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Diritto Civile

Occupazione senza Titolo: Danno non Presunto

La Corte d’Appello ha esaminato un caso di occupazione senza titolo di un immobile demaniale. Pur confermando la proprietà dello Stato sulla base di una precedente sentenza passata in giudicato, la Corte ha riformato la decisione di primo grado, negando il diritto al risarcimento per l’occupazione. La motivazione chiave è che il proprietario, in questo caso lo Stato, non ha fornito la prova di un danno concreto ed effettivo (danno emergente o lucro cessante) derivante dalla mancata disponibilità del bene, che peraltro versava in stato di abbandono. La sentenza stabilisce che il danno da occupazione senza titolo non è automatico ma deve essere specificamente allegato e provato.

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Infezione nosocomiale: responsabilità della struttura

Una struttura sanitaria appella una condanna per il decesso di una paziente a seguito di un’infezione nosocomiale post-operatoria. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, confermando la piena responsabilità della struttura. La decisione si fonda sulle conclusioni della consulenza tecnica, che ha evidenziato un danno iatrogeno durante l’intervento e una successiva terapia antibiotica inadeguata come cause dirette dello stato settico fatale, confermando il risarcimento per i familiari.

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Responsabilità professionale avvocato: appello tardivo

Una società ha citato in giudizio i propri legali per responsabilità professionale, avendo questi depositato tardivamente l’atto di appello avverso una sentenza sfavorevole, rendendolo inammissibile. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta di risarcimento. La decisione si fonda sul principio che la responsabilità professionale dell’avvocato sussiste solo se si dimostra che, senza l’errore del legale, l’esito della causa sarebbe stato favorevole al cliente. In questo caso, la Corte ha ritenuto, attraverso un giudizio prognostico, che l’appello tardivo non avesse comunque ragionevoli possibilità di essere accolto nel merito, escludendo quindi il nesso di causalità tra la negligenza e il danno lamentato.

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Recesso dal contratto: la forma è vincolante

La Corte d’Appello di Genova ha confermato che il recesso dal contratto comunicato via email è inefficace se le parti avevano pattuito la forma scritta della raccomandata. Di conseguenza, la parte che ha tentato il recesso informale è stata condannata a pagare le penali previste, ovvero i canoni per l’intera annualità. La sentenza sottolinea l’importanza di rispettare le forme contrattuali e la gravità dell’inadempimento per poter richiedere la risoluzione.

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Cancellazione ipoteca: il creditore può rinunciare?

Una debitrice si oppone alla decisione del creditore di richiedere la cancellazione di un’ipoteca da lei concessa su una quota immobiliare. La Corte d’Appello conferma che il creditore ha il diritto incondizionato di rinunciare a una garanzia ritenuta inadeguata o inefficiente per il recupero del credito. La richiesta di cancellazione ipoteca da parte del creditore è quindi legittima e il debitore non può impedirla.

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Prova del furto auto: GPS smentisce l'assicurato

Una società assicurata si vede negare il risarcimento per il furto di un veicolo a causa di forti incongruenze tra la denuncia presentata e i dati registrati dal sistema GPS dell’auto. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, sottolineando che la sola denuncia non costituisce una sufficiente prova del furto e che l’onere di dimostrare l’evento ricade interamente sull’assicurato. Le discrepanze sulla posizione del veicolo e la registrazione di “crash” inspiegabili hanno reso la versione dei fatti dell’appellante non credibile.

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Vizi occulti immobile: prescrizione e mala fede

La Corte d’Appello ha esaminato un caso di vizi occulti in un immobile, nello specifico infiltrazioni d’acqua in una cantina. La sentenza ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento degli acquirenti, chiarendo due punti fondamentali. In primo luogo, l’azione di garanzia per vizi si prescrive in un anno dalla consegna del bene, indipendentemente dal momento della scoperta del vizio. In secondo luogo, la richiesta di risarcimento per responsabilità precontrattuale del venditore (mala fede) è stata respinta perché gli acquirenti non hanno provato che, se avessero conosciuto i vizi, avrebbero concluso il contratto a condizioni economiche più vantaggiose.

