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Decadenza NASpI: comunicazione reddito è decisiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 374/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di indennità di disoccupazione. Il caso riguardava una lavoratrice che, dopo aver perso uno dei suoi due lavori part-time, aveva richiesto la NASpI, omettendo di comunicare tempestivamente il reddito derivante dall’altro impiego. La Corte ha chiarito che la mancata comunicazione del reddito da lavoro preesistente entro 30 giorni dalla domanda comporta la decadenza NASpI, ovvero la perdita definitiva del diritto alla prestazione. Questa interpretazione rigorosa del termine previsto dalla legge mira a garantire la certezza dei rapporti con l’ente previdenziale.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Decadenza NASpI: La Comunicazione del Reddito Entro 30 Giorni è Obbligatoria

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha posto fine a un importante dibattito sulla decadenza NASpI in caso di tardiva comunicazione del reddito da lavoro. Questa decisione stabilisce che il termine di trenta giorni per comunicare all’ente previdenziale i redditi derivanti da un’attività lavorativa part-time, conservata dopo la perdita di un altro impiego, è perentorio. Il mancato rispetto di questa scadenza comporta la perdita definitiva del diritto all’indennità di disoccupazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia fondamentale.

I Fatti del Caso: Una Comunicazione Tardiva

Il caso ha origine dalla vicenda di una lavoratrice titolare di due rapporti di lavoro part-time. Dopo la cessazione di uno dei due contratti, la lavoratrice ha presentato domanda per ottenere l’indennità NASpI, mantenendo attivo l’altro rapporto di lavoro. L’ente previdenziale, tuttavia, ha respinto la richiesta, eccependo l’intervenuta decadenza dal diritto a causa della tardiva comunicazione del reddito annuo presunto derivante dal lavoro conservato.

Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali avevano dato ragione alla lavoratrice. In particolare, la Corte d’Appello aveva sostenuto che la normativa non prevedesse esplicitamente la decadenza in questa specifica ipotesi, ma solo un rifiuto della prestazione, lasciando impregiudicato il diritto.

Il Ricorso dell’Ente e la questione della Decadenza NASpI

L’ente previdenziale non si è arreso e ha presentato ricorso in Cassazione. Il motivo del contendere era la violazione e falsa applicazione degli articoli 9 e 11 del D.Lgs. n. 22/2015. Secondo la tesi dell’ente, una lettura combinata di queste norme imponeva chiaramente la decadenza dalla prestazione in caso di mancata comunicazione del reddito entro il termine di 30 giorni dalla data di presentazione della domanda amministrativa. La questione centrale, dunque, era stabilire se tale termine fosse da considerarsi ordinatorio o perentorio, con conseguente decadenza NASpI.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene l’art. 9 del D.Lgs. 22/2015 non menzioni esplicitamente la parola ‘decadenza’, la sua lettura sistematica con l’art. 11 dello stesso decreto non lascia dubbi.

La Corte ha affermato che l’obbligo di comunicare il reddito da lavoro preesistente entro 30 giorni dalla domanda di NASpI è finalizzato a rimuovere l’incertezza sulla compatibilità tra la prestazione di disoccupazione e lo svolgimento di un’altra attività lavorativa. Questo termine è da considerarsi perentorio.

I giudici hanno specificato che non si tratta di un’applicazione analogica di una norma eccezionale (vietata dall’ordinamento), bensì di un’interpretazione estensiva. La legge, pur non avendolo scritto a chiare lettere (minus dixit quam voluit), intendeva includere anche questa fattispecie nell’ambito della decadenza. Pertanto, la comunicazione del reddito è una condizione essenziale per impedire la decadenza, ma solo se avviene «entro trenta giorni dalla domanda di prestazione».

Conclusioni: Cosa Cambia per i Lavoratori

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Chi perde un lavoro ma ne mantiene un altro (part-time o autonomo) e intende richiedere la NASpI deve prestare la massima attenzione. È obbligatorio comunicare all’ente previdenziale il reddito annuo presunto derivante dall’attività lavorativa residua entro e non oltre 30 giorni dalla data di presentazione della domanda di disoccupazione. Il mancato rispetto di questa scadenza non comporta una semplice sospensione o un rifiuto temporaneo, ma la perdita definitiva e irreversibile del diritto all’indennità per tutto il periodo di spettanza. Questa pronuncia sottolinea l’importanza della diligenza e della tempestività negli adempimenti burocratici per la tutela dei propri diritti previdenziali.

Se perdo un lavoro part-time ma ne conservo un altro, ho diritto alla NASpI?
Sì, è possibile avere diritto alla NASpI, ma a condizione che il reddito derivante dal lavoro rimasto non superi determinate soglie e, soprattutto, che tale reddito venga comunicato all’ente previdenziale entro 30 giorni dalla data della domanda di NASpI.

Cosa succede se comunico in ritardo all’ente previdenziale il reddito del lavoro part-time che ho conservato?
Secondo la Corte di Cassazione, la comunicazione del reddito oltre il termine di 30 giorni dalla domanda di prestazione comporta la decadenza dal diritto, ovvero la perdita definitiva della possibilità di ricevere l’indennità NASpI.

Il termine di 30 giorni per la comunicazione del reddito è perentorio?
Sì. La sentenza chiarisce che il termine di 30 giorni è perentorio. La sua funzione è quella di eliminare rapidamente l’incertezza sulla compatibilità tra la NASpI e un’altra attività lavorativa. Il mancato rispetto di tale termine provoca la decadenza dal diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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