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Diritto Bancario

Giudicato interno: quando si forma e i suoi limiti
In un complesso caso post-fallimentare, gli eredi di un imprenditore hanno citato in giudizio una banca e il curatore per la presunta appropriazione di fondi. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l'applicazione della prescrizione quinquennale. La decisione si fonda sul principio del giudicato interno, formatosi sulla qualificazione della responsabilità come extracontrattuale, poiché i ricorrenti non avevano impugnato specificamente tale punto in appello, rendendo la statuizione definitiva e precludendo l'applicazione del termine di prescrizione decennale.
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Onere della prova credito al consumo: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 33933/2024, ha chiarito un punto cruciale in materia di credito al consumo collegato a un contratto di acquisto. Nel caso in cui il consumatore si opponga alla richiesta di pagamento della finanziaria eccependo l'inadempimento del venditore (es. mancata consegna del bene), l'onere della prova di tale inadempimento grava sul consumatore stesso. La Corte ha stabilito che la mancata consegna costituisce un 'fatto impeditivo' della pretesa creditoria della finanziaria e, secondo le regole generali, chi eccepisce un fatto impeditivo deve provarlo. Di conseguenza, il ricorso del consumatore è stato rigettato, confermando che spetta a lui dimostrare la mancata esecuzione del contratto di fornitura.
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Onere della prova investitore: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso degli eredi di un'investitrice contro un istituto bancario riguardo a un investimento in obbligazioni argentine. La decisione si fonda su motivi procedurali, in particolare sulla mancata specificità del ricorso e sulla sua incapacità di contestare la 'ratio decidendi' della sentenza d'appello. Quest'ultima aveva ritenuto l'investitrice un'operatrice esperta, un punto cruciale che ha spostato il focus dall'onere della prova investitore alla valutazione complessiva della sua competenza finanziaria.
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Prova del credito bancario: onere della banca
Una società e la sua garante si sono opposte a un decreto ingiuntivo ottenuto da una banca. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha rigettato il ricorso, chiarendo aspetti fondamentali sulla prova del credito bancario. L'ordinanza sottolinea che, nel giudizio di opposizione, la banca deve fornire una prova completa del proprio credito e che la richiesta di una consulenza tecnica (CTU) o di esibizione di documenti rientra nel potere discrezionale del giudice. I motivi di ricorso sono stati ritenuti inammissibili perché non coglievano la vera ragione della decisione d'appello e per genericità.
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Assegno circolare clonato: colpa grave del traente
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di assegno circolare clonato, la responsabilità non ricade sulla banca emittente se il danno è stato causato esclusivamente dal comportamento gravemente imprudente del cliente. Nel caso specifico, un acquirente aveva inviato via chat la foto dell'assegno a un venditore online sconosciuto per l'acquisto di un'auto, consentendo così la frode. La Corte ha ritenuto che tale condotta negligente abbia interrotto il nesso causale, esonerando gli istituti di credito da ogni responsabilità.
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Appello inammissibile: obbligo di impugnare ogni ratio
La Corte di Cassazione dichiara un appello inammissibile perché il ricorrente ha omesso di impugnare una delle due autonome ragioni giuridiche (ratio decidendi) su cui si fondava la sentenza di secondo grado. Quest'ultima aveva rigettato il gravame sia per un difetto di specificità (ragione processuale), sia nel merito. Non contestando la prima statuizione, questa è passata in giudicato, rendendo inutile l'esame delle altre censure e determinando l'inammissibilità del ricorso.
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Deposito telematico documenti: ok a invii multipli
Una società citava in giudizio una banca per la restituzione di somme indebitamente addebitate. La domanda veniva rigettata in primo e secondo grado perché i documenti essenziali (estratti conto) erano stati depositati telematicamente poche ore dopo la memoria di riferimento, sebbene nello stesso giorno di scadenza. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d'appello, stabilendo che il deposito telematico documenti, se effettuato in più invii entro la mezzanotte del giorno di scadenza a causa del superamento dei limiti di dimensione della 'busta telematica', è da considerarsi tempestivo e non lede il diritto di difesa della controparte.
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Opposizione a precetto: quando è inammissibile
Una società proponeva opposizione a precetto per un debito derivante da un mutuo fondiario, sollevando questioni sulla titolarità del credito, sulla natura del titolo esecutivo dopo una rinegoziazione e chiedendo la sospensione per la pendenza di una causa su un controcredito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarando inammissibili i motivi relativi alla titolarità del credito e alla novazione, in quanto volti a un riesame del merito già deciso nei gradi precedenti. Ha inoltre escluso la sospensione, poiché il controcredito apparteneva a un soggetto terzo, e ha negato la sussistenza di vizi procedurali. La decisione conferma che l'opposizione a precetto in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul fatto.
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Usura bancaria: legittimo il tasso di mora pattuito
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante un'accusa di usura bancaria su un mutuo ipotecario. I ricorrenti sostenevano che il tasso di mora fosse usurario. La Corte ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, ribadendo che la valutazione dell'usura deve avvenire al momento della stipula del contratto e che non è possibile un riesame dei fatti in sede di legittimità, consolidando così l'orientamento sulla stabilità delle condizioni pattuite.
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Nullità Contratti Bancari: La Cassazione Chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 33915/2024, ha stabilito che la violazione degli obblighi informativi da parte di una banca non comporta la nullità dei contratti bancari di investimento. Tale condotta genera una responsabilità per danni, ma non invalida il contratto. Il ricorso di un investitore in bond argentini è stato respinto, confermando che l'azione di risoluzione era prescritta e che il diritto al risarcimento spetta solo a chi ha un rapporto contrattuale diretto con l'istituto al momento dell'operazione.
