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Diritto Bancario

Polizza all risks TAEG: quando è esclusa dal calcolo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante l'inclusione di una polizza all risks nel calcolo del TAEG per la verifica del superamento del tasso soglia usura. La decisione si fonda su motivi procedurali: il ricorrente non ha fornito la prova che la polizza garantisse il rimborso del credito, né ha contestato in modo specifico le motivazioni della corte d'appello, limitandosi a proporre una interpretazione alternativa. La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo non è riesaminare il merito dei fatti.
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Tasso leasing: quando è valido anche se non indicato?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 35101/2024, ha stabilito che un contratto di leasing è valido anche se il tasso di interesse non è esplicitamente indicato. È sufficiente che il tasso leasing sia oggettivamente determinabile sulla base degli altri elementi contrattuali, come il capitale, la durata e l'importo delle rate. La Corte ha chiarito che la trasparenza è garantita quando il cliente può ricostruire il costo totale dell'operazione, anche tramite un calcolo matematico, senza che vi sia discrezionalità da parte della società concedente.
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Mutuo solutorio: quando è valido per la Cassazione?
Una società garante ha impugnato in Cassazione la validità di un finanziamento, definito come mutuo solutorio, concesso alla società debitrice principale per estinguere una passività pregressa verso la stessa banca. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio consolidato: il mutuo solutorio è valido e la consegna del denaro (traditio) si perfeziona con l'accredito della somma sul conto corrente del mutuatario, conferendogliene la disponibilità giuridica, anche se il conto è in rosso e l'importo viene immediatamente utilizzato per ripianare il debito. La Corte ha inoltre sottolineato che la parte ricorrente non aveva adeguatamente provato, con la dovuta specificità richiesta nel processo, l'eventuale illegittimità del debito originario.
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Clausola di rinuncia: validità e valore probatorio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 35092/2024, ha stabilito la piena validità di una clausola di rinuncia inserita in un atto di riscatto di un contratto di leasing. Nonostante fosse in corso una causa per la restituzione di somme, la dichiarazione dell'utilizzatore di 'non avere più nulla a pretendere' è stata interpretata come una consapevole rinuncia ai propri diritti. La Corte ha inoltre chiarito che la produzione tardiva in giudizio di tale atto non ne inficia l'efficacia, in quanto la parte che lo ha sottoscritto non può lamentare una violazione del contraddittorio.
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Clausola rischio cambio: no alla motivazione apparente
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello relativa a un contratto di leasing finanziario. La Corte ha riscontrato una 'motivazione apparente' e contraddittoria, poiché i giudici di secondo grado avevano fondato la risoluzione del contratto sulla non 'meritevolezza' della clausola rischio cambio, discostandosi dal tema dell'indeterminatezza analizzato in primo grado e utilizzando argomenti in conflitto con i principi stabiliti dalle Sezioni Unite.
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Credito ipotecario scissione: scelta del creditore
Una banca con un credito ipotecario su beni trasferiti tramite scissione societaria a un'altra società, poi fallita, si è vista negare la partecipazione al riparto. La Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che il creditore ha la facoltà di scegliere se insinuarsi al passivo per il debito solidale o intervenire per far valere unicamente il proprio diritto sul bene ipotecato.
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Nullità clausola indicizzazione: la Cassazione decide
Un'impresa cliente ha contestato la validità di alcuni contratti di leasing per l'indeterminatezza del tasso. La Corte d'Appello ha dichiarato la nullità della clausola di indicizzazione e condannato la società di leasing alla restituzione di ingenti somme. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società di leasing, confermando che l'indeterminatezza della clausola di adeguamento del canone, per mancanza degli elementi necessari al suo calcolo, rende nulla la pattuizione e giustifica la rideterminazione degli interessi dovuti.
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Tasso leasing: quando è determinato e legittimo?
Una società cliente ha contestato un contratto di leasing immobiliare, sostenendo che il tasso leasing fosse indeterminato e che il piano di ammortamento generasse anatocismo. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno respinto le sue richieste. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che un tasso di interesse è valido se, pur non essendo indicato in cifra, è determinabile tramite criteri esterni e oggettivi come l'indice Euribor. La Corte ha inoltre ribadito la legittimità del piano di ammortamento 'alla francese', escludendo che esso produca automaticamente anatocismo.
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Sospensione processo fideiussione: la Cassazione decide
Un garante si opponeva a un decreto ingiuntivo basato su una fideiussione, avviando contemporaneamente una causa separata per farne dichiarare la nullità per violazione della normativa antitrust. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in questi casi, il giudizio sul pagamento deve essere sospeso. La decisione sulla nullità, di competenza di un giudice specializzato, è infatti un presupposto logico indispensabile per decidere sulla richiesta di pagamento. Di conseguenza, è stata ordinata la sospensione del processo per fideiussione in attesa della definizione dell'altra causa.
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TAEG errato: non basta per la nullità del contratto
Un cliente ha contestato un contratto di finanziamento per un TAEG errato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che un TAEG errato, essendo un mero indicatore informativo, non causa automaticamente la nullità del contratto. Il costo effettivo del finanziamento è desumibile dalla somma delle singole voci di costo presenti nel contratto. La Corte ha anche ribadito che la natura obbligatoria o facoltativa di una polizza assicurativa è una valutazione di fatto riservata ai giudici di merito.
