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Decorrenza pensione computo: decide la domanda

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24926/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decorrenza della pensione con computo in Gestione Separata. Il trattamento pensionistico non parte dalla data di maturazione dei requisiti, ma dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda di computo. Questo perché il computo è una facoltà che il lavoratore esercita attivamente con una richiesta specifica, e solo da quel momento i contributi versati in altre gestioni possono essere utilizzati. La sentenza ha quindi accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la decisione della Corte d’Appello che aveva fissato una decorrenza anteriore, legata al perfezionamento del diritto.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Decorrenza Pensione Computo: Quando Inizia a Pagare la Pensione?

La determinazione della decorrenza della pensione con computo è un tema di cruciale importanza per migliaia di lavoratori che hanno carriere discontinue e contributi versati in diverse gestioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 24926 del 2024, ha fornito un chiarimento decisivo: per stabilire la data di inizio del trattamento pensionistico, ciò che conta non è il momento in cui si maturano i requisiti, ma la data in cui si presenta la domanda di computo. Approfondiamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, avendo raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia, si vedeva riconosciuto in primo grado e in appello il diritto alla pensione con decorrenza dal 1° gennaio 2007, ovvero dal primo giorno del mese successivo a quello di maturazione dei requisiti. La particolarità del caso risiedeva nel fatto che il lavoratore aveva chiesto di avvalersi del “computo” nella Gestione Separata, unificando i contributi precedentemente versati nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti.

L’ente previdenziale, tuttavia, sosteneva una tesi diversa: la pensione doveva decorrere non dalla maturazione del diritto, ma dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di computo, avvenuta molto tempo dopo. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno affermato un principio netto: nel caso di pensione in Gestione Separata ottenuta tramite la facoltà di computo, il trattamento pensionistico decorre dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della relativa domanda.

Questo significa che tra la data di perfezionamento del diritto (il momento in cui si raggiungono età e contributi necessari) e la data di decorrenza del pagamento (il momento da cui si riceve l’assegno) c’è una distinzione fondamentale, e la seconda è legata a un atto volontario del lavoratore: la domanda.

Le Motivazioni: la Domanda di Computo è Decisiva

La Corte ha spiegato che la facoltà di computo, prevista dall’art. 3 del D.M. 282/1996, non è automatica. È una scelta del lavoratore, che deve essere esercitata tramite un’apposita domanda. È solo per effetto di questa domanda che i contributi versati in altre gestioni (in questo caso, il FPLD) “entrano” a far parte del montante contributivo della Gestione Separata e possono essere utilizzati per la liquidazione della pensione.

Prima della domanda, la Gestione Separata non può “vedere” né utilizzare quei contributi. Di conseguenza, la pensione non può avere una decorrenza anteriore alla richiesta che ne costituisce il presupposto. La Corte ha richiamato precedenti sentenze conformi e ha assimilato il computo a una forma di cumulo contributivo, per cui si applica la regola generale (prevista dall’art. 22, co. 5, L. n. 153/69) che lega la decorrenza alla presentazione della domanda.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per tutti i lavoratori con carriere miste. Chi intende avvalersi del computo in Gestione Separata deve essere consapevole che ritardare la presentazione della domanda significa posticipare l’inizio del pagamento della pensione. Non è sufficiente aver maturato i requisiti teorici; è necessario attivarsi con una richiesta formale. La decisione sottolinea l’importanza di una pianificazione previdenziale attenta e tempestiva, per evitare di perdere mensilità di pensione a cui si avrebbe diritto solo a partire dalla domanda. Pertanto, è fondamentale che i lavoratori si informino correttamente e presentino la domanda di computo non appena intendono accedere alla pensione, senza fare affidamento sulla sola data di maturazione dei requisiti.

Se maturo i requisiti per la pensione oggi ma chiedo il computo dei contributi tra un anno, da quando parte il mio assegno?
L’assegno pensionistico partirà dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda di computo, e non dal giorno in cui ha maturato i requisiti.

Perché la data della domanda di computo è così importante per la decorrenza della pensione?
Perché il computo è una facoltà che il lavoratore deve scegliere di esercitare attivamente tramite una domanda specifica. Solo con la presentazione di tale domanda i contributi versati in altre gestioni diventano utilizzabili per liquidare la pensione a carico della Gestione Separata.

Questa regola si applica anche se avevo già abbastanza contributi per la pensione nella Gestione Separata prima di chiedere il computo?
Sì, la Corte chiarisce che la regola si applica nel caso in cui si eserciti la facoltà di computo per includere contribuzione pregressa. La decorrenza del trattamento pensionistico è legata all’esercizio di tale facoltà tramite domanda, distinguendola dalla semplice data di perfezionamento dei requisiti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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