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Specificità motivi di appello: onere della prova
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un imprenditore contro un istituto di credito, confermando la decisione della Corte d'Appello. Il caso verteva su presunta usura in contratti di conto corrente e mutuo. Il rigetto si fonda principalmente sulla violazione del principio di specificità dei motivi di appello, in quanto il ricorrente non ha adeguatamente contestato, con argomentazioni e calcoli precisi, le conclusioni della sentenza di primo grado. L'ordinanza ribadisce che un appello generico, che si limita a riproporre le tesi iniziali, è inammissibile.
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Interpretazione fideiussione: inammissibile in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito che contestava la decisione di merito sull'interpretazione di una fideiussione. La Suprema Corte ha ribadito che l'interpretazione contrattuale è un accertamento di fatto non riesaminabile in sede di legittimità, a meno che non si denunci in modo specifico la violazione di precisi canoni legali di ermeneutica. Anche il ricorso incidentale di un garante è stato respinto per motivi procedurali.
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Eccezione di inammissibilità: Cassazione chiarisce
Un debitore ha impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d'Appello relativa a un debito milionario verso una banca, contestando la gestione di un'eccezione di inammissibilità sulle accuse di usura. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che i motivi d'appello devono cogliere la reale 'ratio decidendi' della sentenza impugnata e non possono limitarsi a richiedere un riesame nel merito delle prove, come la consulenza tecnica (CTU). La decisione sottolinea la distinzione tra errore materiale e omessa pronuncia.
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Nullità mutuo Euribor: la Cassazione attende le SS.UU.
L'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta un caso di richiesta di nullità mutuo Euribor. I ricorrenti sostenevano la nullità delle clausole di interesse a causa della manipolazione del tasso Euribor. La Corte, rilevando che una questione identica è stata recentemente rimessa alle Sezioni Unite, ha deciso di sospendere il giudizio. Il punto cruciale è stabilire se un contratto di mutuo possa essere considerato un 'negozio a valle' di un'intesa illecita, e quindi nullo, indipendentemente dal coinvolgimento della banca nell'intesa stessa. La decisione è quindi rinviata in attesa del pronunciamento delle Sezioni Unite.
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Responsabilità banca per illecito: il cliente cauto
Un cliente viene truffato da un direttore di banca per un investimento mai avvenuto. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 33854/2024, ha escluso la responsabilità della banca, ribaltando la decisione d'appello. La Suprema Corte ha ritenuto decisiva la condotta anomala del cliente, il quale aveva consegnato somme ingenti con modalità non tracciabili e non aveva mai contestato l'assenza delle operazioni sui suoi estratti conto. Tale comportamento ha interrotto il nesso di occasionalità necessaria tra le mansioni del dipendente e il danno subito, esonerando l'istituto di credito da ogni obbligo risarcitorio.
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Clausola di salvaguardia: non basta per evitare l’usura
Una società ha contestato la validità di un contratto di mutuo per interessi usurari. Dopo due sentenze sfavorevoli, la Corte di Cassazione ha accolto uno dei motivi di ricorso, stabilendo un principio fondamentale sulla clausola di salvaguardia. Secondo la Corte, la semplice presenza di questa clausola non è sufficiente a escludere l'usura; spetta alla banca dimostrare di aver sempre rispettato i tassi soglia. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello e rinviato il caso per un nuovo esame.
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Costo assicurazione usura: va incluso nel calcolo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, per la verifica del superamento del tasso soglia di usura, il costo dell'assicurazione collegata a un finanziamento deve essere sempre incluso nel calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG). L'ordinanza conferma che la legge primaria (art. 644 c.p.) prevale sulle normative secondarie, come le istruzioni della Banca d'Italia, che potrebbero escludere tali costi. La decisione è scaturita dal ricorso di un istituto di credito contro la condanna a restituire a una cliente somme indebitamente riscosse per un finanziamento risultato usurario proprio a causa del calcolo del costo assicurazione usura.
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Illegittima segnalazione Centrale Rischi: la Cassazione
Una società ricorre in Cassazione dopo che le corti di merito le negano il risarcimento per un'illegittima segnalazione alla Centrale Rischi, a causa della mancata prova dei danni. La Suprema Corte accoglie parzialmente il ricorso, stabilendo che il giudice d'appello ha errato nel non pronunciarsi sulla domanda di accertamento dell'illegittimità della segnalazione, che è una questione distinta e autonoma rispetto alla richiesta di risarcimento. La sentenza viene cassata con rinvio per una nuova valutazione su questo punto specifico.
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Mutuo alla francese: legittimo per la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 33845/2024, ha respinto il ricorso di alcuni mutuatari che contestavano la validità del loro contratto di mutuo fondiario. I ricorrenti sostenevano la nullità del contratto per diverse ragioni, tra cui l'applicazione di un piano di ammortamento "alla francese", considerato causa di anatocismo, e la natura di mutuo di scopo non rispettato. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili o infondati tutti i motivi di ricorso, confermando la legittimità del mutuo alla francese, in linea con un recente pronunciamento delle Sezioni Unite, e chiarendo i presupposti per la configurabilità del mutuo di scopo e i limiti del sindacato di legittimità in presenza di una "doppia conforme" dei giudizi di merito.
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Ammortamento alla francese: non è causa di nullità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 33844/2024, ha respinto il ricorso di due mutuatari che contestavano la validità del loro contratto di mutuo basato su un piano di ammortamento alla francese. I ricorrenti sostenevano che tale metodo generasse anatocismo (interessi su interessi) e che il contratto fosse nullo per indeterminatezza. La Corte, richiamando una precedente decisione delle Sezioni Unite, ha stabilito che l'ammortamento alla francese è legittimo e non causa di per sé nullità contrattuale, anche se la modalità di calcolo degli interessi non è esplicitata in dettaglio.
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