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Decadenza pensione: i limiti al diritto agli arretrati

Un pensionato ha richiesto la riliquidazione della sua pensione, originariamente gestita da un fondo speciale. La questione centrale è stata l’applicazione della decadenza pensione triennale agli arretrati. La Corte di Cassazione ha stabilito che la decadenza si applica, ma solo per i ratei maturati oltre tre anni prima della domanda giudiziale. La Corte d’Appello, in sede di rinvio, ha confermato il diritto del pensionato alla riliquidazione, limitando però la corresponsione degli arretrati secondo il principio della decadenza, e ha compensato le spese legali tra le parti.

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Pubblicato il 6 ottobre 2024 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Decadenza Pensione: Quando Scatta il Termine per Chiedere gli Arretrati?

La richiesta di ricalcolo della propria pensione è un diritto, ma quali sono i limiti temporali per ottenere gli arretrati? Una recente sentenza della Corte d’Appello di Trieste, pronunciata a seguito di un rinvio della Corte di Cassazione, fa luce su un punto cruciale: l’applicazione della decadenza pensione. Questo provvedimento chiarisce come il termine triennale influenzi il diritto a percepire le differenze economiche maturate nel tempo, offrendo un’importante guida per tutti i pensionati che si trovano in situazioni simili.

Il Fatto: Una Lunga Battaglia per la Riliquidazione della Pensione

Il caso ha origine dalla richiesta di un pensionato, ex dipendente del settore elettrico, di ottenere la riliquidazione del proprio assegno pensionistico. Secondo il ricorrente, il calcolo effettuato dall’ente previdenziale non rispettava i criteri più favorevoli previsti dalla legge, in particolare la regola dell’80% della base pensionabile onnicomprensiva, come stabilito per l’assicurazione generale obbligatoria. La controversia ha attraversato diversi gradi di giudizio: il Tribunale di primo grado aveva respinto la domanda applicando la decadenza triennale; la Corte d’Appello aveva inizialmente dato ragione al pensionato, escludendo l’operatività della decadenza. Infine, la Corte di Cassazione è intervenuta, stabilendo un principio di diritto fondamentale e rinviando la causa nuovamente alla Corte d’Appello per la decisione finale.

La Questione Giuridica e il Principio sulla Decadenza Pensione

Il cuore della disputa legale risiedeva nell’applicabilità della decadenza triennale, introdotta dal D.L. 98/2011, alle azioni giudiziarie per la riliquidazione di pensioni. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33814/2023, ha risolto il contrasto giurisprudenziale affermando un principio chiaro: la decadenza triennale si applica anche ai trattamenti pensionistici riconosciuti prima dell’entrata in vigore della nuova legge (6 luglio 2011). Tuttavia, la Cassazione ha precisato che questa decadenza non estingue il diritto alla riliquidazione in sé, che rimane imprescrittibile, ma limita il diritto a percepire gli arretrati. Nello specifico, la decadenza opera solo per i ratei di pensione maturati più di tre anni prima della data della domanda giudiziale. In questo caso, essendo la domanda del 7 luglio 2015, il pensionato non poteva richiedere gli arretrati anteriori al 7 luglio 2012.

Le Motivazioni della Decisione Finale

La Corte d’Appello di Trieste, in sede di riassunzione, si è attenuta scrupolosamente ai principi enunciati dalla Suprema Corte. Le motivazioni della sua decisione si fondano su due pilastri principali.

In primo luogo, la Corte ha accertato e dichiarato il diritto del pensionato alla riliquidazione della pensione secondo i criteri più favorevoli previsti dal D.Lgs. 562/1996. Questo diritto, riguardante il corretto calcolo dell’assegno pensionistico, non è mai stato messo in discussione nel suo fondamento.

In secondo luogo, applicando il principio di diritto della Cassazione, ha accertato il diritto del ricorrente a percepire i ratei pregressi, ma tenendo conto della decadenza pensione triennale. Di conseguenza, il diritto agli arretrati è stato riconosciuto, ma limitatamente al periodo non coperto dalla decadenza, ovvero a partire da tre anni prima della domanda giudiziale. La Corte ha inoltre respinto la richiesta dell’ente previdenziale di dichiarare la cessazione della materia del contendere, poiché il ricalcolo effettuato autonomamente dall’ente era stato contestato dal pensionato, mantenendo viva la lite.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza offre conclusioni di notevole importanza pratica per i pensionati. La principale implicazione è la distinzione tra il diritto alla pensione (e al suo corretto calcolo), che è imprescrittibile, e il diritto a riscuotere gli arretrati, che è invece soggetto a limiti temporali. Chiunque ritenga di aver diritto a una riliquidazione della pensione deve agire tempestivamente per non perdere una parte significativa delle somme spettanti. La decisione chiarisce che il termine di decadenza triennale non cancella il diritto al ricalcolo, ma limita economicamente le pretese passate. Infine, la compensazione delle spese legali, dovuta alla reciproca soccombenza e ai mutamenti della giurisprudenza, sottolinea la complessità di queste materie e l’importanza di una consulenza legale specializzata per navigare le insidie dei termini di decadenza e prescrizione.

La decadenza triennale annulla il diritto alla riliquidazione della pensione?
No, la sentenza chiarisce che la decadenza non annulla il diritto al corretto calcolo della pensione, che è imprescrittibile. Essa limita solamente il diritto a percepire gli arretrati, escludendo quelli maturati oltre tre anni prima della data della domanda giudiziale.

Come viene calcolato il periodo per cui si ha diritto agli arretrati?
Il diritto a percepire gli arretrati derivanti dalla riliquidazione viene riconosciuto per le differenze pensionistiche maturate a ritroso dalla data della domanda giudiziale. In questo caso, essendo la domanda del 7 luglio 2015, la decadenza ha escluso i ratei precedenti al 7 luglio 2012.

Perché le spese legali sono state compensate tra le parti?
Le spese sono state interamente compensate perché entrambe le parti sono risultate parzialmente soccombenti (il pensionato ha ottenuto la riliquidazione ma con il limite della decadenza, mentre l’ente previdenziale ha visto respinta la sua eccezione totale di decadenza ma accolta parzialmente). Inoltre, la decisione ha tenuto conto del contrasto di giurisprudenza esistente sulla materia prima dell’intervento risolutore della Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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