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Clausola risolutiva espressa: quando è valida?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un mutuatario contro la risoluzione del contratto di mutuo attivata dalla banca. La risoluzione non era dovuta a rate non pagate, ma all'attivazione di una clausola risolutiva espressa a seguito del pignoramento dell'immobile ipotecato. La Corte ha ritenuto il ricorso proceduralmente viziato, confermando la legittimità di tali clausole che tutelano la garanzia del credito.
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Produzione documentale: l’onere di indicazione precisa
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni clienti contro un istituto di credito. La questione centrale era la corretta produzione documentale di ricevute di pagamento. La Corte ha stabilito che un'indicazione generica nell'indice dei documenti, come "contabili bancarie", non è sufficiente a provare l'avvenuto deposito, soprattutto se contestato. La parte ha l'onere di elencare in modo preciso e analitico i documenti prodotti, non potendo gravare sul giudice il compito di ricercarli in un fascicolo disordinato.
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Nullità fideiussione ABI: la Cassazione decide
Una garante ha contestato una fideiussione basata su clausole anticoncorrenziali, chiedendone la nullità totale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, ribadendo il principio secondo cui la nullità fideiussione ABI è tipicamente parziale e colpisce solo le singole clausole, a meno che non si dimostri il loro carattere essenziale per i contraenti. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile una contestazione sulla titolarità del credito sollevata tardivamente.
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Contenzioso civile: il ruolo delle parti in Cassazione
La Corte di Cassazione esamina un ricorso in un complesso contenzioso civile che vede contrapposti un cittadino, un istituto di credito e un'amministrazione comunale. Il caso origina da una sentenza della Corte d'Appello di Roma, evidenziando la pluralità di interessi e posizioni processuali, come il ricorso incidentale della banca. L'ordinanza decide sulle questioni sollevate dalle parti in merito alla precedente decisione di secondo grado.
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Effetti del giudicato: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione ha stabilito che gli effetti del giudicato di una sentenza, che dichiara la nullità parziale di una fideiussione, non si estendono automaticamente al co-garante che non era parte di quel processo. L'eccezione di co-fideiussione, se non sollevata nei gradi di merito, costituisce una questione nuova inammissibile in sede di legittimità. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, sottolineando i rigorosi limiti soggettivi del giudicato.
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Errore di fatto revocatorio: quando il ricorso è nullo
Una società creditrice si è vista rigettare la richiesta di ammissione al passivo fallimentare perché il Tribunale riteneva mancante la documentazione probatoria completa. In Cassazione, la società ha sostenuto che i documenti c'erano, ma la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione risiede nel fatto che l'omessa valutazione di un documento presente in atti costituisce un errore di fatto revocatorio, un vizio che deve essere fatto valere con lo specifico rimedio della revocazione e non con il ricorso per cassazione.
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Titolarità del credito: non basta la Gazzetta Ufficiale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 34868/2024, ha stabilito che nella cessione di crediti in blocco, la sola pubblicazione dell'avviso in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a dimostrare la titolarità del credito da parte del cessionario. Tale pubblicazione ha solo un valore indiziario, e spetta sempre al cessionario l'onere di provare, con ulteriori elementi, che lo specifico credito contestato era effettivamente incluso nell'operazione di cessione. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva esonerato la società cessionaria da tale prova.
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Limite di finanziabilità: non causa nullità del mutuo
La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha stabilito che il superamento del limite di finanziabilità previsto per il mutuo fondiario (generalmente l'80% del valore dell'immobile) non determina la nullità del contratto. La Corte ha chiarito che tale limite è una norma di vigilanza prudenziale, posta a tutela della stabilità patrimoniale della banca, e non un elemento essenziale del contratto la cui violazione possa inficiarne la validità. La decisione riforma il decreto di un tribunale che aveva respinto l'ammissione al passivo fallimentare di un credito derivante da un mutuo ritenuto nullo proprio per tale superamento.
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Mutuo fondiario e debiti: la Cassazione rinvia
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio di una causa riguardante la validità di un mutuo fondiario stipulato per estinguere passività pregresse. La questione, sollevata da una società fallita in un ricorso incidentale contro una società di gestione crediti, è stata ritenuta di particolare importanza e già rimessa alle Sezioni Unite con un'altra ordinanza. Pertanto, la Corte ha sospeso il giudizio in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite.
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Interruzione del processo: la Cassazione chiarisce
Un fideiussore si oppone a un decreto ingiuntivo ottenuto da una banca. Successivamente, la banca viene posta in liquidazione coatta amministrativa, causando l'interruzione del processo. I giudici di merito dichiarano estinto il giudizio per tardiva riassunzione, ritenendo che il termine decorresse dalla pubblicazione della liquidazione in Gazzetta Ufficiale. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il termine per la riassunzione decorre non dalla conoscenza legale dell'evento, ma dalla dichiarazione giudiziale di interruzione del processo. Questo principio, già affermato per il fallimento, viene esteso anche alla liquidazione coatta amministrativa.
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