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Preliminare vendita immobile e vendita a terzi

Una sentenza della Corte d’Appello di Salerno stabilisce un principio fondamentale in materia di preliminare vendita immobile. Anche se il promittente venditore vende l’immobile a un terzo prima della data del rogito, non si configura un inadempimento automatico. Il promissario acquirente, per far valere i propri diritti, ha sempre l’onere di convocare formalmente la controparte davanti al notaio per la stipula del contratto definitivo. In assenza di tale convocazione, la richiesta di risarcimento o di restituzione del doppio della caparra viene respinta.

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Responsabilità diretta P.A.: il regresso tra enti

Una recente sentenza della Corte d’Appello, in sede di rinvio, affronta il tema della responsabilità diretta P.A. a seguito di una tragica alluvione. Il caso origina dalla condanna di un Sindaco e dalla conseguente richiesta di risarcimento danni. Le Amministrazioni Statali, condannate in solido con l’ente locale, hanno agito in regresso contro quest’ultimo. La Cassazione aveva precedentemente stabilito il principio della responsabilità diretta dell’ente per la condotta illecita del funzionario, anche omissiva, legata alle sue funzioni istituzionali. La Corte d’Appello ha quindi accolto la domanda di regresso, ripartendo la responsabilità in parti uguali (1/3 ciascuno) tra il Comune e due distinte Amministrazioni Statali, data l’impossibilità di graduare con certezza le singole colpe.

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Errore chirurgico: prova per presunzioni e risarcimento

Un paziente, a seguito di un incidente, subiva un errore chirurgico durante la rimozione dei mezzi di sintesi, con un frammento di vite lasciato nella gamba. Dopo un iniziale rigetto della domanda per mancanza di prova diretta, la Cassazione ha cassato la sentenza, stabilendo che la responsabilità medica può essere provata anche per presunzioni basate sulla documentazione clinica. La Corte d’Appello, in sede di rinvio, ha quindi riconosciuto l’errore chirurgico, condannando la struttura sanitaria al risarcimento del solo danno temporaneo (prolungamento della malattia e danno morale), escludendo il danno permanente in quanto conseguenza dell’incidente originario.

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Prescrizione compenso professionale: la guida completa

Un cliente si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento del compenso di un architetto, eccependo la prescrizione del credito e la falsità di alcuni documenti. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, chiarendo che la prescrizione del compenso professionale decorre dal completamento dell’intero incarico e non dalle singole prestazioni. Inoltre, la presunta falsità documentale è stata ritenuta irrilevante poiché il compenso era stato ricalcolato da un perito d’ufficio sulla base della documentazione ufficiale di progetto.

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Prova testimoniale contratto d'opera: i limiti

La Corte d’Appello di Salerno conferma una condanna al pagamento di onorari professionali, stabilendo che i limiti alla prova testimoniale del contratto d’opera non sono assoluti. La sentenza chiarisce che l’eccezione di inammissibilità della prova per superamento del valore legale deve essere sollevata tempestivamente, altrimenti si considera sanata. Viene inoltre validato il compenso per un ingegnere, calcolato dal CTU sulla base di un’attività di ‘supporto alla direzione lavori’ e liquidato a vacazione in assenza di accordo scritto.

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Accordo verbale fornitura: è valido senza contratto?

La Corte d’Appello di Salerno si è pronunciata su un caso di inadempimento contrattuale relativo a una fornitura di latte. La Corte ha stabilito che un accordo verbale fornitura, stipulato prima dell’entrata in vigore della legge che impone la forma scritta per i contratti agroalimentari, è da considerarsi pienamente valido. Di conseguenza, in assenza di un contratto scritto che provi l’esistenza di una clausola penale per merce non conforme, la parte acquirente non può ridurre unilateralmente il pagamento. La sentenza conferma che l’onere di provare patti specifici, come le penali, in un accordo verbale ricade su chi intende farli valere.

