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Decadenza CIGS: quando la comunicazione è tardiva

La Corte di Cassazione ha stabilito che un lavoratore in Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) perde il diritto al trattamento se non comunica preventivamente all’Ente Previdenziale l’inizio di una nuova attività lavorativa. Nel caso di un pilota, il periodo di addestramento presso una nuova compagnia non è considerato ‘periodo neutro’ se fa parte di un contratto di lavoro finalizzato non solo al mantenimento del brevetto, ma a una nuova assunzione. La comunicazione inviata dopo l’inizio del contratto comporta la decadenza CIGS.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Decadenza CIGS: la comunicazione preventiva è un obbligo inderogabile

L’obbligo di comunicazione preventiva all’Ente Previdenziale in caso di nuova occupazione durante la Cassa Integrazione è un pilastro fondamentale per non incorrere nella decadenza CIGS. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio con forza, chiarendo che anche i periodi di addestramento, se inseriti in un nuovo contratto di lavoro, non possono essere considerati ‘neutri’ e richiedono una comunicazione tempestiva. Analizziamo la decisione per capire le implicazioni pratiche per i lavoratori.

I fatti del caso: un pilota tra CIGS e un nuovo lavoro all’estero

La vicenda riguarda un pilota di aerei, già dipendente di una nota compagnia aerea nazionale e posto in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS). Durante il periodo di CIGS, il lavoratore accetta un’offerta di lavoro da una compagnia aerea estera. Il nuovo contratto, a tempo determinato, prevedeva un periodo iniziale di addestramento e formazione, necessario per ottenere l’abilitazione a pilotare nuovi modelli di aerei e per raggiungere gli standard operativi della nuova azienda.

Il pilota, dopo aver iniziato l’attività di addestramento, comunica all’Ente Previdenziale l’avvio del nuovo rapporto di lavoro, chiedendo la sospensione del trattamento di integrazione salariale. L’Ente, tuttavia, rileva che la comunicazione è avvenuta dopo l’effettivo inizio del contratto e dichiara la decadenza totale del lavoratore dal diritto alla CIGS.

La questione del “periodo neutro” e la decadenza CIGS nei primi gradi di giudizio

Il lavoratore impugna il provvedimento dell’Ente Previdenziale. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli danno ragione. I giudici di merito ritengono che il periodo di addestramento, seppur remunerato, fosse un’attività ‘neutra’, finalizzata principalmente al mantenimento delle abilitazioni di volo. Di conseguenza, la comunicazione inviata successivamente, ma prima dell’inizio dell’attività di volo vera e propria, era da considerarsi tempestiva, evitando così la decadenza CIGS.

Secondo questa interpretazione, l’obbligo di comunicazione scatterebbe solo al termine della fase formativa, con il pieno inserimento operativo del lavoratore. L’Ente Previdenziale, non condividendo questa visione, ha presentato ricorso in Cassazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso dell’Ente Previdenziale. Il ragionamento della Corte si fonda su una rigorosa interpretazione della normativa che regola la CIGS.

Il punto centrale è la finalità della comunicazione preventiva: consentire all’Ente di verificare la compatibilità della nuova attività lavorativa con il trattamento di integrazione salariale. L’omissione di tale comunicazione ha un carattere sanzionatorio e comporta la decadenza dal beneficio.

La Corte ha specificato che un’attività non può essere considerata ‘neutra’ quando è parte integrante di un nuovo contratto di lavoro subordinato, come nel caso di specie. Il contratto stipulato dal pilota era un ‘training and employment agreement’ (accordo di addestramento e impiego), che includeva un periodo di prova e mirava a un’assunzione per svolgere una prestazione lavorativa complessa, non solo al mantenimento del brevetto preesistente. L’addestramento era quindi una fase del nuovo rapporto di lavoro, non un’attività a sé stante.

Di conseguenza, l’obbligo di comunicazione doveva essere adempiuto prima dell’inizio di qualsiasi attività derivante da quel contratto, inclusa la formazione. La comunicazione successiva, a rapporto già in corso, è tardiva e determina inevitabilmente la perdita del diritto alla CIGS fin dall’inizio della concessione.

Le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione riafferma un principio cruciale: chi percepisce la CIGS deve comunicare preventivamente qualsiasi nuova attività lavorativa, autonoma o subordinata. Non esistono eccezioni per periodi di prova o formazione se questi sono inseriti all’interno di un nuovo contratto di lavoro. La distinzione tra addestramento per ‘mantenimento licenze’ e addestramento ‘propedeutico a una nuova assunzione’ è dirimente. Nel secondo caso, la comunicazione deve precedere l’inizio del rapporto contrattuale, pena la decadenza CIGS. Questa sentenza serve da monito per i lavoratori, sottolineando l’importanza di adempiere con scrupolo agli obblighi informativi verso gli enti previdenziali per non perdere tutele economiche fondamentali.

Quando si perde il diritto alla CIGS se si inizia un nuovo lavoro?
Si decade dal diritto al trattamento di integrazione salariale se non si provvede a dare una comunicazione preventiva alla sede provinciale dell’Ente Previdenziale riguardo allo svolgimento della nuova attività lavorativa, prima che questa abbia inizio.

Un periodo di addestramento per un nuovo lavoro è sempre considerato ‘periodo neutro’?
No. Secondo la Cassazione, un periodo di addestramento non è considerato ‘neutro’ se è parte integrante di un nuovo contratto di lavoro e non è finalizzato esclusivamente al mantenimento di un brevetto o di una licenza pregressa. Se l’addestramento è funzionale a una nuova assunzione e a una prestazione lavorativa più ampia, rientra a pieno titolo nell’attività lavorativa da comunicare preventivamente.

La richiesta di chiarimenti all’Ente Previdenziale vale come comunicazione preventiva dell’attività?
No. Una semplice richiesta di chiarimenti sulla condotta da tenere non costituisce la formale e preventiva comunicazione di rioccupazione richiesta dalla legge. La comunicazione deve essere una dichiarazione esplicita dell’inizio di una nuova attività, effettuata prima della stipula o dell’inizio del nuovo rapporto di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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