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Differenze retributive mansioni superiori: la decisione

La Corte d’Appello chiarisce il calcolo delle differenze retributive per mansioni superiori. Anche se un lavoratore riceve indennità specifiche (es. per sostituzione temporanea), queste non escludono il diritto alla maggiore retribuzione per quel periodo, ma devono essere detratte dal totale dovuto. Il caso riguardava dipendenti pubblici inquadrati in Area B che svolgevano continuativamente mansioni di Area C e, a tratti, di Area D.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Differenze Retributive per Mansioni Superiori: Come si Calcolano?

Il diritto alle differenze retributive per mansioni superiori è un tema centrale nel diritto del lavoro, specialmente nel pubblico impiego. Una recente sentenza della Corte d’Appello ha fornito importanti chiarimenti su come calcolare quanto spetta al lavoratore, anche quando ha già percepito indennità specifiche. Vediamo nel dettaglio questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un gruppo di dipendenti pubblici, assunti come assistenti amministrativi (Area B), si è rivolto al giudice lamentando di aver svolto in modo continuativo, fin dall’assunzione, mansioni proprie del livello superiore, ovvero di coordinatore amministrativo (Area C). Inoltre, in alcuni periodi, avevano persino sostituito il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), una mansione di Area D.

Per questo motivo, hanno chiesto al Tribunale di riconoscere il loro diritto a ricevere le differenze retributive per mansioni superiori, oltre alla corretta progressione economica e stipendiale nell’Area C. Il datore di lavoro pubblico si era difeso eccependo la prescrizione quinquennale per i crediti maturati oltre i cinque anni antecedenti al ricorso e chiedendo che, da eventuali somme dovute, venissero detratte le indennità già corrisposte.

La Decisione di Primo Grado e l’Appello

Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente la domanda, riconoscendo il diritto dei lavoratori alle differenze retributive per il periodo non prescritto. Tuttavia, aveva escluso dal calcolo i periodi in cui i dipendenti avevano ricevuto:

* La retribuzione di prima o seconda posizione economica per mansioni superiori di Area C.
* L’indennità di funzione superiore per la sostituzione temporanea del DSGA.

I lavoratori hanno impugnato questa decisione, sostenendo che il Tribunale avesse errato. A loro avviso, queste indennità non dovevano escludere il diritto alla retribuzione per l’Area C, ma semmai aggiungersi ad essa o, al più, essere detratte dal totale dovuto. In sostanza, il diritto alla retribuzione di Area C era maturato per l’intero periodo, a prescindere da queste specifiche erogazioni.

Le Motivazioni della Corte d’Appello sulle Differenze Retributive

La Corte d’Appello ha riformato la sentenza di primo grado, accogliendo la tesi dei lavoratori. I giudici hanno chiarito un principio fondamentale: l’aver percepito specifiche maggiorazioni economiche non cancella il diritto a ricevere le differenze retributive per mansioni superiori maturate in quello stesso periodo.

L’errore del Tribunale è stato quello di escludere ‘in toto’ i periodi in cui erano state pagate le indennità. La Corte ha invece spiegato che il calcolo corretto deve seguire un altro percorso logico:

1. Accertare il diritto: Prima di tutto, si riconosce il diritto del lavoratore a percepire la retribuzione dell’Area C per l’intero periodo non prescritto in cui ha svolto le relative mansioni.
2. Calcolare il dovuto: Si quantifica la differenza tra quanto avrebbe dovuto percepire come dipendente di Area C e quanto ha effettivamente percepito come dipendente di Area B.
3. Detrarre il percepito: Dal totale così calcolato, si devono sottrarre tutte le somme già ricevute a titolo di maggiorazioni per le stesse mansioni superiori (la cosiddetta ‘compensazione impropria’). Queste somme, infatti, sono considerate come un acconto sul maggior debito del datore di lavoro.

In altre parole, le indennità non azzerano il diritto, ma riducono l’importo finale che l’amministrazione deve corrispondere. La Corte ha quindi affermato che i lavoratori avevano diritto alle differenze tra la retribuzione di Area C e quella di Area B, quest’ultima comprensiva delle maggiorazioni già incassate.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di equità e correttezza nel calcolo delle spettanze dei lavoratori. Chi svolge mansioni superiori ha diritto alla retribuzione corrispondente per tutto il periodo, senza esclusioni. Gli importi già ricevuti come indennità specifiche non sono persi, ma vengono correttamente imputati come acconto sul totale dovuto. Di conseguenza, la Corte ha condannato l’ente pubblico a pagare il credito differenziale residuo a ciascun lavoratore, riconoscendo anche il loro diritto alla corretta progressione economica e stipendiale relativa al profilo C.

Se svolgo mansioni superiori e ricevo un’indennità specifica, perdo il diritto alle differenze retributive per quel periodo?
No. Secondo la sentenza, l’indennità non annulla il diritto alla maggiore retribuzione, ma deve essere considerata un acconto. L’importo già percepito va quindi detratto dal totale delle differenze retributive spettanti per quel periodo.

Cosa significa che la prescrizione del diritto alle differenze retributive è quinquennale?
Significa che un lavoratore può richiedere legalmente il pagamento delle differenze di stipendio solo per gli ultimi cinque anni, calcolati a ritroso dalla data in cui ha avviato l’azione legale (in questo caso, con il deposito del ricorso).

Il riconoscimento delle mansioni superiori dà diritto anche alla corretta progressione di carriera?
Sì. La Corte d’Appello ha stabilito che, oltre al pagamento delle differenze economiche, i lavoratori hanno diritto al riconoscimento della corretta progressione economica e della corrispondente fascia stipendiale legata al livello superiore per il quale hanno prestato servizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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