LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto all’assunzione: bloccato da una nuova legge?

Un vincitore di concorso pubblico per un posto da infermiere presso il Ministero della Giustizia si è visto negare l’impiego. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto all’assunzione non è assoluto e può essere legittimamente bloccato da una legge successiva (ius superveniens) che modifica l’assetto organizzativo dell’ente, facendo venir meno l’interesse pubblico a quella specifica figura professionale. In questo caso, il trasferimento delle funzioni sanitarie al Servizio Sanitario Nazionale ha reso impossibile l’assunzione da parte del Ministero.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Diritto all’Assunzione: quando una nuova legge può negarlo?

Il diritto all’assunzione per chi vince un concorso pubblico è un pilastro del nostro ordinamento, ma non è un diritto assoluto e incondizionato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: se una legge sopravvenuta modifica l’organizzazione della Pubblica Amministrazione, eliminando la necessità di quella specifica figura professionale, l’assunzione può essere legittimamente bloccata. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un cittadino che, nel 2004, aveva vinto un concorso pubblico per 90 posti di infermiere professionale presso il Ministero della Giustizia. L’assunzione era prevista a decorrere dal settembre 2007. Tuttavia, il Ministero non ha mai proceduto all’assunzione, adducendo come motivazione una serie di cambiamenti normativi.

Inizialmente, un blocco generalizzato delle assunzioni nel pubblico impiego (previsto dalla L. n. 311/2004) aveva posticipato l’iter. Successivamente, e in modo decisivo, la Legge Finanziaria per il 2008 (L. n. 244/2007) ha disposto il trasferimento di tutte le funzioni sanitarie svolte dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale.

Il candidato, ritenendo leso il suo diritto soggettivo all’assunzione, ha fatto causa al Ministero. Mentre la Corte d’Appello gli aveva dato ragione, riconoscendo il suo diritto all’impiego, la Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione.

Il Principio del Mutevole Interesse Pubblico nel Diritto all’Assunzione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero della Giustizia, chiarendo la natura del diritto all’assunzione del vincitore di concorso. Il punto centrale della decisione è che tale diritto è subordinato alla permanenza dell’assetto organizzativo e delle necessità della Pubblica Amministrazione che hanno originariamente giustificato il concorso.

Quando interviene uno ius superveniens – una nuova legge – che modifica radicalmente questo assetto, l’Amministrazione ha il potere e il dovere, in base all’art. 97 della Costituzione (principio di buon andamento), di riconsiderare le assunzioni previste. Se le nuove assunzioni non rispondono più a un’oggettiva necessità di personale, l’ente pubblico deve bloccarle.

Le Motivazioni

La Cassazione ha sottolineato che la legge n. 244/2007, entrata in vigore prima della fine del blocco delle assunzioni, ha avuto un effetto preclusivo. Trasferendo le competenze sanitarie al Servizio Sanitario Nazionale, ha di fatto svuotato di significato la posizione di infermiere all’interno del Ministero della Giustizia. L’interesse pubblico che aveva motivato il concorso del 2004 era venuto meno.

Di conseguenza, il Ministero non solo poteva, ma doveva astenersi dall’assumere personale per funzioni che non rientravano più tra le sue competenze. L’impossibilità di procedere non derivava da una scelta discrezionale, ma da un obbligo di legge e dal principio di efficienza della pubblica amministrazione. La Corte ha ritenuto che continuare con le assunzioni avrebbe significato immettere in ruolo personale per mansioni non più esistenti, in palese contrasto con i principi costituzionali.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per il pubblico impiego. Vincere un concorso pubblico crea una forte aspettativa e un diritto soggettivo all’assunzione, ma questo diritto non è invulnerabile a cambiamenti normativi che riflettono nuove esigenze di interesse pubblico. La Pubblica Amministrazione deve agire in modo coerente con il quadro normativo vigente al momento dell’assunzione, non a quello esistente al momento del bando. La decisione, pertanto, sacrifica l’interesse del singolo vincitore di concorso di fronte a una sopravvenuta e oggettiva modifica dell’interesse pubblico, sancita per legge.

Vincere un concorso pubblico garantisce sempre il diritto all’assunzione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il diritto all’assunzione del vincitore è subordinato alla permanenza dell’assetto organizzativo e delle necessità dell’ente pubblico che ha bandito il concorso. Se queste vengono meno, specialmente a causa di una nuova legge, l’assunzione può essere legittimamente bloccata.

Cosa succede se una legge cambia l’organizzazione dell’ente pubblico dopo che ho vinto il concorso?
Se una nuova legge (ius superveniens) modifica l’organizzazione dell’ente in modo tale che la figura professionale per cui si è vinto il concorso non sia più necessaria, l’Amministrazione ha il potere-dovere di non procedere all’assunzione per rispettare il principio di buon andamento e di efficienza sancito dall’art. 97 della Costituzione.

Nel caso specifico, perché l’assunzione dell’infermiere è stata bloccata?
L’assunzione è stata bloccata perché la legge n. 244/2007 ha trasferito tutte le funzioni sanitarie del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (parte del Ministero della Giustizia) al Servizio Sanitario Nazionale. Di conseguenza, il Ministero non aveva più la necessità né la competenza per assumere personale infermieristico, rendendo l’assunzione oggettivamente impossibile e contraria all’interesse pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati