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Diritto Bancario

Impignorabilità del Conto Corrente Dedicato ex Art. 117 Cod. Assicurazioni

La sentenza conferma il principio di impignorabilità dei conti correnti dedicati alle finalità di cui all’art. 117 del Codice delle Assicurazioni. Tali conti, essendo destinati a specifiche attività assicurative, non possono essere oggetto di pignoramento da parte di creditori diversi dagli assicurati o dalle imprese di assicurazione.

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Fideiussione conferma decreto ingiuntivo e condanna ex art. 96 cpc

La sentenza affronta il tema della fideiussione come contratto autonomo di garanzia, della sua validità anche in presenza di un’esigua partecipazione sociale del garante e della giurisdizione applicabile in caso di contratti stipulati con istituti di credito esteri. Viene inoltre analizzata la possibilità di condannare la parte soccombente ex art. 96 c.p.c. in caso di opposizione pretestuosa.

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Apertura Liquidazione Controllata e Nomina Organi

La sentenza riguarda l’apertura di una procedura di liquidazione controllata per un debitore sovraindebitato. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, nomina il Giudice Delegato e il Liquidatore, definendo le modalità di pagamento, i beni esclusi dalla procedura e i termini per la presentazione delle domande di ammissione al passivo.

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Opposizione a precetto e legittimità clausole mutuo

Il Tribunale ha rigettato l’opposizione a precetto, confermando la validità della cessione del credito e la legittimità delle clausole contrattuali del mutuo, comprese quelle relative agli interessi, al tasso minimo (clausola floor) e al parametro Euribor. La sentenza ha chiarito che il superamento del limite di finanziabilità non comporta la nullità del contratto, ma può comportare conseguenze per l’istituto di credito.

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Opposizione a decreto ingiuntivo in materia di finanziamento

La sentenza affronta la tematica dell’opposizione a decreto ingiuntivo in materia di contratti bancari. Vengono analizzati i requisiti di validità della procura alle liti, la prova scritta del credito, l’annullabilità della fideiussione per dolo, gli obblighi informativi precontrattuali, la nullità del contratto per usura originaria e sopravvenuta, l’anatocismo, l’indeterminatezza del tasso e il patto di manleva.

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Condanna fideiussori per saldo negativo conto corrente

Il tribunale ha condannato i fideiussori di una società fallita al pagamento del saldo negativo di un conto corrente, rigettando l’eccezione di nullità parziale delle fideiussioni per asserita conformità allo schema ABI. Il giudice ha ritenuto che, anche in presenza di clausole potenzialmente nulle, i fideiussori avrebbero comunque prestato la garanzia e ha evidenziato il rispetto del termine semestrale di cui all’art. 1957 c.c. per l’estinzione della fideiussione.

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Rigetto eccezione nullità fideiussioni - schema ABI

Il Tribunale ha rigettato l’eccezione di nullità delle fideiussioni, ritenendo che la nullità parziale non si estende al contratto se la parte affetta da nullità non è essenziale. Inoltre, il termine di decadenza ex art. 1957 c.c. è stato rispettato mediante la comunicazione scritta ai garanti.

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Manleva per furto veicolo in leasing

Il caso analizza la responsabilità del locatario in caso di furto del veicolo oggetto di leasing, sottolineando l’obbligo di pagamento del debito residuo anche in presenza di assicurazione. Inoltre, la sentenza chiarisce le condizioni per attivare la polizza assicurativa integrativa e il ruolo della società di leasing nella gestione del sinistro.

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Ripetizione di indebito per addebiti illegittimi su conto corrente

La sentenza affronta il tema della ripetizione di indebito nel caso di addebiti illegittimi su conto corrente. Vengono analizzati i concetti di rimesse solutorie e ripristinatorie ai fini della prescrizione, la validità della commissione di massimo scoperto (CMS), l’applicazione degli interessi ultra legali e dell’anatocismo. Si sottolinea l’importanza della forma scritta e della specifica approvazione per iscritto da parte del correntista delle clausole che prevedono oneri a suo carico.

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Estinzione anticipata di un finanziamento, rimborsabilità dei costi

In caso di estinzione anticipata di un contratto di finanziamento al consumo stipulato prima del 2010, trova applicazione il previgente art. 125 TUB, in base al quale il consumatore ha diritto ad un’equa riduzione del credito, senza ulteriori specificazioni. Tale disciplina legittima la distinzione tra spese ‘up front’ e ‘recurring’, rendendo valida la pattuizione tra le parti che esclude la rimborsabilità dei costi già maturati alla stipula del contratto, come commissioni bancarie, di intermediazione e premi assicurativi. Tali clausole non sono da considerarsi vessatorie ai sensi del Codice del Consumo, in quanto riproduttive di una disposizione di legge.

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Documentazione consegna beni in convenzione finanziamento

In tema di inadempimento contrattuale, il creditore che agisce in giudizio per ottenere la condanna del debitore al pagamento di una somma di denaro, deve limitarsi a provare la fonte del proprio diritto ed il mancato pagamento, spettando al debitore dimostrare l’avvenuto adempimento.

