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Diritto Civile

Onere della prova: caduta su gradini irregolari
Una cittadina chiede il risarcimento a un Comune per una caduta su un ponte, attribuendola a gradini irregolari e scarsa illuminazione. Sebbene il Tribunale le avesse dato ragione, la Corte d'Appello e la Cassazione hanno respinto la domanda. La decisione finale si fonda sulla mancata dimostrazione, da parte della danneggiata, dell'onere della prova: non è riuscita a provare l'esatta dinamica della caduta e il nesso di causa tra il presunto difetto della scala e il danno subito.
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Copertura finanziaria: contratto nullo senza impegno
Un contratto tra un professionista e un Comune per la progettazione di un'opera è stato dichiarato nullo a causa della mancata indicazione della copertura finanziaria nella delibera di incarico. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che la previsione di un finanziamento esterno non esonera l'ente pubblico dal registrare formalmente nel proprio bilancio l'impegno di spesa per la sua quota. La mancanza di questa formale copertura finanziaria rende l'atto nullo e il ricorso del professionista inammissibile.
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Consorzi obbligatori: la responsabilità del Comune
La Cassazione ha stabilito che nei consorzi obbligatori di enti locali, il singolo Comune risponde in solido con il Consorzio per le obbligazioni assunte da quest'ultimo nell'interesse dei consorziati. Il caso riguardava il mancato pagamento di una società per il servizio di gestione rifiuti. La Corte ha applicato per analogia la disciplina dei consorzi privati (art. 2615 c.c.), confermando la condanna solidale del Comune e del Consorzio.
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Tariffa di depurazione: quando non va pagata?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12887/2024, ha stabilito che la tariffa di depurazione non è dovuta qualora il servizio, pur esistente, non rispetti gli standard di qualità previsti dalla legge. In questi casi, il servizio si considera come non reso. La Corte ha inoltre confermato che il diritto degli utenti al rimborso delle somme indebitamente pagate si prescrive in dieci anni, non in cinque. La decisione estende l'efficacia di una precedente sentenza della Corte Costituzionale a tutti i casi di servizio di depurazione non appropriato.
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Appello incidentale: perché è obbligatorio?
Un consorzio, dopo aver venduto un impianto industriale, ha versato una somma all'acquirente per sanare dei vizi, con riserva di ripetizione. Vinta la causa in primo grado per la restituzione della somma, il consorzio ha visto la decisione ribaltata in appello. La Cassazione ha rigettato il ricorso del consorzio, sottolineando l'errore processuale di non aver proposto un appello incidentale su un'eccezione di decadenza respinta dal primo giudice, confermando l'importanza di tale strumento per la parte parzialmente soccombente.
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Falsus procurator: i limiti della ratifica del contratto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12843/2024, ha stabilito i rigidi confini per la ratifica di un contratto preliminare di vendita immobiliare stipulato da un falsus procurator, ovvero un rappresentante senza poteri. La Corte ha chiarito che né una procura generica all'avvocato, né una ratifica condizionata, né la semplice immissione in possesso dell'immobile sono sufficienti a sanare il difetto di rappresentanza, specialmente per atti che richiedono la forma scritta. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva disposto il trasferimento dell'immobile.
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Accordo verbale: i costi extra non sono dovuti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un fornitore che richiedeva il pagamento di costi extra per trasporto e installazione non esplicitamente inclusi in un accordo verbale. La Corte ha stabilito che i preventivi non firmati dalla controparte sono documenti unilaterali e non costituiscono prova di un'intesa su tali spese aggiuntive. La decisione si fonda sul principio che, in assenza di un contratto scritto, le pattuizioni devono essere provate da chi le rivendica, e la condotta delle parti può essere determinante per l'interpretazione del contratto.
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Risoluzione del contratto: non basta un piccolo errore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12842/2024, ha stabilito che non si può chiedere la risoluzione del contratto se l'inadempimento della controparte è di scarsa importanza. Nel caso specifico, un acquirente aveva versato un saldo leggermente inferiore al dovuto per un errore di calcolo sulle imposte. I giudici hanno respinto la richiesta di risoluzione del contratto avanzata dal venditore, evidenziando come quest'ultimo avesse agito contro la buona fede, intentando subito una causa invece di chiedere l'integrazione del pagamento.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la doppia conforme
L'appello di una società immobiliare contro una società fornitrice è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. La Corte ha applicato la regola della "doppia conforme", sottolineando che il ricorso mancava di specificità e non dimostrava ragioni di fatto diverse tra le due sentenze di merito. Il caso riguardava una controversia sul pagamento di una fornitura, in cui un presunto accordo transattivo non era stato provato per iscritto. La decisione ribadisce i rigorosi requisiti procedurali per evitare un ricorso inammissibile.
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Onere della prova agente: come dimostrare il diritto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12865/2024, ha rigettato il ricorso di una società agente, confermando un principio fondamentale: l'onere della prova per il diritto alle provvigioni spetta all'agente stesso. Quest'ultimo deve dimostrare di aver promosso affari andati a buon fine. Nel caso specifico, la richiesta di provvigioni per un anno è stata ritenuta inammissibile per via di un precedente giudicato, mentre per gli altri anni la prova fornita è stata giudicata insufficiente, una valutazione di merito non sindacabile in sede di legittimità.
