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Deposito sentenza notificata: l’errore che costa caro

La Corte di Cassazione ha dichiarato improcedibile un ricorso perché il ricorrente, pur avendo dichiarato nell’atto che la sentenza impugnata era stata notificata, non ha poi provveduto al deposito della sentenza notificata completa di relata di notifica, come richiesto dalla legge. La Corte ha sottolineato che tale dichiarazione genera un’autoresponsabilità processuale che non può essere ritrattata, rendendo l’omissione un errore insanabile che conduce all’improcedibilità del ricorso.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Deposito Sentenza Notificata: L’Onere della Prova e il Principio di Autoresponsabilità

Nel processo civile, la forma è sostanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo principio, chiarendo le gravi conseguenze derivanti da una dichiarazione imprecisa nell’atto di ricorso, in particolare riguardo al deposito della sentenza notificata. La vicenda dimostra come una semplice affermazione possa innescare oneri procedurali inderogabili, la cui inosservanza porta a una conseguenza drastica: l’improcedibilità del ricorso. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere gli errori da non commettere.

I Fatti del Caso

Un avvocato proponeva ricorso per cassazione avverso una sentenza emessa dal Tribunale. Nell’epigrafe del proprio atto, il legale dichiarava espressamente che la sentenza impugnata gli era stata “notificata” in una data specifica. Tuttavia, al momento del deposito del ricorso, ometteva di allegare la copia autentica della sentenza munita della relativa relata di notificazione.

Successivamente, nel corso del giudizio, il ricorrente tentava di correggere il tiro, sostenendo che la sua affermazione era stata fraintesa. A suo dire, la data indicata non si riferiva a una notifica formale eseguita dalla controparte, ma a una semplice comunicazione di cancelleria ricevuta via PEC. Di conseguenza, non sussisteva alcun obbligo di depositare una relata di notifica, semplicemente perché non esisteva.

L’Importanza del Corretto Deposito della Sentenza Notificata

La questione centrale ruota attorno all’articolo 369 del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che, se la sentenza impugnata è stata notificata, il ricorrente ha l’onere di depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza stessa comprensiva della relazione di notificazione (la cosiddetta relata). Questo adempimento serve alla Corte per verificare la tempestività del ricorso, che in caso di notifica deve essere proposto entro il termine breve di sessanta giorni.

La dichiarazione del ricorrente di aver ricevuto la notifica, contenuta nell’atto di ricorso, non è una mera formalità. Essa costituisce l’attestazione di un “fatto processuale” che vincola chi la compie.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile, senza entrare nel merito della controversia. I giudici hanno respinto completamente la linea difensiva del ricorrente, basando la loro decisione su un principio cardine del diritto processuale: l’autoresponsabilità.

Le motivazioni

Secondo la Suprema Corte, la dichiarazione con cui una parte attesta l’avvenuta notificazione della sentenza impugnata la impegna a subire tutte le conseguenze procedurali che ne derivano. In primis, l’onere di depositare la sentenza con la relata di notifica. La Corte ha stabilito che non è possibile ammettere una successiva revoca o correzione di tale dichiarazione. Il principio di “autoresponsabilità” impone alla parte di assumersi le conseguenze delle proprie affermazioni processuali. Consentire una ritrattazione minerebbe la certezza e l’affidabilità degli atti processuali.

La Corte ha inoltre rigettato le argomentazioni del ricorrente relative a un presunto eccesso di formalismo, contrario all’articolo 6 della CEDU (diritto a un equo processo). I giudici hanno ricordato che le norme procedurali, specialmente nel giudizio di legittimità, garantiscono la qualità del processo e il rispetto delle condizioni formali e sostanziali. L’onere di deposito non è un fardello sproporzionato, ma un’attività elementare richiesta a un difensore specializzato, la cui omissione non può essere sanata.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per tutti gli operatori del diritto. La precisione e l’accuratezza nella redazione degli atti processuali non sono un optional. Una dichiarazione errata, anche se fatta in buona fede, può avere conseguenze fatali per l’esito del giudizio. Il principio di autoresponsabilità processuale agisce come un meccanismo che non ammette ripensamenti: ciò che viene dichiarato in un atto vincola la parte in modo irrevocabile. Pertanto, prima di affermare che una sentenza è stata notificata, è indispensabile essere certi di poter adempiere a tutti gli oneri conseguenti, primo fra tutti il deposito della sentenza notificata completa di relata.

Cosa succede se un avvocato dichiara nel ricorso che la sentenza è stata notificata ma non deposita la relata di notifica?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. La dichiarazione di avvenuta notifica fa sorgere l’onere, previsto dall’art. 369 c.p.c., di depositare la copia della sentenza con la relata, e l’omissione di tale adempimento costituisce un vizio insanabile.

È possibile correggere la dichiarazione di avvenuta notifica se ci si accorge di aver commesso un errore?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la dichiarazione di un fatto processuale contenuta nel ricorso impegna la parte in base al principio di “autoresponsabilità”. Non è ammesso che il ricorrente possa successivamente revocare o correggere tale dichiarazione.

Il requisito di depositare la relata di notifica è considerato un eccesso di formalismo?
No. La Corte ha stabilito che questo onere non costituisce un eccesso di formalismo né viola il diritto a un equo processo (art. 6 CEDU). Si tratta di un’attività elementare che serve a garantire l’ordinato svolgimento del processo di cassazione e non impone oneri sproporzionati alle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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