparente sulla quantificazione del danno per la violazione delle distanze legali, specificando che la liquidazione equitativa deve essere motivata con criteri concreti e non può essere arbitraria. Viene inoltre confermata la debenza dell’indennità, non ravvisando una rinuncia implicita in un precedente atto di donazione.

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Sfratto Covid: la Cassazione sui canoni non pagati

Un locatore ha richiesto lo sfratto per morosità a causa di canoni non pagati tra aprile e settembre 2020. La Corte d’Appello aveva ritenuto l’inadempimento non grave, giustificandolo con la crisi pandemica. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, specificando che la giustificazione per il mancato pagamento legata alla normativa emergenziale sullo sfratto Covid è presunta solo per il periodo di lockdown effettivo (fino al 18 maggio 2020). Per i mesi successivi, il conduttore ha l’onere di provare il nesso causale tra la crisi e la propria impossibilità di pagare, e il giudice deve sempre bilanciare gli interessi di entrambe le parti.

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Modifica contrattuale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di fornitura commerciale in cui le parti avevano prodotto due versioni diverse dello stesso contratto. La Corte ha confermato la validità della modifica contrattuale manoscritta basandosi sul comportamento successivo delle parti, come i pagamenti effettuati e l’accettazione della merce. Tuttavia, ha cassato la sentenza d’appello per errata interpretazione di una clausola di esonero da responsabilità per ritardi, sottolineando che tale clausola non può coprire la colpa grave o il dolo del fornitore, e per omissione di pronuncia su una domanda di rimborso spese.

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Ricorso per cassazione inammissibile: le regole

Un avvocato ha presentato un ricorso per cassazione contro una sentenza che lo condannava a restituire delle somme a un ente previdenziale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due motivi principali: il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione e l’infondatezza del motivo relativo alla presunta incompetenza del giudice di primo grado. La decisione sottolinea l’importanza del rigore procedurale nel proporre un ricorso per cassazione.

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Verbale Polizia Locale: quando fa piena prova?

Una cittadina ha ricevuto una multa per un terreno incolto. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha fatto ricorso in Cassazione contestando il valore probatorio del verbale della Polizia Locale. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il verbale che attesta fatti oggettivamente percepibili, come la presenza di erbacce, ha fede privilegiata e non può essere contestato se non con una querela di falso. La competenza degli agenti locali è stata pienamente confermata.

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Prova presuntiva: la valutazione globale degli indizi

Un cittadino cita in giudizio il vicino, accusandolo di avergli deliberatamente tagliato il tubo dell’acqua. I giudici di primo e secondo grado respingono la domanda per mancanza di prove certe. La Corte di Cassazione, però, ribalta la decisione, stabilendo che i giudici di merito hanno sbagliato a valutare gli indizi. La Corte afferma che la prova presuntiva richiede una valutazione complessiva e logica di tutti gli elementi (la presenza del vicino con una motosega, i dissapori pregressi), e non una loro analisi separata e ‘atomistica’. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Azione revocatoria fondo patrimoniale: la guida

La Corte di Cassazione ha confermato l’inefficacia di un fondo patrimoniale costituito da un fideiussore e dal coniuge. Con la presente ordinanza, i giudici hanno stabilito che, ai fini dell’azione revocatoria del fondo patrimoniale, il debito del fideiussore sorge al momento della sottoscrizione della garanzia, anche se per obbligazioni future. Pertanto, la successiva costituzione del fondo è soggetta a revoca se pregiudica le ragioni dei creditori, essendo sufficiente la consapevolezza del fideiussore di arrecare tale pregiudizio.

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Modifica domanda giudiziale: da riduzione a risoluzione

In una controversia su un contratto d’appalto per la fornitura di scafi, una società committente ha inizialmente chiesto la riduzione del prezzo per vizi dell’opera. Successivamente, ha tentato di modificare la sua richiesta in risoluzione del contratto. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni dei gradi inferiori, ha stabilito che la modifica domanda giudiziale in questo senso è ammissibile. La Corte ha chiarito che non si tratta di una domanda nuova, ma di una modifica della domanda originaria basata sulla stessa causa (l’inadempimento del fornitore), consentendo così una maggiore flessibilità processuale.

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