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Azione di regresso PA: come si ripartisce la colpa

Una sentenza della Corte d’Appello, in seguito a rinvio della Cassazione, accoglie l’azione di regresso PA di due Amministrazioni Statali contro un Comune. La Corte stabilisce che la responsabilità del Comune per gli illeciti del Sindaco è diretta, non indiretta, a causa dell’immedesimazione organica. In assenza di prove per graduare la colpa nell’evento calamitoso, la responsabilità viene ripartita in parti uguali (1/3 ciascuno) tra le due Amministrazioni e il Comune, applicando la presunzione dell’art. 2055 c.c.

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Onorario avvocato: calcolo in cause a valore indeterminato

La Corte di Appello di Salerno ha rigettato l’appello di un cliente contro il suo ex legale, confermando la decisione di primo grado sul pagamento dell’onorario avvocato. La sentenza chiarisce che, anche in presenza di una richiesta economica specifica, l’uso di formule aperte rende il valore della causa ‘indeterminabile’ ai fini del calcolo del compenso. La Corte ha inoltre respinto le accuse di responsabilità professionale del legale per mancanza di prova del nesso causale tra la condotta e il presunto danno.

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Buoni Postali Q/P: il timbro prevale sulla stampa

La Corte d’Appello di Salerno ha stabilito che per i buoni postali Q/P, i tassi di interesse sono quelli della nuova serie indicata dal timbro, anche se questo non copre interamente la stampa originale. La visibilità dei vecchi tassi non crea un legittimo affidamento per il risparmiatore, confermando la decisione del Tribunale.

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Eventus Damni: quando è legittimo il fondo patrimoniale?

La Corte d’Appello di Salerno ha respinto l’appello di un creditore che chiedeva la revoca di un fondo patrimoniale. La decisione si basa sulla mancanza del cosiddetto ‘eventus damni’, ovvero il pregiudizio concreto per il creditore. Il tribunale ha ritenuto che il debitore avesse ampiamente dimostrato di possedere altre risorse sufficienti a saldare il debito, rendendo l’azione revocatoria infondata. Inoltre, il creditore è stato condannato per lite temeraria per aver proseguito la causa nonostante le prove della solvibilità del debitore.

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Vizi della fornitura: onere della prova e revoca

Una società si oppone a un decreto ingiuntivo per una fornitura, lamentando vizi della merce e un aumento di prezzo non pattuito. Il Tribunale revoca il decreto ma condanna comunque la società opponente al pagamento di una somma ridotta, ritenendo provati i vizi solo per una parte della fornitura. A causa della soccombenza sostanziale, l’opponente viene anche condannato a pagare le spese legali della controparte. La decisione sottolinea l’importanza cruciale dell’onere della prova e della tempestività nella contestazione dei vizi della fornitura.

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Clausola risolutiva espressa: guida alla cessione

Una società debitrice non rispetta i termini di pagamento di una transazione. Il creditore, una società di cartolarizzazione che aveva acquisito il credito, invoca la clausola risolutiva espressa presente nell’accordo originario. Il Tribunale di Torino conferma la risoluzione di diritto del contratto, stabilendo che il diritto di avvalersi della clausola si trasferisce al nuovo creditore insieme al credito stesso, in quanto accessorio. La domanda del debitore viene respinta.

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Clausola risolutiva espressa: contratto risolto

Un’impresa committente risolve un contratto di subappalto invocando la clausola risolutiva espressa per la mancata presentazione, da parte del subappaltatore, di una polizza assicurativa conforme. Il Tribunale di Torino conferma la legittimità della risoluzione, sottolineando che la presenza di tale clausola rende irrilevante la valutazione della gravità dell’inadempimento. Di conseguenza, il subappaltatore viene condannato alla restituzione degli acconti ricevuti in eccedenza rispetto al valore dei lavori eseguiti.

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