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Dirigenza medica: incarichi non automatici dopo 5 anni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5718/2025, ha stabilito un principio fondamentale per la dirigenza medica. Contrariamente a quanto deciso dalla Corte d’Appello, il conferimento di un incarico di direzione di struttura o di alta specializzazione dopo cinque anni di anzianità non è automatico. La Suprema Corte ha chiarito che tale assegnazione è subordinata a tre condizioni essenziali: l’effettiva disponibilità di posti nell’organico aziendale, la necessaria copertura finanziaria e il superamento delle procedure di selezione previste dalla contrattazione collettiva. Di conseguenza, il ricorso dell’Azienda Sanitaria è stato accolto, annullando la sentenza precedente e respingendo la richiesta di risarcimento danni dei medici.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Dirigenza Medica: L’Incarico dopo 5 Anni Non è un Diritto Automatico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su una questione cruciale per la carriera nella dirigenza medica del Servizio Sanitario Nazionale. La Suprema Corte ha stabilito che il mero trascorrere di cinque anni di anzianità, anche con valutazione positiva, non conferisce un diritto automatico a un incarico di direzione di struttura semplice o di alta professionalità. Questa decisione ribalta un’interpretazione precedente e chiarisce i requisiti necessari per l’avanzamento di carriera.

I Fatti del Caso: La Presunta Esistenza di un Automatismo

La vicenda trae origine dalla domanda di due dirigenti medici che, dopo aver maturato oltre cinque anni di servizio, avevano citato in giudizio la propria Azienda Sanitaria Locale. Essi sostenevano di avere diritto all’assegnazione di un incarico superiore, come funzioni di direzione di struttura o di alta specializzazione, e al relativo risarcimento del danno per il mancato conferimento.

In secondo grado, la Corte d’Appello aveva dato loro ragione, interpretando la normativa di settore (in particolare l’art. 15, comma 4, del d.lgs. 502/1992) come una norma che sanciva un vero e proprio automatismo: decorsi cinque anni, il dirigente meritevole avrebbe avuto diritto a un incarico di livello superiore. L’Azienda Sanitaria, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla dirigenza medica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Azienda Sanitaria, cassando la sentenza d’appello e rigettando la domanda originaria dei medici. Gli Ermellini hanno smontato la tesi dell’automatismo, allineandosi a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato.

Il Principio di Diritto Consolidato

Il conferimento di un incarico di direzione di struttura semplice, di alta professionalità, studio, ricerca o controllo a dirigenti con un quinquennio di anzianità e valutazione positiva non è un atto dovuto, ma è subordinato a condizioni precise e non derogabili. La Corte ha ribadito che tale conferimento è condizionato a tre fattori fondamentali:

1. Esistenza di posti disponibili: Deve esserci un posto vacante nell’assetto organizzativo definito dall’atto aziendale.
2. Copertura finanziaria: Devono essere disponibili le risorse economiche per sostenere il nuovo incarico.
3. Superamento delle procedure di selezione: L’assegnazione deve avvenire attraverso le forme di selezione previste dalla contrattazione collettiva di settore.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di bilanciare le legittime aspirazioni di carriera del personale medico con le esigenze organizzative e di bilancio della pubblica amministrazione. Un automatismo, come quello ipotizzato dalla Corte d’Appello, creerebbe un’insostenibile rigidità gestionale, obbligando le aziende sanitarie a creare posizioni dirigenziali anche in assenza di reali necessità operative o di adeguate coperture finanziarie. La progressione di carriera nella dirigenza medica non può prescindere da una programmazione attenta delle risorse umane ed economiche, nel rispetto dei principi di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. La contrattazione collettiva, inoltre, gioca un ruolo centrale nel definire le procedure selettive, garantendo trasparenza e imparzialità nel conferimento degli incarichi.

Le Conclusioni

Questa pronuncia chiarisce in modo definitivo che l’anzianità di servizio, seppur un requisito importante, non è di per sé sufficiente per ottenere un incarico dirigenziale superiore. I dirigenti medici devono essere consapevoli che la progressione di carriera è legata alla pianificazione aziendale, alla disponibilità di risorse e al superamento di procedure competitive. Per le Aziende Sanitarie, la sentenza conferma la legittimità di una gestione flessibile degli organici, basata sulle reali necessità del servizio e sulla sostenibilità economica, sempre nel rispetto delle regole definite dalla contrattazione nazionale.

Un dirigente medico ha diritto automatico a un incarico di struttura dopo cinque anni di anzianità?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non esiste alcun automatismo. Il semplice superamento del quinquennio di anzianità con valutazione positiva non è sufficiente a generare un diritto all’incarico.

Quali sono le condizioni per ottenere un incarico di direzione di struttura semplice o di alta professionalità nella dirigenza medica?
L’incarico è condizionato all’esistenza di posti disponibili secondo l’atto organizzativo aziendale, alla presenza di una adeguata copertura finanziaria e al superamento delle forme di selezione regolate dalla contrattazione collettiva.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
Perché la Corte d’Appello ha erroneamente interpretato la legge (art. 15, comma 4, d.lgs. 502/1992) come se sancisse un diritto automatico all’incarico, mentre la giurisprudenza consolidata della stessa Cassazione richiede la sussistenza di specifiche condizioni organizzative, economiche e selettive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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