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Responsabilità della società di consulenza, accesso al Fondo PMI

La sentenza in esame affronta il tema della responsabilità di una società di consulenza che, incaricata da una banca di assisterla nell’ottenimento di garanzie pubbliche su finanziamenti, omette di segnalare la mancanza di documenti essenziali per l’ammissione al beneficio. Il Tribunale ha affermato che la società di consulenza, pur non essendo tenuta a svolgere valutazioni di merito creditizio, era obbligata a collaborare con la banca nell’individuazione e nella raccolta di tutti i documenti necessari, compreso il bilancio di una società estera controllata dalla beneficiaria finale. La mancata segnalazione ha comportato l’avvio di un procedimento di inefficacia della garanzia da parte del Fondo, con conseguente perdita per la banca. Il Tribunale ha quindi condannato la società di consulenza al risarcimento del danno, limitato al massimale di responsabilità previsto nel contratto.

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Nullità clausole contratto conto corrente e fideiussioni

Il Tribunale ha accolto parzialmente le domande degli attori, dichiarando la nullità di alcune clausole del contratto di conto corrente bancario, in particolare sulla capitalizzazione trimestrale degli interessi. Ha inoltre stabilito la validità delle fideiussioni prestate e l’applicabilità della prescrizione. Infine, ha condannato gli attori al pagamento di parte delle spese legali.

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Rimborso dei costi, estinzione anticipata del finanziamento

La sentenza afferma il diritto del consumatore alla restituzione pro-quota di tutti i costi sostenuti per un finanziamento estinto anticipatamente, compresi quelli relativi alle provvigioni intermediario. Il Tribunale ha applicato il principio di diritto sancito dalla Corte di Giustizia Europea (sentenza Lexitor) e dalla Corte Costituzionale, secondo cui in caso di estinzione anticipata del credito, il consumatore ha diritto alla riduzione del costo totale del credito, inclusi tutti i costi ad esso collegati. La sentenza specifica inoltre che il criterio di calcolo del rimborso da applicare è quello pro-rata temporis, in quanto più favorevole al consumatore e di più facile comprensione rispetto a quello del costo ammortizzato.

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Contratto di fideiussione stipulato da un consumatore

In tema di fideiussioni stipulate dai consumatori, la clausola che prevede la deroga al termine di decadenza di cui all’art. 1957 c.c. è nulla se non è stata oggetto di specifica trattativa. La nullità della clausola comporta la reviviscenza del termine di decadenza di sei mesi, entro il quale il creditore avrebbe dovuto agire nei confronti del debitore principale per evitare l’estinzione della garanzia.

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Rimborso costi per estinzione anticipata di un finanziamento

La sentenza chiarisce il diritto del consumatore al rimborso di tutti i costi del credito in caso di estinzione anticipata del finanziamento, compresi quelli non direttamente legati alla durata del contratto. Viene inoltre analizzato il collegamento negoziale tra finanziamento e polizze assicurative accessorie, stabilendo la responsabilità del finanziatore nella restituzione della parte di premio non goduta, salva la rivalsa nei confronti dell’assicuratore.

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Nullità della fideiussione per intesa anticoncorrenziale

Il Tribunale ha stabilito che la nullità di una fideiussione, per la presenza di clausole abusive derivanti da intese anticoncorrenziali tra istituti bancari, non può essere dichiarata automaticamente sulla base di precedenti accertamenti dell’Autorità Garante della Concorrenza. Il fideiussore è onerato di dimostrare l’esistenza di un’intesa anticoncorrenziale relativa allo specifico contratto di fideiussione e al periodo in cui è stato stipulato, non essendo sufficiente il mero richiamo a schemi contrattuali standardizzati.

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Validità del mutuo solutorio e decadenza dalla fideiussione

Il Tribunale ha affermato che il mutuo solutorio, stipulato per ripianare un precedente debito, è valido e non costituisce una mera dilazione di pagamento. L’accredito in conto corrente delle somme erogate è sufficiente per integrare la datio rei giuridica del contratto di mutuo. Tuttavia, il Tribunale ha dichiarato la nullità parziale della fideiussione omnibus per la presenza di clausole vessatorie. Inoltre, ha dichiarato la decadenza del creditore dalla garanzia fideiussoria per decorrenza del termine semestrale di cui all’art. 1957 c.c., non essendo stata intrapresa un’azione giudiziale nei confronti del debitore principale entro il termine previsto.

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Risoluzione del contratto di fornitura e contratto di leasing

La sentenza chiarisce la distinzione tra contratto di fornitura e contratto di leasing, sottolineando come la risoluzione del primo non determini automaticamente la nullità del secondo. Nonostante un collegamento economico tra i due negozi, la loro struttura trilaterale e la mancanza di un intento comune tra le parti escludono un collegamento tecnico-giuridico. La risoluzione del contratto di fornitura non può quindi invalidare il contratto di leasing, che conserva la sua autonomia.

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Inammissibilità dell'opposizione all'esecuzione

Il Giudice dell’opposizione all’esecuzione non può effettuare alcun controllo intrinseco sul titolo esecutivo, ma può solo verificarne la persistenza della validità e attribuire rilevanza a fatti posteriori alla sua formazione o al suo passaggio in giudicato. L’opposizione è stata dichiarata inammissibile in quanto il debitore non aveva proposto censure relative all’esistenza o alla validità del decreto ingiuntivo.

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