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Simulazione vendita: la procura pubblica prevale
Un proprietario impugna la vendita del suo immobile, effettuata dal suo inquilino tramite procura, sostenendo una simulazione vendita per frodarlo. La Cassazione respinge il ricorso, affermando la prevalenza della procura notarile sulla scrittura privata non registrata per tutelare la buona fede del terzo acquirente, escludendo sia la simulazione che il conflitto di interessi.
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Permesso ZTL scaduto: ricorso respinto in Cassazione
Un conducente, titolare di licenza di noleggio con conducente, ha impugnato dieci multe per accesso in Zona a Traffico Limitato (ZTL). La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il fattore decisivo e assorbente è la scadenza del permesso. La Corte ha chiarito che un permesso ZTL scaduto rende l'accesso illegittimo, indipendentemente da altre licenze possedute o da altre questioni legali sollevate. Viene inoltre affermato che il giudice d'appello può basare la sua decisione su una ricostruzione autonoma dei fatti, purché rimanga nell'ambito della domanda originale.
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Riconoscimento vizi cosa venduta: la Cassazione decide
Una società acquirente ottiene la risoluzione del contratto e la restituzione del prezzo per un macchinario difettoso. La Cassazione conferma la decisione, sottolineando che il riconoscimento vizi cosa venduta da parte del venditore rende superflua la denuncia nei termini di legge.
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Onere della prova: no 2932 se il mutuo è incerto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12848/2024, ha rigettato il ricorso di una promissaria acquirente che richiedeva il trasferimento coattivo di un immobile. La decisione si fonda sulla mancata assoluzione dell'onere della prova da parte della ricorrente, la quale non ha fornito in giudizio gli elementi necessari a definire con certezza le modalità di pagamento del prezzo, in particolare i dettagli del mutuo ipotecario da accollarsi. L'incertezza su tali elementi impedisce al giudice di emettere la sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c.
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Domanda nuova in appello: Cassazione annulla sentenza
Un'impresa acquista un distributore automatico difettoso tramite leasing. Dopo una condanna in appello, la Corte di Cassazione annulla la decisione perché la richiesta di risarcimento danni era stata modificata, configurando una 'domanda nuova in appello'. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione, stabilendo il principio che non si possono chiedere in appello danni diversi da quelli richiesti in primo grado.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Una società appaltante, dopo aver perso in appello in una causa relativa a un contratto di subappalto, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha effettuato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, condannando la parte rinunciante al pagamento delle spese legali a favore della controparte, anche in assenza di un'accettazione formale della rinuncia.
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Denuncia dei vizi: quando decorre il termine?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12814/2024, ha rigettato il ricorso di due committenti riguardo i vizi di un impianto idraulico. La Corte ha stabilito che il termine per la denuncia dei vizi decorre dal momento in cui i committenti acquisiscono una sufficiente consapevolezza del difetto, non essendo necessario attendere l'esito di perizie tecniche. Nel caso di specie, i committenti erano a conoscenza dei problemi già dal 2006, ma hanno sporto denuncia solo nel 2010, risultando quindi tardivi e perdendo il diritto alla garanzia.
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Accordo transattivo: come libera il co-debitore
La Corte di Cassazione ha stabilito che un direttore dei lavori è liberato da responsabilità grazie a un accordo transattivo stipulato tra i committenti e l'impresa costruttrice. Sebbene il professionista non avesse assunto obblighi diretti, la rinuncia dei committenti a ogni pretesa nei suoi confronti, contenuta nell'accordo, è stata ritenuta decisiva. La Corte ha chiarito che, sottoscrivendo l'atto, il direttore dei lavori ha manifestato la volontà di approfittare della transazione, estinguendo l'obbligazione originaria nei suoi confronti, anche a fronte del successivo inadempimento dell'impresa.
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Provvigione agente: sì alla transazione tra le parti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12816/2024, ha stabilito un importante principio in materia di provvigione agente. Se il preponente e il cliente concludono una transazione che comporta la mancata esecuzione di un contratto procurato dall'agente, a quest'ultimo spetta una provvigione ridotta ai sensi dell'art. 1748, co. 5, c.c. sulla parte non eseguita. La Corte ha chiarito che, sebbene la provvigione piena non sia dovuta sulla somma transattiva (in quanto non è corrispettivo per affari conclusi), l'accordo che estingue il rapporto contrattuale rientra nella previsione di legge che tutela l'agente.
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Compenso avvocato: l’attività stragiudiziale connessa
Un avvocato ha richiesto il saldo del suo compenso, distinguendo tra attività stragiudiziale e giudiziale per la nomina di un arbitro. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il compenso avvocato per l'attività stragiudiziale non è dovuto separatamente se questa è funzionale e connessa a quella giudiziale e priva di autonomia. Inoltre, ha chiarito che il procedimento per la nomina di un arbitro rientra nella volontaria giurisdizione, con tariffe inferiori a quelle dell'arbitrato vero e proprio.
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