LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Deposito sentenza notificata: ricorso improcedibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso improcedibile a causa del mancato deposito della sentenza notificata. L’appellante, pur avendo dichiarato la data di notifica per avvalersi del termine breve, non ha fornito la prova documentale necessaria, violando l’art. 369 c.p.c. e rendendo impossibile verificare la tempestività dell’impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Deposito Sentenza Notificata: Quando la Mancanza Rende il Ricorso Improcedibile

Nel processo civile, le forme non sono un mero formalismo, ma la garanzia del corretto svolgimento del giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, chiarendo le gravi conseguenze del mancato deposito della sentenza notificata insieme al ricorso. Questo adempimento, previsto dall’art. 369 c.p.c., non è una formalità superflua, ma un onere cruciale la cui omissione può portare a una declaratoria di improcedibilità, chiudendo di fatto le porte del giudizio di legittimità.

Il Caso in Esame: Un Errore Formale Decisivo

Il caso trae origine da un ricorso per cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente, nel proprio atto, aveva dichiarato che la sentenza impugnata gli era stata notificata in una certa data. Basandosi su questa data, il ricorso appariva tempestivo, in quanto presentato nel rispetto del cosiddetto “termine breve” di 60 giorni dalla notifica.

Tuttavia, al momento del deposito del ricorso, il difensore ometteva di includere la copia autentica della sentenza con la relativa relata di notifica. La controparte, inoltre, non si costituiva in giudizio, precludendo così la possibilità che il documento venisse prodotto da quest’ultima.

L’Obbligo del Deposito Sentenza Notificata in Cassazione

L’articolo 369, comma 2, n. 2 del Codice di procedura civile stabilisce che, a pena di improcedibilità, insieme al ricorso deve essere depositata una copia autentica della sentenza impugnata, munita della relazione di notificazione, se questa è avvenuta.

Questo onere assume un’importanza fondamentale quando il ricorrente si avvale del termine breve per impugnare. La produzione della sentenza notificata è l’unico modo per la Corte di Cassazione di verificare d’ufficio due elementi essenziali:
1. La decorrenza del termine breve per l’impugnazione.
2. La conseguente tempestività del ricorso.
Senza tale documento, la Corte non può accertare se il ricorso sia stato proposto validamente entro i termini di legge.

La Decisione della Suprema Corte e il Principio di Autoresponsabilità

La Corte di Cassazione, coerentemente con il suo orientamento consolidato (richiamando una fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite, la n. 21349/2022), ha dichiarato il ricorso improcedibile. I giudici hanno sottolineato che la dichiarazione, contenuta nel ricorso, dell’avvenuta notifica della sentenza, pur essendo un’informazione, fa sorgere in capo al dichiarante un preciso onere probatorio.

Questo principio è definito di autoresponsabilità: la parte che sceglie di basare la tempestività del proprio ricorso sulla notifica della sentenza si impegna a subirne le conseguenze, prima fra tutte quella di doverlo dimostrare documentalmente. Non è possibile sanare tale omissione con un deposito tardivo, né sperare che la controparte vi ponga rimedio, soprattutto se questa rimane intimata.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura perentoria dei termini processuali e sulla non sanabilità di determinate omissioni. L’art. 369 c.p.c. pone un requisito di procedibilità che deve essere soddisfatto al momento del deposito del ricorso. Consentire una produzione successiva e tardiva del documento vanificherebbe la certezza dei rapporti processuali e la funzione stessa del termine.

La giurisprudenza ha individuato alcune eccezioni a questa regola ferrea, come i casi in cui la relazione di notifica sia prodotta dal controricorrente o quando la legge stessa prevede una comunicazione o notificazione a cura della cancelleria. Tuttavia, nessuna di queste ipotesi ricorreva nel caso di specie. La Corte ha quindi ribadito che, in assenza della prova della notifica, non era possibile valutare la tempestività del ricorso rispetto al termine breve, il che ha imposto la declaratoria di improcedibilità.

Le Conclusioni

La decisione in commento rappresenta un monito importante per gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per cassazione richiede una meticolosità assoluta, specialmente per quanto riguarda gli adempimenti formali. L’omissione del deposito della sentenza notificata non è un vizio emendabile, ma un errore fatale che preclude l’accesso al giudizio di legittimità. La diligenza nella raccolta e nel deposito di tutti i documenti richiesti dalla legge è, pertanto, un presupposto indispensabile per la tutela efficace dei diritti del proprio assistito.

È sempre obbligatorio depositare la copia notificata della sentenza per il ricorso in Cassazione?
Sì, il suo deposito è obbligatorio a pena di improcedibilità quando il ricorso è proposto dopo 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza ma entro il ‘termine breve’ di 60 giorni dalla sua notifica. Serve a dimostrare la tempestività dell’impugnazione.

Cosa succede se il ricorrente dichiara la data di notifica ma non deposita il documento?
La dichiarazione fa sorgere in capo al ricorrente un principio di ‘autoresponsabilità’, obbligandolo a provare quanto affermato. Se non deposita la copia notificata, il ricorso viene dichiarato improcedibile perché la Corte non può verificare la sua tempestività.

L’omissione del deposito della sentenza notificata può essere sanata in un secondo momento?
No, secondo l’orientamento consolidato della Cassazione, l’omissione non può essere sanata mediante un deposito successivo e tardivo, poiché il termine previsto dall’art. 369 c.p.c. è perentorio. Le uniche eccezioni, non applicabili in questo caso, sono la produzione da parte del controricorrente o l’acquisizione d’ufficio nei casi previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati