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Cumulo giuridico rifiuti: nuova legge retroattiva

Una società di trasporti è stata sanzionata per aver effettuato 25 trasporti di sansa di oliva senza il formulario di identificazione rifiuti (FIR). La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8588/2024, ha respinto gran parte dei motivi di ricorso, ma ha accolto quello relativo al calcolo della sanzione. È stato stabilito che deve essere applicato il principio del cumulo giuridico, in virtù di una nuova legge più favorevole (ius superveniens) entrata in vigore durante il processo. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio per la rideterminazione della sanzione.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Cumulo Giuridico per Rifiuti: la Cassazione Applica la Nuova Legge Retroattiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 8588/2024) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di sanzioni amministrative ambientali: l’applicazione retroattiva della legge più favorevole, in particolare per quanto riguarda il cumulo giuridico. Il caso, relativo al trasporto di sansa di oliva senza l’adeguata documentazione, offre spunti cruciali per le aziende del settore, evidenziando come una successione di leggi nel tempo possa modificare l’entità di una sanzione anche a procedimento in corso.

I Fatti di Causa: Il Trasporto di Sansa di Oliva

Una società a responsabilità limitata è stata multata per aver effettuato 25 trasporti di sansa di oliva (un sottoprodotto della lavorazione delle olive) senza il previsto Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR). L’azienda aveva utilizzato un semplice Documento di Trasporto (DDT), come se si trattasse di una materia prima e non di un rifiuto speciale non pericoloso. Per questa violazione ripetuta dell’art. 193 del Codice dell’Ambiente, l’autorità competente aveva irrogato una sanzione calcolata sommando le pene per ogni singolo trasporto, per un totale di oltre 40.000 euro.

Il Percorso Giudiziario e l’Applicazione del Cumulo Giuridico

La società ha impugnato la sanzione, ma sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno confermato la decisione, rigettando le difese dell’azienda. Quest’ultima sosteneva, tra le altre cose, di aver agito in buona fede e che la sansa dovesse essere considerata un sottoprodotto e non un rifiuto. Giunta in Cassazione, la società ha sollevato diversi motivi di ricorso, tra cui la violazione dell’art. 8 della legge n. 689/1981, che disciplina il concorso di violazioni e il cumulo giuridico.

La Corte di Cassazione ha rigettato la maggior parte delle argomentazioni, confermando la correttezza della qualificazione della sansa come rifiuto e l’assenza di prove sufficienti a dimostrare l’errore scusabile. Tuttavia, ha accolto il motivo relativo al calcolo della sanzione.

Le Motivazioni della Corte

Il punto centrale della decisione è l’intervento di una nuova norma (ius superveniens) durante il corso del giudizio. L’art. 8-quater del D.L. 145/2023 ha introdotto nel Codice dell’Ambiente l’articolo 258, comma 9-bis. Questa nuova disposizione stabilisce esplicitamente che, in caso di violazioni multiple della stessa norma (come nel caso dei 25 trasporti), si applica la sanzione prevista per la violazione più grave, aumentata fino al doppio. Questo meccanismo, noto come cumulo giuridico, è significativamente più favorevole rispetto al cumulo materiale, che prevede la somma aritmetica delle singole sanzioni.

La norma specifica inoltre la sua applicabilità retroattiva a tutte le violazioni commesse prima della sua entrata in vigore, purché non sia già intervenuta una sentenza passata in giudicato. Poiché il procedimento era ancora pendente, la Suprema Corte ha stabilito che la Corte d’Appello dovrà ricalcolare la sanzione applicando la nuova e più mite disciplina del cumulo giuridico.

Conclusioni: L’Impatto del Principio del Favor Rei

Questa ordinanza è di grande importanza pratica. Conferma che il principio del favor rei (la tendenza a interpretare la legge nel modo più favorevole all’imputato/sanzionato) si applica anche alle sanzioni amministrative ambientali. L’introduzione di una disciplina specifica per il cumulo giuridico nel Codice dell’Ambiente risolve un vuoto normativo e garantisce un trattamento sanzionatorio più proporzionato per le violazioni seriali. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando il caso alla Corte d’Appello di Trieste in diversa composizione, che dovrà ricalcolare la sanzione alla luce della nuova e più favorevole legislazione.

Quando si applica il cumulo giuridico nelle sanzioni ambientali?
Secondo la nuova disciplina (art. 258, comma 9-bis del Codice dell’Ambiente), si applica quando un soggetto, con una o più azioni, commette diverse violazioni della stessa disposizione. In tal caso, si applica la sanzione per la violazione più grave, aumentata fino al doppio, anziché la somma delle singole sanzioni.

Una nuova legge più favorevole può essere applicata a violazioni commesse in passato?
Sì, la sentenza conferma che una nuova legge più favorevole (ius superveniens) deve essere applicata retroattivamente, a condizione che non sia già stata emessa una sentenza definitiva (passata in giudicato) sul caso.

La responsabilità di una società per l’illecito del dipendente richiede la prova della colpa in capo alla società stessa?
No. La Corte ribadisce che la società risponde in qualità di obbligata in solido per la violazione commessa dal proprio dipendente nell’esercizio delle sue funzioni. La legge non ammette una prova liberatoria per la società, la cui responsabilità ha carattere autonomo e patrimoniale, finalizzata a garantire il pagamento della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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